Teofilo Folengo, Orlandino, 1526

non cape; ¶ e questo voglio ch'a color sia

san far in giostre! voglio che si scriva ¶ cotesti

che di lardo; ¶ ma voglio qui pigliar la via

figliuola bella? ¶ Né creder voglio che facci mancanza, ¶ di

qui sonar d'arpa voglio in nostro aiuto; ¶ e

mi segua ognuno; ¶ poi voglio che 'l suo ballo

viltà di cuor, ché voglio farvi erede ¶ del piú

perché niuna ¶ altra non voglio eccetto che vederti ¶ et

La causa dir non voglio, anzi m'incresce ¶ che

vòl essere? ¶ 47. ¶ Guidarti meco voglio, se 'l ti piace

ove sia pace, ¶ far voglio da leon, non da

et io fra tanto voglio cavalcare. - ¶ 63. ¶ E detto ciò

ti pregamo, padre caro. ¶ - Voglio - risponde - che niun ladrone

pazzo pel dinaro. ¶ Ma voglio ch'abbian altri questa

ch'in un tratto ¶ voglio condurvi al porto qui

non oso! ¶ 42. ¶ Né insieme voglio errar col volgo sciocco

brando ¶ cinger mi poscia, voglio cacciar fora ¶ Carlo del

per un mese intero. ¶ Voglio mandarne parte al monastero

testa, in mia vendetta ¶ voglio tacer, che non mi

scribenda, e scriver anco voglio ¶ fin che Grifalco non

Per me, Signor, non voglio che s'asconda ¶ lo

plu non ebbe (oh voglio dir!) Platone, ¶ cerco saper

il coco - ¶ ch'io voglio far un scorno a

carnero.à avea ¶ Non voglio dimorar piú in questo

l'onde sue meschiare, ¶ voglio ch'in polve il

altro ancise Almonte. ¶ Ma voglio questa impresa sia d

fatto vedemo. Certamente né voglio né per niuna guisa

alcuna particolaritade conceputo; anzi voglio che sotto l'ombra