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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «vuoi»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
sulle navi. – Di’, ci vuoi venire tu, sulla mia
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dirà: «Scegli quanti marinai vuoi», tu di’: «Me ne
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disse sua madre: – Cosa vuoi andare a fare per
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tu puoi andare dove vuoi –. Giuanin la salutò e
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hai da rosicchiare finché vuoi! – Tagliò fuori le budella
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disse la balia. – Ti vuoi dare per perso? Manco
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rispose il Principe. ¶ – Come? Vuoi dire che le hai
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padre ti chiederà cosa vuoi per premio, tu di
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oro. – Domanda quello che vuoi, – disse il Re, – te
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vecchia, prenditi quello che vuoi, – disse la Principessa. ¶ – Io
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e ora te lo vuoi mangiare? ¶ La strega l
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Sole, – ora scegli quale vuoi delle tre –. E lo
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lo guardò stupito. – Come vuoi sapere cosa dicono i
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il lupo e mi vuoi mangiare. ¶ Il lupo diede
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si muore mai? ¶ – Non vuoi morire? Stattene con me
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che muoia? ¶ – E come vuoi fare? Quanti anni ancora
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parenti. ¶ – Ma che parenti vuoi andare a vedere? A
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il Re: – Ma cosa vuoi che me ne faccia
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Il Re le chiese: – Vuoi venire con me? – e
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morto! ¶ – Fa’ quello che vuoi! Io farò conto d
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paura, le disse: – Sposa, vuoi che faccia approdare la
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e disse: – Nonno? ¶ – Cosa vuoi? ¶ – Per carità, mi perdoni
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a morte. Dimmi dove vuoi che scappiamo. ¶ – Tu devi
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Sono io, nonno! ¶ – Cosa vuoi, brutta barbuta? ¶ – Nonno benedetto
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io. ¶ – Sei innamorato? Se vuoi una qualche ragazza dimmelo
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in campagna? ¶ – Benedetto te, vuoi che ti porti con
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darò tutto quel che vuoi! Ma dammi, dammi… ¶ – Che
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sposa… ¶ – Ma sì, come vuoi! ¶ Lo sposo diede un
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fece il morto. – Se vuoi sapere vieni anche tu
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che vada. ¶ – Bene, come vuoi, – e il morto lo
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niente, Pietro. Se proprio vuoi, andiamo in quel campo
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gli comandi quello che vuoi, quello che vuoi avverrà
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che vuoi, quello che vuoi avverrà. Guarda solo di
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stanco ad ascoltarti. Se vuoi educare tuo figlio e
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pescare con voi! ¶ – Se vuoi venire con me, sali
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Già che non mi vuoi raccontare, piuttosto che vederti
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vinto, ma se la vuoi sposare, bisogna che vai
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posso. ¶ – Dimmi quanto ne vuoi. ¶ – Cento scudi. ¶ La zia
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Non posso. ¶ – Quanto ne vuoi? ¶ – Trecento scudi. ¶ Glieli diede
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tre bei cani. ¶ – Ne vuoi comprare uno? ¶ – Quanto costa
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hai due: perché non vuoi il terzo? Almeno avrai
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disse: – Va’ là, cosa vuoi ancora sgridarmi, che io
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il bene che mi vuoi? Mi volevi far mangiare
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a questa porta! Cosa vuoi? ¶ – Mi manda la mamma
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fare tutto quello che vuoi e star contento. ¶ Dette
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perché neanche tu mi vuoi bene. ¶ – Ma io sì
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e rivoltosi all’aquila: – Vuoi portare questo giovane alla
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ai fratelli, Giovanni disse: – Vuoi scommettere che se ci
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il disinvolto: – Ebbene, cosa vuoi fare? Eh, è andata
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a dire: – Eh, cosa vuoi, non c’è rimedio
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Sognavi di tuo padre, vuoi dire. Perché sei tu
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pieno di incantesimi. Come vuoi fare ad ammazzarlo? ¶ Il
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una volta a disperarsi: – Vuoi proprio andare in perdizione
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il bene che mi vuoi? Farmi morire di paura
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trovato morto? Non mi vuoi più niente bene? ¶ – Sì
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Seppe della scatolina e: – Vuoi vendermela? ¶ – Perché no, Maestà
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non mangiamo, balleremo. ¶ – Cosa vuoi dire? ¶ E il ragazzotto
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chiama Isabella: se la vuoi sarà tua. ¶ Insomma, passate
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Regina Marmotta. – Anche tu vuoi lasciarmi? – disse il Re
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ha la sorella; se vuoi restare anche tu, credo
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la Principessa, – però se vuoi ritirarti sei ancora in
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realizzare ogni tuo desiderio. Vuoi mettere, con l’avere
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Mago: – Chi sei? Cosa vuoi da me? ¶ – Non si
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e chiedi quel che vuoi, l’avrai subito. Tienila
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in una giornata! ¶ – Cosa vuoi, – le disse la Rosina
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ne sono. Che novità vuoi che ci siano? ¶ E
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ti piace; e se vuoi lasciarmi, lasciami. Ricordati però
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presentò la noce. – Mi vuoi anche canzonare? – disse il
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morte. Le dice: – Mi vuoi tu per sposo? ¶ – Che
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niente. Se tu mi vuoi, ti sposo. ¶ Per farla
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le tue sorelle, come vuoi che mi fidi di
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la vide, disse: – Generale, vuoi diventare la mia sposa
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sa neanche chi è? Vuoi disonorarti? ¶ Ma il Re
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l’Uliva. – Se mi vuoi davvero bene devi promettere
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disse la madre. – Se vuoi provare portalo in giardino
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giardino e gli disse: – Vuoi farti un mazzetto di
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finisci la cura? Quanto vuoi per finire di guarirmi
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per finire di guarirmi? Vuoi quest’anello? – E gli
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Rispose l’assassino: – Se vuoi salva la vita, devi
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paura, sono io! Se vuoi portar via una pariglia
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la cavallina: – Tutto come vuoi, però di’ al Re
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cavallina… ¶ – Ecco, se mi vuoi bene, questa è l
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dire che non mi vuoi bene. ¶ Col cuore che
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aprila, comanda quel che vuoi e sarai obbedito. Ma
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tutto il grano che vuoi, tutto il vino che
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tutto il vino che vuoi, tutto quel che vuoi
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vuoi, tutto quel che vuoi quanto ne vuoi. ¶ Geppone
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che vuoi quanto ne vuoi. ¶ Geppone, poveretto, acconsentì; e
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anche il Vento: – Cosa vuoi, Geppone? ¶ – Ti ricordi la
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rendo l’altra. Che vuoi fartene tu d’una
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quando sentì una voce: – Vuoi un maschio per morire
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e sentì la voce: – Vuoi un maschio per morire
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la cieca alla compagna. – Vuoi vedere tutto tu sola
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dall’incantesimo. Se mi vuoi sarò tua sposa. ¶ E
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un po’ quello che vuoi. Noi scriviamo subito a
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disse: – Ti sogni; chi vuoi che ci venga? ¶ La
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quattro cinque… ¶ – Ah, non vuoi star zitto? – dice il
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all’altro: – Tu se vuoi fare la stessa fine
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sole? Dimmi! ¶ – E che vuoi che ne sappia? – rispose
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dal naso. ¶ – Nina, dimmi: vuoi far fortuna? – disse la
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io, la volpe. ¶ – Cosa vuoi? ¶ – Sono venuta a dirti
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c’è la fiera. Vuoi che ci andiamo insieme
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vieni a prendermi? ¶ – Quando vuoi. ¶ – Allora vieni alle nove
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c’è il mercato. Vuoi venire con me? ¶ – Volentieri
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sei pronta? ¶ – Sì, quando vuoi venire tutto è pronto
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vestiti e le disse: – Vuoi un vestito di seta
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scrignetto e le disse: – Vuoi oro o vuoi corallo
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disse: – Vuoi oro o vuoi corallo? – E la ragazza
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una collana d’oro. – Vuoi orecchini di cristallo o
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diavoli: – Chiamatemi Lucibello. ¶ – Che vuoi dal nostro capo? – chiesero
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passi. ¶ – Sì, – disse Giuanni. ¶ – Vuoi che facciamo una corsa
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ho fame! ¶ – E che vuoi che io ti dia
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ragazzo dalla barca, – ci vuoi venire con me che
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padrone della barca. – Ci vuoi venire con me al
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ho appena appena; se vuoi ti do acqua di
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mostrarlo al figlio. ¶ – Lo vuoi vedere, figlio mio, quel
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comando. Chiedi quel che vuoi a lei e te
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balia, – ma di’ che vuoi un abito da fidanzamento
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cameriera gli fa: – Come vuoi che ti paghi se
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allo sguattero: – Senti, mi vuoi sposare? ¶ Allo sguattero non
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la padrona. ¶ – Se mi vuoi sposare, devi prendere mia
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le diceva. – Tu non vuoi che metta piede in
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sua bellezza, la svegliò: – Vuoi venire con me? Non
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e i cani, come vuoi che faccia? Mah, che
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gli disse: – Don Favonio, vuoi essere il mio sposo
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il Favonio. – Allora, mi vuoi ancora per marito? ¶ La
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ma cosa dici? Mi vuoi perdere tutta la mia
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Ih! Compare mio, che vuoi da me? Sto tanto
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paese lontano assai. Se vuoi venire, seguimi. È un
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un consigliere. – Figlio mio, vuoi sentire il consiglio d
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in casa. Invece, se vuoi qualsiasi somma, chiedila, e
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le buone, se non vuoi che la mazza ti
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Tu di’ che non vuoi darlo, ma se il
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gatta: – Scegli quel che vuoi. ¶ La povera ragazza che
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diceva: – Massara, massara! Quando vuoi la ricchezza, in gioventù
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sentì la civetta: – Quando vuoi la ricchezza, in gioventù
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è in vecchiezza che vuoi la ricchezza, perché la
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della luna tonda, ¶ Se vuoi vedere la bella Sirena
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fondo del mare? ¶ – Se vuoi riavere tua moglie, devi
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vinta. Perché allora non vuoi palesarti? ¶ – Perdono, Maestà, non
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dieci, o quante ne vuoi. ¶ – Che importa a te
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come corro io! Se vuoi provare. Domattina all’alba
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E quello: – Oh, che vuoi? – Era lì davanti. E
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e disse: – Ah sì, vuoi che lo scarichi? – Puntò
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un momento quante penne vuoi. ¶ Ma Filomena rispose: – Se
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anche se non mi vuoi dare un bacio, t
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danari, prendine quanti ne vuoi e vattene. ¶ L’orfano
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padrone, – prendi quanti danari vuoi e te ne vai
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mangiare e quel che vuoi, ma a patto che
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un filo d’avena vuoi tagliare un albero? ¶ E
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d’oro quanti danari vuoi. ¶ L’orfano non voleva
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mia, perché non ti vuoi maritare? ¶ – Papà, – lei rispose
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Cane ti chiederà quanto vuoi di quella cosa che
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solo che quella sera vuoi restar da sola col
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le chiese: – Quanto ne vuoi? ¶ – Non voglio danari. Voglio
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la chiamò. ¶ – Quanto ne vuoi? – disse la Turca-Cane
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disse: – Moglie mia, che vuoi che faccia? ¶ E lei
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tratto, le chiese: – Quando vuoi che ci sposiamo? – A
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disse: – Ti do quanto vuoi, basta che mi dài
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coricare, di’ che non vuoi cameriere, perché ti spogli
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serpente le disse: – Se vuoi che ritorni cristiano anche
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dico io. ¶ – Quello che vuoi, marito mio. ¶ – Ogni sera
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tua moglie, perché non vuoi andare? ¶ L’uccello, invece
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volta e digli che vuoi il latte dell’orsa
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ammalata e digli che vuoi il latte della tigre
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Re lo chiamò. – Perché vuoi rovinare quella bestia? ¶ – Perché
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Salutandole chiese: – Rosa, cosa vuoi che ti porti? ¶ E
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delle donne che tessevano. ¶ – Vuoi entrare? – disse una delle
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chiami? ¶ – Sfortuna. ¶ – E ci vuoi servire? ¶ – Sissignora. ¶ E si
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la frutta fuori tempo. Vuoi dei fichifiori? Te’! – e
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1956
la Regina, – e chi vuoi sia così scellerato da
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mia, visto che non vuoi nessuna distrazione, ho pensato
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1956
sogno. ¶ – E non ti vuoi pentire? ¶ – E chi ci
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figlia mia? ¶ – Nulla, papà. ¶ – Vuoi qualcosa? Parla. ¶ – No, papà
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Oh, ingrato, così tu vuoi lasciarmi, ti sei innamorato
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pescatorino. ¶ – Allora, Pidduzzu, ci vuoi stare a Palazzo reale
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1956
siciliano. – Tutto quel che vuoi, basta che mi guarisci
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più… ¶ – Ah! Tu mi vuoi morto! – fece il Principe
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1956
disse: – Romito, me la vuoi dare, che me la
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mi conti niente? ¶ – Che vuoi che ti racconti? – disse
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1956
Mammo-drago. ¶ – E che vuoi che ci sia? ¶ – Non
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1956
orecchi. ¶ – Ma va’; chi vuoi che ti senta in
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1956
dici. ¶ – Allora, se lo vuoi sapere, è un’ingiustizia
184
1956
via quell’anello se vuoi uscire!» Io provai ma
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1956
e tutto quel che vuoi. ¶ – E che cosa devo
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1956
quei cavalli al picciotto, – vuoi trovare la fortuna? Va
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1956
e gli sciali che vuoi. Lo vedi, io non
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1956
e-siedi, ¶ Che parte vuoi ti mangi, ¶ Dalla testa
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disse: – Sono il Re; vuoi essere mia sposa? ¶ E
190
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mio: qua se ci vuoi stare c’è il
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1956
fuorché di soldi: se vuoi pane, quanto ne vuoi
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vuoi pane, quanto ne vuoi, ma soldi no. ¶ – E
193
1956
Oh. Hai finito? Cosa vuoi: due tumuli di monete
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la più piccina: – Senti, vuoi venire con me per
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nato un bel bambino? Vuoi venire a vederlo, stasera
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1956
sposato. ¶ – Allora che grazia vuoi? – gli chiese il Re
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1956
tutti i cavoli che vuoi e vattene; ma non
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1956
andò ad aprire. – Che vuoi? – gli chiese. ¶ – Annunciatemi, – disse
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Conte Pero e che vuoi la sua figlia per
200
1956
Re. ¶ – Fa’ quel che vuoi, comare, – rispose il giovane
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doveva andare a Catania. – Vuoi venire con me? – chiese
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1956
ti darò quel che vuoi. ¶ – Non voglio niente. Statemi
203
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di me quello che vuoi –. In capo a tre
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1956
E il Reuzzo: – Se vuoi rivedermi prendi queste tre
205
1956
di me quello che vuoi. ¶ E la moglie disse
206
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poi domanda: – Quanto ne vuoi? ¶ – Tu chiacchieri troppo, – fa
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1956
un contadino: – Quanto ne vuoi? ¶ – Dieci scudi. ¶ – No: è
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1956
e Giufà le disse: – Vuoi comprare la tela? – Attese
209
1956
po’, poi ripeté: – La vuoi comprare la tela? – Visto
210
1956
quattrini non me li vuoi dare? Ti faccio vedere
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1956
Uccellaccio di malaugurio! Mi vuoi far dividere da mia
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1956
invitarlo o chiedergli se vuoi favorire. Una volta andò
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1956
madre, dal tetto: – Cosa vuoi? ¶ – C’è uva passa
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1956
passa e fichi, cosa vuoi che ti dica? ¶ Quando
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1956
ne vai così. ¶ – Quanto vuoi per un consiglio? – gli
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1956
gridò il Capo-gigante. – Vuoi batterti con me? Vieni
217
1956
Un dottore? E che vuoi fare d’un dottore
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1956
per oggi, almeno. ¶ – Cosa vuoi per ridarmi la libertà
219
1956
preghiere, piuttosto, se non vuoi morire come un saracino
220
1956
Non desidero più niente. ¶ – Vuoi essere «caporale»?59 ¶ – No. ¶ – Vuoi
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1956
Vuoi essere «caporale»?59 ¶ – No. ¶ – Vuoi essere re? ¶ – Non voglio
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1956
voglio più nulla. ¶ – Vecchio, vuoi la salute, la giovinezza