Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

il fratello. ¶ — Ma che vuoi? Io, fino all'ora

a quest'ora! Dove vuoi che sia? Lo sai

pizzicagnolo. ¶ — Fa' quel che vuoi. ¶ Enrico s'avviò verso

Tutte le volte che vuoi, meno che oggi. ¶ — Ma

Sei tu che lo vuoi così! ¶ — Stasera, c'è

spifferare tutto quel che vuoi. ¶ — Per forza! Ho ragione

mica retta! Non lo vuoi posare? Me ne vado

meno credergli. ¶ — Tu non vuoi mai tentare! ¶ — Perché sono

retta, almeno una volta! ¶ — Vuoi assumerti tu la responsabilità

e tu me lo vuoi guastare. ¶ — Non fare il

e taci. ¶ — Se non vuoi ascoltare.... ¶ Giulio disse: ¶ — Non

Niccolò gli chiese: ¶ — Che vuoi? ¶ — Quel che mi pare

non importa più nulla. ¶ — Vuoi dare a me la

tutto rassicurata: ¶ — Se mi vuoi lasciare, io ne sono

Tu, ancora, non ci vuoi credere! ¶ — Fino ad ora

fuoco! Perché te la vuoi prendere, Giulio? ¶ — C'è

seguo te, se non vuoi che io sparisca alla

animosità, gli chiese: ¶ — Che vuoi? ¶ Egli, prima, biascicò senza

Niccolò lo aggredì: ¶ — Che vuoi? Non è giornata, oggi

a casa? ¶ — O che vuoi ch'io faccia? ¶ — Io