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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «vuol»

nautoretestoannoconcordanza
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mio mestiere, che poi vuol dire fedeltà a me
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ascaro di cui si vuol tessere un elogio: «È
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già ascari. Essere ascaro vuol dire, press’a poco
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poco, avere un blasone; vuol dire avere tre lire
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più un’indennità carne; vuol dire avere un tarbush
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coi colori del battaglione; vuol dire soprattutto avere un
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a simili irrazionali manifestazioni vuol dire diventar grotteschi. È
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imparato. Piove? Bene, perdio! Vuol dire che si smette
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si smette di lavorare, vuol dire che ci si
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tono di falsetto, e vuol dire «viva, viva». Ci
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giberna. L’ascaro non vuol bene al bianco, vuol
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vuol bene al bianco, vuol bene all’ufficiale. Anzi
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all’ufficiale. Anzi, no: vuol bene al suo ufficiale
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fa tanti ragionamenti, lui vuol sapere le proporzioni: sessantasette
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parla così con lui, vuol dire che sono amici
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dire che sono amici, vuol dire che Sassahà è
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anche lui, come Tuclà, vuol dire che tutto andrà
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ai suoi ascari. Gli vuol bene, lui, agli ascari
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senza avere bevuto tech, vuol dire che o diavolo