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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'attenzione, 1965

concordanze di «È»

nautoretestoannoconcordanza
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1965
l’assegno, nonna.” ¶ Si è frugata nella tasca della
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1965
ha tratto una busta e l’ha tesa alla
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1965
ha presa osservando: “Cora è cosi puntuale. Mai una
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La vecchia ha detto: “E poi non bisogna dire
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1965
bisogna dire che Cora è una buona figlia. Le
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1965
Roma fa troppo caldo; e lei me la regala
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1965
me la regala. Sì, è una buona figlia, proprio
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1965
in giro; quindi si è rivolta a Baba: “Perché
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1965
qui a momenti.” ¶ “Dove è andato?” ¶ “Eh, professore, dove
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1965
non ha insistito. Si è alzata e ci ha
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1965
insistito. Si è alzata e ci ha preceduto nel
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1965
Ha detto, senza voltarsi: “E lei, professore, sta a
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1965
riparte?” ¶ “Credo che ripartirò.” ¶ “E dove andrà?” ¶ “Non lo
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1965
come stanno laggiù, se è vero che stanno meglio
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1965
di noi. Ma ormai è troppo tardi, sono troppo
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1965
troppo vecchia. Lei ci è stato in Russia, professore
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1965
Sì, ci sono stato.” ¶ “E come stanno i russi
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1965
come stanno i russi? È vero che stanno meglio
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1965
ferrovie?” ¶ “Diciamo così.” ¶ “Ma è vero che in quei
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1965
quello che gli pare e poi andarsene senza pagare
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1965
poi andarsene senza pagare?” ¶ “E che, lei Agnese, nelle
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1965
qui da noi?” ¶ “Certo.” ¶ “E così ci hanno anche
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1965
anche tutto il resto.” ¶ “E cioè?” ¶ “Eh, tutte le
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1965
professore, che può viaggiare e vedere le cose con
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1965
donne si sono abbracciate e baciate sul pianerottolo. Proprio
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1965
momento l’ascensore si è fermato al piano, gli
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1965
si sono aperti ed è apparso un vecchio uomo
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1965
uncino di carne lucida e paonazza; sotto i baffi
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1965
che erano stati semplici e azzurri come quelli della
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1965
con due pallottole grasse e sparse di venuzze violette
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1965
per voltarci le spalle e rientrare nell’ascensore. La
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1965
lo vedi chi c’è?” ¶ “Ma chi?” La voce
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1965
voce era bassa, incerta e insieme curiosamente aggressiva. Ho
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1965
sulle abitudini del marito e sono stato sicuro che
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1965
Ma non può essere.” ¶ “E perché non può essere
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1965
lo vede mai?” ¶ Baba è scoppiata a ridere. La
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1965
ridere. La moglie indulgente e sorridente ha detto: “Eppure
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1965
sorridente ha detto: “Eppure è proprio lui, guardalo, è
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1965
è proprio lui, guardalo, è il professore, il tuo
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1965
ce l’hai ed è proprio questo qui.” ¶ “Ma
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1965
la faccio vedere. C’è lui, c’è Cora
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1965
C’è lui, c’è Cora, ci siamo noi
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1965
noi due.” ¶ “Macché nozze.” ¶ “E così adesso non riconosci
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1965
nipote, almeno la riconoscerai?” ¶ “E chi l’ha mai
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1965
l’ha mai vista?” ¶ “E a me non mi
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1965
uno sguardo d’intesa e poi ci ha detto
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1965
che si chiama Francesco, e tu ti chiami Antonio
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1965
ti chiami Antonio.” ¶ “Antonio? E chi è?” ¶ “Ecco,” Agnese
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1965
uno sguardo agli sfavillanti e nuovissimi mobili di palissandro
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1965
i servizi. Ma c’è anche la cameretta della
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1965
dal mio paese. Adesso è andata a comprare il
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1965
il grande occhio cieco e grigio di un apparecchio
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1965
fantascienza. Ma non mi è piaciuto tanto, mi ha
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1965
chiami professore? Chiamalo Francesco e dagli del tu.” ¶ “Ci
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1965
a farlo.” ¶ “Grazie, no.” ¶ È stata zitta un momento
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1965
cambiato, il professore? Tale e quale.” ¶ Ho chiesto per
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1965
per sviare il discorso: “E suo marito?” ¶ “Sta a
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1965
quest’appartamento.” ¶ “Che negozio è? Di frutta e verdura
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1965
negozio è? Di frutta e verdura?” ¶ “No, quello non
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1965
negozio di accessori elettrici.” ¶ “E come va?” ¶ “Così, così
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1965
va?” ¶ “Così, così, c’è la concorrenza, si capisce
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1965
il negozio di frutta e verdura.” ¶ “Sì, a lui
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1965
ortolano come suo padre e suo nonno.” ¶ “Sta solo
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1965
a negozio?” ¶ “No, c’è un commesso, uno sfaticato
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1965
ci sta poco, sì e no una o due
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1965
al giorno. Eh, non è più quello di una
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1965
suo luogo preferito non è il negozio, ma l
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1965
cartone una lampadina nuova e prima di venderla la
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1965
presa inchiodata sul banco; e di paragonare i frutti
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1965
sul vetro. Ho chiesto: “È un negozio grande?” ¶ “Beh
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1965
da stiro, lampade. “ Si è voltata verso Baba e
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1965
è voltata verso Baba e ha soggiunto sorridendo: “Lo
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1965
il professore dalle domande. È proprio vero, non è
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1965
È proprio vero, non è cambiato affatto. Anche allora
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1965
tante domande, lei che è giornalista e conosce tanta
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1965
lei che è giornalista e conosce tanta gente, mi
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1965
che era presente, si è arrabbiata e poi mi
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1965
presente, si è arrabbiata e poi mi ha detto
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1965
che ci siamo visti e io pensavo che si
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1965
era messo a viaggiare e non stava mai a
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1965
abbiamo, lo vede, professore? E anche bello grande, grazie
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1965
Cora.” ¶ Ho detto: “Cora è una buona figlia.” ¶ Ha
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1965
Ha risposto guardandomi imbambolata e sorridendo quasi canzonatoria: “Sì
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1965
canzonatoria: “Sì, bisogna riconoscerlo, è proprio una buona figlia
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1965
suoi, volontaristico ed esteriore: è saltata addosso alla nonna
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1965
saltata addosso alla nonna e l’ha abbracciata impetuosamente
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1965
ha abbracciata impetuosamente dicendo: “E tua nipote dove la
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1965
una buona nipote?” ¶ “Bella e buona... Ma sta’ ferma
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1965
una volta la settimana e si fa fare la
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1965
la messa in piega e si fa ritoccare la
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1965
due volte la settimana.” ¶ “E che ci fa Baba
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1965
mi accompagna nei negozi.” ¶ “E Cora?” ¶ “Cora la vedo
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1965
Cora la vedo poco. È affezionata, è una buona
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1965
vedo poco. È affezionata, è una buona figlia, ma
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1965
Baba guardava ora me e ora la nonna con
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1965
la nonna con placido e irritante compiacimento. Poi ha
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1965
le latterie, le pasticcerie e i portoni. Baba mi
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1965
alla borgata, poi Cora è riuscita a guadagnare di
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1965
fosse il suo lavoro, e allora si sono trasferiti
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1965
la macchina, siamo discesi e Baba si è avviata
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1965
discesi e Baba si è avviata verso una pasticceria
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1965
L’ho sempre fatto e lei se lo aspetta
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1965
lei se lo aspetta.” ¶ È entrata in una grande
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1965
una grande sala bianca e nuda, la luce vibrante
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1965
le cromature dei tavolini e delle seggiole, le specchiere
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1965
musica clamorosa. Baba si è avvicinata alla vetrina, ha
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1965
di paste alla crema e di panini imbottiti, quindi
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1965
dolciumi dal coperchio colorato e mi ha chiesto, con
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1965
preceduto in un portone e di qui in un
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1965
che, per quanto mi è stato possibile di vedere
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1965
nudità carceraria. Baba si è diretta verso una porta
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1965
illuminata da una lampada e contrassegnata dalla lettera D
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1965
tanto contro di me e io allora avvertivo sul
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1965
la pressione del seno e non potevo fare a
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1965
agli occhi di lei e mi stupivo di non
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1965
gli occhi soliti, belli e miopi, con la pupilla
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1965
lo sa?” ¶ “Lo sa e non lo sa.” ¶ “Che
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1965
poi ha voluto dimenticarlo, e adesso, forse, chissà, pensa
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1965
pensa di esserselo sognato.” ¶ “E tuo nonno?” ¶ “Lui non
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1965
le cose le sanno e le persone che le
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1965
sente.” ¶ L’ascensore si è fermato con una scossa
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1965
ha premuto il campanello e poi ha detto: “Ti
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1965
prego.” ¶ La porta si è aperta, ci sono state
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1965
la nonna ha abbracciato e baciato Baba e ne
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1965
abbracciato e baciato Baba e ne è stata a
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1965
baciato Baba e ne è stata a sua volta
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1965
a sua volta abbracciata e baciata. Quindi sono seguiti
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1965
dolci. Finalmente Baba si è fatta da parte e
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1965
è fatta da parte e ha detto: “Nonna, guarda
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1965
coi loro volti semplici e severi, una di quelle
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1965
una carne nuova, grassa e lustra, i lineamenti del
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1965
celesti, un tempo semplici e intensi come fiori di
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1965
tra le guance gonfie e rubizze, il naso pareva
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1965
pareva troppo esiguo; storta e mellifua, la bocca faceva
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1965
più i capelli tirati e riuniti in una crocchia
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1965
sulla nuca, bensì ondulati e divisi in due parti
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1965
parti da una riga; e che questi capelli non
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1965
artificiale tra il ramato e il castano. Un tentativo
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1965
floride. Mi ha guardato e ha esclamato: “Il professore
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1965
aveva dato del tu; e dopo il matrimonio, mi
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1965
ragioni di questo cambiamento e ho detto a mia
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1965
tutto il calore possibile: “E lei, come sta signora
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1965
quella di una volta”; e infatti ho visto che
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1965
formato da un divano e da due poltrone foderate
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1965
guardandomi. Quindi è uscita.” ¶ “E tu che hai fatto
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1965
Ho lasciato il telefono e l’ho seguita.” ¶ “Perché
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1965
Ti piaceva Cora?” ¶ “Si” ¶ “E poi?” ¶ “Lei mi precedeva
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una luce accecante, lei è andata alla mia macchina
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1965
aperto lo sportello, lei è salita e siamo partiti
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1965
sportello, lei è salita e siamo partiti. Tutto questo
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1965
Tutto questo senza parlarci.” ¶ “E poi?” ¶ “Cora mi stava
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1965
dritto,’ dandomi la direzione e io ubbidivo. Abbiamo percorso
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1965
strade quasi di campagna e poi ci siamo trovati
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1965
di fermarmi, siamo discesi e andati in quella casa
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1965
tutto.” ¶ “A farla breve è venuta ad aprirci una
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1965
di mezza età, arcigna e sgradevole, che Cora mi
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1965
il nome di Erminia, e ci ha guidato alla
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nero, con quattro guanciali e una coperta rossa; il
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il piano di marmo e le fotografie di famiglia
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1965
di canestri, di fiori e di uccelli. Sono andato
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1965
mentre Cora si spogliava e ho visto, proprio di
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1965
di fronte, il viadotto e un treno che ci
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1965
vagone dopo l’altro.” ¶ “E poi che cosa è
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1965
E poi che cosa è successo?” ¶ “È successo che
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1965
che cosa è successo?” ¶ “È successo che abbiamo fatto
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1965
Sì, quali?” ¶ “La prima è stata quando appena distesi
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1965
mano al mio ventre e, stando supina con gli
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1965
con gli occhi chiusi e la testa rovesciata indietro
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1965
guanciale, mi ha ghermito e stretto forte, pronunziando sottovoce
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1965
come in estasi: ‘quant’è bello.’ La seconda è
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1965
è bello.’ La seconda è stata quando, prima di
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1965
so fare.’ La terza è stata quando ho messo
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1965
la mano al portafogli e lei ha detto: ‘Dammi
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1965
cercavo l’autenticità; mi è sembrato di trovarla in
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1965
in quelle tre frasi.” ¶ “E poi che cosa è
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1965
E poi che cosa è successo, dopo quella prima
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1965
andati a vivere insieme; e alla fine ci siamo
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1965
Una storia molto comune.” ¶ “E quando è stato che
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1965
molto comune.” ¶ “E quando è stato che ti sei
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1965
già allora era reticente e misteriosa. Diceva che lavorava
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1965
non ve la trovavo. E poi aveva delle amiche
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1965
poi aveva delle amiche e degli amici che non
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1965
amici che non conoscevo e che non ha mai
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1965
ha mai voluto presentarmi.” ¶ “E i nonni, li andavi
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1965
come mi attirava Cora e tutto quello che riguardava
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1965
mito che funzionava, insomma, e loro facevano parte del
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1965
Poi, quando il mito è crollato, non soltanto ho
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1965
di vederli ma mi è sembrato quasi incredibile di
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1965
incredibile di averli frequentati e soprattutto di aver fatto
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1965
portasse a casa sua.” ¶ “E adesso invece che effetto
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1965
luogo dove mi ubriacai e feci delle sciocchezze.” ¶ “Ma
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1965
ha chiesto più niente e io ho guidato ancora
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1965
per loro. Rivederli mi è spiacevole perché mi ricorda
194
1965
cosa amavi in Cora e in loro?” ¶ “Anche questo
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1965
in loro?” ¶ “Anche questo è un po’ complicato; diciamo
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1965
loro povertà.” ¶ “Che c’è di bello nell’essere
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1965
autenticità. Credevo che autenticità e povertà fossero sinonimi.” ¶ “Adesso
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1965
era avvenuto tra te e lei, perché tu vivevi
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1965
straniero, mi ha risposto: ‘È successo che non sono
200
1965
che ero quando Francesco e io ci siamo incontrati
201
1965
la prima volta. Francesco è come quei signori di
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1965
dico che abbia torto, è una questione di gusti
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1965
che lei pensa questo.” ¶ “E tu invece cosa pensi
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1965
desideri.” ¶ “Sì, lo desidero.” ¶ “E va bene, dimmi che
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1965
mi racconti esattamente come è andata che hai incontrato
206
1965
borgata Gordiani.” ¶ “Che cos’è la borgata Gordiani?” ¶ “Era
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1965
meglio, di baracche costruite e disposte in una maniera
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1965
come la borgata Gordiani e dalla gente che ci
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1965
Eri attirato?” ¶ “Sì, guardavo e guardavo e non mi
210
1965
Sì, guardavo e guardavo e non mi saziavo mai
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1965
finestre, osserva chi entra e chi esce, sa tutto
212
1965
quei circoli così ambiti e inaccessibili e alla fine
213
1965
così ambiti e inaccessibili e alla fine a sposare
214
1965
accorgerà che sua moglie è una donna come tutte
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1965
i disoccupati, le prostitute e i ladri; al posto
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1965
figlia di una lavandaia e di un ortolano.” ¶ “Va
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1965
hanno perché si hanno. È troppo lungo spiegare perché
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1965
capito; allora dimmi come è stato che hai incontrato
219
1965
mai voluto dirmi niente.” ¶ “È andata così: il giornale
220
1965
tu capisca quello che è successo quel giorno, debbo
221
1965
una maldipinta fascia bianca e i tetti di lamiera
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1965
altro che le baracche e lo stradone: non un
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1965
non una fontana, niente. E nel mezzo dello stradone
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1965
sono disceso dalla macchina e mi sono diretto verso
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1965
dato appuntamento alla borgata e invece non c’era
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1965
bar.” ¶ “Sì, sono entrato e ho ordinato un caffè
227
1965
Poi mi sono voltato e ho visto una donna
228
1965
donna in corpetto giallo e gonna verde. Aveva i
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1965
Aveva i capelli neri e gli occhi azzurri e
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1965
e gli occhi azzurri e le spalle, il petto
231
1965
le spalle, il petto e le braccia nude e
232
1965
e le braccia nude e molto abbronzate, come dorate
233
1965
come dorate. Era Cora.” ¶ “E che faceva?” ¶ “Stava telefonando
234
1965
ha riattaccato il ricevitore e io allora mi sono
235
1965
sono andato al telefono e poi mi sono voltato
236
1965
poi mi sono voltato e ho guardato Cora che
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1965
barista. Ha parlato poi è andata verso la porta
238
1965
detto che era luglio e faceva molto caldo: Cora
239
1965
aveva le braccia nude e anch’io indossavo una
240
1965
Ma forte, guardandomi. Quindi è uscita.” ¶ “E tu che
241
1965
smunto, tutto occhi, naso e bocca, simile ad una
242
1965
Penso che tutto non è fatale: deve esservi pure
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1965
strappare quella maschera impura e crudele e restituire a
244
1965
maschera impura e crudele e restituire a Cora il
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1965
lei, misto di profumo e di sudore; e le
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1965
profumo e di sudore; e le dico: “Tu puoi
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1965
guarire della tua malattia, e puoi anche diventare un
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1965
ti aiuterò a volerlo.” ¶ E mi accorgo che piango
249
1965
mentre le sto addosso, e le parlo e piango
250
1965
addosso, e le parlo e piango, sento improvvisamente che
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1965
soffocare. Mi traggo indietro e allora, ecco, lei si
252
1965
a sedere sul letto e comincia a tossire e
253
1965
e comincia a tossire e la tosse, ad ogni
254
1965
si fa più profonda, e più acre e alla
255
1965
profonda, e più acre e alla fine la vedo
256
1965
fine la vedo stringersi e coprirsi con le due
257
1965
dilatano per il terrore; e quindi ad un ultimo
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1965
immaginaria spiegazione tra Cora e me. Quindi ho riletto
259
1965
scritto, ho brevemente riflettuto e alla fine ho commentato
260
1965
ipocrita, velleitario, irreale, appiccicoso e vuoto. Dunque inautentico. Si
261
1965
vero. La cosa falsa è la promessa di accompagnare
262
1965
lei; la cosa vera è il desiderio che Cora
263
1965
dall’invenzione dell’improvviso e mortale sbocco di sangue
264
1965
hai fatto la promessa e prima che tu sia
265
1965
figura con poca spesa e, al tempo stesso, mettere
266
1965
giornata d’autunno, rannuvolata e temporalesca. I travertini dei
267
1965
continua trasformazione, ora vasti e ora esigui, secondo il
268
1965
Veneto, delle foglie gialle e rosse in forma di
269
1965
asfalto della strada, nero e poroso come un cuoio
270
1965
farsi vedere da Baba e non da me e
271
1965
e non da me e dice: “Guarda chi si
272
1965
riconosci?” ¶ Baba si volta e lo guarda: “Sì.” ¶ “Come
273
1965
Come stai?” ¶ “Sto bene e tu?” ¶ “Io benissimo. E
274
1965
e tu?” ¶ “Io benissimo. E tu che fai?” ¶ “Studio
275
1965
al tempo stesso imbarazzata e disinvolta, fischiettando, le mani
276
1965
con la faccia bruna e magra dai tratti fini
277
1965
fini, dall’espressione sensibile e leggermente malinconica, un adolescente
278
1965
simpatico, per niente volgare, e soprattutto dolce, una dolcezza
279
1965
domando a Baba chi è. Mi risponde: “È Riccardo
280
1965
chi è. Mi risponde: “È Riccardo, l’uomo che
281
1965
Domenica 22 novembre ¶ Cora oggi è rimasta in casa. L
282
1965
ogni probabilità ai clienti e alle ragazze, combinando appuntamenti
283
1965
incaricato Baba di sostituirla; e Baba mi ha subito
284
1965
farà piacere. Quanto tempo è che non ci andavi
285
1965
te. Specie la nonna. E io mi sentivo imbarazzata
286
1965
so tra la delusione e la ripugnanza.” ¶ “No, non
287
1965
che stare con Cora.” ¶ “E perché ti secca?” ¶ “È
288
1965
E perché ti secca?” ¶ “È una lunga storia. Dovrei
289
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e piango di esaltazione e di speranza. Ma al
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attenti: questo timore non è forse che la maschera
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che la malattia, vero e proprio deus ex machina
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mi risparmi l’espiazione e risolva tutto quanto secondo
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quotidiana. ¶ Ma che cos’è questa logica del quotidiano
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consapevolezza dell’inautenticità che è propria di ogni modo
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accadere ma ci accade, è la sola soluzione possibile
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del quotidiano, altrettanto provvidenziale e altrettanto insensato delle macchine
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delle macchine di legno e di stoffa che permettevano
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fare apparire una divinità e così sciogliere “l’intricato
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espiazione; ma anche com’è ovvio, l’altra possibile
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la punizione. Inautentiche tutt’e due, punizione ed espiazione
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espiazione si equivalgono; tanto è vero che sembra altrettanto
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tanti altri malati colpevoli e non colpevoli. Qualche cosa
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drammatica”. ¶ Tuttavia quando tutto è stato detto, non riesco
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alla fine in viltà. E così penso che, nonostante
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uno sforzo per espiare e salvare Cora. Salvarla dalla
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che ho già fatto; e allora mi domando se
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avvenne dieci anni fa e quello che sta avvenendo
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sta avvenendo oggi, c’è purtuttavia una differenza: dieci
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dico che debbo parlarle e lei, senza dir parola
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il coraggio di dirti.” ¶ “E sarebbe?” ¶ “Non lo indovini
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cosa che voglio dirti.” ¶ “E invece non mi è
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E invece non mi è affatto chiara.” ¶ “No? Non
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ho un secondo mestiere.” ¶ “E che sto anche parlando
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per lei tutto quanto è come se fosse avvenuto
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che fare con te. E veniamo alla sola cosa
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finalmente a farti visitare e che il medico ti
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di tubercolosi polmonare. Questo è vero o non è
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è vero o non è vero?” ¶ “Sì, è vero
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non è vero?” ¶ “Sì, è vero, ma...” ¶ “Un momento
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soltanto se lasci Roma e vai in un sanatorio
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un sanatorio di montagna e ci resti per un
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anni. Di nuovo: questo è vero o non è
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è vero o non è vero?” ¶ “È vero. Ma
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o non è vero?” ¶ “È vero. Ma io in
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in un silenzio completo e in fondo sprezzante, il
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prima condizione per curarti, è cambiar vita. Devi andare
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andare via da Roma e cambiar vita.” ¶ “Non ho
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vita. Sto bene così e non vedo perché dovrei
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partire per il sanatorio e, naturalmente, di liquidare la
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la villa della Cassia e ogni attività connessa con
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mio rinunzierò a viaggiare e ti seguirò in montagna
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ti seguirò in montagna e ci passerò tutto il
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necessario perché tu guarisca. E poi ti resterò accanto
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poi ti resterò accanto e non ti lascerò più
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detto: sto bene qui e non voglio cambiare nulla
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con il volto disfatto e smunto, tutto occhi, naso
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si figuri, è usciere e guadagna proprio poco. La
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La signora Cora, che è intelligente, e le cose
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Cora, che è intelligente, e le cose le indovina
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papà sapesse del vestito e così ha minacciato sul
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sul serio di telefonargli, e io ho avuto l
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l’avrebbe fatto davvero, e perciò le ho detto
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villa della Via Cassia e ti lasci presentare un
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telefono al tuo papà. È stato un ricatto, come
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vera signora civile, dicendo e non dicendo, lasciando capire
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non dicendo, lasciando capire e non lasciando capire che
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di conoscere quel signore e che lei mi faceva
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faceva un favore presentandomelo e, insomma, mi aiutava e
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e, insomma, mi aiutava e mi salvava da un
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da un gran pericolo. E così, alla fine, ci
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siamo messe d’accordo e da allora non c
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da allora non c’è mai stato tra di
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il più piccolo contrasto e lei è sempre stata
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piccolo contrasto e lei è sempre stata tanto buona
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tanto buona con me e se non fosse così
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potrei persino dire che è la mia migliore amica
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Ma strana, sì, lo è, proprio strana e quando
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lo è, proprio strana e quando sta seduta nella
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nella poltrona, guardandoci, me e Marco, mentre facciamo l
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la tentazione di ridere, e debbo fare proprio uno
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uno sforzo per trattenermi e così, per non ridere
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per esempio che lei è matta e uno di
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che lei è matta e uno di questi giorni
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scoppierei in una risata e questo sarebbe imbarazzante non
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ma anche per Marco e magari gli farebbe anche
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inesauribile parlantina, insieme innocente e maliziosa; e alla fine
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insieme innocente e maliziosa; e alla fine, lei sempre
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lei sempre chiacchierando volubilmente e io guidando in silenzio
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detto che era arrivata e io mi sono fermato
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le sue confidenze, si è fatta promettere che sarei
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se le facevo paura e le davo l’impressione
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essere un po’ stregone, e poi ha soggiunto: “Questa
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Cora. Mi ha salutato, è discesa dalla macchina, ha
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portone di casa popolare, è scomparsa. ¶ Venerdì 20 novembre ¶ “Deus
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anche se presuntuoso, mi è rimasto in fondo alla
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dubbio che, come Edipo è colpevole della peste di
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colpevole di quello che è e che fa Cora
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di quello che è e che fa Cora; io
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colpevole di tutto quanto. ¶ E questo proprio nel momento
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soltanto il flusso indistinto e insignificante del quotidiano, la
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quotidiano, la normalità insensata e naturale della corruzione. ¶ Logicamente
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mestiere, le dico che è molto malata, che potrebbe
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lei tutta la vita. E per cominciare, le terrò
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di vere lacrime brucianti; e piango di esaltazione e
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ho pagato, siamo usciti e siamo tornati nei pressi
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la macchina. Siamo saliti, e allora mentre guidavo, abbiamo
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abbiamo cominciato a parlare. È stata Delia che ha
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suo nome era Francesco. E dica, lei la conosce
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Spiegati, perché strana?” ¶ Si è messa a ridere di
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perché la signora Cora è sempre stata buona con
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stata buona con me e mi ha aiutato tutte
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ridire.” ¶ “Voglio dire che è strana, perché mi sembra
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posso dirglielo: mi vergogno.” ¶ “E via.” ¶ “Sì, mi vergogno
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perché da qualche tempo è malata e non può
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qualche tempo è malata e non può farlo.” ¶ “Ma
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negozio di elettrodomestici. Lui e Cora sono amici, e
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e Cora sono amici, e così Cora ha ottenuto
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niente, siede in poltrona e sta lì immobile a
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testa, noi due, Marco e me, con gli occhi
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fa venire la vergogna. E poi, si figuri, qualche
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mano, così, lenta lenta, e con il dito, con
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ci credesse di vederlo, e non fosse convinta che
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fosse convinta che c’è realmente e volesse esserne
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che c’è realmente e volesse esserne proprio sicura
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a toccare, appena appena, e poi ritrae subito la
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la mano, come rassicurata, e rimane lì immobile, con
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con gli occhi sbarrati, e a me, pur mentre
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mi viene da ridere e un po’ mi fa
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mi pare una matta, e con i matti, si
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matti, si sa c’è da aspettarsi di tutto
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momenti? Lei dirà che è un paragone antipatico, ma
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antipatico, ma non lo è perché non intendo alcun
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non intendo alcun male, e sono religiosa e sulle
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male, e sono religiosa e sulle cose della religione
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che vanno in chiesa e si mettono in ginocchio
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si mettono in ginocchio, e stanno lì con gli
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la statua sull’altare, e poi si baciano le
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si baciano le dita e sfiorano la statua e
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e sfiorano la statua e tutto questo, per modo
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se fossero stregate. Tant’è vero che un giorno
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lui fa l’amore e rivolgerà una preghiera a
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giunte a quella cosa, e magari si bacerà anche
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cosa mi ha risposto: ‘È la sola cosa che
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che conti al mondo e la più bella, sei
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Dovevo farmi un vestito, e non avevo un soldo
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non avevo un soldo e allora una mia amica
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ha portato da Cora e io mi sono lasciata
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di farmi. Così, quando è venuto il momento gliel
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ora non potevo pagarla, e allora lei che mi
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detto di non pensarci e che mi avrebbe fatto
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soldi dal mio papà, e io invece non volevo
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il papà, si figuri, è usciere e guadagna proprio
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con un enorme sedere e un enorme petto e
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e un enorme petto e quasi niente in mezzo
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ho steso una mano e l’ho afferrata per
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sommesso di sorpresa, si è fermata e allora le
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sorpresa, si è fermata e allora le ho messo
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Cassia, della signora Cora.” ¶ È rimasta zitta un momento
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ricordi di me?” ¶ Si è girata un poco, al
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biglietto da mille lire e gliel’ho messo in
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di nuovo, tra incuriosita e diffidente: “Ma qui finisce
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caffè dove potremo incontrarci, e io sarò lì all
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Eppoi lo sa che è presto, le toccherà vedere
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film due volte?” ¶ “Pazienza. È bello il film?” ¶ “Così
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un giallo. Ma dica, è proprio sicuro di conoscermi
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d’intesa sulla spalla e si è allontanata. ¶ Mi
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sulla spalla e si è allontanata. ¶ Mi sono calato
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sono calato nella poltrona e ho guardato il film
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scorrevano sullo schermo, mi è venuto in mente che
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tra la mia situazione e quella di un film
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una somiglianza alla rovescia. E cioè: il film giallo
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partiva dalla normalità insignificante e giornaliera per approdare a
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qualche cosa di straordinario e di significativo; io invece
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poteva anche sembrare straordinaria e significativa per approdare invece
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del film, poi si è fatta luce e mi
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si è fatta luce e mi sono guardato intorno
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intorno. La sala lunga e stretta rassomigliava ad un
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o in coppia, immusoniti e squallidi, di quelli che
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stava presso la porta e, come ha colto il
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comica tanto era vistosa e scoperta. Quindi si è
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e scoperta. Quindi si è rifatto buio e ho
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si è rifatto buio e ho assistito prima di
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Sardegna, poi all’attualità e infine al film poliziesco
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si riaccendesse la luce e sono andato per le
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odore di fumo vecchio e freddo, i piedi nella
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del neon negli occhi; e ho ordinato un caffè
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ma io l’ho...” ¶ “E che cosa ha...” ¶ “... mascalzone
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mascalzone. Pensa che...” ¶ “... davvero? E lui?” ¶ “... mentre tutti sanno
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sanno che...” ¶ “... male. Però è anche vero che...” ¶ Alla
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braccio, le mani grandi e belle senza guanti. Mi
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offre uno spuntino?” ¶ Si è seduta, ho chiamato il
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ho chiamato il cameriere e Delia ha ordinato un
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ha ordinato un cioccolato e dei sandwich. Il cameriere
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dei sandwich. Il cameriere è tornato di lì a
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grossi, rustici panini imbottiti e una grande tazza di
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grande tazza di cioccolato; e Delia ha divorato ogni
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mi ha guardato ed è scoppiata di nuovo a
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proprio non la ricordo? È vero che nella villa
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ce l’ha, tale e quale. Forse lei mi
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che parte dal ventre e si spinge in su
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porta si è aperta e sulla soglia è apparsa
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aperta e sulla soglia è apparsa una bambina di
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lunghi sciolti sulle spalle e, in cima al capo
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chi cerca, non c’è nessuno in casa.” ¶ Ho
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appartamento di sopra, c’è un guasto alla conduttura
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Sono l’idraulico.” ¶ Si è fatta da parte senza
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il solito corridoio oscuro e odorante di cucina di
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aveva guardato alla strada e aveva visto Riccardo salire
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Riccardo salire in macchina e partire. Ma mi sbagliavo
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un gabinetto: stanzino lungo e stretto, oscurato dai panni
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bambina: “L’infiltrazione non è da questa parte, dove
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guardato fisso negli occhi e ha detto in tono
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sono andato alla finestra e, senza aprirla, ho guardato
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avanzavano in fila, lenti e guardinghi, simili a dorsi
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scarafaggi accecati dalla luce; e sul marciapiede dirimpetto, i
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i negozi ai pianterreni e la gente davanti alle
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Sarà, ma lei non è l’idraulico.” ¶ “Perché?” ¶ “Prima
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sta nessuno. L’appartamento è sfitto da due mesi
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sfitto da due mesi. E poi perché l’idraulico
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l’idraulico lo conosco: è un giovanotto biondo e