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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Catena Fiorello, Picciridda, 2006

concordanze di «è»

nautoretestoannoconcordanza
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Lì faceva il carrozziere, e aveva un guaio in
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una donna troppo invadente e cattiva. E infatti, proprio
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troppo invadente e cattiva. E infatti, proprio a causa
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casa. Apriti cielo! Insulti e rimbrotti senza pietà. E
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e rimbrotti senza pietà. E intanto, una camera da
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solo perché lui si è dimostrato un ragazzino senza
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mare. Invece, da sola, e per lunghe settimane, tutti
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che soffrono per amore, e toglimi dalla testa quel
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gliel’aveva rovinata comunque. E con tutte le zitelle
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non solo da Nora e dalla nonna, lei rispondeva
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schematiche, sempre troppo radicali, e sempre opponendo le stesse
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stesse domande. ¶ «Ah! Non è criminale uno che uccide
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mai venuti al mondo, e il mio amore è
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e il mio amore è stato calpestato senza un
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un briciolo di pietà! E non dovrei essere autorizzata
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chiamarlo in questo modo? E tutto perché lui è
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E tutto perché lui è un fesso, e ha
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lui è un fesso, e ha dato ascolto a
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sola guardava il cielo e le stelle nella notte
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controllavano, con pari affetto e terrore nei confronti della
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mentre stavo in acqua e che non dessi troppa
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quando ai turisti veri e propri si aggiungevano i
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avevano voglia di svagarsi e divertirsi sulla spiaggia facendo
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di ombrelloni, sedie, giocattoli, e tavolini su cui poggiavano
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pentole, ai pannolini sporchi. E non avevano rispetto di
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avevano rispetto di niente e di nessuno. Si trascinavano
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nel nostro mare profumato. E non appena Nora mi
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si affacciava a ondate. E non mi dava pace
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balìa della tempesta perfetta. E solo con il ritorno
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sarei risparmiata di annegare. ¶ E poi, ghiacciata, quella mattina
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scordato. Con quale determinazione e arroganza gli aveva parlato
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per soffocare il risentimento. E così, mentre tornavo a
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delle feste del paese, e del vestito nuovo della
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nel cuore. ¶ Finestre asimmetriche e persiane sgangherate ¶ Dopo la
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piano, tutta bianca, qua e là costellata di pietre
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con un certo orgoglio, e man mano diventava sempre
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diventava sempre più bella e misteriosa. ¶ Non era grande
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misteriosa. ¶ Non era grande, e aveva finestre asimmetriche e
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e aveva finestre asimmetriche e persiane sgangherate. C’erano
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di casa: la mamma e la nonna. Di rado
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a me farle bere, e mentre le annaffiavo io
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alla lontana della nonna, e poi era passata ai
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perché ne avesse cura e la trattasse con riguardo
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cruenta, eravamo rimaste io e lei. ¶ La casa era
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una seconda stanza attigua e spaziosa, che ora usavo
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a me, la nonna e Pietro, una piccola sala
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da pranzo, una cucina e un bagno. Avevamo anche
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i meloni, le bottiglie e le botti del vino
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una cura da manuale, e li tirava indietro usando
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lineamenti perfetti del viso, e aveva labbra carnose. E
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e aveva labbra carnose. E con uno sguardo dei
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Però era sempre positivo, e cercava il buono anche
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suoi sentimenti in parole. E ci dimostrava con i
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dimostrava con i fatti, e con le piccole attenzioni
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spiegare, apriva la porta e gridava: «Venite qua, Lucia
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portato! mulaceddi, virioli, muletti e tracine. Mangeremo pesce almeno
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a raccogliere il gelso, e allora tutti a gustarsi
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strade del nostro paese, e si trovava spesso ovunque
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bianco, perché era dolce e candido come le zollette
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la carie ai denti e bisognava farne un uso
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con una madre autoritaria e intransigente lo aveva invogliato
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essere diverso da lei, e per nostra fortuna ci
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da rimettere a posto. ¶ E non dico che avrei
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raccogliere olive o grano. E non si può nemmeno
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i giorni. Il mare è una brutta bestia» diceva
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più furbi di lui e si erano arruolati nell
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non certo mio padre. ¶ «E ancora a perdere tempo
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di un impegno concreto. ¶ E continuava: «Anche tua moglie
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doveva badare alla casa e ai figli, e poi
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casa e ai figli, e poi non gli andava
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fare bene i conti, e questo non si poteva
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bastava più per tutti, e non si arrivava alla
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aveva svolto da ragazza. E giù con la novena
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sua sentenza. Letta, confermata e sottoscritta dalla signora Maria
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da quelle parole disperate e da un pianto ben
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rivolta a mio padre. ¶ E la nonna, rientrando a
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perché faceva troppo freddo, e perché quel Paese era
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Paese era proprio triste. E già non parlava correttamente
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anche il suo disaccordo. ¶ E poi era intervenuta la
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diversa. Lei così forte e aspra, e dall’altra
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così forte e aspra, e dall’altra parte due
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scosso l’aria afosa e umida di una serata
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di una serata estiva, e nessuno aveva osato interromperla
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uomo che per ignavia e codardia rinunciava a un
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realizzabile nell’immediato. Vergogna! E spadroneggiava sulle loro incertezze
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miserie del nostro stato e, incurante del resto, parlava
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sua lingua sembrava indemoniata, e alla solita arroganza si
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madre, tra un’offesa e l’altra, si era
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padre era tornato indietro e le aveva promesso: «Va
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vi preoccupate. Adesso io e Cettina ne parliamo e
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e Cettina ne parliamo e poi vediamo cosa fare
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partenza dei miei genitori e di mio fratello. ¶ Come
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Come tutte le mattine, e con l’estate oramai
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al mare con Nora e una sua amica, Emilia
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anche Emilia era zitella, e a trentacinque anni suonati
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fidanzato lo aveva avuto (e non era nemmeno un
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scompariva la nostra casa, e dove ogni sfumatura della
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della campagna diventava verde e morbida come nei disegni
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di sguardi. Una vecchia e una bambina, e il
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vecchia e una bambina, e il respiro di due
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un po’ di impegno, e col fiatone si arrivava
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tra le due donne, e il percorso a ritroso
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a ritroso verso casa e verso i nostri cari
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altra luce. ¶ Tra me e la nonna c’era
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era una complicità vera e inattaccabile e ogni istante
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complicità vera e inattaccabile e ogni istante che abbiamo
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istante che abbiamo condiviso è stato epico. Da lei
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anche involontariamente a incomprensioni e sofferenze. Ma forse sono
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legami indissolubili. L’amore è imperfetto per principio. E
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è imperfetto per principio. E questa è l’unica
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per principio. E questa è l’unica verità che
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davanti ai nostri sguardi, e la magnificenza dell’universo
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i tuoni, il vento e le onde violente che
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contraccolpi, quando era inverno e faceva brutto tempo. ¶ Il
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volte era una galera, e altre diventava un riparo
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altro a cui pensare, e non mi importava se
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in preda al sonno, e accarezzai Tino, il nostro
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Guardai fuori dalla finestra e lanciai un’occhiata al
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ricamate sopra, lo indossai, e con passo svogliato andai
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fanno male le gambe, e sono stanca.» ¶ «Ma che
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Tu mi segui punto e basta, senza dire una
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dire una parola! Andiamo, e smettila con quest’aria
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fanno male le gambe, e anzi, a te fa
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fa male il cuore, e mi dici bugie per
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io gli telefono subito e loro tornano indietro, e
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e loro tornano indietro, e poi per colpa tua
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urlando tutto il tempo, e disturbando gli altri passeggeri
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aveva pianto per ore, e i miei genitori si
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che fosse triste sempre e solo per quel motivo
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perché servono per sopravvivere, e poi, una volta raggiunto
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obiettivo, ne vogliamo ancora, e ancora di più. ¶ Mia
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i suoi motivi concreti, e lei i soldi li
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importanti, tipo pesce pregiato, e carne da fare al
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giorni feriali, qualche vestito e maglietta per me e
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e maglietta per me e Pietro, e comodità per
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per me e Pietro, e comodità per la casa
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casa. Per se stessa e per mio padre non
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non si poteva campare, e che noi figli non
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futuro. Ero ancora piccola e già la sentivo discutere
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sentivo discutere di corredo. E riguardo a Pietro pronosticava
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fare il muratore. Certo è che non potrà frequentare
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sorriso con più convinzione. ¶ E per ultimo, il mio
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ci era montato sopra, e aveva sopportato il distacco
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uomo affascinante. Alto, magro e abbronzato anche d’inverno
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campagnoli di quelle zone. E mia madre si arrabbiava
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tiene, vuole che studi e diventi una farmacista, oppure
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una dottoressa dei picciriddi. E anche tua madre sogna
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il cicaleccio tra Nora e la nonna, amiche da
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nonna, amiche da anni, e amiche nello spirito. Ora
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usanza del nostro paese, e non solo di Leto
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sigillo, più che altro, e una garanzia. Alla nonna
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specificare che la stima e il rispetto non si
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non si potevano comprare, e nemmeno ereditare. Giusto per
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puzza sotto al naso. E l’altro nomignolo con
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odore delle sue capre e delle sue mucche anche
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piccola, dall’aspetto rubizzo, e aveva i capelli corti
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aveva i capelli corti e brizzolati. Quando sorrideva mostrava
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perfetta, malgrado l’età e la carente attenzione che
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suo corpo, alla pettinatura e agli abiti che indossava
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una storia. ¶ Donna Peppina e la nonna erano il
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nonna erano il sole e la luna, eppure, anche
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prima era semplice, ingenua e chiacchierona (diceva tutto di
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diceva tutto di sé e dei suoi sentimenti), e
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e dei suoi sentimenti), e si beava davanti a
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mai avuto grandi aspettative, e l’unico uomo che
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suoi parlava sempre poco, e si concedeva a singhiozzi
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si concedeva a singhiozzi. E poi, i suoi pensieri
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un’altra, usava metafore, e non affrontava mai in
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vedere che so chi è stato?». E con un
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so chi è stato?». E con un sorriso malizioso
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con un sorriso malizioso e complice, aggiungeva: «Lasciala stare
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Lasciala stare, tua nonna è nata Generala, non può
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niente. Ma in fondo è buona come il pane
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vuole comandare su tutti!». ¶ E a proposito di Donna
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mungere le vacche, perché è stanca. Dice sempre che
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sempre che la campagna e le bestie sono dure
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mi aveva lasciata perplessa, e non poco. Non ero
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latte da quando io e Pietro eravamo venuti al
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confidenza verso capre, mucche e maiali. ¶ In seguito, quella
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un’abitudine consolidata. Io e la nonna ci svegliavamo
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svegliavamo verso le sei e, dopo esserci lavate e
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e, dopo esserci lavate e vestite, raggiungevamo la meta
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le due solite bottiglie, e poi subito via verso
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mamma aveva già apparecchiato, e il papà si stava
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di Rosina, l’evangelista, e della zia Pina, la
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percorrevamo una strada lunga e faticosa, e, il più
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strada lunga e faticosa, e, il più delle volte
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tutte le sue buche, e le piccole fessure prodotte
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fessure prodotte dal caldo e dal consumo dei tanti
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passaggi assorbiti negli anni, e potevo elencare persino i
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morbido che ancora oggi è vivissimo nei miei ricordi
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dimensione temporale che mi è appartenuta in pieno. Quel
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la regina della severità, e vista la sua propensione
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pelle del viso grinzosa e dorata, e aveva le
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viso grinzosa e dorata, e aveva le vene di
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emergeva un naso aquilino e piccolo, e le labbra
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naso aquilino e piccolo, e le labbra erano sottili
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le labbra erano sottili. E tra i rari sorrisi
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in una crocchia lucida e piena di forcine, e
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e piena di forcine, e li pettinava solo quando
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cresciuta con la madre e la sorella Carmelina senza
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Carmelina senza un padre, e aveva imparato a difendersi
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vuoi per i temporali, e vuoi per altre stranezze
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diventava un peccato mortale. E figuratevi per una combattente
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in chiesa. «Sai qual è l’attività principale di
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mi diceva. «Casa, chiesa e… corna!» E poi alzava
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Casa, chiesa e… corna!» E poi alzava gli occhi
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alla vendetta più giusta, e aggiungeva sorniona: «Se qualcuno
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te, ricordatelo come insegnamento, è solo per invidia!». Si
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piaceva fumare il sigaro, e non aveva mai tagliato
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rallentatore fino ai piedi, e lei procedeva pettinandola con
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di una fiaba segreta. E se fino a un
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superiore. Dappertutto era ossequiata e tenuta in grande considerazione
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parte Nora, Donna Peppina e poche vicine di casa
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a un saluto veloce e gentile, e poi andava
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saluto veloce e gentile, e poi andava via, tornando
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difficile, che trascorremmo insieme, e so per certo che
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entrambe fonte di amore e arricchimento reciproco senza eguali
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prima eroina del parentado, e forse di tutte le
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parecchio tempo pane, olio e pomodori, al fine di
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tanto ambizioso. «Questa laurea è costata un occhio della
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intellettuale emigrata al Nord, e insegnava in una scuola
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laureato a sua volta – e non c’era neanche
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lo spettro dell’ignoranza, e di una persona senza
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tradimento sarebbe stato inevitabile, e uno dei due sarebbe
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cugina-che-sapeva-fare-e-dire-tutto, io giuravo
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indifferente, non trasmetteva alcunché. E i pochi capelli che
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erano rimasti apparivano scoloriti e sottili, simili alla capigliatura
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di tenerezza da fidanzati, e mi aspettavo lo stesso
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salute dei suoi occhi, e ora, in vecchiaia, stava
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col suo solito ghigno. «E quando vedo certe donnacce
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cristiano chinu di piccioli!» ¶ E aveva continuato, ripescando tra
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Io ero così bella e piacente che non potete
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potete nemmeno immaginare. Ed è per questo che le
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Ma io proseguivo dritta e non ci badavo. Una
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non sarà più giovane». «E secondo te io quando
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raccomandato altro. Falla studiare e controlla sempre che non
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strada sbagliata. U capisti?!», e subito s’era messa
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di mia madre, nata e cresciuta a Melìa. La
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prendeva subito le distanze, e diceva che non avrebbe
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si sa nemmeno dov’è adesso! Per non parlare
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Due mariti ho avuto, e il Signore me li
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rovinato la mia vita, e non solo. Ha svergognato
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nun avissi a mia e a tia? Ristassi ’na
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proposito. «Dio ci guarda, e se non lo decide
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ne dimostrava almeno cinquanta. E non aveva mai avuto
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segreti tra un uomo e una donna. Solo un
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il suo difetto fisico, e ogni bravo cristiano usava
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a zoppa, ’a sciancatedda e altre cattiverie simili. Nessuno
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per giurarle amore eterno, e per dirle quella frase
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per tutta la vita». ¶ E tra le poche persone
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amori segreti di gioventù, e la faceva scompisciare dalle
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sussulto di quei ricordi. E quando la storia si
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stanza: «Vai di là e pigghimi ’a ferla!», diceva
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ogni altro discorso. ¶ Fidanzamenti e matrimoni infelici, e corna
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Fidanzamenti e matrimoni infelici, e corna conclamate. In spiaggia
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che quando un uomo e una donna facevano l
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ora sopra, ora sotto. E a volte, gli uomini
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di farle da assistente, e dopo la sua partenza
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tutto appariva comunque lindo e ordinato. In fila c
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d’appoggio in marmo e una piccola cucina bianca
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Era un bottiglione enorme, e mi faceva paura. Avevo
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esprimendo dei pensieri stupidi e troppo infantili, lei mi
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di litanie, consigli, esortazioni e persino maledizioni che lei
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i miei pensieri tristi, e lei perché si lamentava
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nido si era svuotato, e ora in casa eravamo
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tre, anzi, due donne e mezza. Nora, intanto, dal
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un po’ di insalata e un uovo fritto. «Nonna
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che dici, Lucia? No, è solo il bruciore ’na
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na ucca dello stomaco.» E si toccava la pancia
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di certo, sono grandi e sanno cosa fare. Casomai
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sanno cosa fare. Casomai è Pietro a darmi pensiero
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ora dorme tranquillo.» ¶ «Quanto è lontana la Germania, nonna
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vicino a noi. ¶ «Uh, è lontanissima! Devono attraversare tutta
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l’Italia, Roma, Milano, e poi saliranno ancora. Ma
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altrimenti stanotte non dormi.» ¶ E Nora, più discreta che
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tessuto a righe bianche e blu, nell’angolo più
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era ancora più intenso e ricco, forse per compensare
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centrino col vaso sopra, e poi, con calma, spazzai
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calma, spazzai il pavimento. E guai a lasciare che
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dei lumini del nonno e della zia Giovanna, che
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padre» disse la nonna. ¶ «E perché, secondo te non
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la partenza della mamma e di Pietro?» risposi seccata
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Pietro?» risposi seccata. ¶ «Zitta, e fai il tuo dovere
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l’acido in bocca. ¶ E troncò la discussione. ¶ Ecco
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due o tre minuti, e come previsto scoppiai davvero
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loro due litigavano spesso, e sempre a proposito di
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a proposito di me e mio fratello. La nonna
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rito dei saluti definitivi. E, concentrata, cercavo di imprimermi
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che avevo sentito qua e là, pronunciate dai turisti
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mi erano arrivate ostili e dure all’orecchio. E
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e dure all’orecchio. E sempre la Germania era
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sconosciuto fatto di ja e nein, ma forse più
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undici anni, quasi tutto è per sempre. Se poi
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in un paese straniero, e siete ai saluti su
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della stazione, per sempre è l’unico concetto possibile
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cercava con le mani, e mi abbracciava attaccandosi al
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numeri divertenti sulla pista. E qualche volta mi faceva
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nei pressi del binario e già mi mancava, non
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frequente possibilità per evolversi e riscattarsi. Così, con ancora
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a staccarsi da Leto. E il loro imbarazzo, più
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ma’, seguite ’a picciridda e non perdetela di vista
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uno slancio più esplicito, e diretto solo a me
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diretto solo a me, e magari in aggiunta un
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aspettando che ciò accadesse e, nel trambusto derivato dallo
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dallo spostamento di valigie e dalle grida di Pietro
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in cerca di fortuna. ¶ E poi, arrivati al dunque
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la libertà di confidarci, e perché era davvero drammatico
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un moto di rabbia, e mi accorsi di non
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vedere più nulla. Cieca e muta. Il dolore è
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e muta. Il dolore è peggio delle malattie. ¶ Mia
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mi strinse a sé, e poi si voltò di
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presto. Ti vogghiu beni». ¶ E baci, baci, baci strappati
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sul punto di partire. È sempre così nella vita
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le venne a mancare, e io non volli perdonarglielo
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la fiducia tra me e lei. Dov’era finita
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Il treno si allontanò, e io voltai lo sguardo
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di vederlo scomparire. ¶ Dolcezza e compassione ricoperte col sale
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mi teneva per mano, e nell’altra stringeva forte
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per quella sera: pomodori e pane fresco. ¶ Salutammo cordialmente
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cordialmente la zia Franca e lo zio Mario, decidendo
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la nonna a fare e disfare a suo piacimento
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la terra, il lavoro e il sacrificio necessario. ¶ Lei
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questo era grande. Dolcezza e compassione ricoperte col sale
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Ma sì, vedrai, Natale è dietro la porta. E
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è dietro la porta. E poi i tuoi genitori
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mia madre, mio padre, e pure mio fratello, mi
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l’unica a soffrire. E per assecondare una forza
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riuscii nel mio intento. E mentre la nonna continuava
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continuava a parlare, parlare e parlare, io mi attorcigliai
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Un poco di pazienza e finisce tutto. E allora
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pazienza e finisce tutto. E allora, cosa dovrei dire
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tre giorni. Se n’è andata senza sapere il
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senza sapere il perché e il percome. E tuo
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perché e il percome. E tuo zio Santo? Scappato
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un ladro, di notte, e non si sa nemmeno
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a parare i colpi, e a credere nel domani
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nascii; ¶ fimmina puru iu, e mi nni vantu. ¶ Fimmina
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fimmina comu la Terra; ¶ e fimmina vulissi rinasciri ancora
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intra a ’stu corpu. ¶ E si ammazzi a mia
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si ammazzi a mia, e comu si tradisci lu
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avevo fatto l’abitudine. ¶ E mi piaceva pure. Un
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paese affacciato sul mare, e mi sentivo la figlia
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figlia della gallina nera. E non una gallina nera
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Starnazzava tutto il giorno, e non le andava nemmeno
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galline bianche. Ma questa è un’altra storia. E
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è un’altra storia. E si vedeva da ogni
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domeniche mattine a messa e il tempo che dedicavamo
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facevo ritorno alla base. E sotto ai miei occhi
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canigghia, o lattuga sminuzzata, e nell’altra era contenuta
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occorreva rassegnarsi al pollaio, e alle sue pareti grigliate
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mio sguardo rimaneva intrappolato e deluso come non mai
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peluche, mi diceva così. E io ci credevo. ¶ Un
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presto. ¶ A occhi chiusi, e brancolando nel buio, feci
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mani di mia nonna. E nessuno si era preoccupato
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soldatino alla guerra. ¶ Questo è il primo tassello di
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trepidante attesa della notte, e di ogni brivido acceso
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compagnia per mia nonna, e la sola a condividere
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con lei la casa e tutto il resto. ¶ Il
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avuto un figlio, nato e morto nello stesso giorno
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lasciato per un capriccio, e la nonna viveva sempre
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uno squillo al telefono, e per donne come lei
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lei, piene d’orgoglio e personalità, questo rappresentava una
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rappresentava una grossa vergogna. E pure un dolore per
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colpi di tosse secca e sputi di sangue, le
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dei nostri cari estinti. ¶ E infine, si arrivava a
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emigrare, però. Troppe spese. E così, facendo una scelta
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un giro nello spazio. E dopo toccò alla mia
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nonna, la zia Franca e lo zio Mario. Più
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zio Mario. Più avanti, e con le loro valigie
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seguito, i miei genitori e Pietro. Tutti lì, in
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apparente, ti senti afflitto e inquieto, e ne subisci
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senti afflitto e inquieto, e ne subisci le conseguenze
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di tutto l’anno. E se non fosse stato
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l’odore dei crisantemi e della cannella, e i
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crisantemi e della cannella, e i bambini mangiavano biscotti
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erano morti per davvero, e che se non stavi
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un po’ di curiosità e molto impaurita. ¶ Eppure, di
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ne mangiavo a bizzeffe. E mi chiedevo allo stesso
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attenzioni ai nostri defunti, e che cosa rimanesse a
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vissuti insieme. ¶ Il rimpianto e la nostalgia, penso adesso
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amore, che prosegue fedele e non si ferma nemmeno
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aprendo sotto ai piedi. E né la nonna, né
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tantomeno la zia Franca e suo marito se ne
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dorme Pietro, poi c’è la nostra camera da
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nostra camera da letto e l’ingresso, dove ci
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non possiamo permettercela. ¶ Melo e sua moglie sono stati
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giorno. Cucinavano per noi e ci davano molti consigli
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consigli. Sono persone meravigliose e buone, e nella vita
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persone meravigliose e buone, e nella vita è una
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buone, e nella vita è una fortuna incontrare amici
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madre di sua moglie è pure una mia lontana
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muratore per qualche giorno, e poi un impiego più
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hanno negozi o fabbriche e spediscono i loro prodotti
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ma se va bene e riesco a mettere da
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se divento più veloce e mi faccio rispettare, il
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nella busta paga. ¶ Qui è già arrivato il freddo
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arrivato il freddo. Non è come da noi, che
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ci mettiamo i cappotti, e invece penso che a
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che a Leto c’è sempre il sole. Quanto
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manca la mia casa, e tu, Lucia mia. ¶ La
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ormai ti vede poco e si dispiace. Dice che
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tua nonna al cimitero e hanno parlato della tua
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raccomando, copriti sempre bene e quando c’è freddo
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bene e quando c’è freddo mettiti il cappello
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letto con la febbre. ¶ E mi raccomando, studia e
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E mi raccomando, studia e ricordati che devi fare
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mai emigrare per mangiare, e se Dio vuole questo
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modo con tua nonna e ricordati che ti vuole
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S. Anche tuo padre e tuo fratello ti baciano
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ti baciano. ¶ Pietro si è iscritto già a scuola
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iscritto già a scuola. È una scuola italiana dove
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Scrivici anche tu, questo è l’indirizzo: ¶ Famiglia Di
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a. M. – Germania ¶ Pidocchi e altre bestiole ¶ Avevano chiuso
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Era bastato un mese, e i pidocchi si erano
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impossessati delle nostre teste, e lì avevano proliferato oltre
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la fatica di studiare e pure di prendere il
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mattina. Una festa vera e propria. Per gli altri
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più inflessibile del pianeta. E giusto per non smentirsi
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per trovarmi delle occupazioni e “riempirmi” il tempo. Aveva
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la sua abitazione. Ah, e poi era venuta fuori
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per il Luna Park, e per questo avrei dovuto
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chiedendo cortesie ai ferrari, e anche ai venditori di
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ai venditori di mattoni e piastrelle, e raccogliendo i
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di mattoni e piastrelle, e raccogliendo i rimasugli che
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nessuno voleva da botteghe e negozi. Dopo aver portato
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pezzi di varie forme e peso, avevamo cambiato davvero
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davvero aspetto al pollaio. E a Tino, devo essere
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del mio migliore amico. E il più sincero, anche
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mi consolava se piangevo, e con la stessa tenerezza
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saltellava intorno se gioivo. E non mi giudicava mai
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mai. Correva con me, e abbaiava contro gli sconosciuti
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prepararmi, apparecchiare la tavola e controllare che fosse tutto
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Venera partiva alle sette e quindici, minuto più, minuto
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minuto più, minuto meno, e arrivava alle sette e
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e arrivava alle sette e cinquanta circa a destinazione
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alla tabella di marcia, e la strada, lungo tutto
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il percorso, assumeva forme e sfumature diverse. Ogni cosa
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appariva opacizzata dal grigio e leggermente deforme. Certo, molto
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a noi passeggeri, piccoli e disordinati, sembrava piuttosto una
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magia cascata dall’alto. E anche l’autista col
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cattivo tempo cambiava umore e diventava più orso, lamentandosi
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Un po’ aveva ragione, e un po’ era la
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di concederci il perdono. E poi, mignolo con mignolo
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poi, mignolo con mignolo, e un sorriso a conclusione
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anni più di noi, e frequentava la terza media
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la presi come tale, e mi sembrò un incubo
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me un’inevitabile ansia, e interpretare quell’enigma era
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nuvole si erano ispessite, e dal mare arrivava un
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sotto la sua forza e dalle gonne che svolazzavano
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mani. ¶ Scesi dal pullman e cominciai a correre per
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temevo una sua vendetta. ¶ «E allora tieni!» e mi
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vendetta. ¶ «E allora tieni!» e mi mollò una tumpulata
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mollò una tumpulata. «Questa è per la tua scorrettezza
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con convinzione, facevano male e mi lasciavano i segni
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più per l’umiliazione. ¶ «E tieni quest’altra!» e
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E tieni quest’altra!» e arrivò una seconda tumpulata
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una seconda tumpulata. «Questa è per la mancanza di
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arrivò comunque una terza. ¶ «E quest’altra ancora, forza
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punizione nella mia stanza, e mi addormentai tra le
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abbandonato a se stesso e perché faceva comodo per
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il cielo rimaneva scuro e il vento soffiava forte
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lì, voltata di spalle, e trafficava vicino ai limoni
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mi anticipò sul tempo e mi disse: «Prendo questi
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non hai mangiato nenti, e sicuro avrai fame, anche
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a sé con forza e mi diede un bacio
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in una busta bianca e stropicciata: portava con sé
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alcuni giorni per arrivare, e temevo che nel frattempo
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giorno del suo compleanno, e io volevo illudermi che
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me quel giorno importante, e per non farmi sentire
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di scriverti una lettera e non so da dove
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giorni ho pianto tanto e tuo padre mi è
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e tuo padre mi è stato vicino. Lui dice
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Quello che sta meglio è tuo fratello. Non gli
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pianto per una settimana e poi tuo padre, con
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trovata un’altra, che è questa da dove ti
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bagno fuori, non c’è la vasca né lo
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lo scaldabagno, ma almeno è solo nostro. Tanto io
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della ditta il venerdì, e tuo padre e Pietro
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venerdì, e tuo padre e Pietro si lavano nei
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tra lo zio Santo e la zia Pina. Una
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Ma un perché c’è sempre, se lo cerchi
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cerchi» diceva mia madre. E la nonna diventava una
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parlare così. ¶ «Il fatto è che nessuno saprà mai
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una vita in Argentina, e che lì avesse tirato
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una città dell’Australia, e altri ancora paventavano la
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mie idee al riguardo, e pensavo che il comportamento
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fratello di mio padre, e in qualche aspetto dovevano
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non vedere sua moglie e i suoi figli allontanarsi
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via senza pretendere altro. E in quell’assenza continuava
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nelle mie fantasie. ¶ Pina e Santo si conoscevano da
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conoscevano da quando, giovanissimi e innamorati, avevano deciso di
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il primogenito ormai diciassettenne, e Maria, la secondogenita, che
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verso la loro madre, e tutte le difficoltà che
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tutto, li amavo moltissimo. E allo stesso modo ero
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con la zia Pina e il suo nuovo convivente
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due figli a carico, e non era stato facile
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anni più di lei e, tolti i difetti del
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i difetti del carattere e la sua bruttezza infinita
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due figli, oramai grandi e già sposati: Giacomo faceva