Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

Cosmè Tura (1430 circa-1495): ed è tela rappezzata di duo

dall’interno. Le immagini e l’aggettivo «araldico» si

Pittura Ferrarese del Rinascimento» è dell’estate 1933: e lo

Rinascimento» è dell’estate 1933: e lo scrivente, ebbro, vi

in traduzione): «Il Tura è un grande maestro del

grande maestro del grottesco, e della sua forma più

serraglio di animali simbolici, e se dipinge un cavallo

metodo», dedica magistrali note e pagine il Longhi: Roberto

d’Italia, 1934-XII, pp. 33 e segg. Accenna, l’insigne

più feroci del Tura e del Crivelli, alla dolorosa

di barbieri di calzolai e di contadini, che passò

Squarcione. Anche il Tura è ‘di Squarcione’, come firmavano

come firmavano lo Schiavone e lo Zoppo. Anch’egli

medievale, irrealistica, del Rinascimento, e si educa sognando all

incontro di spiriti antichi e di problemi moderni nel

di Borso d’Este, è a tutti noto». E

è a tutti noto». E più avanti ragiona «della

che dà nell’assiro e nel salomònico», di «turbini

un’umanità di smalto e di avorio con giunture

di croco ossificato». Leggi: e te tu vedrai. ¶ 5 «Moto

un po’ di golfi e di seni da Lecco

deiezione. Guzzi! Nome vivo e dirò palpitante nella sistole

Murat Re, a piedi e a capo scoperto, ma

di coprirselo, la lussuriante e cresputa e però non

la lussuriante e cresputa e però non pettinata capellatura

pieno, puerile, ed imberbe: e giù giù poi tutto

poi tutto l’armamentario e l’impaccio fastoso delle

una parte, che ciondola, e col piumacchio nivale; un

le ben tornite cosce, e chiappe, del cavalcatore quarantunenne

ma attaccato al padrone, e’ ti fa l’effetto

di quella così esibita e magnificata persona. ¶ Nel dipinto

del Re a cavallo è altrettanto piena e puerile

cavallo è altrettanto piena e puerile: e tra capelli

altrettanto piena e puerile: e tra capelli, fiocchi, peli

fuori, con perianzio pistillone e stami, quasi un maestoso

stami, quasi un maestoso e fantasioso fiore dei tropici

gote un po’ cascanti: e bamboccio. Il piumacchio centrale

colbacco, di fili candidi e pari, ed eretto e

e pari, ed eretto e pur docilmente inflesso nell

a ricciolo, ma tenere e lanose da non dire

dire, tra di struzzo e di papera, e di

struzzo e di papera, e di oca del Madagascàr

Il fioccolone del colbacco è doventato addirittura una carrucola

pelle di tigre s’è arrovesciata sul cavallo, con

la nasce dal collo, e la testa morta a

sbatacchiare sul didietro: ed è un meraviglioso leardo, il

anzi un roano pomellato, e balzano da tre. Che

istato di perpetua erezione, e per l’elettrico disprigionato

E signorina di qui.... e vorrei darle un bel

bel bacione di là.... e bella biondona a sinistra

bella biondona a sinistra.... e bella verginella a destra

Se troèvom!... Oeh, già!... E mi guardi solo un

guardi solo un momento.... e se lei vuole le

tacque, però, del Fossati, e del portoncino di Via

altro nome, in sineddoche: e di altro finale, per

metatesi (con sincope, sineresi e contrazione), solo a udir

d’un nostro oceanista e memorialista oceanico: e magellanico

oceanista e memorialista oceanico: e magellanico. ¶ Si riferiva a

vogliamo qualificarla per tale, e rigurgitante di schiaffi, in

più precisamente dei suini e abbadavano tuttodì dietro a

nostro decoro di bipedi e non più maialoni. «.... Ero

ha voluto bene.... Ecco!». E inspirò l’aria della

della soddisfazione: del decoro e dell’orgoglio. ¶ «.... Ma dagli

brutta tartaruga, poi,... che è passata di qui domà

faccia.... da tanto che è secca.... Con quel cavallo

attacco d’isterìa) «.... se è proprio vero che c

proprio vero che c’è, sto Dio,... ma poi

all’atto, che cosa è buono di fare:... se

quel serpente....». ¶ NOTE ¶ 1 «Catenaria» è la figura di equilibrio

chaînette, ingl. catenary curve). ¶ È la curva secondo cui

i due estremi A e B, nel campo della

L’equazione della catenaria è , ove si denomina a

sedente sull’asse y. È curva simmetrica rispetto ad

ramo centrale della parabola. E di fatto, se te

di Stirling-Mac Laurin, e te tu trascuri i

cavi l’equazione che è l’equazione d’una

calcolo meccanico delle funicolari e delle linee elettriche aeree

lunga strada che avvalli e nobilmente risalga, descrivendo una

Loudon Mac Adam, ingegnere, è tipo di pavimento stradale

con vantaggio della città e del paese, il suo

nascere a Chambéry (1755 o 1760) e morire a Verona (1831). Più

ordini dell’Arciduca Carlo: e più tardi le comandò

comandò (1800, dopo il Melas e dopo Marengo): e riuscì

Melas e dopo Marengo): e riuscì lui pure a

a Santo Stefano del 1800: e chi glie le appioppò

vecchia ciacolona dei Manin e dei Tron: previamente depredata

dalla manina del nanetto, e brigante forte però: ori

di Parigi (30 maggio) allestì e torchiò, e fe’ recitare

maggio) allestì e torchiò, e fe’ recitare per tutta

conte di Bellegarde, Ciambellano e Consigliere intimo di Stato

di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica, Commendatore dell

Consiglio Aulico di Guerra e Comandante in Capo dell

scettro dell’Augustissimo Imperatore e Re Francesco I, Padre

caverna, il buon colpo, e trafitto della su’ lancia

su’ lancia il palato, e dritto dritto quegli indimoniati

dritto quegli indimoniati bulbi, e cervella. ¶ Accade tuttociò nel

i ragazzi anche loro: e guardavano a un tempo

cattiveria stanca nella persona e nel viso, emaciato, brutto

Soltanto, come chi ancora è incapace d’analisi, ebbero

impressione: «che fosse vendicativo e avesse invidia dei ricchi

combinazione, eran gialle, nuove, e abbastanza lucide: mentre le

ricadevan sopra tutte guaste e passite: e anche i

tutte guaste e passite: e anche i calzoncini erano

disordine, le gambe brutte e sgraffiate: e la pelle

gambe brutte e sgraffiate: e la pelle de’ ginocchî

pellirosse) al derma bigio e pressochè cinereo dell’elefante

susurrò piano l’Adalgisa. «E non dovresti neppure diventar

peccaminosa rivelazione: ¶ «Diventar rosse!... e perchè, poi?... Certe volte

volte.... mi domando se è ancora possibile.... se ne

così!...». ¶ «Siamo già belle e rosse all’uscir di

Lasciamelo dire, sei bella!...»: e la vedova, come scrutando

piccoli gridi nel mirallegro, e aggiungeva, aggiungeva interminabilmente, prillandolo

bacerei.... la bacerei!... tanto è bella....». Procedeva, ora, a

Sopra la stanchezza calda e un po’ inquieta di

tramonto, facevano ripiovere qua e là una luce setosa

di ignaro, di ritenuto, e tuttavia di fidente, di

Un abito molto casto e semplice, non rattratto però

ma il verde cupo e il bleu-nero di

padellino rovescio se volete, e un po’ sghembo anche

Cioè i motivi ineffabili, e le indescrivibili cause. Parlava

capelli si gittavan fuori: e ne irraggiavano in gran

lunghi: ma folti, moltiplicati e dorati; come sogni per

adunatili in una «maniera». E di nuovo poi gli

nuovo poi gli scarpini e le calze: erano a

noi, nell’animo nostro, e in quel declino dell

sgomento: un male sconosciuto e remoto: presagi, rimpianti: come

Quella che avete veduta e sognata: ancora per un

la loro purità lucida e dilatata, come di un

proprio queste due parole). E commentò «che in milanés

altronde, «se dìs l’è trà via».... per dire

bescòtt a on àsen....16 E lei invece, poverina, regalata

di zie,... di cugini,... e cognati, e nipoti!... con

di cugini,... e cognati, e nipoti!... con donna Eleonora

barca in una cateratta: e al punto stesso le

ancor muta della guitarra. E un istinto glie lo

hanno, il «carattere» anche. E con la lingua e

E con la lingua e con il carattere si

carattere si trionfa, ciò è noto, dei peggiori nemici

professori de’ proprî figli, e delle donne di servizio

Permodochè l’Adalgisa chiarì e commentò alla cognata le

ragioni per poterla odiare: e riuscì anche a trovarle

costi. ¶ «.... Ecco.... tante cose....». E la maggiore di età

kì, vàrdel,... che l’è pasàa domà adèss:.... ma

scemi dietro.... ogni volta.... E signorina di qui.... e

scintillìo degli occhî vividi e furbi, un po’ annegati

un tratto. ¶ «Che c’è?... Lascia stare quel ginocchio

visto quell’uomo.... c’è quell’uomo nel viale

uomo nel viale....», ripetevano: e guardavano spauriti nel fondo

che discendeva alle rocce, e al «torrente».... dove l

d’un bianco profumo.... e «insetti color castagna, come

stringevano a lei.... «C’è quell’uomo....». ¶ «Ma che

più da quel trauma. ¶ «È passato anche lui», osservò

sei stupido!... mamma, non è vero che era una

al viale.... Ma si è alzato.... per andare nell

vigile, mamma?... Ce n’è due.... oltre quello a

aiutare i vigili, vero?... E i carabinieri perchè non

Ma loro sono grandi: e poi sono abituati....». ¶ «Ma

fece l’Adalgisa ridendo. E guardò poi la cognata

da sarta, indugiando qua e là, dandosi l’aria

di dopo i cespi e i tronchi, inseguendo con

di quel figuro, vagolante e a momenti ondeggiante, in

d’un color pieno e uniforme, la ciccia ragionevole

uniforme, la ciccia ragionevole e ben trattata, gli occhietti

con una gran dignità e sospensione in tutta la

cioè tutto il fiocco, e il codino. Le sovvenne

fà polito, aveva sfrondato e decaudato i rapanelli: del

i rapanelli: del ciuffo e della radice, del verde

della radice, del verde e del bianco: riducendoli, da

bianco: riducendoli, da fronzuti e tricolori che erano, ad

la costernazione di tutti. E si levò di tavola

quanto ai magnanimi scatti, e disteso la fronte venerata

intorno, quelle occhiate rapide e profittevoli dell’accortezza, che

inquietudine, in un impercettibile, e pure percetto, orgasmo. Non

in un’ombra, dolce e calda, come nell’attesa

attesa di un dolce e di un supremo sgomento

maggio del municipio, virente e fronzuto dai fasti beauharnaisiani

fasti beauharnaisiani del Cagnola e del Canonica ai dorati

beneficenze de’ due coniugi: e si avvide subito di

cornucopia di «màchine», moto, e carrozzelle da nolo, dette

poco. Alle due donne, e non ostante il gioco

il gioco dell’ombre, e una certa distanza, tuttavia

seduto una timidità strana e improvvisa, e nel fare

timidità strana e improvvisa, e nel fare del ciclista

si guarda una porcheria: e partì a capo alto

agevole tornear delle gambe e degli scarpini nuovi che

nel volto. Quell’impeto e quel vigore de’ capegli

d’una molla. Giravoltò e ripassò. I ragazzi lo

leon in doe l’è?», gridò al maggiore, che

materno. Le gote sorrisero. ¶ «È un bel tomo!», esclamò

esclamò: «un bell’originale....»: e di nuovo i suoi

sorriso di lei, acceso e spento, vi fu quasi

abbandonare quel ritegno.... Tànt e tànt.... ¶ Per un attimo

sorridergli, alla fin fine, e ad esprimergli, con quel

calcolo insegna a calcolare: e il regolo a regolarsi

il regolo a regolarsi. E un altro giorno poi

aveva occorso a Valerio e ad Elsa in via

Lo scambio de’ saluti e delle reverenze aveva osservato

delle reverenze aveva osservato e soddisfatto le più esquisite

la precessione, il tono, e l’ampiezza: impegnando però

adito, in quel luogo e in quel punto – verso

la magnificenza del cocchiere e del cilindro, dopochè del

acuiva ad inimitabili schiocchî e sparacchî dello sverzino – al

fu raso ai platani e però al marciapiede, dov

però al marciapiede, dov’è la grande curva del

riconobbe lorgnando, un lungo e incredibile saluto. Le si

baleno, tanto fu chiaro e improvviso il connettere; che

rilevava omai nella pace, e nella gloria, dopo la

perorazione di quel saluto: e il parasole, rilevandosi a

in una convinzione radicata, e si epicizzò in novità

epicizzò in novità chiara e venusta di motti, secondo

ecc. ecc.;... che l’è poeu el fioeu del

ona volta ecc. ecc.... e poeu sciôri ecc. ecc

che corrono ecc. ecc. E poeu dopo l’eva

capisce!... on fioeu compàgn!... E poi era anche socio

Filologico Milanese.... che l’è lì in Via Clerici

be’, ma l’uomo è cacciatore.... si sa!... cont

ragazza! Piena di vivacità e di spirito...: e sono

vivacità e di spirito...: e sono poi nobili, oltre

Filiberta!... precisamente!... No,... quella è la campionessa di pattinaggio

Brügna,... ecc., ecc.». ¶ «Ma.... e lei?...». ¶ «Lei chi?...». ¶ «Lei

Mah!... el mond l’è fà inscì.... E coi

l’è fà inscì.... E coi tempi che corrono

totem: quindi in dogma: e per quella capacità iperbatica

per quella capacità iperbatica e permeatrice d’ogni tessuto

d’ogni tessuto, ch’è d’ogni nuovo dogma

o canchero, si propagò e divulgò in breve tempo

divulgò in breve tempo, e in modo mirabile, nel

tribù (gnecchico-recalcato-caviggionica): e più gambero era, e

e più gambero era, e più dogma divenne: dacchè

dacchè la tribù vige e funge come corpo uno

rispetto alla mònade centrale e gamberologica. ¶ Nessuno osò mai

rivalità vittoriosa della elettrotecnica e del dina-mìsmô sull

segreta della parentela: tutto è grande, pei grandi! Prima

della sua solitudine, deliziato e pepettato la glossa, come

quattro fattori sono Mazzini e Garibaldi....». Ed ecco infatti

la cognata color marrone, e la borsetta ermetica della

cognata (isocròma ai guanti, e all’abito), tenuta saldamente

una mano ferma, corta e rotonda, inguantata di pelle

di pelle marrone tersissima e tesa, direi gonfia: intorno

cosciente presa, un secondo e indissolubile vincolo. ¶ La meglio

furia muratiana e plebea, e d’altronde scusabile, a

Parco. Una luce buona e benigna discendeva dai suoi

dai suoi occhî altolocati e dal suo «spirito dominatore

umanità. Le ultime letture e meditazioni l’avevano indotta

indotta a sospettare, prima, e poi a concedere.... che

Fratelli, il mio cuore è con voi....». ¶ Di certo

nessun garzone di lattaio.... e tanto meno di macellaio

Maria in Camporella....8 c’è da arrossire del toponimo

colui che la stima e la ama, e non

stima e la ama, e non la degrada.... la

l’uomo, si capisce, è tutta un’altra faccenda

altra faccenda:... dicono che è cacciatore:... per quanto.... ne

bene.... La strada giusta, e non quella che si

Gigli.... han fatto colpo.... e intanto neanche la duchessa

neanche la duchessa Litta è più riuscita ad averne

averne di simili.... Si è dovuta contentare degli Squarciafico

dovremo rincasare, un giorno!... E voi, ragazze.... Alle sette

o di Savoja Cavalleria?... È un diritto naturale!...Il

diritto naturale!...Il medioevo è finito da un pezzo

ci si intende sempre.... E dal medioevo in qua

medioevo in qua n’è passata dell’acqua, sotto

che sono di carne e ossa anche loro.... ¶ Ma

deve dominare la materia....». ¶ *** ¶ È utile registrare qui che

quello di cui s’è ragionato poc’anzi, che

discosto dalla sella curule, e dallo zio Gnecchi in

zio Gnecchi in persona. E vi aveva anche lorgnato

egualmente, tra i damaschi e i velluti e le

damaschi e i velluti e le dorature de’ salotti

salotti, o ne’ giochi e rimandi delle specchiere, aveva

prossimità, per quanto instabile e calcolatamente provvisoria, e un

instabile e calcolatamente provvisoria, e un po’ troppo grave

un po’ troppo grave e un po’ delusa, anche

o congiunzioni, delle poltroncine e dei sedili: e dei

poltroncine e dei sedili: e dei tabourets:9 di cui

caduta atomica di Democrito e di Leucippo, di Epicuro

di Leucippo, di Epicuro e di Lucrezio? forse l

accidente scolastico, di Alberto e di Toma, e di

Alberto e di Toma, e di Don Ferrante? forse

astrologica, di Guido Bonatti e dell’onnisciente Cardano? o

congiuntura, dell’odierna prassi e chiaroveggenza bancaria? Forse però

che postula una preefficienza e preesistenza recettiva dello spirito

valenza disponibile? Il guaio è che donna Eleonora, nelle

nelle due tracce precipiti e parallele di quel casus

romanzatore che ci ossiede, (e anche ai reluttanti, ai

aspetto di due destini è tale, da occludere in

generale del suo volere e potere, ci aveva interpolato

gentile con le signore, e dòmine: assiduo e, a

signore, e dòmine: assiduo e, a tratti, susurrante (dal

su quella testa orecchiuta e anche un tantinello crinita

un tantinello crinita, com’e’ significassero in tra tutt

significassero in tra tutt’e due ma davvero ma

vittoriose motociclette lo sopravvenivano e gli precorrevano male odoranti

tutte in una volta e in un fiato a

in lieve discesa: zavorrato e frenato per suo conto

l’ugne piatte, larghe e rotonde, si spappavano a

una sua diligenza broccolona e tenace: decoro e pompa

broccolona e tenace: decoro e pompa invitti, superstiti al

viale, a intervalli, sibilavano e garrivano i clakson; contro

macchine. ¶ Dai paraocchi, lustri e funerei, della donchisciottesca bestia

frangetta di crin nero e dal pennacchietto nero sulla

pennacchietto nero sulla fronte, e in uno con la

immagine medesima, il nome e l’immagine della proprietaria

la avvistassero gli occhî. E vide infatti la dama

avessero modellata di stucco: e, dalle stupende grinze del

percepì nel suo essere e nel suo significato immortali

equino del dottor Gulliver e tutti i cavalli ragionevoli

parola, dicevano, che n’è dato a significare altrui

notizie del cervello nostro e del nostro sentimento interiore

nome «cavallo» ricevettero dignità e nome di genere), aveva

di lui) fra tanti e così malvagi petardi. Una

saette rosse o violette e gasolina usta, intronato di

piroettante cosmo della Viscosa e delle moto Guzzi,5 col

a ogni giro lui e il cocchio e il

lui e il cocchio e il cocchiere e la

cocchio e il cocchiere e la padrona, e dama

cocchiere e la padrona, e dama, oh! non più

bel nulla. La pedente e sparacchiante meccanica del più

di femmine sul retrosella. E spara, spara.... E la

retrosella. E spara, spara.... E la rosea o l

di ciminiera nella corsa. E, sotto, la scìa cinerina

sotto, la scìa cinerina e azzurrina della puzza. ¶ Il

ben messa in cocchio, e infronzolata in certi toni

quaresima, tra il nero e il viola, davasi a

era abbandonata a sedile e a schienale, dalla maestà

a schienale, dalla maestà e leggiadria con che reggeva

viso, per quanto grinzuto, e giallo, adesso però favente

giallo, adesso però favente e arridente in una benignità

atarassìa del suo spirito, e del suo imperturbabile naso

imperturbabile naso, pareva stemprarsi e intepidirsi nell’alito germìle

cui forse l’ammaliavano e la tenerezza e il

ammaliavano e la tenerezza e il sorriso: quello che

il Luini aveva identificato e riflesso di tra i

cera, del Poldi-Pezzoli.7 ¶ E quell’irruente, quel troppo

irruente, quel troppo facile, e dunque isciapito e banale

facile, e dunque isciapito e banale germogliare degli ippocastani

quella lor furia muratiana e plebea, e d’altronde

ne reggono il tetto e i piumacchî – scivola veloce

dea silenziosa. I dolenti e gli erbaggi seguono in

pavone, o rosso-scarlatto: e la gonna scarlatta, nel

nell’altro. Grembiule bianco e camicia un po’ accollata

ambra o di corallo, e orecchini di corallo, fino

Questo apparato le infagotta e le desessualizza un tantino

o della stagione, che è richiamo sessuale de’ più

de’ padroni, si studî e preoccupi di distrar da

da loro l’attenzione e l’aggressione maschile, intente

di loro quell’addobbo, e compensandole per intanto a

un sorriso di balafro: è uno che non bada

non bada a balia: e felice lui. Sane sono

per lo più femmina: e trucibalda) non è sprovveduta

femmina: e trucibalda) non è sprovveduta nemmeno la casa

dà sulle scale: imberrettato e occhialuto. ¶ Nelle case borghesi

occhialuto. ¶ Nelle case borghesi e nelle signorili hanno piglio

nelle signorili hanno piglio e grinta adeguati all’importanza

all’importanza delle mansioni: e alla reverenza nodrita per

propiziarsele, con vili sorrisi: e con donativi di qualche

sen. Luigi Mangiagalli prelodato e di altri ginecologi egualmente

altri ginecologi egualmente sennati e fattivi. Comolli, cognome frequente

per capo, da caput, è anche in Dante, almeno

a proposito delle levatrici e dell’arte maieutica: «specialiste

polveri, beveroni, sciroppi, «polentine» e «linose» assortite, è istituzione

polentine» e «linose» assortite, è istituzione secolare. Jeri (1930-1940) s

istituzione secolare. Jeri (1930-1940) s’è fatto ormonico e opoterapico

s’è fatto ormonico e opoterapico e vitaminico: e

fatto ormonico e opoterapico e vitaminico: e consiglia, ascoltatissimo

e opoterapico e vitaminico: e consiglia, ascoltatissimo, Alto Adige

consiglia, ascoltatissimo, Alto Adige e bagni di sole. ¶ 59 Il

Como, Erba) era ed è una nota caratteristica di

Parenti, 1943): «Ed erano dolci e infinite le ville: giardini

più che i nepoti e gli eredi, fiorivano crisantemi

Vettabbia», cioè Niobe nata e accasata nel rione Ticinese

rione Ticinese, donde sgorga e defluisce la Vettabbia, per

Sulle sponde del detto, e d’altri canali ancora

altri canali ancora, abitazioni e casipole piuttosto vecchiotte, e

e casipole piuttosto vecchiotte, e un po’ scabbiose: e

e un po’ scabbiose: e il fiore del basilico

il fiore del basilico, e il fiore dell’antico

con un certo augusto e pure appenato batacchiamento dei

dei quattro ferri, grevi e piatti: che il quadrupede

reumatizzati, per gli stinchi e i garetti risecchi, e

e i garetti risecchi, e gli snocchiati e infrollati

risecchi, e gli snocchiati e infrollati pasturali dell’età

sua sempiterna. Il garrese, e la punta dell’anca

ma ladina molto, però. E non del tutto iscarnito

del ritegno altalenava giù e su quella testa orecchiuta

valsente. Tonnellate di bronzo. È il cimitero dei ricchi

saccaroide, di femmine capellute e membrute: svolazzanti nella region

mondo: che però c’è volsuto àrgani magni, oltrechè

magni, oltrechè i mesi e gli anni, a tirarle

bottone, sui quali s’è scaricata la vis creativa

compunte, inginocchiate ad orare e a lacrimare (stille appropriate

testimoniano della pietas milanese e lombarda: molto ben tenuti

che i lombardi tutti e i milanesi in ispecie

sono poi costruttori capaci, e amano le cose salde

amano le cose salde e ben fatte; quandochè motivi

d’ogni ròccolo». Ròccolo è all’incirca paretaio. Variante

a ferro di cavallo e dissimulate da una specie

ròccolo» o «alpe» (alpe è ricovero pei bovini ai

quale funziona, pei fringuelli e tordi, da Colosseo senza

con le reti, però. E nell’alpe vi pernotta

vi pernotta l’uccellatore, e vi trovano talotta ricetto

son detti in Lombardia e nel Veneto quelle giunte

giunte di carne suina, e lardelli, e fegatelli, che

carne suina, e lardelli, e fegatelli, che sogliono incrementare

numero degli uccelli autentici. E’ conferiscono alla sinfonia quel

Roccolare (dial. lomb. rocolà) è uccellare, irretire: per es

dell’antica società gallica. E aggiungi le «fare» (élites

intontire. ¶ 45 «Rüera», (dial. lomb.), è la fossa delle spazzature

valtellinese: (dial. comasco). Voltolina è Valtellina = Valle Teglina: (di

Teglio). Gli uccellatori, quando e’ stanno bene a baiocchi

opportunità della stagione venatoria e le fortune dell’aucupio

Stefano in Brolo (brolo è a un di presso

i marmi (di Candoglia) e i materiali in genere

Oggi ancora via Laghetto, e via Poslaghetto. ¶ La città

via Poslaghetto. ¶ La città è in proda (da Nord

cui copia d’acque e di limpide polle: nè

nè vi difettano rospi e ranocchie, a’ quali è

e ranocchie, a’ quali è dedicato l’indovinello (validamente

al pont de cìk e ciàk ¶ Gh’eva sott

Palpiruolo» (dial. mil. palpiroèu) è il gruzzolo, il sacchetto

sulla via comacìna, fabbricato e allestito qualche anno più

edificio dell’Ospedale Maggiore è una ragionata costruzione sforzesca

una ragionata costruzione sforzesca, e assai agiata per l

per l’epoca; ell’è dovuta alla intelligente, civile

Sforza (come il padre), e di Bianca Maria Visconti

moglie: che dogalmente agiscono, e pure con certo lor

con certo lor senno e saviezza, in un clima

un clima civicamente generoso e operoso. L’inizio della

L’assegnazione di legati, e talora cospicui, all’Ospedale

cospicui, all’Ospedale Maggiore è tradizione umanissima degli abbienti

dea romana dei funebri e degli onori funerarî nella

funerarî nella Milano 1925 s’è abbonata a «L’Elettrotecnica

L’Elettrotecnica». L’argentato e impennacchiato «carrozzone», in figura

Luigi Mangiagalli, insigne ostetrico e benemerente cittadino, e sindaco

ostetrico e benemerente cittadino, e sindaco di Milano in

quella trazione, cioè stiramento e acceleramento delle vene liquide

Termine tecnico della idrologia e della idraulica teorica. ¶ 24 «Bacino

dicesi ironicamente di chi è immigrato dal suburbio o

da Cerignola d’Apulia, e vuol tuttavia gabellarsi per

con una sola n: e Brusuglio. Abbinati, i due

Cesano-Maderno, Carugo-Giussano: e, altrove, Calolzio-Corte, Olgiate

di una automobile Isotta e Fraschini. Erano le più

Erano le più lussuose e costose di tutta Italia

Galuppava»: deglutiva: con avidità e prestezza. (Dial. genovese). ¶ 29 «Non

prefisso»: standard del volere e potere: (1880-1940). ¶ 30 «Galassia di costolette

Ovest; la ruina medesima è celebrata nel racconto «Una

lattea: (di costolette). ¶ 31 «Cicìp e ciciàp» è onomatopeico milanese

costolette). ¶ 31 «Cicìp e ciciàp» è onomatopeico milanese di uso

serve. ¶ 32 «Capellute oréadi.... Migone». È Migone arcinota industria mil

calendarietti profumati, con voluttuose e «capellute oréadi»: una per

oréadi»: una per mese: e per pagina. Réclames a

a base di capelluti e barbuti signori erano financo

vedute» milanese. ¶ 34 «Gratacùli assortiti». È gratacùlo nome ridevole e

È gratacùlo nome ridevole e popolare (plebeo) della drupa

una oliva di Grecia: è liscia e dura e

di Grecia: è liscia e dura e di colore

è liscia e dura e di colore scarlatto, com

di colore scarlatto, com’è il corallo, con alcuni

alle genti, tra camicia e pelle, dicono la discenda

la discenda ad inferos, e la vi venga con

sortir quegli effetti, pruriginosi e molesti o, secondo altri

di una t. Qui è usato appunto in sinèddoche

segno di effettuata occupazione. E attendevano l’inizio del

Pomerania: docente a Berlino e a Zurigo) ha denominato

variabile) a cui ell’è via via immessa nel

nel corpo). L’entropia è la «dimensione estensiva» (KANT

cui la temperatura assoluta è la «dimensione intensiva». La

quantità di calore finita è la somma integrale dei

la «direzione», del puntamento e del tiro. ¶ 38 «Bagatto di

mil.), calzolaio. Il bagatto è il numero 1, il più

dei tarocchi. Il «matto» è senza numero. La vecchia

personaggi grosse teste rotonde: è animata da un motivo

grecista, esegeta di momenti e di perplessità religiose, allievo

storiografo (laico) di Agostino e (laicissimo) di Giuliano Apostata

Regno il 4 decembre 1890, ferito e decorato al valore nelle

brigantaggio», colto di geologia e di cose naturali, morì

a un mal passo, e battendo del capo a

passo, gridò alla moglie e alla figlia che sopravvenivano

Musocco) per il costo e in più casi pel

delle edicole, dei sacelli; e delle strutture tombali: su

tombali: su cui, modellazioni e architetture di incalcolabile pregio

colonie di cucine Focus, e di scaldabagni felici. ¶ Uscivan

tromba dell’andito. Dentisti e matrone li accompagnavano, li

allievi ed allieve, cavalierucci e damigelle, studenti e studentesse

cavalierucci e damigelle, studenti e studentesse, diavoli e diavolesse

studenti e studentesse, diavoli e diavolesse: ginnasiali, liceali, laureandi

battuta intercalare non declinabile, e però anche vocativa del

nella eleganza del cielo e della primavera lombarda, dall

anime: immagini di monti e di nevi e di

monti e di nevi e di lontani cieli, di

estremo garbo del giorno. E intanto, e in più

del giorno. E intanto, e in più degli angeli

in più degli angeli e delle farfalle, si devolvevano

invece, da gole ricolme e cantative, o garrule come

risate piene, o gorgheggi e ricùrcule di filomele in

regina, con avorio repentino e integrale dei 32 denti. In

due bolli di vidimazione e di licenza d’esercizio

Municipio. ¶ NOTE ¶ 1 «Adrenali»: surrenali. E, tuttavia, «adrenalina». ¶ 2 «L’avesse

come Francesco suo padre, e Francesco e Leonardo suoi

suo padre, e Francesco e Leonardo suoi figli. «Fatto

da Vinci, Vasari). Fare è dipingere, scolpire, modellare, architettare