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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, La primavera torna sempre, 2020

concordanze di «è»

nautoretestoannoconcordanza
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A mia moglie e mio figlio, ¶ a noi
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arricchisci il tuo tempo e non cercare ¶ più del
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lasciati andare alla vita ¶ e non disperarti mai. ¶ LUCA
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a guardare, il vico è vuoto e nell’aria
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il vico è vuoto e nell’aria aleggia una
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sbuca sopra i palazzi e ti sembra di poterlo
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i Quartieri a salire, e mi costa meno fatica
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tufo rappezzato alla buona è abbarbicata un’anziana signora
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il tuppo in capa e il seno troppo grande
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dalla ringhiera. ¶ “Signò, che è stato?” ¶ “Ti posso chiedere
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il turno in ospedale, è infermiere,” e le labbra
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in ospedale, è infermiere,” e le labbra le prendono
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dentro ci leggo fierezza e disperazione. “Io sto sola
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disperazione. “Io sto sola... e, insomma, avess’ bisogno di
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scarpariello senza ’nu puculillo ’e mollica? Non è che
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puculillo ’e mollica? Non è che puoi prendermelo tu
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qua stanno i soldi,” e infila la mano nell
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rimasti tutti senza soldi e con poco cibo. Non
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Grazie, anima mia bella.” E nasconde di nuovo i
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visto che eri accussì,” e poggia la mano a
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il cane che si è intalliato: voleva fare la
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a piazza del Plebiscito.” ¶ “E tene ragione, che ne
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quel che succede, chill’ è sulo ’nu cane, per
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nu cane, per lui è tutto uguale a sempre
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po’ uscirà dal tombino e zompetterà fra lo schifo
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stata strana tu, bella e strana. C’hai il
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pace all’anima sua,” e si fa il segno
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Ora vado.” ¶ “Sì, scusami, è che nun tengo nisciuno
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nisciuno con cui chiacchierare e mi viene l’appocundria
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parlà con la televisione... e lo so che quelli
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Dobbiamo stare a casa, e tutto andrà bene. Mò
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nemmeno ci riesce tanto è piccolo, e sembra un
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riesce tanto è piccolo, e sembra un piccione abbarbicato
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ce l’ha, c’è gente qui attorno costretta
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vascio, che a volte è come stare in prigione
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solo che in prigione è meno umido e semmai
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prigione è meno umido e semmai tieni pure qualcuno
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Lui prende un palatone e lo taglia a metà
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casa in questi giorni, è un eroe!” ¶ “E già
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giorni, è un eroe!” ¶ “E già. Statti bene, grazie
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Eh...” ¶ “Statt’ accort’.” ¶ Annuisco e rispondo: “Anche tu”. ¶ Ritorno
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chissà da quale angolo è partito e che mi
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quale angolo è partito e che mi fa pensare
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bambina. La signora Assunta è sempre lì, mi vede
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sempre lì, mi vede e cala il cesto, dentro
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il cesto, dentro c’è una vaschetta di alluminio
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arraccumann’.” ¶ Prendo la pasta e lascio il pane, la
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ascensori non ci stanno, e perché dentro ai porticati
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perché dentro ai porticati è sempre angusto, e da
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porticati è sempre angusto, e da fuori si fa
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il portone, l’androne è muto, un paio di
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Patty mi sente arrivare e mi manda un bacio
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nun t’o scurdà”. E quanto mi serve sentirglielo
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che mi servono, panini e caffè, e appendo il
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servono, panini e caffè, e appendo il resto alla
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abbaiare, entro in casa e mi salta addosso, mi
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gli dico. ¶ Sfilo guanti e mascherina, insapono le mani
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mascherina, insapono le mani e canto “tanti auguri a
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stanco di aspettarmi, si è sdraiato sul pavimento, il
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il corpo in casa e la testa sul balconcino
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metto sopra a cavalcioni e gli afferro le orecchie
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correre al parco, eh? E che vuò fà, ’nu
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vuò fà, ’nu poco ’e pacienza, per adesso non
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ascolta, socchiude gli occhi e si gode la pace
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nella voce. ¶ “Che c’è?” ¶ “Niente...” ¶ “Ià, dici...” ¶ “Niente
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moscone entra in casa e si mette a ronzare
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la luce come fuga e non la trova. “Ma
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mi viene da dire, e mia mamma chiede: “Che
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casa che fa avanti e indietro e non capisce
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fa avanti e indietro e non capisce dov’è
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e non capisce dov’è la finestra.” ¶ “È prigioniero
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dov’è la finestra.” ¶ “È prigioniero...” ¶ “Si sente prigioniero
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sente prigioniero,” la correggo. ¶ “È la stessa cosa...” fa
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sigarette, ne accendo una e mi siedo per terra
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Mà, stare a casa è l’unico modo, che
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Vedrai che passerà presto, è già successo, no?, nella
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no?, nella storia, ed è passato. Passerà anche stavolta
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palazzo di fronte si è messa a pulire i
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pummarole fra le mani e un po’ di sole
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di sole in faccia, è tutta qui la sua
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sua libertà. ¶ “La guerra è un’altra cosa, mamma
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la fa la gente, e noi lo sappiamo bene
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bello che posso prendermi. È così che m’hanno
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ti porto la spesa e ci salutiamo da lontano
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lontano.” ¶ Silenzio. ¶ “Mà...” ¶ “M’è presa la voglia di
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brava ad abbracciare, mà...” ¶ “E i traumi a questo
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bravissima ad abbracciare te e tuo fratello.” ¶ Spengo la
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il suo robot preferito. È venuta a tutti la
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chiama ogni sera, ci è venuta voglia di guardarci
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guardarci in faccia...” ¶ “Eh, è ’na cosa bella, però
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cosa bella, però...” ¶ “Sì, è ’na cosa bella, ma
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chiama il tuo guaglione e ti vede con la
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mezzo ai capelli, non è poi ’na cosa tanto
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più tanto gli schizzinosi. E poi torneremo a baciarci
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come i ragazzini.” ¶ Silenzio. ¶ “E fammelo un sorriso,” dico
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fammelo un sorriso,” dico. ¶ “E comme faccio?” ¶ “Sforzati.” ¶ Con
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lo so cosa intendevi. È che nella vita a
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dico con fare sbrigativo, e aggancio. ¶ Oggi non ho
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forza di ascoltare vittimismi e lamenti. Sfilo dietro Alleria
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cantare. Scartoccio la pasta e la rovescio in un
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mi profuma la cucina e mi porta appetito. Lo
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la spesa, il sacchetto è ancora lì, suono il
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campanello del mio vicino e ritorno sull’uscio di
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della carrozzina sul pianerottolo e mi fissa da lontano
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lontano, prende il sacchetto e ci guarda dentro, distratto
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porzione.” ¶ Lui sorride, amaro, e rimane lì. ¶ “Non dovete
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ti ho cresciuta bene,” e si gratta la barba
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si fa uno scarpariello e parla di attesa e
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e parla di attesa e speranza.” ¶ “Mò non fate
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può parlare di attesa e speranza?” ¶ “Sì, certo, come
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ho mai saputo fare, e per quel che riguarda
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scienza ha dimostrato che è impossibile, non possiamo stutare
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penso?”. ¶ “No, a cosa?” E mi viene naturale inclinare
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anche da lontano. C’è gente capace di farlo
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la vita da lontano, e poi quelli che hai
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prendono tutta l’aria e ti rendono un palloncino
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mi parla di trasandatezza e solitudine, eppure la voce
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solitudine, eppure la voce è chiara e colpisce duro
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la voce è chiara e colpisce duro, come sempre
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Penso che a tanti è andata peggio, che c
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andata peggio, che c’è sempre qualcuno a cui
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uno schiaffo sul culo e un pianto, e così
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culo e un pianto, e così prosegue. Non posso
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c’hanno la guerra, e quelli non li salva
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Bene, mi fa piacere.” ¶ “È un modo di pregare
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lo sapete.” ¶ “Si può e si deve essere grati
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Pino Daniele, ho fame, e vorrei potermi sedere nella
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troppe cose superflue, nenné, e pregavamo anche per cose
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cose superflue, a volte. E quanto ci lamentavamo, oi
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un film in tv, e sai cosa diceva un
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Che al mondo c’è chi deve farsi ogni
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un tozzo di pane, e che se hai un
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un market, ma c’è Gennaro...” ¶ “Appunto. Sei gentile
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si vestono a lutto e tengono semp’ ’na cosa
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senso del tutto, forse è la solitudine, che ne
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di me, don Vittò. E poi cosa dovrei confessargli
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la mano al mento e punta lo sguardo alla
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del piano. Dentro c’è uno spicchio di cielo
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una rondine che va e viene e la mezza
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che va e viene e la mezza cupola di
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lavoro giornaliero per campare, e vai a dormire serena
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primavera porti aria nuova. È quello che dovremmo fare
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il nostro compito quotidiano e null’altro. Pensa se
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fanno quello che devono, e punto.” ¶ “Ma come fate
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sguardo sulle cose che è solo vostro, a voi
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sapevi? Io sono immune,” e ride. ¶ Cane Superiore abbaia
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già lasciato il balconcino e per il resto della
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che sale dal tufo e dalle ombre. Per fortuna
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ombre. Per fortuna c’è lo scarpariello di Assuntina
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pulisci, riposa, leggi, telefona, e lascia che le cose
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pensano migliori degli altri e prendono sempre le scorciatoie
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ne fregano del prossimo e però passano nel mondo
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almeno questo. I codardi. E tu non lo sei
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zio, un po’ amico e un po’ sacerdote, è
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e un po’ sacerdote, è l’unico capace di
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dentro con poche parole e prendersi una parte di
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l’unica davvero utile, è la gentilezza. Tu hai
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tuo spicchio di universo. E questo fa la differenza
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a casa, a piangere,” e sorrido. ¶ “Lo sai,” e
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e sorrido. ¶ “Lo sai,” e sorride pure lui, “lo
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sugo pieno di formaggio e le porto alla bocca
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Mi godo il pasto e ogni tanto lascio cadere
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mi attende seduto, fiero e attento come un capo
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aroma delle cose buone e mi infonde fiducia. Quando
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fuori una sigaretta accesa e compongo il numero di
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un po’. ¶ “Uè,” dico. E restiamo in silenzio. ¶ Una
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la stessa che entrava e usciva dal vetro del
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pianerottolo, poco fa, oppure è proprio Primavera, la nostra
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rondine che avevamo accudito e rimesso in libertà e
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e rimesso in libertà e che ora è tornata
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libertà e che ora è tornata a trovarci, a
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farci coraggio. Più verosimilmente, è solo una delle migliaia
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da nord a sud e viceversa, e oggi è
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a sud e viceversa, e oggi è venuta ad
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e viceversa, e oggi è venuta ad avvisare il
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nuove, che tutto passa, e la primavera torna sempre
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la primavera torna sempre e comunque. ¶ “Mi dovevi dire
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miei pensieri. ¶ “Sì, mi è venuta voglia di cucinare
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facciamo insieme, io qua e tu là, e stasera
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qua e tu là, e stasera ce la mangiamo
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immagino stia piangendo, invece è riso, mamma sembra divertita
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a tirarmi un sorriso. È proprio una bella trovata
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no viene una schifezza, e mammà tua non hai
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Fa quel che deve, e punto. ¶ Possono uccidere tutte
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autore ¶ L’idea non è mia, l’ha fatto
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per primo Antonio Manzini e, quando ho visto il
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visto il suo esempio, è venuta anche a me
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ai miei affezionati lettori e chiedendo in cambio – nessun
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nessun obbligo, la scelta è vostra – solo una donazione
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me Luce significa resilienza, e mai come oggi questo
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vi rubi un sorriso e vi aiuti ad affrontare
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la sua positività, tenacia e gentilezza d’animo. ¶ Grazie