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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carmine Abate, Gli anni veloci, 2008

concordanze di «è»

nautoretestoannoconcordanza
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di inquadrarmi e si è ritirato indietro, mentre quello
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col suo grande occhio e io ho sorriso e
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e io ho sorriso e penzavo che pàtrema poteva
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una vita tutta rose e fiori, ma nel paese
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ché ero giovane, innamorata e col futuro nell’occhi
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futuro nell’occhi. Invece… È andata come è andata
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Invece… È andata come è andata. Io però non
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in croce come Nostrosignore. E Anna è un cugno
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come Nostrosignore. E Anna è un cugno del mio
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mio stesso lignàme, anzi è peggio di me, più
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la porta in faccia e mi grida «traditùra, traditùra
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città, che poteva parlare e uscire con chi gradiva
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la sgridava mai. «Traditùra», e se n’è andata
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Traditùra», e se n’è andata. Non l’ho
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preso in tre anni e menzo, sperta è sperta
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anni e menzo, sperta è sperta e sperta sarà
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menzo, sperta è sperta e sperta sarà sempre, ché
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sperta sarà sempre, ché è figlia mia e di
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ché è figlia mia e di suo patre, e
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e di suo patre, e non come fanno in
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con i capelli bianchi. ¶ È poi venuta accompagnata da
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un furestero bello alto e magro che non ho
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per zito piacevi tu e non te lo dico
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un bene d’anima e corpo, da come la
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un suo amico cantatore e si chiamava Rino Gaetano
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al festival di Sanremo e che cantava “Gianna Gianna
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era bravo a cantare e con me è stato
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cantare e con me è stato sempre gentile, non
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che comunque mi parlava e faceva finta di niente
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più o in meno, e dopo tre giorni o
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massimo una simàna partiva e addio all’anno venturo
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all’anno, questa venuta e fuga. Sola, poi. Ma
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pure a scordare tutto e l’avevo perdonata ché
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perdonata ché una figlia è una figlia, però lei
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come il patre, ma è buono e generoso, è
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patre, ma è buono e generoso, è pieno di
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è buono e generoso, è pieno di ferite, il
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quello del patre si è spento per sempre. ¶ «E
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è spento per sempre. ¶ «E ora dove vive Anna
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chiede Nicola. Il vino è forte e troppo dolce
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Il vino è forte e troppo dolce. Il vecchio
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ha versato due bicchieri e ha bevuto con lui
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so niente di preciso e niente posso dire. Ho
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pure troppo, ché se è sparita ci sarà un
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che sa solo lei e macàri tu. Ogni tanto
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tanto, per le feste e il compleanno, mi chiama
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mi chiede come sto, e come devo stare, figlia
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figlia? Come una vecchia, e poi chiude.» ¶ Nicola la
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più basso e avvolgente, e ti fa strizzare gli
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strizzare gli occhi, tanto è luminoso. ¶ Parcheggia in piazza
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luminoso. ¶ Parcheggia in piazza e, come scende, viene colpito
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una mitragliata di sguardi e di voci. Sono tutti
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risponde: «Buongiorno a voi». E quelli lo inquadrano subito
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abita?» ¶ «Là sotto c’è la casa della signora
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Non vi potete sbagliare. È una casa grande con
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i vasi di basilico e fiori, sui muretti e
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e fiori, sui muretti e sulle scale, tra i
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pure, due gatti paffuti e grigi che lo scortano
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come soldati. ¶ Il limone è pieno di fiori bianchi
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pieno di fiori bianchi e di frutti maturi, ha
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cui si tuffano api e moscerini. ¶ La porta è
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e moscerini. ¶ La porta è aperta. Suona al campanello
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aperta. Suona al campanello e poco dopo sulla soglia
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compare un vecchio, minuto e decrepito. ¶ «Cchi volìti?» gli
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più qua. Però c’è mamma sua. Trasìti, è
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è mamma sua. Trasìti, è in cucina.» E dà
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Trasìti, è in cucina.» E dà una pedata all
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La madre di Anna è davanti ai fornelli. Sta
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passato, sembra più bassa e larga, come se il
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Si guardano negli occhi e lei si apre subito
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tutta quella capillera ricciolosa. E come stanno i tuoi
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tuoi?». ¶ «Bene» risponde Nicola e riesce a dire poche
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bicchiere di vino buono e chiede a Nicola cosa
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nella vita, dove vive e se è sposato; però
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dove vive e se è sposato; però non ascolta
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non ti aspettavi mai e poi mai. Ci siamo
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senza volontà di mangiare e bere, lei più di
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S’era fatta pelle e ossa come una fantasma
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ogni ora del giorno e della notte. Era stato
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mai accordo di core, e mi diceva sempre che
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era vero niente. Non è certo colpa mia se
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colpa mia se marìtma è morto giovane, a quarantacinque
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nel pieno delle forze e della vita. Anch’io
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Le figlie studiavano tutte e tre, dovevo penzare a
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studiate, medichesse o professoresse, e io la penzavo uguale
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mo’ sembra mio patre e che allora era uno
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scapolone pieno di soldi e terre, più vecchio di
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il core per amare e due vrazzi per fatigàre
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due vrazzi per fatigàre e abbrazzare, ma ci eravamo
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più bella del paese e se nascevo a Roma
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l’attrice ché sapevo e so parlare col core
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in mano. Un giorno è venuto al paese Maik
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so più quale trasmissione e appena mi ha vista
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quei suoi occhi chiari e mi ha detto: «Se
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ha guardato da sgherroso e Maik Buongiorno ha fatto
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la telecamera di inquadrarmi e si è ritirato indietro
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ho letto su «Sorrisi e Canzoni TV» che saresti
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venire a cercarti. Non è stato difficile: c’erano
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mi sono fatta coraggio e ti sono venuta incontro
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portarti un piccolo pensiero e per salutarti». Allora mi
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Allora mi hai sorriso e sei sceso da cavallo
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il mio colore preferito, e tu mi hai baciata
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meriti» mi hai detto. E io mi sentivo squagliare
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il mio cantante preferito e che di te mi
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i tuoi occhi profondi e curiosi, il tuo sorriso
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airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare
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poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l
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cantare, non hai voce e, quando il fine settimana
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dove frequento il Classico, e con le mie sorelle
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una pazza: «Basta, spegnete e studiate, questa musica vi
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niente né di Villa e Reitano né, purtroppo, di
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Leoncino, a vendere frutta e verdura nei paesi più
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come tanti suoi parenti e amici. Adesso ne fa
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almeno tre: fruttivendolo, contadino e, di tanto in tanto
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Ha tre figlie femmine. E da noi le figlie
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il corredo, la casa e poi maritarle. Maritarle! Non
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certi momenti, vorrei scappare (e prima o poi lo
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dove non conosco nessuno e nessuno mi sta sulle
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come al mio paese. È la gente che condiziona
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se vivessimo nell’Ottocento e mi impedisce di frequentare
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uscire quando voglio, non è geloso. L’importante, mi
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L’importante, mi dice, è che vai bene a
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vai bene a scuola. E fa tanti sacrifici per
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simili ai tuoi, folti e riccioluti, e se non
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tuoi, folti e riccioluti, e se non fosse che
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se non fosse che è scontroso e abbastanza montato
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fosse che è scontroso e abbastanza montato gli chiederei
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boccoli: chiuderei gli occhi e avrei l’illusione di
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perché mi sento sola e ho bisogno di parlare
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sappia capire. Poi c’è un altro motivo che
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con dei grandi sogni, e il primo è legato
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sogni, e il primo è legato a te. Siccome
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Siccome la tua musica è la colonna sonora della
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me piace scrivere, poesie e racconti, e quando scrivo
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scrivere, poesie e racconti, e quando scrivo mi sembra
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ai pettegolezzi più piccanti e non al tuo dolore
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che sei molto impegnato e chissà quante ammiratrici ti
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ascolti come io ascolto e ascolterò sempre la tua
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strade sono davvero incurvate e scomminate, la sua Alfa
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la faccia a sprazzi e gli porta odori che
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non conosce. ¶ Il paese è immerso in un bosco
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la natura più selvatica e orgogliosa, poche persone che
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aperte. Persino il cielo è diverso, più basso e
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è diverso, più basso e avvolgente, e ti fa
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risate gorgoglianti di Lucia e le parole smozzicate di
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camera, aprì il cassetto e cominciò a tastare la
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curioso di sapere perché e cosa avesse scritto Anna
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di aprire la busta e comunque, pur sentendosi un
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inedita sensazione di curiosità e di inquietudine, un miscuglio
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dalla bocca dello stomaco e ben presto lo avrebbe
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lui viveva di presentimenti. E di speranze, di sogni
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ciotìe, persino i dolori e la gioia distratta della
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gareggiato negli 80 metri piani e poi nei 100 ai Giochi
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della Gioventù, vincendo coppe e medaglie d’oro. Tutti
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aveva talento da vendere e andando avanti di quel
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stretti dietro la schiena e, su consiglio della madre
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Un po’ ci sperava, è ovvio, ma era una
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nel cassetto del comodino e lo chiuse a chiave
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si lavò i denti e, prima di mettersi a
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si svegliò di malumore e poco dopo, mentre si
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inquietudine cresceva, diveniva tesa e insopportabile. Era sabato e
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e insopportabile. Era sabato e dopo la scuola Anna
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a riscaldarsi con impegno e determinazione e, appena il
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con impegno e determinazione e, appena il sudore gli
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ronzava davanti agli occhi. E non pensò più a
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si potevano vedere lui e la sua ombra correre
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sua ombra correre velocissimi e in una manciata di
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posa. Poi Nicola rallentava e abbassava la testa per
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cespuglio di soffici riccioli. E si placavano fino alla
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bagnati. Salutò i compagni e si sedette nell’ultimo
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del mondo, di calcio e di donne; era brillante
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in tutte le discussioni e opaco in filosofia: entrava
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filosofia: entrava in classe e si metteva a dettare
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di pedagogia, di psicologia e di religione. Anche quel
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Etica Nicomachea di Aristotele e trasformati in perle astruse
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trasformati in perle astruse; e il colmo era che
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della filosofia a memoria e ripeterla al professore per
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al professore per filo e per segno nelle estenuanti
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pensava ai fatti suoi e canticchiava a modo suo
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Lucio Battisti: «Io lavoro e penso a te, sono
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te, sono a scuola e penso a te, chiudo
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te, chiudo gli occhi e penso a te». A
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in quest’aula stretta e puzzolente, con le finestre
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ma io non dormo e penso a te. ¶ Il
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Aristotele, se la felicità è attività conforme a virtù
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attività conforme a virtù, è logico che sia conformemente
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alla virtù più alta: e questa sarà la virtù
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lo sguardo di Anna e dentro di me sento
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libera un’energia bella e divina. Il contrario di
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un po’ di sollievo e, mentre lo pensava, sapeva
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Che fai, Nicola, non è da te, non farlo
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un bar a Firenze e, appena ho letto su
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trovarli quasi ogni giorno e su insistenza della madre
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affaticata dalla pressione alta e dai chili di troppo
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suoi problemi di salute e non si stanca mai
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cadendo i capelli, invecchìsci e non mi hai regalato
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un solo nipote. Quand’è che pensi di assistemarti
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una fitta al cuore e pensa ad Anna, a
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il cassetto del comodino e dalla cartella rossa tira
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Lucio Battisti in bianco e nero che muove la
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circondato da giovani capelloni e da magre ragazze in
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riprende a cantare imperterrito e luminoso e vivo, regalando
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cantare imperterrito e luminoso e vivo, regalando a Nicola
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Era imprigionata tra riviste e bollette, e appena la
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tra riviste e bollette, e appena la liberò si
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IRREPERIBILE. Accanto, il nome e l’indirizzo del suo
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Aveva sedici anni, allora, e ogni giorno apriva la
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una rivista di atletica e qualche cartolina. ¶ Entrò in
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aglio peperoncino basilico alici e triglie affogate in un
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un mare d’olio e pomodoro, poi comparve sua
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comparve sua madre, sorridente e accaldata, che si asciugava
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grembiule. ¶ «Ciao, Nicolì. Com’è jùta alla scola?» chiese
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mano dai mille profumi e i riccioli si richiudevano
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fornelli, a rimestolare sughi e sughetti che friggevano a
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La grafia era minuta e delicata, con uno svolazzo
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busta con la cautela e la lentezza di un
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considerava un ragazzo lucido e concreto, e forse un
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ragazzo lucido e concreto, e forse un po’ lo
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nella stanza di lei e dirle: “Guarda, Anna, ti
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dirle: “Guarda, Anna, ti è tornata indietro questa lettera
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questa lettera. L’indirizzo è sbagliato. Se vuoi ti
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ottima scusa per rivederla e parlarle. Ormai si conoscevano
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scambiavano solo qualche parola e un “ciao” frettoloso quando
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la timidezza di lui e la riservatezza di lei
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spazio tra la cucina e il corridoio che separava
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in un oceano infinito e silenzioso. ¶ Sentì dei passi
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passi che si avvicinavano e nascose la lettera nel
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comodino. ¶ «Nicola, il mangiare è pronto.» Era la madre
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la finestra checcà c’è un ordùre di zimba
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ordùre di zimba chiusa, e vieni a mangiare la
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suo paesino d’origine e dei tanti posti in
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La fame era tanta e il pranzo ottimo, anche
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un’insalata di pomodori e cetrioli; il tutto condito
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della stagione, coltivava verdure e spezie di ogni tipo
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i suoi passi leggeri, e l’acqua che saltellava
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Mario era all’università e la madre faceva la
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spola tra la cucina e la stanza delle ragazze
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c’era Capocolò, silenzioso e accorto: masticava lentamente, ogni
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il pane nel vino e poi lo infilava in
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mangiare prima del solito e uscì dalla cucina. Dalla
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gli dice il benzinaio. E, mentre l’Alfa 146 si
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Lucio la insegue, affettuosa, e invece di attutirsi si
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si gonfia di vento e di potenza e di
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vento e di potenza e di vigore: “Davanti a
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Davanti a me c’è un’altra vita, la
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altra vita, la nostra è già finita, e nuove
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nostra è già finita, e nuove notti e nuovi
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finita, e nuove notti e nuovi giorni, cara, vai
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l’Autostrada del Sole e, appena nell’abitacolo torna
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Questo le avrebbe detto. E poi si sarebbe aggrappato
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come le chiama lui, e ora sta rientrando a
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il senso di falsità e di vuoto che gli
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taglienti. ¶ Fuori, l’afa è densa e tremolante come
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l’afa è densa e tremolante come a luglio
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successi di Lucio Battisti, e Nicola, che li conosce
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pubblico, nemmeno in televisione, e le sue nuove canzoni
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aveva dubbi: «Che c’è da capire?» diceva. «Una
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Una canzone deve emozionarti, e Lucio ci riesce sempre
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sguardo allo specchietto interno e per un attimo osserva
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occhi in primo piano e, appena camuffato da un
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rintracciarla, sia pure timidamente e senza fortuna. Del resto
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pochi passi da lui e di sentirne addirittura il
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2008
i capelli, la guancia e il seno un attimo
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seno un attimo prima; e anche adesso che guida
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2008
adesso che guida veloce e canta con Lucio, i
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abbastanza insoddisfatto del presente, e mai una volta che
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gli oleandri ancora fioriti e invidia i bagnanti sulla
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oltre l’autostrada, vicinissimo e muto. ¶ “È morto oggi
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autostrada, vicinissimo e muto. ¶ “È morto oggi alle ore
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autore di innumerevoli successi e amato da un pubblico
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immenso. Aveva cinquantacinque anni e da tempo era affetto
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colpita da un fulmine. E, appena apre il finestrino
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leva un vento impetuoso e bollente che pare un
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scompiglia i capelli radi e i pensieri, ma non
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occhi. ¶ Ora l’autostrada è quasi deserta, sembra che
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2008
raccoglimento collettivo. Non c’è una stazione radio che
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2008
il programma in corso e continuando poi a trasmettere
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2008
di Lucio Battisti che è morto e canta, che
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Battisti che è morto e canta, che canta ed
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canta, che canta ed è morto, che continuerà a
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2008
a cantare per sempre. E con quel sottofondo musicale
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con se stesso ragazzo e sente la sua voce
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che turbina nell’abitacolo e nella sua testa. ¶ Scende
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2008
testa. ¶ Scende dalla macchina e si mette a correre
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2008
suo malgrado Lucio Battisti e che non aveva mai
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2008
di forze, riprende fiato e ritorna verso la macchina
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2008
verso la macchina, lentamente e più affranto di prima
288
2008
prima. Rimette in moto e la sua Alfa 146 si
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2008
forte» gridava il padre, e lui fino a metà
290
2008
sugli occhi, all’indietro e ai lati, parevano ubriachi
291
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metri del ragazzo, ridendo e commentando senza tatto: «Ma
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2008
lisce!». ¶ Quelle risate strafottenti e quei commenti impietosi, Nicola
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2008
testa. Gli bruciava perdere. E ora, la faccia stravolta
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stravolta per lo sforzo e la rabbia, aspettava il
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Greco. Invece: «Il ragazzo è davvero forte, ma deve
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a correre con scioltezza e migliorare la resistenza alla
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salotto una ragazza imbronciata e una donna sulla quarantina
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gli stessi occhi scuri e vellutati, le labbra morbide
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vellutati, le labbra morbide e la fossettina al mento
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quasi piatto da gallinella e un corpo ancora mingherlino
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rimasto colpito dalla parlantina e dall’esuberanza fisica della
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fisica della signora, alta e procace, abbigliata con una
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abbigliata con una gonna e una camicetta sul punto
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aveva la lingua sciolta e il petto abbondante, ma
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minuti raccontò vita morte e miracoli della sua famiglia
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miracoli della sua famiglia e in particolare della figlia
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postale, strade così incurvate e scomminate che ogni volta
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vomicàva tutto il latte e i taralli della colazione
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o qualcuno a Cutrone. E infatti le aveva aiutate
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vascia, dietro l’ospedale. È una fimmina pulita e
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È una fimmina pulita e generosa. Dite che vi
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sul costo della pensione. E, mentre la forestiera puntava
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per pagare di meno e la madre ribatteva che
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se non la riguardasse e che annuiva senza sorriso
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prosutto, sardella, sarde salate e frutta a volontà, siccome
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volontà, siccome che marìtma è fruttivendolo». ¶ Nicola cominciò a
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ricattatorio ma abbastanza logico: «È una scuola che ti
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elementare. Se poi campo e sono in salute, potrai
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Intanto, con sguardi furtivi e in apparenza indifferenti, Anna
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per la sua età e magro, aveva il naso
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brufoli, un ragazzino insignificante e antipatico, gli avrebbe confessato
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di un marrone caldo e soprattutto i capelli, un
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cespuglio di riccioli neri e vellutati, così folti che
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cominciare la nuova scuola e, di fronte alla ragazza
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mentre abbassa il finestrino e dice al benzinaio «il
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abitacolo della sua Alfa 146 e si intrecciano per qualche
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sai… l’amore mio è roccia ormai e sfida
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mio è roccia ormai e sfida il tempo e
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e sfida il tempo e sfida il vento e
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e sfida il vento e tu lo sai…”. ¶ È
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e tu lo sai…”. ¶ È Lucio Battisti che gli
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la immagina in disparte e imbronciata come la prima
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diventa frutto succoso, giallo e rosso, e ti fa
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succoso, giallo e rosso, e ti fa venire la
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non ti lasciava indifferente e che dietro la maschera
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broncio pareva nascondere dolcezza e calore. ¶ «Buon viaggio, signore
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mio amico Ercole Mingrone ¶ e ai figli della nostra
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veloci ¶ Che la vita è comunque bella: ecco cosa
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in bici per primo e con uno scatto a
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Lui stringeva i denti e pedalava a tutta forza
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le bici di Mario e del padre lo superavano
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la zona del porto e il viale alberato sotto
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lo soverchiava per statura e robustezza; il padre, un
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voce lontana del padre e poi la disperdeva assieme
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ma non si fermavano. E quando il padre e
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E quando il padre e il fratello a pochi
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li superò in volata e alzò le mani al
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per farti vincere». ¶ «Non è vero» rispose Nicola a
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tu, lo sanno tutti.» E con i pugni stretti
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squadre di serie C e D e poi allenando
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serie C e D e poi allenando, per sei
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era nato a Trapani e con i genitori aveva
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otto anni dopo Mario e purtroppo due aborti spontanei
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sgusciato fuori di domenica e avvolto nella camicia della
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Montecatini, dei concimi, fertilizzanti e detersivi che produceva, dei
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circa mille tra operai e impiegati che vi lavoravano
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nelle vasche di piombo e il fosfato in polvere
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stanco, a casa mangiava e dormiva, a volte dormiva
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volte dormiva di giorno e lavorava di notte, e
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e lavorava di notte, e solo raramente andava in
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annoiava mai. La fatica e il caldo gli prosciugavano
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si buttava a letto e si addormentava di colpo
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sei alto quanto me e bello sanizzo come tuo
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dai paesi dell’interno e preferivano piuttosto la carne
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cucinato pesce a pranzo e pesce a cena. Conosceva
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cena. Conosceva ricette anticarie e moderne, ne ritagliava a
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decine dalle riviste illustrate e altre ne inventava secondo
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che viveva con loro e così ripagava l’ospitalità
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fastidio. Era così discreto e taciturno da sembrare muto
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amava parlare di sé, e il suo vero nome
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si portava anche Nicola e Mario. Uscivano prima dell
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luccichii rossastri sul mare e la Colonna solitaria baciata
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triglie aguglie saraghi cefali, e i pesci parevano impazziti
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ci stavano a morire, e i più atletici riuscirono
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amici, anziani come lui e poveri, mentre i pesci
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andasse incontro alla morte e non alla brutta stagione
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l’estate era, ed è, la vita. La vita
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vita vera, cioè, libera e calda. Solo una volta
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crescere più in fretta e di lasciarsi alle spalle
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altro passo di corsa e quando rincorreva il pallone
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un piccolo Mennea!» esclamò, e in quel momento si
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d’infanzia, Francuccio Greco. È il migliore allenatore di
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campo il figlio titubante e parlò fitto fitto al
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indice sempre in movimento, e dirigeva i suoi giovani
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sentì aprire la porta e fece appena in tempo
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nei confronti dei coetanei e la storia con lo
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termini, l’avevano deluso. E di nuovo si era
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andò incontro per abbracciarlo e disse: «Fraticè, dai pianti
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disse: «Fraticè, dai pianti e lai che ho dovuto
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mancate le battute sdrammatizzanti e l’allegria del fratello
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l’allegria del fratello. ¶ «E tu come stai?» gli
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fama di estremista rompiballe e criticava tutto e quasi
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rompiballe e criticava tutto e quasi tutti. Per compiacerlo
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la voglia d’amare e la felicità. ¶ In te
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attimi di vera vita ¶ e il ricordo per sempre
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così, senza chiedere nulla. ¶ E ora te ne vai
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tua strada in salita ¶ e lascerai per sempre il
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primo amore ¶ che ride e scherza per non piangere
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P.S. Il titolo è: Per sempre. Fammi sapere
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risposta. Un saluto affettuoso e una carezza ai tuoi
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una fototessera in bianco e nero. Anna sfidava l
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uno sguardo esageratamente profondo e un sorriso così perfetto
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perfetto da sembrare artificioso e troppo compiaciuto. Mi piaci
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un bacio sugli occhi e sentì una vampata di
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una pioggerellina primaverile, fine e delicata, che restava impigliata
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sui riccioli come rugiada e non riusciva a bagnargli
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capelluto, tant’era folta e impenetrabile la sua chioma
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si riparava dalla pioggia e si muoveva a ondate
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ondate. Nicola andava su e giù, inseguendo scampoli di
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gelsomino. Entrò nei bar e nelle pasticcerie, all’Upim
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nelle pasticcerie, all’Upim e persino in farmacia. Dove
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Mario. Erano entrambi vestiti e seri, addirittura ben pettinati
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per le guance accaldate e gli occhi brillanti, nessuno
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Capo Colonna a mangiare e a divertirci, tutta la
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memorabile» gli disse Mario. E siccome Nicola non sapeva
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non sapeva cosa rispondere e non si capiva se
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Si sedette alla scrivania e, incurante della presenza dei
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ritegno, aprì un libro e cominciò a studiare perché
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per Nicola, nel bene e nel male. Arrivò a
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macchina assieme al fratello e a Capocolò, poco prima
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cuore del sito archeologico e si fermarono in una
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cespuglietti fioriti di cisto e di ginestre. Avevano portato
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uno specialista in falò e nel rito antico del
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uno dopo l’altro e gli consegnavano una provola
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tra le pietre antiche e gli alberi al di
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là della strada, Nicola e Mario raccoglievano sterpi, radici
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Mario raccoglievano sterpi, radici e rami secchi per Capocolò
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aveva avvolto ogni cosa e sul mare oltre la
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di luna. ¶ «Ciao, raga’. È un falò gagliardo.» ¶ La
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voce aveva attraversato rapida e allegra il buio della
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scherzava con zzà Pina e parlava di calcio con
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la famiglia nella capitale e già da ragazzo aveva
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e la pelle fresca e abbronzata di chi sta
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Lucio Battisti» ha detto e ha riso pure lei
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ha riso pure lei. ¶ «È ancora un bell’uomo
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più di prima, vedrai», e non scherzavo. ¶ Lei è
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e non scherzavo. ¶ Lei è rimasta in silenzio per
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sotto il suo balcone e un treno in lontananza
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sono immaginata che fumava e rifletteva con i gomiti
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marito. Vive bene lì, è un luogo che ha
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scelto lei, la gente è discreta, non s’immischia
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colori portati dalla Calabria e un limone che tiene
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in un grande vaso e in inverno sposta nel
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noi, perché il clima è mitigato dalla cosiddetta Ora
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entrambi. La nostra storia è sepolta sotto quintali di
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sotto quintali di cenere e di giorni. È morta
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cenere e di giorni. È morta per sempre. Non
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morta per sempre. Non è lui che mi deve
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Ha parlato con amarezza, e io so perché. È
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e io so perché. È una donna ferita, profondamente
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ferita, profondamente, ma questa è una storia che non
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che non ti riguarda e non deve riguardarti. Questo
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non deve riguardarti. Questo è tutto. Ambasciator non porta
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che Anna abbia ragione. E tra l’altro, forse
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splende sotto il sole. È magico, vero? Come avrei
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ho deciso di riprovarci è perché oggi ho scritto
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speranza che ti piaccia e venga da te musicata
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mi sembrano tutti immaturi e patetici). La cosa strana
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patetici). La cosa strana è che, appena l’ho
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ho scritta, la delusione e la tristezza che provavo
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un giorno di questo e un giorno di quello
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poi, il mio vero e grande amore mi correrà
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amore mi correrà incontro e io spero che abbia
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abbia la tua sincerità e il tuo cuore: “Che
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tuo cuore: “Che anno è, che giorno è, questo
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anno è, che giorno è, questo è il tempo
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che giorno è, questo è il tempo di vivere
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vedi non tremano più, e ho nell’anima, in
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all’anima, cieli immensi e immenso amore, e poi
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immensi e immenso amore, e poi ancora, ancora amore
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I giardini di marzo e sento che questa è
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e sento che questa è la vita che mi
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amore, di “fiumi azzurri e colline e praterie, dove
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fiumi azzurri e colline e praterie, dove corrono dolcissime
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spazio dentro me”, ed è questo il punto: “ma
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quello, ancora non c’è”. Tu lo sai bene
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sento soffocare dalle ipocrisie e dalle responsabilità, vorrei ribellarmi
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vantano che sono brava e più matura dei miei
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dei miei diciassette anni e che fanno sacrifici dalla
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altri sogni nella testa e spero che almeno tu
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io. Ero al mercato e l’ho visto che
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a leggere sul letto, e qualche volta, con la
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silenzio imbarazzato. I compagni e il professore di filosofia
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motivo dell’assenza prolungata e cosa si nascondeva sotto
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con quel copricapo sgargiante e sgherroso era troppo ridicola
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quegli sguardi di dosso e rientrare nella normalità, Nicola
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la risata uscì fragorosa e liberatoria, rise anche il
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il professore di filosofia e, dopo due minuti di
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dettare la sua lezione e Nicola riprese a scrivere
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né la sua classe e forse neppure il professore
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livello modesto della classe e degli insegnanti. Bastava studiare
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neanche tanto, per eccellere. E siccome lui, oltre alla
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oltre alla corsa veloce e a qualche partita di
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il suo tempo studiando e ascoltando musica e, ultimamente
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studiando e ascoltando musica e, ultimamente, pensando spesso ad
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delle loro disastrose lezioni e dell’impossibilità da parte
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fece l’inchino teatrale e spiegò l’accaduto, fino
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spire della noia quotidiana e si dimenticò la coppola
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la coppola, il dolore e il presente insignificante che
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al massimo, poi rallentava e riprendeva la corsa lenta