parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «è»

nautoretestoannoconcordanza
1
1949
di gesso la bocca; e quei barattoli con la
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1949
la zuppa di piselli e il brucior di stomaco
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1949
il brucior di stomaco? e quelle scatolette di carne
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1949
di carne, fagioli, patate e mal di pancia? Meglio
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1949
il sapore della libertà e della prosperità ora ghignavano
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1949
prosperità ora ghignavano mortificati; e gli altri, i fascisti
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1949
rifiuti della loro Prosperity e l’avrebbero mandata agli
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1949
europei affamati, seminando prostituzione e disordine. ¶ Alla domanda se
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1949
nelle spalle del cognato e il crine, ormai consunto
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1949
figlio prigioniero in Russia e due figlie sempre in
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1949
di una lunga catena e che la roba che
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1949
ai signori dei quarti e dei quinti piani servisse
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1949
rimbombava dentro di lei, e che le impediva di
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1949
fuori. Carmelina allattava, cucinava e bestemmiava; e quando non
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1949
allattava, cucinava e bestemmiava; e quando non bestemmiava cantava
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1949
la scema a salire e a scendere dieci volte
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1949
fare sempre la fame e andare sempre in giro
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1949
queste quattro pezze addosso… E ringrazia pure quel disgraziato
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1949
pure quel disgraziato che è andato a finir dentro
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1949
da mangiare.» ¶ Il disgraziato è il marito, cognato di
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1949
si fece più piccolo, e ci pensò a lungo
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1949
statunitense ai suoi compagni e invitò il postino ad
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1949
fu accompagnato in caserma e coperto di manate e
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1949
e coperto di manate e di pugni. Il povero
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1949
dove lo attendevano ufficiali e militi della M.P
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1949
volle togliergli qualche cosa, e dargliene una in compenso
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1949
le gambe. Lo arrestarono e lo avviarono in uno
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1949
Nannina avrebbe dovuto ringraziare. E lo ringraziò cosi: ¶ «Pure
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1949
morti di fame tutti e due… Dove l’avreste
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1949
la giacca del cognato e la gettò sul letto
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1949
a guisa di ciabatte e fuggi via. Nessuno l
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1949
pensare un “tornerà” torbido e indolente quanto la sua
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1949
succhiare era diventato lungo e nero come un dito
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1949
si fermò per starnutire e in un volo scopri
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1949
basso sopra le case e l’umido selciato. L
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1949
le soglie dei bassi e di grigio i panni
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1949
corde sorrette da canne e da scope. L’inverno
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1949
una lontananza d’acqua e di fumo. ¶ La liberazione
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1949
come un vuoto umido e lei vi si sentì
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1949
l’ago dell’inverno; e su altri corpi quell
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1949
già cucito cappotti verdi e marrone dalle coperte americane
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1949
sotto forma di cappotto. E Nannina dopo averne vendute
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1949
alle signore dei quarti e quinti piani era ancora
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1949
riprendere la fuga interrotta e correre, correre fino a
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1949
teoria di Dodge, Chevrolet e General Motor che tornavano
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1949
Motor che tornavano infangati e infreddoliti dal fronte; e
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1949
e infreddoliti dal fronte; e infilò la via della
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1949
il suo segreto nascondiglio, e richiamò con quel gesto
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chiese solo: ¶ «Che vedi?» ¶ E Lonegro: ¶ «Altezza… voi non
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questa volta nessuna licenza e nemmeno il portasigarette d
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1949
appena un freddo saluto. ¶ È logico, dicevano tutti. E
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1949
È logico, dicevano tutti. E il chiromante non se
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quella ferita in commenda: e dopo un anno gli
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1949
al Principe, al Principino; e quando lui spiegava i
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1949
la sua fedeltà non è alla Casa, né alla
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1949
alla Causa. La sua è fedeltà alla sua propria
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1949
vide il Principe esule, e non può smentirsi ora
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1949
sarà, ma Monarchia sarà.» ¶ E i repubblicani erano contenti
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1949
quegli anni di Speranza e di Baldoria. ¶ V ¶ Quando
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1949
dal comm. Lonegro, Speranza e Baldoria avevano invaso le
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1949
Napoli. Gli alleati sciamavano e ognuno imparò da loro
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1949
aveva sospirato nella fame e nella paura: «Magari venissero
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1949
Magari venissero»; o addirittura: «E si sbrigassero a venire
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1949
catena del poi c’è tutta la vita: un
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1949
piedi la morte. Sperammo e morimmo nello stesso tempo
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morimmo nello stesso tempo; e se la frase suona
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1949
frase suona solenne non è colpa di chi scrive
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1949
il tempo della Baraonda e della Speranza nella vita
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1949
noi, col nostro amore e con la nostra speranza
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con la nostra speranza; e ce lo impedirono la
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1949
gli ubriachi si fermavano e tornavano indietro, mentre dall
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1949
spuntavano le teste bianche e rosse degli M.P
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1949
pennelli disinfettanti. A destra e a manca, a destra
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1949
a manca, a destra e a manca; e si
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1949
destra e a manca; e si formava il vuoto
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1949
il vuoto si ripopolava e l’ombra restituiva al
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1949
sola parola ben pronunciata; e allora i Gennarini e
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1949
e allora i Gennarini e i Vincenzini che scortavano
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1949
ogni cantonata i Gennarini e i Vincenzini avevano dovuto
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1949
rappresentavano un richiamo facile e appetitoso. La fretta del
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1949
venivano tutti dal fronte, e tutti avevano un gran
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1949
le loro zazzere lucenti e tiravano avide boccate di
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1949
di gin di vischi e di vermutte fabbricati nei
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1949
non aveva più soldi e doveva vuotarsi le tasche
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1949
roba che i Gennarini e i Vincenzini raccoglievano, Nannina
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1949
ai signori dei quarti e dei quinti piani. Dai
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1949
su terminava la cooperazione e cominciava il distacco. I
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1949
signori si tenevano schivi e se ammettevano un americano
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1949
di “civiltà” di “pulizia” e di “sazietà”. Dovevano mostrarsi
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1949
Dovevano mostrarsi cortesi puliti e satolli. Perciò si servivano
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1949
si servivano dei Gennarini e delle Nannine che portavano
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1949
la giacca del cognato e ai piedi le scarpe
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1949
un miscuglio di uomo e di donna, di ragazza
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1949
di donna, di ragazza e di adulta, desiderabile e
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1949
e di adulta, desiderabile e ripugnante nello stesso tempo
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1949
voglia» rispondeva invariabilmente Nannina. ¶ «E magari l’avrai pure
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1949
Disturbo?» ¶ «Vi pare!» ¶ «Ristretto e poco zucchero» fa la
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1949
funzione di cassiera. ¶ «Ristretto e poco zucchero» fa eco
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la voce di Ciccillo. E battendo con forza sull
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1949
cassa dei rifiuti, soggiunge: ¶ «E poco zucchero.» ¶ IV ¶ Nell
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1949
di S. Francesca si è collocato il primo rintocco
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un quarto d’ora è trascorso fra le due
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1949
ultime messe della mattinata; e Nannina non ha recitato
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1949
Sono le undici, ed è sabato; e lei non
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1949
undici, ed è sabato; e lei non ha ancora
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il permesso di uscire. E deve uscire. ¶ Né fame
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1949
chiama abisso quel pericolo e dice: «Attenta ragazza mia
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lo chiama invece segreto; e ogni sabato le offre
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penetrare nel suo segreto e guardare dall’altra parte
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1949
altra parte senza paura. E le dice: «La tua
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1949
le dice: «La tua è la paura di aver
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1949
figlio del barone Pananca; e: «addio bellezza» soggiunge il
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1949
la stessa aria affaccendata e annoiata. Erano ancora dei
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1949
sfoggiano vestiti da 50 mila e scarpe da 10; e portano
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1949
mila e scarpe da 10; e portano tutti e due
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1949
da 10; e portano tutti e due al polso destro
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1949
che si poteva fare e non si è fatta
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1949
fare e non si è fatta, un miscuglio di
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1949
un miscuglio di maschio e femmina. Coi loro volti
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1949
Coi loro volti effeminati e virili attraggono e nello
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1949
effeminati e virili attraggono e nello stesso tempo respingono
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1949
ansiosa di essere corteggiata e timorosa del complimento; perciò
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1949
sperduta fra tanto bene e tanto male, incerta che
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1949
lei si decida ed è cosa fatta. Ma Nannina
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1949
troppo affollato di nomi e di date, come dice
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1949
di denaro dalla cassa e, come all’aria: «Che
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1949
volete mangiare?». ¶ «Fa tu» è tutta la risposta. Cicalio
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1949
hanno origine dal cuore e quali dallo stomaco: sono
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1949
stomaco: sono un groviglio, e quel groviglio lo rende
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1949
troppo sazio a volte e troppo affamato. ¶ «Faccio io
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1949
agli afflitti di Foria e del Reclusorio. Una grande
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distratti: la vostra speranza è già segnata in queste
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tabella: ¶ VERITÀ – SERIETÀ – SODDISFAZIONE ¶ E più sotto: ¶ SPOSI INFELICI
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1949
si esercitò a leggere; e fu su quel cartoncino
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mai detto un mago; e forse avrebbe fatto anche
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1949
già superato la cinquantina; e quella fotografia gli stava
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profondo per cadergli accanto e storpiargli la mano. Finì
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un ospedale da campo, e il Re Soldato nel
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una febbre da delirio e gli sussurrò: ¶ «Sei ammattito
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si volse, lo fissò, e ai generaloni che stavano
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1949
Lasciatelo parlare. Che c’è?» ¶ «Maestà, vedendovi passare ho
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ho veduto una cosa e voglio dirvela.» ¶ «Che cosa
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a qualcuno del seguito; e s’allontanò col suo
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1949
di lui. ¶ Divenne imperatore e dimenticò Lonegro; ma il
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che quelli lo sanno. «È questione di manico!» ¶ Così
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un po’ se questo è piattino da presentarsi!» esplode
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colloca dentro la tazza e la porge al signor
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1949
Mele, verso la cassa. È sulla cassa che al
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un sapore di carminio e di cipria che appena
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separano dall’aroma compagno e salgono verso le vette
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1949
risplende, nella grazia bionda e paffuta di don Giosuè
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il suo animo gentile e felice. La specchiera si
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lui sorbisce il caffè, e avvicina la sua immagine
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ragazza. “Si vede che è un signore” pensa di
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sé don Giosuè Mele; e questa frase egli si
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questa frase egli si è scritta sulla fronte e
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1949
è scritta sulla fronte e la porta in giro
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1949
noi”. “Felice sera.” “Buonanotte e sono.” “Arrivederci e grazie
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1949
Buonanotte e sono.” “Arrivederci e grazie.” ¶ «Arrivederci e grazie
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1949
Arrivederci e grazie.” ¶ «Arrivederci e grazie» dice infatti, caricando
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porta col colorito sano e se ne va. Ciccillo
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1949
a voi signor Me’ e buona giornata.» ¶ Ciccillo e
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1949
e buona giornata.» ¶ Ciccillo e Nannina si scambiano una
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fare meno la vezzosa.» ¶ «E che ho fatto? Ho
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1949
Dio ci vedo, eccome!» ¶ «E ben bene? Ma se
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1949
Dal professore, lo so.» ¶ «E sapete perché ci va
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1949
più niente. Ultimamente però è tornato un Cappellano che
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1949
lui riuscì a fuggire…» ¶ «E per questo va dal
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oppure no, insomma se è veramente ancora prigioniero o
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veramente ancora prigioniero o è morto.» ¶ «A lui naturalmente
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detto che il figlio è vivo…» ¶ «E già. Gliel
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il figlio è vivo…» ¶ «E già. Gliel’ha detto
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già. Gliel’ha detto. E gli ha detto pure
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state tranquillo che tornerà. È questione di giorni, forse
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1949
di sapere solamente qual è il giorno buono; e
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1949
è il giorno buono; e il signor Mele insiste
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1949
sapere la data esatta.» ¶ «E tu come le hai
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1949
dette lui, che c’è di male?» ¶ «No, niente
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di male?» ¶ «No, niente.» ¶ «E me le ha dette
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andata perfino a interessare.» ¶ «E stata una combinazione. Si
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1949
figlio prigioniero in Russia e anche lei lo aspetta
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1949
anche lei lo aspetta… E poi che c’è
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1949
E poi che c’è di male… Magari ci
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Niente. Ho detto magari» e per gettare una nuova
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1949
con tremore la conversazione e si riprende: ¶ «Vieni qua
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Vieni qua» gli dice, e cavando dalla tasca una
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1949
da Erminio il saponaro e fatti dare un quarto
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1949
di nuovo a Nannina e: ¶ «Che ti manca?» le
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1949
Non mi manca niente e non voglio niente. Dicevo
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1949
puoi dire… Perché non è un ringraziamento, questo. Tu
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1949
giorno?» ¶ «Sai che c’è di nuovo? Mi son
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1949
seccato!» ¶ Ha quasi gridato e se ne accorge volgendo
193
1949
nei giorni di Baraonda e di Speranza è in
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1949
Baraonda e di Speranza è in vendita e non
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1949
Speranza è in vendita e non esiste più colui
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1949
nube sospesa sui vichi. È un sintomo. Chi comprerà
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1949
più le stoffe mericane e inglesi tessute nel salernitano
198
1949
inglesi tessute nel salernitano e rivendute ai forestieri a
199
1949
dall’oggi al domani e non si vedranno più
200
1949
seta pura. La Speranzella e tutti i vicoli che
201
1949
a spina di pesce è un pesce dispolpato. Chi
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1949
le radici nella miseria e vive negli interstizi delle
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1949
dirò un’altra volta» e lo avvia con un
204
1949
bottiglia nel palmo aperto e zufola. Michele solleva il
205
1949
camioncino che non parte e lancia un’occhiata al
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1949
mi ha dato niente.» ¶ «E che t’ha detto
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1949
lo giuro.» ¶ «Va be’…» ¶ «E che le dico?» ¶ «Niente
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1949
bianca dalle maniche rimboccate e asseconda col ginocchio scontento
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1949
nelle zazzere dei pidocchiosi e dei signorini alla lavanda
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1949
l’olio nei padelloni e caricare i foconi di
211
1949
di fumo felice, c’è un mucchio di spine
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1949
limoni esauste. ¶ Il sabato è pure il giorno che
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1949
per attraversare la Speranzella; e la conquista alle sue
214
1949
preoccupazioni, ai suoi sfoghi. E il giorno di don
215
1949
scoperto, indugia, torna indietro, e in fila il Bar
216
1949
ottone a due piazze, e la tavola di noce
217
1949
Viveva allora la Elvira e Cicalio era ancora infermiere
218
1949
aveva fatto la faccia e l’udito alla voce
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1949
i buffi di caffè e di sigarette lasciati a
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1949
la donna era contenta e orgogliosa di servirlo, perché
221
1949
tanto riappariva alla Speranzella e giù un caffè e
222
1949
e giù un caffè e qui un pacchetto di
223
1949
compiva i diciotto anni e portava ancora le vesticciole
224
1949
Arcangelo Gabriele. ¶ Ora si è tolto i chiodi che
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1949
tramezzo con le specchiere, è ben celato allo sguardo
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1949
richiama tutto il sangue e lo lascia a battere
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1949
la bocca a cuorfedele e poi lo infrange sulla
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1949
in un sorriso rosso e bianco, crudele. ¶ «Buon giorno
229
1949
di un’esistenza agiata, e lui entra pallido come
230
1949
di quel vico. Ciccillo è geloso, come non lo
231
1949
sua parte di principale e di servitore che non
232
1949
inutili, signor Me’! C’è bisogno di raccomandazioni? Il
233
1949
dagli uffici della Rinascente.» ¶ «È logico» commenta Ciccillo dall
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1949
proibito, sul molo bombardato, e bisognava capire qual era
235
1949
era stato sott’acqua e quale invece quello vergine
236
1949
non lo conosce nessuno. È questione di miscela, e
237
1949
È questione di miscela, e di manico…» È una
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1949
miscela, e di manico…» È una vanteria. Lo sa
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1949
vanteria. Lo sa Nannina, e lo sa anche don
240
1949
sa anche don Giosuè. E Ciccillo sa che quelli
241
1949
giorno corsie d’ospedali e ambulatori, e finite invece
242
1949
d’ospedali e ambulatori, e finite invece sul soffitto
243
1949
dei clienti. ¶ «Eccolo ristretto e poco zucchero, servito Nazioni
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1949
sul suo berretto nuovo. «E spicciatevi che fete quel
245
1949
restituisce la tazza vuota e s’avvia verso il
246
1949
ben gustato nel sole e scompare nella cabina di
247
1949
Si sa…» commenta uno e non aggiunge altro. ¶ L
248
1949
altro, rimasto fra lingua e palato è il sorriso
249
1949
fra lingua e palato è il sorriso di Nannina
250
1949
Nannina siede alla cassa e lo specchio situato alle
251
1949
la testa anni addietro e diceva sì a tutti
252
1949
espressi con un sorriso e su quello colloca il
253
1949
signor Diomede, tre lunghi e dolci.» ¶ È la gioia
254
1949
tre lunghi e dolci.» ¶ È la gioia del Quartiere
255
1949
Quartiere l’essere riconosciuti e salutati da lei e
256
1949
e salutati da lei e Ciccillo ne è orgoglioso
257
1949
lei e Ciccillo ne è orgoglioso come d’una
258
1949
macchina che funziona bene. E non contento di averla
259
1949
pungola con continui richiami, e poi timoroso di aver
260
1949
perdono con sguardi lunghi e soffici che si disfanno
261
1949
poco i quarantacinque; ed è già calvo. Una coroncina
262
1949
levigato dalla luce verde è l’eloquente decorazione del
263
1949
del suo carattere volitivo e irresoluto. Il più piccolo
264
1949
banco, risciacquando le tazze e i cucchiaini, allineando i
265
1949
vuol specializzarsi in elettromeccanica e ha trovato un posticino
266
1949
Mastrovincenzo fa da elettricista e da guardiano ad un
267
1949
A quella domanda, generale e soldato ad un tempo
268
1949
nel collo un imbuto e vi scola dentro i
269
1949
una frustata di vapore e via: «Pascalo, corri che
270
1949
che sono le dieci, e ora senti Mastrovincenzo». ¶ «Beato
271
1949
o danaro o amici.» ¶ «E tu danaro non ne
272
1949
Governo ogni sei mesi e quelli che mi dà
273
1949
col Lotto il sabato.» ¶ È disposto al buon umore
274
1949
litro d’acqua tinta e dolce riesce a fargli
275
1949
sotto il suo palato e che i pochi sorsi
276
1949
quel corpo ormai immobile e che si scomoda solo
277
1949
resistenze, avvolgimenti alle dinamo e ai motorini di avviamento
278
1949
altro figlio di Ciccillo, è al lavoro, col capo
279
1949
non parte. L’officina è vuota: due accumulatori sotto
280
1949
un incidente, da riparare, e in fondo al banco
281
1949
uno spinterogeno fuori uso. È tramontato il tempo in
282
1949
su tutte le ragoste e i marruffi che gli
283
1949
come pane trasformandole poi e ammodernandole con finti musi
284
1949
con finti musi di 1100 e di Artena. I nuovi
285
1949
i campi dell’ARAR e li spogliavano, sono finiti
286
1949
si vende. Il vecchio e il nuovo. Tutto si
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1949
nuovo. Tutto si vende e non c’è più
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vende e non c’è più l’infuriato mercante
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gamba mosse il troncone e fece una dolorosa capannella
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affaticato; aveva parlato troppo. ¶ «E io sto qua per
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che ci eravate affezionato. E perciò ci ho fatta
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la cassetta su misura e l’ho pure verniciata
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volete vedere? Trecento lire è la spesa.» ¶ «E pigliatevele
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lire è la spesa.» ¶ «E pigliatevele. Stanno sotto il
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taschino del camice bianco e appoggiò la cassetta sul
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piccolissima; sollevò il coperchio e trasse fuori l’arto
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dal bianco delle coperte e del giornale vide balzare
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Chiese d’essere scoperto e appena ebbe la gamba
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due per tanto tempo, e d’essersi servito anche
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parole: ¶ «Ma sicuro… Sicuro e certo che voi non
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come si dice trascurata. È logico che la gamba
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si doveva ritirare… restringere…» ¶ «E ora che ne fai
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paglia, anch’essa americana, e riprese a dire: «Un
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funerale come si conviene, e poi v’insegno pure
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gamba continuava a dolergli. E, pure malata, gli era
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gli operai della società; e non mancava mai luce
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non avercela mai avuta e buonanotte.» ¶ «Don Lui, io
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dolore» dice Mastrovincenzo. ¶ «Be’ e che dice il principale
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così dice che chiuderà.» ¶ «È logico!… Troppe officine!» ¶ «Saranno
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so’ poche. Il rimanente è tutta roba di guerra
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tutta roba di guerra. È tutta roba che è
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È tutta roba che è nata come quella tabella
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nata come quella tabella» e gli indica con il
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luce. ¶ «Dite voi?» ¶ «Gesti, e domandate… Domandate quanta gente
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il camioncino se l’è andato a rivendere in
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a rivendere in fretta e furia.» ¶ Un raggio di
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il balcone del chiromante, e il vetro diventa di
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don Luigi alzandosi faticosamente e chiamando col piede Fido
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accucciato. ¶ «Speriamo» dice Mastrovincenzo. ¶ «E così io me ne
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ne vado a dormire e speriamo che non si
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in cui stavano razzolando e corrono incontro al polmonaio
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coltello contro l’acciarino. È la sveglia. Fra poco
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verdi trinceroni d’immondizia e accorrono miagolanti verso l
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Speranzella; divorano il polmone e non si scansano neppure
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cui viaggiava in piedi; e appena a terra, agita
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a ridosso del sedile e va a collocarlo davanti
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vicino. ¶ Il Caffè Babilonia è gremito, ma bastano quattro
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coi freni uno schifo!». ¶ È tutto uno schifo quel
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vetrina di un orefice. È colmo d’inverosimili immondizie
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colmo d’inverosimili immondizie e reca ancora sul parafango
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era infermiere agli Incurabili; e se è vero deve
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agli Incurabili; e se è vero deve collegarsi a
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d’urgenza di Mastrovincenzo e più tardi il ritrovamento
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per accogliere ferri chirurgici e finita poi zeppa di
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poi zeppa di babà e sfogliatelle, e le lampade
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di babà e sfogliatelle, e le lampade fluorescenti fabbricate
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I ¶ Ne è rimasta una all’angolo
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del vico Sergente Maggiore e vi si legge ancora
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ancora Out of bounds e più sotto: Off limits
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Dondola ad un filo e batte contro il ferro
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vernice estenuata dalla pioggia e dal sole se ne
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vola in farfalline rosse e azzurre e nessuno ricorre
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farfalline rosse e azzurre e nessuno ricorre più all
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di che si tratti e volge gli occhi verso
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in un moto dolce e adirato che si fa
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aria seccata il mastino, e muove i fianchi grassi
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li ha richiamati tutti e due in servizio ora
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i ladri del dopoguerra e sta riacquistando ad uno
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Baraonda: mercanti di stoffe e di cuoiami; macellai, orefici
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cuoiami; macellai, orefici, cambiavalute e friggitori, e droghieri, che
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orefici, cambiavalute e friggitori, e droghieri, che nascosti nelle
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che nascosti nelle lunghe e gremite ombre dei vicoli
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arteria vicina. Toledo ne è quasi dominata e sembra
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ne è quasi dominata e sembra cedere alla prepotenza
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ricordo della quale c’è rimasto scolpito nella targa
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al perentorio off limits e segnare d’infamia un
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la zampa di Fido e la punta del suo
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punta del suo bastone. E se solleva gli occhi
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occhi alla pendula tabella è solo per ricordarsi di
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Buona notte don Lui e buona guardia.» ¶ Passa così
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O.R.T.A. e scompare. Mastrovincenzo riprende a
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lente tra una spalla e l’altra; e trae
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spalla e l’altra; e trae un sospiro quando
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torna dalla sua ronda. È l’alba fra poco
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Lui non mi sfottete.» ¶ «E che diavolo!… Non dormite
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Posso?» ¶ «Favorite.» ¶ La sedia è già pronta e il
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sedia è già pronta e il guardiano vi cerca
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quel vocabolo a cui è rimasto fedele da quando
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che, per lui, cafone, è maestro di vita. ¶ «Accoglie
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maestro di vita. ¶ «Accoglie? E come accoglie» dice Mastrovincenzo
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come accoglie» dice Mastrovincenzo e si accarezza il troncone
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gamba che fa su e giù come legata ad
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robusto del suo paese e ne porta sempre con
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si sfila la borraccia e l’offre allo zoppo
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sbadiglia sonoro. Fido ringhia e guarda l’alba che
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carne gangrenosa. ¶ «Pare impossibile.» ¶ «È una cosa che mi
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un’altra cosa che è stata lasciata nei Quartieri
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la sua gamba disse: ¶ «E proprio inutile che ve
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zoppo. ¶ «Come che spese? E la cassetta?… E la
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spese? E la cassetta?… E la paglia torno torno
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la paglia torno torno?… E l’iniezione che ci
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non puzza? Sentite niente?… E poi…» ¶ Stava per elencare
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assalito da uno scrupolo, e fece una carezza alla
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come un sogno polveroso e disfatto, un crollo quasi
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Apollo si pronuncia bene e, all’incontro, anche Venere
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all’incontro, anche Venere è in buona disposizione. Quindi
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La linea della vita è buona, c’è un
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vita è buona, c’è un incrocio però e
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è un incrocio però e ci dovete stare attenta
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detto?» disse il mago e piegò di nuovo la
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moderna che io adotto. E vi dico che siete
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segno della Vergine che è un magnifico segno e
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è un magnifico segno e dovete portare un pezzetto
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ma Nannina lo fermò. ¶ «E l’esperimento che ha
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sempre chiusi…» si alzò, e andò a collocarsi alle
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una mano sul capo e facendo vibrare l’altra
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poco verso la porta e soffiò sulla lampada come
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tenere davanti agli occhi e disse: ¶ «Che cosa avete
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portò nella mano offesa e agitandoli disse: ¶ «Siete un
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beata chi mi trova” e dille pure che poi
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una mano sulla spalla e l’avviò verso l
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mani l’hanno toccata e accarezzata durante il giorno
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accarezzata durante il giorno. È tutt’occhi, e tutt
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giorno. È tutt’occhi, e tutt’orecchi, quella spalla
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tutt’orecchi, quella spalla; e poco manca che non
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mentre un nottambulo esce e l’altro s’affaccia
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di caffè. ¶ «L’ultima e poi chiudo» diceva Elvira
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diceva Elvira. «Perché quant’è vera quella Mamma di
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ad accostare le imposte e dallo spiraglio ogni tanto
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della schiuma di limone e bicarbonato per quei vichi
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ultima; proprio l’ultima, e poi chiudo». Ma non
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Ed Elvira che mesce e porge sempre nuove tazze
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i panni di Michele e di Pascalotto ancora gocciolanti
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il robinetto dell’acquaio e il pomo del letto
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indietro le venti lire; e se non fai così
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che vale tre centesimi e Michele e Pascalotto, che
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tre centesimi e Michele e Pascalotto, che sono due
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si capiva di che e si era gettato sul
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chiromante affacciandosi dalla porta. E rassicuratosi che l’odioso
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avanti di un passo e aveva fatto segno con
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di caffè: «Ce n’è?». ¶ «Per voi ce n
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Per voi ce n’è sempre, favorite» aveva detto
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da una coperta americana. ¶ «E allora?» aveva chiesto Elvira
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Elvira mescendo il caffè. ¶ «E allora da voi dipende
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tornava balbuziente. ¶ «Si presta?» ¶ «E non ve l’ho
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sentite le forze?» ¶ «Si e no, professò.» ¶ «E voi
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Si e no, professò.» ¶ «E voi esercitatevi. Prima da
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se senza battere ciglio. E se ci riuscite prendete
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Maria Santissima del Rosario. «E lo tenete ventiquattr’ore
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professionale smise di balbettare e dette ai suoi gesti
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lo cacciate alla luce e cominciate a fissarlo senza
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mai staccare lo sguardo e senza mai battere ciglio
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aveva fatto vostro figlio?» ¶ «E che peccato poteva averci
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per lo sguardo stanco e la mente affaticata di
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giornata doveva pur finire. ¶ «E tu che vuoi?» ¶ «Mi
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ha mandato» disse Nannina e proruppe in uno sbadiglio
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Cafettèra, ha detto vai, e fatti visitare.» ¶ «E allora
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vai, e fatti visitare.» ¶ «E allora entra» disse il
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guidandola per la spalla e volgendosi alla moglie per
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abbandonare la sua spalla e sopravanzarla nel buio, per
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con la mano sana e un tondo di luce
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candela per il ricovero!” e si vide nei cenci
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una comodità come questa! È roba tedesca… Che è
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È roba tedesca… Che è sempre fatta col principio
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utilità. Le dai corda e ti fa quattro ore
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ditemi ora l’età e la condizione. Età: diciassette
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dovete essere, non c’è dubbio; porgetemi la sinistra
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dubbio; porgetemi la sinistra» e inforcò gli occhiali. ¶ Nannina
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contornava la minuscola scrivania e offri la mano al
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del piacere di sfogarsi e dire chi era, chi
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era, chi non era e chi la mandava, e
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e chi la mandava, e perché la comare che
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Così» fece il chiromante. E presa la mano della
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la conosco, vai avanti.» ¶ «E allora vi volevo dire
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vi volevo dire che è stata proprio donn’Elvira
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fare un buon incontro, e poi ha detto un
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perché a quest’ora è piena di gente.» ¶ «Avevo
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a pentola di rame e cominciò a palpare ora
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di Venere con Apollo è buono, si presenta benissimo
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essere che di Umberto, e quella sciabola fra gli
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incontro di Regio Esercito e U.S. Army, come
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tutt’intero il lungo e sfortunato principe. La bustina
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il margine della stampa e copriva il punto più
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cranio del futuro monarca e fotografarlo in cento pose
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fotografarlo in cento pose e riprodurne migliaia di copie
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diffondere fra gli avversari e i tiepidi come messaggio
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come messaggio di serenità e di certezza per l
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si leggevano il tormento e l’incertezza di tutta
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ragazzo!» sospirò la Nannina. «E dire…» ¶ «Dire che cosa
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interrompendo la sua indagine; e sollevò gli occhi dalla
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la fanno. La monarchia è troppo forte in Italia
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fuori. Intanto per ora è Luogotenente poi si vedrà
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Luogotenente poi si vedrà. E da Luogotenente a Re
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niente, come se io e te andassimo a passeggio
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tu fossi monarchica?» ¶ «Quant’è ver’Iddio!» esclamò Nannina
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no. ¶ «Che significa quant’è ver’Iddio?» incalzò Lonegro
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non lo sei?» ¶ «Quant’è ver’Iddio volevo dire
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Lonegro riafferrando la mano e tornando repentinamente al voi
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aristocratici. Tendenza all’arte e alle cose nobili. Potreste
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a grosse soddisfazioni artistiche e alla gloria, nell’arte
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di bocca. Ucciso, massacrato, e che è. A voi
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Ucciso, massacrato, e che è. A voi il professore
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credere, dice che tornerà, è questione di tempo, ma
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che sono la moglie e perciò parlo cosi. Ma
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Ho ventinove anni io e lui ne ha quasi
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ne ha quasi cinquanta. E non volevo proprio saperne
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tirato in casa come e quando ha voluto. È
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e quando ha voluto. È un fatto questo, o
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Due volte son scappata e due volte mi ha
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cosa ha che tira e ti fa fare quello
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quello che vuole lui. È inutile resistere. Voi ridete
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sulla sua maschera dolorosa e sui panni neri che
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donna in chimono. «Chi è primo?» ¶ Si alzò il
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il cammino al cliente, e una lustrata d’oro
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figlio disperso in Russia e due figlie sempre in
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della mano alla bocca e accennando con l’altra
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passo dell’ultimo cliente: «E anche in epurazione lui
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anche in epurazione lui è bravissimo… Sai quanti ne
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regolarsi che deve dire e che deve fare, e
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e che deve fare, e sta sotto la spada