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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Lettere d'una viaggiatrice, 1908

concordanze di «è»

nautoretestoannoconcordanza
1
1908
loro segnacolo in vessillo e che, intanto, non eran
2
1908
hanno deturpata nella bellezza e diminuita nelle loro meschine
3
1908
non sapete perdonar loro: e voi li respingete dal
4
1908
fra tante altre curiose, è di non aver avuto
5
1908
avevo otto o nove, è di essere stata una
6
1908
una bimba forte, gioconda e tumultuosa, dai giuochi violenti
7
1908
tumultuosa, dai giuochi violenti e un poco stupidi, dalla
8
1908
che una creatura pensante e veggente nel più florido
9
1908
segreto miracolo di misura e di armonia, fatica spirituale
10
1908
spirituale anche più bella e più laudabile che di
11
1908
nella sua più banale e più arida forma di
12
1908
reggia ove era ed è impossibile non rammentare i
13
1908
rammentare i fasti sensuali e artistici dei maggiori principi
14
1908
vita di gioia estetica e di voluttà, un re
15
1908
re di robusta, semplice e leale razza nordica, che
16
1908
più ricca di dominio e di possanza, per volontà
17
1908
volontà misteriosa di Dio e per valore impetuoso e
18
1908
e per valore impetuoso e alto del carattere, che
19
1908
aveva conosciuto il rigore e la freddezza disciplinare di
20
1908
come un amator passionato e corrisposto e che era
21
1908
amator passionato e corrisposto e che era stato, ogni
22
1908
servizio di un nobile e generoso ideale di conquista
23
1908
fra il Re Galantuomo e Lorenzo dei Medici! Più
24
1908
quei palazzi che videro, e videro veramente, e non
25
1908
videro, e videro veramente, e non è un sogno
26
1908
videro veramente, e non è un sogno che lo
27
1908
discendere da una scalea, e vivere, insomma, vivere questo
28
1908
figure diverse sono apparse e tutte grandi, e tutte
29
1908
apparse e tutte grandi, e tutte vere, e tutte
30
1908
grandi, e tutte vere, e tutte più grandi del
31
1908
di brigadieri di finanza e di uscieri dei ministeri
32
1908
impregnate di una bellezza e di una poesia indicibile
33
1908
una folla di mogli e di figliuole di funzionarii
34
1908
età, salutavamo il sole e i fiori e il
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1908
sole e i fiori e il sorriso ineffabile materno
36
1908
sorriso ineffabile materno, allora, e nulla vedemmo, di tutto
37
1908
essere stupefaciente, tale spettacolo e come ognuno dovette trovarsi
38
1908
una grave pena morale e fisica, e come ognuno
39
1908
pena morale e fisica, e come ognuno, dal sovrano
40
1908
bellezza immutabile, irriducibile che è Firenze, bellezza di cui
41
1908
Firenze, bellezza di cui è così difficile conservare nello
42
1908
efficaci, bellezza su cui è impossibile ad essere umano
43
1908
antico ricordo, che non è neppure personale, che fu
44
1908
chi regnava sulla Italia e giungeva dai paesi freddi
45
1908
tagliati a vie rettangolari, e dall’altro lato nella
46
1908
d’impressioni di beltà e di arte, recantisi a
47
1908
palpitante di desiderio estetico e di desiderio sentimentale e
48
1908
e di desiderio sentimentale e fra Firenze istessa. O
49
1908
spettacolo singolare e pesante e triste, questa città cui
50
1908
maestoso albergo d’inverno e di primavera, in cui
51
1908
per una dimora inquieta e frettolosa, l’Italia resta
52
1908
ogni atto, albergo bello e solenne in cui l
53
1908
tutto un mondo provvisorio e temporaneo, di tutte le
54
1908
senza ambasciatori, senza società, e governata da otto o
55
1908
appaiono, accasciati dal caldo e dal fastidio morale, con
56
1908
ultimi suoi caffè vuoti, e le ultime sue trattorie
57
1908
trattorie infettate dalle mosche e abitate solo da camerieri
58
1908
solo da camerieri taciturni e scettici! Spettacolo di una
59
1908
tutto come morto! ¶ * ¶ Ed è in queste giornate di
60
1908
fattili per la grettezza e l’avidità dei suoi
61
1908
vita ne fugge ed è fatale che ne fugga
62
1908
città possenti, tutto si è tentato e si tenta
63
1908
tutto si è tentato e si tenta, perchè altre
64
1908
vi accorrano perchè chi è obbligato a restarvi, non
65
1908
muoia di tormenti fisici e morali. Ma in Roma
66
1908
frescura di eterna bellezza, è stata distrutta per tre
67
1908
distrutta per tre quarti: e ogni anima di pensatore
68
1908
o inobliabile villa Ludovisia, e non mai io dimenticherò
69
1908
figura ideale di donna e di dama, sotto i
70
1908
gelida mattinata d’inverno, e i vostri passi lievi
71
1908
i vostri passi lievi, e le violette seminascoste nelle
72
1908
nelle pelliccia di lontra, e la lieve voce che
73
1908
nobili cose dello spirito! E poichè gli alberi sono
74
1908
sono caduti, con essi è caduta l’ombra amica
75
1908
attenuava i calori estivi, è caduta la freschezza verde
76
1908
caduta la freschezza verde e salubre, e, invece, case
77
1908
freschezza verde e salubre, e, invece, case di pietra
78
1908
in questa terza Roma! E le orribili nuove case
79
1908
ove erano i rosai e i cipressi e i
80
1908
rosai e i cipressi e i bussi e le
81
1908
cipressi e i bussi e le quercie, queste abbominazioni
82
1908
eleganza delle moderne costruzioni, e i vecchi cittadini di
83
1908
antiche case del centro, e i nuovi cittadini, cioè
84
1908
ove muore di caldo e ove maledice il suo
85
1908
questa terza Roma, ove è venuta superbamente, per un
86
1908
di tante grandi famiglie, e che ai profondi, incalcolabili
87
1908
unito i danni estetici e igienici che non si
88
1908
di buono, di piacevole è stato distrutto, in Roma
89
1908
stato distrutto, in Roma e quello che vi si
90
1908
quello che vi si è sostituito, fa ribrezzo agli
91
1908
agli occhi più barbari: e se i templi e
92
1908
e se i templi e le basiliche sono ancora
93
1908
lasciar Roma, non si è fatto nulla, non si
94
1908
albergo chiuso, non si è creata una piccola industria
95
1908
dava fastidio a ministri e a deputati, nel cuore
96
1908
nel cuore dell’estate, è stata fissata al quattordici
97
1908
e il suo dolore, e vi dirà quanto egli
98
1908
che lo ha sedotto e corrotto e quanto disprezzi
99
1908
ha sedotto e corrotto e quanto disprezzi sè stesso
100
1908
per essersi lasciato sedurre e corrompere. Visitate un’alta
101
1908
ghiacciai eterni, in estate: e voi sarete affascinato dalla
102
1908
affascinato dalla bellezza fresca e calma del paesaggio, dalla
103
1908
smaglia di fiori freddi e leggiadri tutte le praterie
104
1908
tutte le praterie alpine: e l’aria che respirate
105
1908
sembrerà un balsamo squisito: e voi vivrete in contatto
106
1908
nel cuore dell’inverno: e tutta la crudeltà, tutto
107
1908
di una morte muta e terribile, sotto l’urto
108
1908
urto della natura nemica e malvagia. Vi descriverò io
109
1908
grande stagione d’inverno e primavera, con le loro
110
1908
nel mese di luglio: e troverete degli scogli brulli
111
1908
che bruciano al fiero e implacabile sole, degli scogli
112
1908
scogli su cui si è disseccata la flora che
113
1908
qualche ombra affaticata, apparente e sparente da una porta
114
1908
sparente da una porta: e delle ombre pallide e
115
1908
e delle ombre pallide e sudanti di giuocatori nel
116
1908
croupier, sbuffante di caldo e di fastidio: e avrete
117
1908
caldo e di fastidio: e avrete visto, allora, questi
118
1908
nel colmo dell’estate: e ho avuto la rude
119
1908
già Bruges che vive e palpita, almeno nel suono
120
1908
città italiche di Toscana e di Umbria ove ride
121
1908
di una vita larga e tumultuosa di bene e
122
1908
e tumultuosa di bene e di male, sempre, in
123
1908
sua famiglia, dalle villeggiature e dai viaggi estivi, oltre
124
1908
novembre, assai tardi, infine: e s’installa in quel
125
1908
imperitura della desiata conquista, è sorto, come avrebbe dovuto
126
1908
come avrebbe dovuto sorgere: e arrivano gli uomini politici
127
1908
sempre a fine novembre e s’installano, ufficialmente, in
128
1908
esso appartenente ai Papi, e neppur essi sono riesciti
129
1908
avere una nuova aula e ognuno di essi, deputati
130
1908
la città di Roma, e lesina sul prezzo e
131
1908
e lesina sul prezzo e cerca le trattorie più
132
1908
i deputati, i senatori! ¶ E il Sovrano, naturalmente, lascia
133
1908
le altre città grandi e piccole italiane: e i
134
1908
grandi e piccole italiane: e i deputati, i senatori
135
1908
restaurants, i grandi caffè: e a fine di giugno
136
1908
agita rumorosamente, per andarsene: e tanto fa, che il
137
1908
chiude, nella Camera Alta e in quella dei Comuni
138
1908
fuggono. Dopo due giorni e sempre prima del dieci
139
1908
Sovrano con la famiglia e la Corte; partono dame
140
1908
la Corte; partono dame e gentiluomini; parte tutto il
141
1908
tutto il mondo diplomatico: è una piegatura di tende
142
1908
con una furia gioconda: e ai quindici di luglio
143
1908
quindici di luglio, Roma è la Città Morta. Ah
144
1908
Ah che spettacolo singolare e pesante e triste, questa
145
1908
oro e di argento: e nelle stanze, nel cortile
146
1908
nel cortile, nella piazza, è sempre più forte questo
147
1908
mistico solamente, non mistico e chiesiastico, solamente, ma clericale
148
1908
bassa; sogguarda di sfuggita e non guarda il suo
149
1908
guarda il suo vicino; e non osa, chi non
150
1908
nè prelato, nè cardinale e pure ami vivere al
151
1908
strepiti del viaggiatore indipendente e impertinente. E per chi
152
1908
viaggiatore indipendente e impertinente. E per chi abbia lo
153
1908
più complicata, più intensa e più ignota dell’anima
154
1908
uno stretto dovere, che è diventato una passione per
155
1908
la forza della religione. E nulla sanno altro, che
156
1908
quanto hanno nello spirito: e null’altro vedono, salvo
157
1908
salvo il loro sogno: e li aspettano i maestosi
158
1908
li aspettano i maestosi e taciturni palazzi dei cardinali
159
1908
dei cardinali di Roma: e li aspetta quel Vaticano
160
1908
aspetta quel Vaticano che è una città, ove un
161
1908
le loro fronti superbe e ardenti, muta il corso
162
1908
immenso mondo di persone e di anime, di cui
163
1908
accorge, o vuole accorgersi e che basta all’osservatore
164
1908
in un viso raso e pallido, in una tonaca
165
1908
di albergo! Mondo sconosciuto e potente, fuori Roma e
166
1908
e potente, fuori Roma e in Roma, di cui
167
1908
Roma, di cui Roma è il centro, Roma è
168
1908
è il centro, Roma è il segnacolo, Roma è
169
1908
è il segnacolo, Roma è la vita e Roma
170
1908
Roma è la vita e Roma è la fiamma
171
1908
la vita e Roma è la fiamma: e che
172
1908
Roma è la fiamma: e che ogni tanto, per
173
1908
uno strano albergo come è il Minerva, in una
174
1908
stendardo di amoerro, ove è lo stemma, talvolta papale
175
1908
ricorda il grande antenato e ove è il Crocifisso
176
1908
grande antenato e ove è il Crocifisso, immenso mondo
177
1908
uomini non vogliono vedere e misurare e che le
178
1908
vogliono vedere e misurare e che le donne non
179
1908
donne non possono vedere e misurare e ammirare! ¶ III
180
1908
possono vedere e misurare e ammirare! ¶ III. ¶ Roma, maggio
181
1908
avere il bizzarro gusto e il singolare coraggio di
182
1908
di vedere uomini, città e cose, di viverci in
183
1908
il loro miglior tempo è passato. Un uomo politico
184
1908
puerile mescolanza di vanagloria e di bonarietà, con un
185
1908
ostinato ottimismo, di vasta e vaga speranza, di larga
186
1908
fiducia in sè stesso e negli altri, diviso dalla
187
1908
ma da una muraglia; e finirà per parervi monotono
188
1908
verità di sè stesso e degli altri, e si
189
1908
stesso e degli altri, e si sia convinto della
190
1908
sia convinto della miseria e della bassezza della politica
191
1908
della bassezza della politica: e allora voi conoscerete l
192
1908
griderà il suo sdegno e il suo dolore, e
193
1908
più di noi, conoscono e gustano la poesia di
194
1908
suoi aspetti più reconditi e più inafferrabili, nelle sue
195
1908
nuvoloso, ma senza pioggia e senza vento, verso Cecilia
196
1908
verso Cecilia Metella, ove è l’appuntamento di caccia
197
1908
ove giovani artisti sognano e lavorano; in un ritrovo
198
1908
vie malinconicamente eleganti, come è quella di san Sebastianello
199
1908
sui larghi prati fioriti e non vi è voce
200
1908
fioriti e non vi è voce, non vi è
201
1908
è voce, non vi è passo umano che rompa
202
1908
innanzi a quel picciolo e torbido e tumultuoso Aniene
203
1908
quel picciolo e torbido e tumultuoso Aniene gonfio e
204
1908
e tumultuoso Aniene gonfio e minaccioso, sebbene piccolo, sotto
205
1908
loro gusto di poesia, è tutto esteriore e non
206
1908
poesia, è tutto esteriore e non giunge ad elevare
207
1908
manifesto piacere dei sensi e dell’anima, in Roma
208
1908
loro anima stanca: probabilmente! E che importa! Giova, in
209
1908
le vesti degli snobs e mescolarsi alla loro vita
210
1908
mescolarsi alla loro vita e viverla, con un’anima
211
1908
anche per pochissimi giorni, e fingere a sè stessi
212
1908
da Minneapolis, nel Minnesota e di viaggiare da dieci
213
1908
parti più singolarmente attraenti, e di cercare, in Roma
214
1908
di cento pensieri imperiosi e potenti, le traccie di
215
1908
di cento volontà tiranniche e magnifiche, ma l’anima
216
1908
anima di Roma, che è in tutto questo e
217
1908
è in tutto questo e fuori di questo, che
218
1908
fuori di questo, che è nelle ombre di un
219
1908
L’anima di Roma! È ben strano che gli
220
1908
dai cuori così diversi e così impenetrabili! Ah essi
221
1908
che additare la via e passare oltre, additarla ad
222
1908
fuori di qui, come è la loro divisa: ma
223
1908
l’anima di Roma: e noi, falsi snobs, ma
224
1908
anime anelanti di bellezza e di poesia, noi, tu
225
1908
pieno di rose disfatte e di mortelle ghiacciate delle
226
1908
parole di Federico Nietzsche e io ti ascoltava! ¶ * ¶ Se
227
1908
ti ascoltava! ¶ * ¶ Se Pasqua è alta, nulla di più
228
1908
abitare l’Hôtel Minerva. È un albergo molto antico
229
1908
un albergo molto antico e tradizionalmente, da cento anni
230
1908
grandi prelati, cardinali, vescovi e romei di molta importanza
231
1908
romei di molta importanza: e non manca di un
232
1908
di un lusso sobrio e pure intenso, un lusso
233
1908
religione dalle cornici larghe e dorate. Curiosissimo! In quel
234
1908
quel tempo, massime se è Settimana Santa, non s
235
1908
allarga la fascia violetta e talvolta, si vede lo
236
1908
strascicar di una porpora: e passando, innanzi a certe
237
1908
di alti seggioloni scolpiti e dorati, tappezzati di broccato
238
1908
tappezzati di broccato rosso e giallo: alle volte, in
239
1908
volte, in mezzo, vi è un immenso tavolo, coverto
240
1908
patena lucente di oro e di argento: e nelle
241
1908
contemplazioni solinghe, in vaste e mute partecipazioni a spettacoli
242
1908
partecipazioni a spettacoli impensati e magnifici. ¶ * ¶ Non è necessario
243
1908
impensati e magnifici. ¶ * ¶ Non è necessario di vivere, amica
244
1908
necessario di vivere, amica, è necessario di esser liberi
245
1908
necessario di esser liberi. E il viaggio contiene la
246
1908
vennero: il partenopeo espansivo e ciarliero, sotto l’ombra
247
1908
ciarliero, sotto l’ombra e l’austero silenzio di
248
1908
nostalgia per il brio e la gaiezza di Napoli
249
1908
innanzi alle linee auguste e solenni degli antichissimi monumenti
250
1908
antichissimi monumenti dell’Urbe e fra i meno antichi
251
1908
il fasto della fede e dell’arte, invocherà la
252
1908
arte, invocherà la leggiadria e la grazia italica, schiettamente
253
1908
italica, della sua Firenze; e poichè tutto è possibile
254
1908
Firenze; e poichè tutto è possibile, innanzi a quella
255
1908
della grandezza, della solitudine e della sterilità, che è
256
1908
e della sterilità, che è la campagna romana, il
257
1908
di opificii, di fabbriche e di case, donde nuvole
258
1908
piatti sobborghi di Milano e di Torino. Ah che
259
1908
bellezza dei paesi italiani è svariata e multanime! Un
260
1908
paesi italiani è svariata e multanime! Un tramonto contemplato
261
1908
Gianicolo, in una taciturna e pensosa visione, ove Roma
262
1908
di roseo, di rosso e sovra Essa cadono i
263
1908
veli violacei del crepuscolo e si distendono i veli
264
1908
sono ebbri di colore e il cuore è ebbro
265
1908
colore e il cuore è ebbro di vita: una
266
1908
di una tristezza larga e desolante, una notte romana
267
1908
nelle lontane piazze bagnate e deserte, con la suggestione
268
1908
fantasmi di Monna Vanna e di Monna Bice; nè
269
1908
più, delle cose finite e sentirsi come finito, come
270
1908
dalle catene della consuetudine e della tenerezza, si lascia
271
1908
il vostro spirito misero e infermo, si è risanato
272
1908
misero e infermo, si è risanato, di botto, mentre
273
1908
per celare la lentezza e l’ignoranza e se
274
1908
lentezza e l’ignoranza e se voi, quindi, vi
275
1908
filtro che Roma appresta e oblierete, nei suoi magici
276
1908
tempo, quanto vi piacque, e fu ieri. ¶ * ¶ Io amo
277
1908
inverno, fra il gennaio e il febbraio discendere a
278
1908
donne cariche di merletti e di pelliccie, ricoperte di
279
1908
fiorita, dalla fisonomia scialba e corretta: gli stessi bimbi
280
1908
vesti candide. Tutti snobs, è vero: ma già così
281
1908
straniere, dalla grazia esotica e, spesso, artifiziale, pare che
282
1908
poeta ancora bene descrisse, e fermarsi a scegliere, con
283
1908
piazza di Spagna odora, e fermarsi alle belle vetrine
284
1908
ove l’arte antica e la moderna mettono le
285
1908
le loro lusinghe, mentre è tutta bianca, sotto il
286
1908
acqua della fontana arrovesciata, e la Madonna si libra
287
1908
si libra sulla colonna e in fondo, in fondo
288
1908
stare fra questi snobs e seguirne la vita, poichè
289
1908
in tante forme morali e sociali, da quella virtù
290
1908
da quella virtù collettiva e attiva che è la
291
1908
collettiva e attiva che è la carità umana, a
292
1908
a quella virtù personale e solitaria e infeconda, che
293
1908
virtù personale e solitaria e infeconda, che è la
294
1908
solitaria e infeconda, che è la rassegnazione. L’assenza
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la rassegnazione. L’assenza è un male crudele. Coloro
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hanno le fibre sensibili e il cuore molle, ne
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hanno il cuore vivido e le fibre energiche, vi
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in una consuetudine fedele e infrangibile. Eppure, sovra tutto
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gli appassionati, l’assenza è un male necessario! L
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necessario! L’uomo non è, forse una creatura libera
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La persona umana non è, forse, inalienabile? E quando
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non è, forse, inalienabile? E quando mai la più
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fiorita delle schiavitù non è parsa pesante, odiosa a
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negli amori più larghi e più completi, in quegli
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questi amori così alti e così forti, non è
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e così forti, non è venuto il momento della
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nell’amicizia, nella filialità e persino, persino nella maternità
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in questo sentimento che è il solo a esser
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da un istinto securo e duraturo, tutti, uomini, donne
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quella cosa orrenda, che è l’odio della persona
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dalle profondità più inesplorate e paurose dell’anima! Quante
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malvagia, una intenzione cruenta! È la schiava che, a
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si accorge che essa è coronata di rose, ma
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di oro, al piede; è l’anima che si
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l’anima che si è saputa sempre libera, e
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è saputa sempre libera, e che si sente presa
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che si sente presa. È lo schiavo che suona
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frusta che lo minaccia: è il cuore che ha
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ha salutato la libertà e che sente di averla
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gittiamo questo bene prezioso e la esistenza ci incatena
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ci avvincemmo noi stessi: e odiamo acerrimamente quello che
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acerrimamente quello che amammo: e vorremmo veder perire quello
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quello che ci lega: e pur di fare un
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i nostri cuori eressero e innanzi ai quali bruciò
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dolce, perchè l’assenza è un male necessario? Comprendete
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timida, che il viaggio è un atto di libertà
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ritrovo, libera, sola, sola e libera: e, per poco
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sola, sola e libera: e, per poco, ricorda: e
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e, per poco, ricorda: e dopo poco, dimentica: ed
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dopo poco, dimentica: ed è un altra creatura; e
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è un altra creatura; e le sue ferite si
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sue ferite si rimarginano: e il suo cuore si
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suo cuore si guarisce e la sua anima gode
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anima gode della libertà e della solitudine, come dei
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divina. Lontano, qualcuno soffre, è triste, è pensoso: lontano
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qualcuno soffre, è triste, è pensoso: lontano, qualche cosa
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che le ha scritte, è partita tante e tante
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scritte, è partita tante e tante volte, in epoche
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gli stessi: il viaggio è, per essa, il secondo
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anima, mentre il primo è il lavoro dell’arte
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il lavoro dell’arte. E per quest’anima, talvolta
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ha avuto impressioni profonde e incancellabili. ¶ Non itinerario e
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e incancellabili. ¶ Non itinerario e non cronologia, dunque: ma
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ancora, palpitano dì verità. ¶ E, sovra tutto, non la
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non la descrizione precisa e netta delle vie, dei
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dei monumenti, delle chiese e dei musei: ma ciò
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essi esprimono nel passato e nel presente: ma ciò
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presente: ma ciò che e lo spirito profondo e
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e lo spirito profondo e l’intimo fluido delle
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ebbero vita dal pensiero e dal sentimento: ma ciò
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sentimento: ma ciò che è l’anima degli uomini
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dovunque, nelle memorie immote e nel volto delle persone
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questo, per sentire questo. E voi pure, io credo
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un peu! Pensate semplicemente e quietamente a questo verso
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la tenerezza poetica, umile e sincera di cui ribocca
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non ignoto a me; e nella fredda analisi, voi
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voi troverete che, sì, è vero, partire significa morire
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sempre sul medesimo mattone e gli occhi fissi sulla
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una carta da parati. È impossibile chiudere la coscienza
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la coscienza, se si è veri cristiani, alla voce
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avverte del cammino costante e sicuro verso la morte
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fatto in ogni ora; è impossibile, se si ha
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dalla puerizia alla giovinezza e discendenti dalla maturità alla
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cercando, se abbiamo sentimento e coraggio, di riempire di
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stessi. Morire un poco! È tanto vero, che noi
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le bianche lapidi abbandonate e senza fiori: è tanto
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abbandonate e senza fiori: è tanto vero, che l
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un fantasma di chimera! E giacchè tutto questo è
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E giacchè tutto questo è, giacchè i più rari
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privarci di quell’acuto e penetrante piacere dello spirito
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corpo, dell’anima che è il viaggio, perchè privarci
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così mescolata di fatica e in cui le facoltà
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nei sogni della immaginazione e che diventano una realtà
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che mai non abitammo e che abitiamo per una
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che non udimmo mai e che udiamo con la
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disperso, quel poco che è parte di noi e
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è parte di noi e che perisce o si
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dell’ignoto, poesia sacra e fervida del viaggio! Potenza
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Voi dite: l’assenza è un male così crudele
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dispose le cose umane e divine, tutti i mali
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conosciamo che troppo tardi; e che talvolta, noi moriamo
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moriamo senz’apprendere giammai. E insieme a questa forza
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a questa forza segreta e invincibile che sarebbe brutale
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invincibile che sarebbe brutale e schiacciante, esiste, in ogni
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allo scalo dei Giardini e si diffonde per queste
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indigeni, ove ogni età e ogni condizione è rappresentata
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età e ogni condizione è rappresentata, in questa folla
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arte, in questa folla, è come un senso generale
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soddisfazione, di benessere; chi é giunto in queste sale
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due ore; chi vi è già venuto, vi ritorna
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vi ritorna: chi vi è stato due o tre
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nel paese di Tiziano e di Giorgione, di Gian
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Giorgione, di Gian Bellino e di Carpaccio, piace, questa
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energia di grandi propositi e di minuti particolari, con
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con un criterio largo e austero, insieme, con un
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vantaggio singolarissimo dell’arte e degli artisti. ¶ * ¶ Gioiscano tutti
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grande: prima di tutti e di ogni cosa, ne
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Venezia con simpatia tenerissima: e soffrirebbe, come soffriva, di
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più cadere nel letargo e nell’obblìo: e poichè
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letargo e nell’obblìo: e poichè qualcuno o molti
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darle una vita spirituale e materiale, decorosa, dignitosa, di
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accordo col suo carattere e con la sua espressione
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han fatta risorgere, oramai, e le hanno attirato tutto
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oriente, la sua gioia è nostra. E di questo
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sua gioia è nostra. E di questo successo gioiscano
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tutti quegli artisti, nostri e dell’estero che accorsero
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estero che accorsero, colà, e lavorarono, come nei tempi
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parte quanto vi si è esposto, fosse un gioiello
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gioia di parvenze squisite e allettatrici degli occhi e
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e allettatrici degli occhi e delle fantasie umane. E
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e delle fantasie umane. E ne gioiscano, infine, di
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che ha echi lontani e sempre più profondi, tutti
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della loro madre Venezia: e in tutte le forme
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ignoti, sovrani ed ambasciatori e folla, folla, infine, di
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a servizio dell’onore e della fortuna di Venezia
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della fortuna di Venezia: e ogni giorno della tua
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giorno della tua via è stato consacrato a mantenere
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consacrato a mantenere alto e vivido quest’onore e
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e vivido quest’onore e questa fortuna! Alla tua
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tua energia, ogni ostacolo è stato lieve: al tuo
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niun male ha resistito. E dovresti essere stanco, di
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sogno diventare una realtà, e non si volta indietro
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non si volta indietro, e non sente fatica; tu
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degli alberi, dei fiori, e le suggestive forme balzanti
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con le sue profonde e oscure lusinghe, l’anima
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anima degli artisti, curiosa e inquieta della vita interiore
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poderose ali del sogno e venerarono lo Spirito in
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a quelli che compresero e amarono solo la realtà
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quest’ombra fascinante che è il segreto del volto
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segreto del volto umano e ne cercarono, fra le
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qualche cosa di segreto e mai tutto! Un immenso
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tutti gli antichissimi ritratti e a traverso il tempo
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tempo curioso, bizzarro, come è il nostro, in cui
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in cui l’anima è travagliata dalle correnti segrete
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fra loro, di fede e di scetticismo, di speranza
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di scetticismo, di speranza e di delusione, di grande
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di grande aspettativa oscura e di desolante senso che
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di amore dell’arte e di separazione da essa
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di bisogno di vita e di nostalgia di sogno
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ne inaridisce i cuori e ne pietrifica le anime
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ne pietrifica le anime: e che li conduce ad
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elettriche, le ferrovie metropolitane e gli automobili che fanno
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una visione di grazia e d’arte, insieme a
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indicibile linea di snellezza e di eleganza che è
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e di eleganza che è la sua gondola; che
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venezianine dagli scialletti neri e dalle grandi capigliature che
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notte, sulle acque nere e tremule, come un soffio
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arrivi un canto lontano; e che, di tutto questo
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pascolo spirituale più originale e più eletto. Non altro
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con una florida curva; e i giardini di Venezia
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con un fascino soave e imperioso, prima che vi
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abbia, laggiù, il verde e sonante mare di Lido
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esposizione di arte moderna è nei Giardini! Dove, meglio
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più benigno, più poetico? E quando già i vostri
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della vita, gli alberi e i fiori — l’albero
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i fiori — l’albero e il fiore, o supremo
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il padiglione della esposizione è lì, innanzi a voi
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nelle sue parvenze nobili e semplici; e voi entrate
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parvenze nobili e semplici; e voi entrate, colà, senza
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entrate, colà, senza sgomento e senza impazienza, voi cercate
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troppo profondo. Tutto, intorno, è favorevole. Giammai, in una
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quadro, una sola statua e avere le impressioni più
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per raccogliere questi quadri e queste statue. Ognuna di
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Ognuna di queste sale è diversamente bella, per le
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di accordo il talento e il gusto perchè un
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mobili, pochi, sparsi qua e là; e, dappertutto, lo
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sparsi qua e là; e, dappertutto, lo stesso senso
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di una bellezza quieta e larga e semplice, che
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bellezza quieta e larga e semplice, che facesse valere
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sempre meglio, i quadri e le statue. Ogni tanto
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tanto, sobriamente, dei fiori e delle piante: e delle
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fiori e delle piante: e delle grandi portiere in
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strane, in cuoi lavorati; e dei fondi uniti, di
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l’occhio, tinte delicate e graziose. Ah che tutto
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graziose. Ah che tutto è favorevole, in queste sale
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al diletto dell’anima, e chi diresse e chi
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anima, e chi diresse e chi lavorò, ognuno per
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con una terribile emicrania e l’odio del colore
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l’odio del colore! E guardate bene, che scienza
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guardate bene come tutto è concorde, perchè anche il
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offeso il povero tradito e il mondo? La menzogna
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il mondo? La menzogna è una pietà, in amore
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una pietà, in amore. E, in amore, chi è
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E, in amore, chi è egoista, chi pensa a
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liberarsi, infine, solo chi è egoista, dice, grida la
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persona che fu amata e che ama: l’altruista
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la creatura di bontà e di affetto, quello che
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infine l’anima bella e tenera e nobile, mentisce
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anima bella e tenera e nobile, mentisce. In amore
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di aspetto: la verità è, spesso, quasi sempre, una
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cosa infame: la menzogna è un atto di nobiltà
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un atto di nobiltà e di misericordia. Mentireste, voi
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figlio vale un amante e l’amore materno è
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e l’amore materno è una forma dell’amore
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amico vale un amante; e la tristezza è una
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amante; e la tristezza è una forma del dolore
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amante vale un amante e nell’amore, il pericolo
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nell’amore, il pericolo è di non amar più
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amar più. La verità è un insulto, è uno
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verità è un insulto, è uno schiaffo, è uno