parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Crisostomo Trombelli, Fedro tradotto da Gio: Grisostomo Trobelli, 1797

concordanze di «è»

nautoretestoannoconcordanza
1
1797
FAVOLA III. ¶ Il Cavallo, e il Cignale. ¶ IN quel
2
1797
s'avvolge, il turba e mesce. ¶ Quindi vien lite
3
1797
A l'Uom ricorre, e lui del suo soccorso
4
1797
sul dorso il toglie, e al Cignal riede, ¶ Cui
5
1797
ti donai, gli dice, e preda io n'ebbi
6
1797
preda io n'ebbi, ¶ E appresi quanto tu giovar
7
1797
tu giovar mi possa; ¶ E suo malgrado il freno
8
1797
figlie. ¶ Era una bella, e con gli sguardi avvezza
9
1797
avvezza ¶ Era una bella, e con gli sguardi avvezza
10
1797
Sol’era a’ campi, e a filar lane intenta
11
1797
intenta: ¶ Bruttissima la terza, e bevitrce. ¶ Erede fa la
12
1797
ragioni ¶ Cede la madre, e come sa, del vecchio
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1797
arredi ¶ A le galante, e vesti, e lavatojo ¶ D
14
1797
le galante, e vesti, e lavatojo ¶ D’argento, Eunuchi
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1797
lavatojo ¶ D’argento, Eunuchi, e giovanetti imberbi: ¶ A l
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1797
altra campi, ville, armenti, e buoi, ¶ E giumenti, ed
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1797
ville, armenti, e buoi, ¶ E giumenti, ed aratri, ed
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1797
aratri, ed operaj: ¶ Cantina e botti di vin vecchio
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1797
terza destina, con polita ¶ È ben acconcia casa, ed
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1797
casa, ed otri ameni. ¶ E suo pensier già ad
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1797
la folla s’intrude, e oh quanto grave ¶ Sarebbe
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1797
ornamenti, gli orticelli ¶ Deliziosi, e il vin serbato ottenga
23
1797
Colei, che solo campi, e lane apprezza. ¶ Abiti, perle
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1797
la bella ¶ Gli armenti, e lor custodi, e campi
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1797
armenti, e lor custodi, e campi, e ville. ¶ Nessun
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1797
lor custodi, e campi, e ville. ¶ Nessun fia di
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1797
al suo genio avverse, e quel ch’ottenne ¶ La
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1797
Quella cui piaccion solo e campi e lane, ¶ Dissiperà
29
1797
piaccion solo e campi e lane, ¶ Dissiperà la casa
30
1797
lane, ¶ Dissiperà la casa, e gli orti ameni. ¶ Sì
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1797
a lor non giove; ¶ E da ciò che vendero
32
1797
Il combattimento de’ Topi, e delle Donnole. ¶ ALlor che
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1797
esercito ¶ De le Donnole (e ben nota è la
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1797
Donnole (e ben nota è la storia, ¶ Nè v
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1797
la storia, ¶ Nè v’è taverna in cui non
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1797
lor d’un guardo (è tal tuo sdegno) onori
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1797
fronte ¶ Le rughe appiani, e a me miglior ti
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1797
Barbari in lor danno, e a Greci aprìo ¶ Del
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1797
superbo Aeta ¶ La casa, e di Medea per l
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1797
sparsi brani del fratello, e il varco ¶ A la
41
1797
di tal principio? Ed è scipito, ¶ Mi rispondi, ed
42
1797
scipito, ¶ Mi rispondi, ed è falso: ognun pur sa
43
1797
Egeo si fe’ Minosse, ¶ E un giusto freno a
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1797
belle arti, se ti è caro ¶ Da le punture
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1797
tal (se pur vi è alcun sì stolto) ¶ Che
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1797
tutto ha a schifo, e per parer saccente, ¶ Scioglie
47
1797
FAVOLA VII. ¶ La Vipera e la Lima. ¶ CHi un
48
1797
FAVOLA VIII. ¶ La Volpe e il Becco. ¶ QUando un
49
1797
affolla. Il derisore ¶ Pensa, e ripensa in van, e
50
1797
e ripensa in van, e in van s’affanna
51
1797
aggiri? ¶ Qui non c’è la tua madre: indi
52
1797
che a talento concepisce, ¶ E un tempo fisso porta
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1797
che sue poppe appresta. ¶ E a’ figli toglie, sicchè
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1797
A partito t’inganni. E come seppe, ¶ Se nascer
55
1797
che ver me giacente, e infermo, ¶ Cortese (a pietà
56
1797
FAVOLA XVI. ¶ La Cicala, e la Civetta. ¶ SOvente avvien
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1797
di cibo in cerca, ¶ E in qualche cavo tronco
58
1797
incivil Cicala. ¶ Se pregata è a tacer, ella più
59
1797
non v’esser scampo, e sue parole ¶ Dispregiarsi, veggendo
60
1797
diemmi Palla. Se t’è a grado, ¶ Vieni che
61
1797
La trepida Cicala insiegue, e uccide, ¶ Che morta quello
62
1797
piante ¶ A lor piacesser, e il perchè ne chiese
63
1797
Padre a lei volto: è giusto, o figlia, ¶ Di
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1797
onor che ne ridonda, è folle onore. ¶ * Qualunque cosa
65
1797
La manda, che dispregio, e beffe incontra. ¶ La Dea
66
1797
t’adorna ¶ Vivo smeraldo, e a te l’occhiuta
67
1797
coda ¶ (Sì vario n’è il color) più gemme
68
1797
Aquila. ¶ Se a destra è il Corvo, e la
69
1797
destra è il Corvo, e la Cornacchia a manca
70
1797
manca, ¶ Predicon l’avvenir; e ognun n’è pago
71
1797
avvenir; e ognun n’è pago. ¶ * Ciò che ti
72
1797
quale accenda ¶ La lucerna, e a la fine lo
73
1797
la fine lo ritrova: ¶ E accorciando la strada, per
74
1797
Un Saccentino ¶ Il vede, e perchè, dice, ora col
75
1797
Che il pianeta maggiore è nel meriggio? ¶ Un Uom
76
1797
Uom cerco, ei risponde, e in fretta parte. ¶ * Se
77
1797
FAVOLA XX. ¶ L’Asino e i Galli sacerdoti di
78
1797
morto ancora ¶ Lo preme, e incalza. * I Galli di
79
1797
avean costume. ¶ Da fatiche e percosse ucciso, timpani ¶ Del
80
1797
lui morto altre soffrirne è forza. ¶ Il Fine del
81
1797
FAVOLA I. ¶ La Donnola, e i Topi. ¶ LIeve forse
82
1797
LIeve forse ti sembra, e folle cura, ¶ Se allor
83
1797
quanto d’util v’è racchiuso! ¶ Non sempre son
84
1797
quai pajono le cose, ¶ E più d’uno deluse
85
1797
arte, tu lo scopra; ¶ E ch’io nol finga
86
1797
il racconto ¶ De’ Topi e de la Donnola. Da
87
1797
Topo esca la crede, ¶ E se le avventa: essa
88
1797
avventa: essa lo azzanna, e uccide; ¶ Così al secondo
89
1797
al secondo, al terzo, e ad altri accade. ¶ Al
90
1797
vien un che forbito, e lacci, ¶ E trappole più
91
1797
che forbito, e lacci, ¶ E trappole più volte avea
92
1797
Scoprì lunge l'inganno, e fossi, dice, ¶ Tu che
93
1797
FAVOLA II. ¶ La Volpe, e l’Uva. ¶ Da fame
94
1797
io non la curo: è acerba. ¶ *La favola è
95
1797
è acerba. ¶ *La favola è per tal, che con
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1797
ottener non può, biasma e dispregia. ¶ FAVOLA III. ¶ Il
97
1797
bellissimo fanciullo, ¶ Una deforme, e sconcia figlia avea. ¶ Mentre
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1797
specchio de la madre, e in esso ¶ S’affaccian
99
1797
vanta. ¶ Ella nol soffre, e a grave oltraggio il
100
1797
reca. ¶ Corre al padre e l’accusa che maneggi
101
1797
buon padre li bacia, e uguale amore ¶ Ver entrambi
102
1797
Non macchin rei costumi; e tu il tuo volto
103
1797
Socrate agli Amici. ¶ RAra è la fè, comun d
104
1797
fè, comun d’amico è il nome. ¶ * Picciola casa
105
1797
arreca, ¶ Soffrir non m’è discaro, e se m
106
1797
non m’è discaro, e se m’assolve ¶ Morto
107
1797
Poeta sopra il Credere, e non Credere. ¶ IL credere
108
1797
Credere. ¶ IL credere egualmente è periglioso, ¶ Che il non
109
1797
in ver la moglie, e il figlio, ¶ Cui preparata
110
1797
eredità speme lusinga, ¶ Tratto è in disparte, e son
111
1797
Tratto è in disparte, e son da lui del
112
1797
però de la moglie, e sovra ogni altro, ¶ Ciò
113
1797
onde l’onor deturpa, e sfregia. ¶ Da cotai detti
114
1797
casa d’improvviso riede, ¶ E va direttamente ove la
115
1797
Mentre lume si cerca, e de’ famigli ¶ Chi corre
116
1797
S’accorge, che v’è un uom, nulla avvertendo
117
1797
dolor de l’onta, e l’ira sfoghi, ¶ Tutto
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1797
lume; il figlio vede, ¶ E la casta consorte ancor
119
1797
raggira ¶ La giusta pena, e il ferro, di che
120
1797
la moglie, a Roma è tratta ¶ Al tribunal de
121
1797
avea calunnia avvolte ¶ Sgombrate, e il ver ne la
122
1797
il Liberto, che n’è autore, ¶ La pena. L
123
1797
La pena. L’empio e sposo e figlio uccise
124
1797
L’empio e sposo e figlio uccise. ¶ Merta pietà
125
1797
Merta pietà la Donna, e non gastigo. ¶ Che se
126
1797
il vecchio ¶ Sollecito ricerco, e la menzogna ¶ Supposta a
127
1797
che tu nol pensi; ¶ E orditi sono a un
128
1797
Alcun mia brevità, lungo è il racconto. ¶ FAVOLA XI
129
1797
Era l’uno malvagio, e l’altro Eunuco. ¶ Colui
130
1797
fra i motti acerbi e fra le ingiurie, ¶ In
131
1797
era privo, il punge e morde. ¶ E però le
132
1797
il punge e morde. ¶ E però le fatiche io
133
1797
D’avversa sorte accusi. È vergognoso ¶ Alfin ciò a
134
1797
in qual luogo ¶ Neglètta è, disse, sì pregevol cosa
135
1797
FAVOLA XIII. ¶ Le Api, e i Fuchi al tribunale
136
1797
Fatti i lor favi, e questi neghittosi ¶ Fuchi se
137
1797
a’ litiganti impone. ¶ Somigliante è il colore, uguale è
138
1797
è il colore, uguale è il corpo; ¶ Sicchè da
139
1797
altro alvear si prenda; ¶ E nuovo mel s’infonda
140
1797
Fuchi la legge, accetta è a l’Api. ¶ Pronunzia
141
1797
non possa il mele, e chi lo fece, ¶ È
142
1797
e chi lo fece, ¶ È in chiaro. A l
143
1797
giuocava, un Ateniese ¶ Fermossi, e l’ebbe come sciocco
144
1797
esser deriso, altri deridere: ¶ E un arco teso in
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1797
a casa, e amici; e il corpo stanco, ¶ E
146
1797
e il corpo stanco, ¶ E la mente da mille
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1797
cure oppressa ¶ Giusto sollievo, e brieve ozio richiegga; ¶ Da
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1797
nobil Coro a Giove, ¶ E chiara lode ottenni da
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1797
sacra famiglia a stento, e appena, ¶ Mi veggio ammesso
150
1797
appena, ¶ Mi veggio ammesso. E che avverrà a colui
151
1797
ed onor tuo scrivo, e consagro, ¶ Mel recherò, se
152
1797
suoi in favole rivolse, ¶ E al livor con novelle
153
1797
il suo sospetto inganni, ¶ E a se ciò tragga
154
1797
costume ¶ Io sol disvelo. È malagevol l’opra; ¶ Ma
155
1797
trasse, ¶ Placò le fiere, e l’Ebro altier rattenne
156
1797
piagne. ¶ Di chiara lode è degno il mio lavoro
157
1797
villani, ¶ Chi pietre contra, e chi legni le avventa
158
1797
giorni ¶ Repente uscendo, uomini e greggi assale; ¶ E ruine
159
1797
uomini e greggi assale; ¶ E ruine a l’intorno
160
1797
ruine a l’intorno, e morti arreca. ¶ Allor quei
161
1797
a patir son pronti. E ben sovviemmi, ¶ E chi
162
1797
pronti. E ben sovviemmi, ¶ E chi sassi avventommi, ella
163
1797
sassi avventommi, ella risponde, ¶ E chi pan mi gettò
164
1797
riedo. ¶ FAVOLA III. ¶ Esopo, e il Villano. ¶ CHe più
165
1797
l’intenda Uom pratico, ¶ È proverbio; il perchè non
166
1797
Altri: di padre drudo, e moglie infida ¶ Figli vuolsi
167
1797
uomo anche una Scimmia, ¶ E del sapor ne chiese
168
1797
chiese. Il Macellajo: ¶ Qual è il capo, tal è
169
1797
è il capo, tal è il sapore ancora. ¶ * Arguto
170
1797
sapore ancora. ¶ * Arguto egli è anzi che vero il
171
1797
in sozzo corpo albergo, ¶ E a’ rei costumi dà
172
1797
ricetto. ¶ FAVOLA V. ¶ Esopo e un Petulante. ¶ FAusto evento
173
1797
O che bel colpo! E a lui dà un
174
1797
n’ottenga. Tal possente, e ricco ¶ Ne vien incontro
175
1797
ne avrai. Sel crede, e scaglia il sasso; ¶ Ma
176
1797
FAVOLA VI. ¶ La Mosca, e la Mula. ¶ UNa vil
177
1797
mio stilo ti punga? ¶ E perchè non affretti il
178
1797
assiso, ¶ Le briglie tiene e con maestra sferza ¶ A
179
1797
mio passo regge. ¶ Vanne, e tue folli ciance altrove
180
1797
FAVOLA VII. ¶ Il Cane, e il Lupo. ¶ LIbertà quanto
181
1797
il Lupo. ¶ LIbertà quanto è cara, in brieve espongo
182
1797
mio padron n’ottenga. ¶ E qual? Custode il dì
183
1797
son pronto; nè boschi, e pioggia, e nevi ¶ Soffrir
184
1797
nè boschi, e pioggia, e nevi ¶ Soffrir m’è
185
1797
e nevi ¶ Soffrir m’è forza, e dura vita
186
1797
Soffrir m’è forza, e dura vita io meno
187
1797
il tetto ¶ Viver agiato, e largamente pascermi? ¶ Vien dunque
188
1797
ha il collo. ¶ Onde è ciò, amico? Nulla. Amo
189
1797
legano ¶ Perchè allor dorma, e desto sia la notte
190
1797
La famiglia gli avanzi; e se a taluno ¶ Vien
191
1797
far? O questo no! e tu goditi, ¶ Cane, le
192
1797
FAVOLA VIII. ¶ Il Fratello, e la Sorella. ¶ SPesso a
193
1797
radice: ¶ Nel cavo ch’è nel mezzo, partoriti ¶ Avea
194
1797
unita ¶ Con arti scellerate, e rie disciolse. ¶ De l
195
1797
s’aggrappa al nido, e oh quale ¶ Danno a
196
1797
Danno a te, dice, e forse a me sovrasta
197
1797
in ver la Scrofa; ¶ E in gran periglio, dice
198
1797
in gran periglio, dice, è la tua prole. ¶ Quando
199
1797
la pastura, ¶ L’Aquila è pronta a farne avida
200
1797
di timor, s’intana e asconde; ¶ Indi pian piano
201
1797
cibo ¶ Largamente se stessa, e i figli pasce: ¶ Qual
202
1797
il dì tutto osserva, e guata. ¶ L’Aquila intanto
203
1797
non esce. Indi ambe, e i figli ¶ Di pura
204
1797
Roma, ¶ Che nulla fa, e in mille cure immersa
205
1797
mille cure immersa, ¶ Qua e là senza ragion corre
206
1797
pena, onta ad altrui. ¶ E difficil’ impresa; pur m
207
1797
finto racconto ad emendarla: ¶ E degno è ben che
208
1797
ad emendarla: ¶ E degno è ben che orecchio gli
209
1797
sua veduta ¶ Ha soggetto, e da lunge il Tosco
210
1797
la veste tal raggruppa e strigne, ¶ Che dal suo
211
1797
costui comprende il Duce, ¶ E quale nel suo oprar
212
1797
Ei pronto si presenta, ¶ E lieto attende la guanciata
213
1797
Poco hai tu fatto, e ciò l’hai fatto
214
1797
L’Aquila, la Cornacchia, e la Testuggine. ¶ NEssun contro
215
1797
contro a un potente è assai difeso; ¶ Ma se
216
1797
Là vola una Cornacchia, e avvicinatasi, ¶ Pingue è, dice
217
1797
Cornacchia, e avvicinatasi, ¶ Pingue è, dice, tua preda: pur
218
1797
stelle innalza il volo, e a piombo ¶ Sopra uno
219
1797
uno scoglio l’abbandona, e infranta ¶ La dura scorza
220
1797
FAVOLA VII. ¶ I Muli, e i Ladroni. ¶ GIvan due
221
1797
Contro del Mulo altero, e ne la zuffa ¶ In
222
1797
colpi a l’infelice è forza; ¶ Il vil peso
223
1797
fui negletto: ¶ Nessun ferimmi, e intero l’orzo io
224
1797
FAVOLA VIII. ¶ Il Cervo, e i Buoi. ¶ SCacciato fuor
225
1797
riedo. ¶ La notte vien, e a’ Buoi la fronde
226
1797
Vengono gli altri tutti, e pur di tanti ¶ (Fra
227
1797
il Padron da cena, e visto ¶ Poc’anzi i
228
1797
a lor s’accosta: ¶ E perchè, dice, senza fronda
229
1797
perchè, dice, senza fronda, e senza ¶ Toglier via queste
230
1797
somma, ¶ Mentre tutto ricerca, e tutto osserva, ¶ Scuopre a
231
1797
la famiglia: il prende, e uccide. ¶ * La Favola tal
232
1797
ne le sue cose. ¶ E P I L O
233
1797
eresse Atene, ¶ Un simulacro, e in base eterna un
234
1797
Quantunque ne la gloria e’ mi prevenne, ¶ Pur questo
235
1797
il Lazio mie cure e approvi, e onori, ¶ Ei
236
1797
mie cure e approvi, e onori, ¶ Ei molti avrà
237
1797
il mio lavor diletti, ¶ E a rilevar pervenga l
238
1797
Fortuna il suo delitto, e rossor n’abbia. ¶ Il
239
1797
affari a se richiami ¶ E moglie a casa, e
240
1797
E moglie a casa, e amici; e il corpo
241
1797
il Bue fu visto; ¶ E punta da livor di
242
1797
Gonfia la scabra pelle, e chiede a’ figli, ¶ Se
243
1797
no. Ella più gonfiasi, ¶ E chi maggior fia, chiede
244
1797
FAVOLA XXV. ¶ Il Cane e il Cocodrillo. ¶ SE stesso
245
1797
stesso a scherno espone, e in van s’adopra
246
1797
esser preda ¶ De Coccodrilli, è fama. Un Cane adunque
247
1797
Bei presso al fiume, e non temer d’inganno
248
1797
FAVOLA XXVI. ¶ la Volpe, e la Cicogna. ¶ NOn offendere
249
1797
augel nulla n’assaggia. ¶ E questo pur a cena
250
1797
cena l’altro invita; ¶ E posto trito cibo in
251
1797
becco agevolmente il prende, ¶ E si pasce a sua
252
1797
Il Cane, il Tesoro e l’Avoltojo. ¶ ADattata a
253
1797
ADattata a gli avari è la novella, ¶ E ad
254
1797
avari è la novella, ¶ E ad un, che nato
255
1797
Onde da dura fame è alfin consunto. ¶ Sul cui
256
1797
l’Avoltojo, ¶ Ben giusto è, dice, che tu giaccia
257
1797
vilmente in strada conceputo, ¶ E cresciuto al letame, in
258
1797
FAVOLA XXVIII. ¶ La Volpe e l’Aquila. ¶ NOn dispregi
259
1797
Rapì a la Volpe, e a i figli suoi
260
1797
fiamme l’albero circonda; ¶ E la morte de’ figli
261
1797
Egli il saluto ¶ Rigetta, e d’onde e’ fia
262
1797
Rigetta, e d’onde e’ fia fratel gli chiede
263
1797
simile. ¶ Assalir lo volea, e farlo in brani ¶ Il
264
1797
pur l’ira rattenne; ¶ E agevol fora vendicarmi, ei
265
1797
la palude ¶ Una Rana, e a noi, dice qual
266
1797
per regger la mandra è la tenzone, ¶ E lontan
267
1797
mandra è la tenzone, ¶ E lontan da gli stagni
268
1797
lontan da gli stagni è il lor soggiorno? ¶ Nè
269
1797
ne gli stagni ¶ Asconderassi, e noi fuggenti invano ¶ Col
270
1797
FAVOLA XXXI. ¶ Il Nibbio e le Colombe. ¶ CHi per
271
1797
deluso. ¶ A la frode e’ ricorre; onde l’inerme
272
1797
Stuolo tragge in inganno; e perchè, dice, ¶ In continua
273
1797
Tale il volemmo, s’è crudel costui. ¶ Il Fine
274
1797
comun fallire si corregga, ¶ E industre ingegno ad acuirsi
275
1797
fin non s’allontani, ¶ E diletti l’orecchio, illustre
276
1797
ma per se stessa è l’opra. ¶ Del saggio
277
1797
Il Giovenco, il Leone e il Cacciatore. ¶ A rigettar
278
1797
stesso hai per costume; ¶ E sì l’ardir del
279
1797
il Leon vede appena, e il piè ritira. ¶ Ei
280
1797
prendila. ¶ Il bue divide, e fa ritorno al bosco
281
1797
Degno di lode esempio! e pur si vede ¶ Ricco
282
1797
vede ¶ Ricco l’ardir, e la modestia grama! ¶ FAVOLA
283
1797
FAVOLA II. ¶ La Vecchia e la Giovane, amanti d
284
1797
gli anni asconde; ¶ Giovine e bella è l’altra
285
1797
asconde; ¶ Giovine e bella è l’altra; uguale etate
286
1797
avea ¶ Svelti la Giovinetta, e l’altra i neri
287
1797
FAVOLA III. ¶ L’Uomo, e il Cane. ¶ UN Uomo
288
1797
L’Aquila, la Gatta, e la Scrofa selvaggia. ¶ L
289
1797
strida innalza, ¶ Da cui, e dal difforme ignoto aspetto
290
1797
Il Leone le assale, e ne fa scempio. ¶ Da
291
1797
Erami la tua schiatta, e ’l valor tuo, ¶ Sarei
292
1797
la tenuta in pregio: ¶ E chiaro vel dimostra il
293
1797
avea, ¶ Fermossi un Cervo, e la sua immagin vide
294
1797
la sua immagin vide, ¶ E le gracili gambe dileggiando
295
1797
ramose alte corna ammira, e loda, ¶ Quando de’ cacciatori
296
1797
corso ¶ I campi passa, e folta selva il cela
297
1797
folta selva il cela; ¶ E la turba de’ Cani
298
1797
morsi a dura morte è addotto. ¶ O me infelice
299
1797
addotto. ¶ O me infelice, è fama che dicesse ¶ Allor
300
1797
che lodai m’apporti, e quale aita ¶ Mi recò
301
1797
FAVOLA XIII. ¶ La Volpe e il Corvo. ¶ SI pente
302
1797
le tue membra scorgo, e nel sembiante! ¶ Se al
303
1797
sembiante! ¶ Se al resto è ugual la voce, fra
304
1797
udir, lascia la preda, e canta. ¶ L’ingannevol Volpetta
305
1797
il Corvo, ¶ Ma tardi, e si lagnò di sua
306
1797
In luogo ignoto andonne, e là si finse ¶ Medico
307
1797
là si finse ¶ Medico, e dispacciando finti Antidoti, ¶ Con
308
1797
aggrava, un bicchier chiede, e il vero ¶ Così n
309
1797
acqua un rio veleno: ¶ E premio proponendo al finto
310
1797
Il saggio re: qual è vostra follìa, ¶ Ch’a
311
1797
però non s’affretta, e al Vecchio chiede, ¶ Se
312
1797
gli risponde il Vecchio. E che m’importa, ¶ Di
313
1797
FAVOLA XVI. ¶ Il Cervo e la Pecora. ¶ IN prestito
314
1797
il Lupo ¶ Rapir, risponde, e ratto girne altrove: ¶ E
315
1797
e ratto girne altrove: ¶ E tu del pari a
316
1797
La Pecora, il Cane e il Lupo. ¶ PEna incontra
317
1797
la Pecora un pane, e a lei lo chiese
318
1797
Lupo ne la fossa; e questa ¶ De la tua
319
1797
la tua fraude, disse, è la mercede. ¶ FAVOLA XVIII
320
1797
Strida, ed urli mandando. E perchè in letto, ¶ Lo
321
1797
Cagna Partoriente. ¶ SE cortese è un malvagio, inganni adopra
322
1797
suo tugurio i pargoletti; ¶ E agevolmente l’impetrò: ma
323
1797
a’ nuovi ¶ Prieghi ricorre, e un brieve tempo chiede
324
1797
tuo valore, ¶ Me insieme, e i figli miei combatter
325
1797
famelici. ¶ FOlle consiglio, ed è di effetto privo, ¶ E
326
1797
è di effetto privo, ¶ E i mortali in ruina
327
1797
i mortali in ruina, e a morte adduce. ¶ * D
328
1797
il Cignale, il Toro e l’Asino. ¶ CHi da
329
1797
il Leon di forze, e d’anni carco, ¶ Su
330
1797
ventre con le corna, e fere, e squarcia. ¶ L
331
1797
le corna, e fere, e squarcia. ¶ L’Asin che
332
1797
FAVOLA XXII. ¶ La Donnola e l’Uomo. ¶ LA Donnola
333
1797
io l’avrei caro, ¶ E a le preghiere tue
334
1797
Cotesto benefizio invan millanti: ¶ E in così dir la
335
1797
altrui, se stesso avanza, ¶ E un vano merto a
336
1797
XXIV. ¶ La Rana crepata e il Bue. ¶ CHi dal
337
1797
fu Liberto d’Augusto, e nativo di Tracia. Come
338
1797
Come venisse a Roma, e perchè fosse posto in
339
1797
Ma Marziale lo nomina; e dopo lui Rufo Sesto
340
1797
furono esaminate dai dotti, e credute degne per la
341
1797
libricciuol; il riso move, ¶ E con saggio consiglio il
342
1797
FAVOLA I. ¶ Il Lupo e l’Agnello ¶ A un
343
1797
sete spinti, ¶ L’Agnello e ’l Lupo eran venuti
344
1797
disse. ¶ Così l’addenta, e ne fa ingiusto scempio
345
1797
La favoletta per coloro è scritta, ¶ Che con falsi
346
1797
le fazion s’uniro, ¶ E fer Signor Pisistrato. La
347
1797
Ma chi avvezzo non è, mal soffre il giogo
348
1797
grida il richieser, ch’e’ ridendo, ¶ Un picciol travicelio
349
1797
il capo, il guata; e l’altre ¶ Aduna, e
350
1797
e l’altre ¶ Aduna, e mostra il rege: arditamente
351
1797
Salgonvi sopra a gara, e dopo averlo ¶ D’ogni
352
1797
dispiacque ¶ Abbiatene un crudele. E Voi ancora ¶ Tollerate costui
353
1797
III. ¶ La Cornacchia superba e il Pavone. ¶ Per insegnarci
354
1797
Pavon cadute, ¶ S’adorna, e le Cornacchie avute a
355
1797
Essi svelgon le penne, e sì co’ rostri ¶ L
356
1797
inseguon, che mal concia, e in van gemente, ¶ Ver
357
1797
per lo fiume. ¶ BEn è ragion, che ’l suo
358
1797
Che altro Can v’è con altra carne in
359
1797
la Capra, la Pecora, e il Leone. ¶ CHi di
360
1797
la fe non serba; ¶ E ben chiaro il dimostra
361
1797
il Leon le parti, e sì soggiugne: ¶ Prendo, poichè
362
1797
la prima: l’altra ¶ È mia, perchè son forte
363
1797
pompose nozze ¶ Esopo vide, e a così dire imprese
364
1797
risponde, ei solo asciuga, ¶ E ardente sete noi meschine
365
1797
beltà di cervel, disse, è priva! ¶ * A coloro il
366
1797
se fortuna ¶ Diè gloria e onor, fu di buon
367
1797
FAVOLA VIII. ¶ Il Lupo e la Gru. ¶ SE da
368
1797
malvagi ricompensa attendi, ¶ Doppio è il tuo errore: a
369
1797
Giunge a le fauci, e con suo gran periglio
370
1797
Traesti, non se’ paga, e mercè chiedi? ¶ FAVOLA IX
371
1797
FAVOLA IX. ¶ Il Passere, e la Lepre. ¶ È Un
372
1797
Passere, e la Lepre. ¶ È Un folle avviso dar
373
1797
dileggia ¶ Un Passere: dov’è tuo lieve corso, ¶ E
374
1797
è tuo lieve corso, ¶ E come i piedi così
375
1797
tardi avesti? ¶ Parlava ancora, e lo Sparvier repente ¶ Lo
376
1797
Sparvier repente ¶ Lo afferra, e a morte in van
377
1797
tragge. ¶ Benchè di vita è sul confin la Lepre
378
1797
FAVOLA X. ¶ Il Lupo e la Volpe innanzi alla
379
1797
CH’ad un, s’è colto una fiata in
380
1797
essa lo niega. Eletta è Giudice ¶ La Scimmia, che
381
1797
Lupo, ciò che richiedi, e avrai rapito ¶ Tu Volpe
382
1797
FAVOLA XI. ¶ L’Asino e il Leone, che vanno
383
1797
Da chiunque il conosce è avuto a scherno. ¶ * Volle
384
1797
Di fronda il copre, e che con voce strana
385
1797
astuto a grave rischio è tratto, ¶ Cerca con l
386
1797
colà giunto, ¶ Se dolce, e molta sia l’acqua
387
1797
scendi, ¶ A lui risponde; è dolce essa cotanto, ¶ Che
388
1797
a l’alte corna, e un lieve salto ¶ Spicca
389
1797
salto ¶ Spicca dal pozzo, e nel pantano il lascia
390
1797
vedi: ¶ Altri fallisce appena, e tu ’l riprendi. ¶ FAVOLA
391
1797
don di ria gente è ciò che involi, ¶ Sicchè
392
1797
involi, ¶ Sicchè l’odio, e’l tuo furto a
393
1797
condanna. ¶ FAVOLA XI. ¶ Ercole e Giove. ¶ GIusto è l
394
1797
Ercole e Giove. ¶ GIusto è l’odio, che ha
395
1797
erario a vera lode è avverso. ¶ * Accolto in ciel
396
1797
Dei seco s’allegrano, ¶ E lor s’inchina; al
397
1797
altrove gli occhj volge, ¶ E tal cagione al Padre
398
1797
colui che a' tristi è amico, ¶ E con l
399
1797
a' tristi è amico, ¶ E con l’offerte ogni
400
1797
di non molto ¶ Cibo è contento, e ad esse
401
1797
molto ¶ Cibo è contento, e ad esse in mezzo
402
1797
Manca il rimanente, intorno e che vedi ciò che
403
1797
di essi non s’è potuto ricavare un senso
404
1797
di cui testè parlai: ¶ E che il loro impastò
405
1797
compiere ¶ L’intrapreso lavoro; e sonno, e vino ¶ Sì
406
1797
intrapreso lavoro; e sonno, e vino ¶ Sì l’ingombra
407
1797
i membri non discerne, ¶ E quel de l’uno
408
1797
uno applica all’altro; e quinci ¶ Un rio piacer
409
1797
FAVOLA XV. ¶ Le Capre e i Becchi. ¶ PArean sdegnarsi
410
1797
Godan ombra di gloria, e gli ornamenti, ¶ Quando il
411
1797
FAVOLA XVI. ¶ Il Piloto e i Naviganti. ¶ QUerelandosi un
412
1797
passeggier fra i fremiti, e le angoscie, ¶ Da lieve
413
1797
Da lieve aura sottratta è dal periglio; ¶ Indi i
414
1797
il giorno, ¶ Di fosco, e mesto, allor che il
415
1797
in preda; la vita è or lieta, or mesta
416
1797
si porge, ¶ Di crusca è asperso, e l’insoffribil
417
1797
Di crusca è asperso, e l’insoffribil fame ¶ A
418
1797
Con fatica li trova, e a lui li tragge
419
1797
il podice ¶ Di replicato e folto odor empiro. ¶ Vanno
420
1797
Siede il gran Padre, e la folgore scuote. ¶ Trema
421
1797
il rumor loro improvviso, ¶ E feci, e odore insiem
422
1797
loro improvviso, ¶ E feci, e odore insiem mandan dal
423
1797
il Prence ¶ Gli Ambasciatori, e agevol fia, trovarsi ¶ Pari
424
1797
l’onta la pena; e sarà questa. ¶ Tardi n
425
1797
questa. ¶ Tardi n’andrete, e vo’ che fame insegnivi
426
1797
che i primi Ambasciatori, e gli altri ¶ Aspettano, se
427
1797
FAVOLA XVIII. ¶ L’Uomo e il Serpe. ¶ TArdi si
428
1797
FAVOLA XIX. ¶ La Volpe e il Drago. ¶ TErra scavava
429
1797
sua tana ¶ La Volpe, e fatte alquante buche avea
430
1797
Ne prendi, o doni? E’ tale il mio destino
431
1797
Cielo chi a te è simile, a vita trasse
432
1797
il suon di cetta, ¶ E di flauto, tristezza, e
433
1797
E di flauto, tristezza, e angoscia arreca, ¶ Che ti
434
1797
prezzo elice il pianto; ¶ E purchè a l’arca
435
1797
spergiuri il cielo stanchi: ¶ E purchè Libitina non acquisti
436
1797
fra se raggira appresi; ¶ E se occultar lo brama
437
1797
libri, che di fama è degno, ¶ È d’Esopo
438
1797
di fama è degno, ¶ È d’Esopo. Se cosa
439
1797
fu duce, il resto è mio. ¶ Ma si prosegua
440
1797
accinge a far ritorno, e al mar s’affida
441
1797
mezzo a l’onde, e fiede, ed apre. ¶ Chi
442
1797
ch’have di prezzo, e chi il danajo ¶ De
443
1797
sommerge ¶ Il grave peso, e ciò che pur rimane
444
1797
era vicina, ¶ Cittade antica, e là drizzan suoi passi
445
1797
in esso ¶ S’avviene, e appena il suo parlar
446
1797
a se lo tragge, ¶ E vesti, e soldo, e
447
1797
lo tragge, ¶ E vesti, e soldo, e servi a
448
1797
E vesti, e soldo, e servi a lui destina
449
1797
s’incontrò il Poeta, ¶ E meco, disse, ecco se
450
1797
cui gran cose attendo, e nulla io veggio. ¶ FAVOLA
451
1797
FAVOLA XXIII. ¶ La Formica e la Mosca. ¶ FRa la
452
1797
la Mosca era insorta, e la Formica, ¶ Chi di
453
1797
a’ Regi ¶ Se m’è a grado, m’assido
454
1797
a grado, m’assido; e su i bei labbri
455
1797
Dei ¶ Reca gloria, egli è ver; purchè ne sia
456
1797
le matrone i baci, e i re millanti? ¶ Quando
457
1797
adduce; nulla io soffro, e ricca casa ¶ Di sicuro
458
1797
finte lodi ¶ S’arrogan, e coloro a cui virtude
459
1797
anzi, ¶ Stabilì il prezzo, e in loco ermo sen
460
1797
Da’ Poeti, licenza prende, e i due ¶ Figli di
461
1797
S’approvò l’opra, e un terzo ¶ De la
462
1797
parta, ¶ Poichè i congiunti, (e te a’ congiunti ascrivo
463
1797
pure invito. ¶ Benchè deluso, e l’onta alto il
464
1797
in tutto avverso, ¶ Promette, e a l’ora destinata
465
1797
incontinente; ¶ Giovargli assai, ch’e’ non frapponga indugio, ¶ Sì
466
1797
MOlto ancor mi rimane, e ad arte il lascio
467
1797
ad un, cui molte ¶ E varie ingombran cure, io
468
1797
a caso ad altri è in grado, ¶ Cotai studj
469
1797
brevitade ¶ Promettesti, io richieggo, e quel che in voce
470
1797
si fa morte vicina, ¶ E quando mi prolunghi i
471
1797
pria fur d’altri, ¶ E passeran con simil giro
472
1797
che il giusto ammette ¶ E allegrezza mi arrechi tua
473
1797
prescritto io mi dilungo. ¶ È pur difficil, che colui
474
1797
che colui, cui nota ¶ È sua innocenza, rattener si
475
1797
Tu mi chiedi, qual è? dirallo il tempo. ¶ Lessi
476
1797
un uom di volgo è di periglio. ¶ Fissa ia
477
1797
di molte autore: ¶ Nuovo è il racconto, è la
478
1797
Nuovo è il racconto, è la materia antica. ¶ Se
479
1797
meco erede, ¶ Le legga, e quanto a lui piace
480
1797
Le mie baje frammetta, e degno m’abbia ¶ Di
481
1797
incominci. ¶ FAVOLA I. ¶ Demetrio, e Menandro. ¶ USurpato d’Atene
482
1797
Demetrio Falerèo. A gara, e in folla, ¶ Come costume
483
1797
gli aggrava, imprimon baci. ¶ E’ quegli ancor, cui nulla
484
1797
ancor, cui nulla oprare è cura, ¶ Perchè ad essi
485
1797
mancar non sia dannoso, ¶ E quasi a forza addotti
486
1797
il di cui volto è ignoto al Duce, ¶ Che
487
1797
opre, ¶ S’unìo: sciolta è la veste: ondeggia il
488
1797
passo; ¶ Molle d’unguenti è il crine. Il vede
489
1797
Il vede appena: ¶ Chi è quel bagascion, dice, che
490
1797
che ardisce ¶ Farmisi innanzi? È lo scrittor Menandro, ¶ Rispondono
491
1797
FAVOLA II. ¶ I Viandanti, e il Ladro. ¶ FAcean viaggio
492
1797
Lo afferra il prode, e forza a forza opposta
493
1797
altro appena, ¶ Che accorre, e spada impugna; e via
494
1797
accorre, e spada impugna; e via gittata ¶ La Penola
495
1797
il braccio rattenea, ¶ Ove è il ribaldo? (dice:) mostrerogli
496
1797
Or tue folli minacce, e il ferro ascondi, ¶ Se
497
1797
se prospera sorte arride, è forte; ¶ Finchè pende dubbiosa
498
1797
forte; ¶ Finchè pende dubbiosa, è fuggitivo. ¶ FAVOLA III. ¶ Un
499
1797
FAVOLA III. ¶ Un Calvo, e la Mosca. ¶ UN Calvo
500
1797
fia teco, che danno e beffe incontri? ¶ Meco in