Olindo Guerrini, Preludio, 1890

Quando, egregie signore e signori, quando l'autore

alla prefazione - all'uomo - e lo creò ultimo, a

ultimo, a propria imagine e somiglianza. Ma il pubblico

il pubblico, che non è iniziato ai misteri della

della tecnica d'arte, e ignora, per fortuna sua

stessa successione di tempi e di idee in cui

abbia cominciato dal principio e finito colla fine; e

e finito colla fine; e che la prefazione o

cronologico, ad esser composti. ¶ E il buon pubblico erra

Sembra un paradosso, ma è un fatto di tutti

la teoria del credito è fondata appunto su questa

dell'amore! L'uomo è un essere perfettamente illogico

Nel caso nostro poi è legge di natura, fatale

espone il metodo seguito e passa in rassegna le

che tutti i colleghi e predecessori ebbero sempre torto

la loro fedina criminale e il loro stato di

loro stato di famiglia, e dopo di averli spesso

quel che voleva fare e di quel che gli

di quel che gli è riuscito di fare. Se

la trasforma in altare e vi erige sopra un

sè medesimo la mirra e l'incenso, e fa

mirra e l'incenso, e fa la ruota in

in faccia agli ammiratori e tempera le saette per

si fabbrica il tempio e gratifica sè stesso dei

stesso dei più puri e più grati incensi della

fu trovata questa meravigliosa e matta arte dello scrivere

fa per l'ultima. ¶ E se non bastassero le

per lo più non è loro avaro di applausi

incoraggiamento in principio, quanto è prodigo poi di energici

motivi principali nel preludio? È dunque provato che l

che cioè la prefazione è una instituzione antichissima. ¶ È

è una instituzione antichissima. ¶ È chiaro infatti che, le

avuto le stesse passioni e sofferti gli stessi bisogni

alle relazioni col pubblico, e non al contenuto delle

sè, della sua opera e di propiziarsi il lettore

all'effetto contrario, perchè è vero quel che dice

Pascal che l'io è odioso. ¶ Il costume latino

o di un arazzo, e avrete visto che una

che una buona metà è spesa a ricordarvi le

i vasi degli Etruschi, e le tele di Aracne

che vi stima ignoranti e v'insegna, bontà sua

Jubal inventò la musica e Tubalcain la metallurgia. Gli

la metallurgia. Gli atti e le memorie delle Accademie

studio assiduo delle pentole e dei pentolini storici e

e dei pentolini storici e preistorici, primeggiano specialmente in

comodo genere di pedanteria. È incredibile come l'uso

i nostri lontani progenitori e come fosse grande la

agli atti accademici; ma è più incredibile ancora l

incredibile ancora l'estensione e la profondità che ha

ceramica, da certi segni e da certe graffiature sanno

cosa una storia completa e un profluvio di erudizione

al morbo della prefazione. È sempre un preambolo che

crassa ignoranza del lettore e non alla sua supposta

esser meno buono italiano e meno felice proemiatore, dovrei

il supplizio della storia e della preistoria della prefazione

della prefazione. Ma tanta è la cortesia che mi

che mi avete dimostrato, e per la quale vi

obbligo di essere umano e vi risparmio la solita

secoli, la solita Bibbia e i Fenici e gli

Bibbia e i Fenici e gli Egizi. ¶ Non posso

meglio proporzionati del corpo e dell'intelletto che fossero

buon gusto fiorì tanto e così felicemente sul fortunato

indusse ad esser breve, e gli scrittori che erano

scrisse in questi libri e le pubblicò, perchè le

progresso di tempo dimenticate, e le azioni preclare e

e le azioni preclare e mirabili, così dei Greci

defraudate della debita lode.» E nient'altro! Nell'originale

cosa, guastarono questa aurea e santa semplicità greca, e

e santa semplicità greca, e la prefazione di Tito

per quanto bella, non è più così breve. A

non ebbe più riparo e si giunse a tanto

il demone della prefazione, e c'è chi sostiene

della prefazione, e c'è chi sostiene che i

della congiura di Catilina e della guerra di Giugurta

fronte al libro. Tanto e così esecrabile fu l

irritato, nauseato, si ribellò, e ai tempi di Plinio

la ribellione del pubblico e la sua avversione ai

in qua, seguitò vivacissima e per 18 secoli non ha

secoli non ha smesso e spero che non smetterà

smetterà così presto. C'è una guerra, ora sorda

rumorosa tra gli autori e i lettori. I primi

di parlar di sè e dell'opera propria, gli

vogliono sapere, hanno fretta e stimano perduto il tempo

i piattini dell'antipasto e si butta ai piatti

entra subito in materia. E gli autori sono tanto

crede di trovarlo buono e si ha fretta di

ha fretta di leggerlo. E che quando si fa

teneva le prefazioni bell'e fatte e lo confessava

prefazioni bell'e fatte e lo confessava senza arrossire

ma Catilina in Senato, e non si trattava più

enorme poema che non è altro che una prefazione

i precetti dell'oratoria e curasse che la parrucca

Si faceva sul serio, e saltò a pie' pari

pie' pari nell'argomento e cominciò ex abrupto col

fece perdere la testa e spettava proprio a lui

Vuol conoscere il libro e non l'autore. Questi

gli strizza l'occhio e gli dice: guardami come

lettore vuole il libro e non le smorfie: non

le prime pagine serenamente e comincia il libro. L

schivare l'orribil colpo e punire degnamente lo scellerato

della lotta sono varie e la fortuna alterna. Oggi

narrano anticipatamente la commedia e le lodi di chi

dalla fossa, così sfiaccolato e bastonato che non c

bastonato che non c'è bisogno d'esser Profeti

sotto forma di sinfonia, e tende a vivere di

vivere di vita propria e non parassitaria. Così abbiamo

abbiamo opere senza preludio e sinfonie senza opera, come

della decadenza della prefazione e dell'abominio in che

dell'abominio in che è tenuta dal pubblico. ¶ Ma

alle cantonate dei librai e scuoiano senza pietà il

dell'editore. Non v'è furberia che non sia

stata adoperata, non v'è lacciuolo che non sia

vecchia. Altri più basso e più tardi, trovò la

sacri sentimenti di pietà e di compianto pur di

Quando il lettore c'è caduto una volta, inferocisce

caduto una volta, inferocisce, e vede dappertutto il fantasma

salvate dalla fiera ecatombe, e si sono salvate perchè

Il prologo del Decamerone è il racconto della peste

assolutamente senza il libro e non sono prefazioni che

sono involte nell'odio e nella maledizione, e il

odio e nella maledizione, e il lettore che si

fugge coll'anima guasta e il fegato avvelenato, e

e il fegato avvelenato, e non ha abbastanza vituperi

ha abbastanza vituperi, oltraggi e anatemi pel nemico che

nemico che lo tribola e lo caccia, il fratricida

Ma se gli odii e le vendette fra le

quando la prefazione incarnata e fatta uomo, spinge la

di persone ben educate e gentili quanto si voglia

martirio di un preambolo? È il mio caso. Io

del male che fa e dell'avversione che desta

fatta prima dell'opera e non dopo. Io sono

amore prima del matrimonio è una prefazione troppo corta

un libro troppo lungo, e pensai di esser breve

contentandomi di augurarvelo felice e ricco di numerosa prole

letture in questa gentile e gloriosa Firenze, destinata, senza

questo genere d'arte e di coltura. Pur troppo

mentre nei paesi nordici, e specialmente anglosassoni, la lettura

specialmente anglosassoni, la lettura e la conferenza ebbero ed

hanno una vita vivace e lodata. Di chi la

di tutti; dei lettori e del pubblico. I primi

troppo inamidati, troppo accademici, e il pubblico troppo esigente

arte deve ancor fiorire e fruttificare tra noi, e

e fruttificare tra noi, e senza dubbio la palestra

amare questi ludi minervali, e la prova sarà vinta

sarà vinta. Poichè, non è già che le razze

forza di resistenza fisica e morale, da sopportare letture

non possono tollerare. Non è che gli uomini del

ragionevole ginnastica del corpo e della mente, ne traggono

traggono muscoli più rigidi e nervi più tesi contro

tesi contro l'urto e lo sforzo della seccatura

No, poichè non v'è possa umana capace di

di resistere a tanto, e ve ne accorgete pensando

protestanti hanno sostituito sermoni e conferenze alle nostre prediche

in disparte l'enfasi e la gonfiezza che dal

più al fare piano e persuasivo delle lezioni e

e persuasivo delle lezioni e delle letture laiche, educando

questo genere d'arte e guidandoli a gustarlo ed

compiacersene. Così i lettori e gli ascoltatori, anche per

sono raffinati ed educati, e tra loro vibra spesso

corrente di simpatia che è indispensabile perchè una lettura

male. Infatti una conferenza è una grande gabbia, dove

a guatarsi, a scodinzolare e ad annusarsi. Se c

ad annusarsi. Se c'è la corrente di simpatia

la simpatia non c'è, accade la baruffa e

è, accade la baruffa e uno dei duellanti è

e uno dei duellanti è inevitabilmente accoppato. Così se

stabilisce tra il conferenziere e gli ascoltatori; o il

peggio, chi muore veramente e di mala morte, è

e di mala morte, è l'instituzione. Il giusto

lettori ed il pubblico è diventata quasi abituale, purtroppo

che in Italia non è frequente. E la ragione

Italia non è frequente. E la ragione è facile

frequente. E la ragione è facile. Le conferenze sono

mediocre le ammazza subito, è finchè le signore non

desiderano, l'ambiente sociale e morale sarà sempre freddissimo

d'ora di raccoglimento. E se qualche lettore non

la contenta, generalizza troppo e si sdegna colla instituzione

instituzione intera, la sfugge e colla sua assenza la

questi convegni, quanto calore e luce e vita diano

quanto calore e luce e vita diano a tutte

umane il loro aspetto e la benevolenza loro, come

un'opera bella, utile e veramente degna della fine

opera intrapresa, colle simpatie e colla lieta presenza dell

Se in Italia poi è città alcuna più degna

vita a simili imprese e dove più fausti sorridano

gli auspici, senza dubbio è questa - la cara e

è questa - la cara e gentilissima Firenze - dove le

conferenze sembrano esser nate, e dove certo per lunghi

evo cominciò a diradare, e gli uomini, che tornavano

fiorentini, fuggendo la morìa e lo spavento, tre giovani

lo spavento, tre giovani e sette fanciulle cominciarono il

stato. Infatti, che altro è il Decamerone se non

ecco rinascere la conferenza, e il Ficino negli Orti

ai fratelli in Platone e cercare affannosamente le prove

già sotto i platani e gli olivi di Acadèmo

gli olivi di Acadèmo. E rifiorirono le beltà dell

il genio, la gloria e talvolta anche i vizi

periodo della scienza che è fatta di disillusioni e

è fatta di disillusioni e di scetticismo. Già il

Deche negli Orti neoplatonici e cercava, non più le

il segreto dei fatti e delle coscienze contemporanee. Il

freddo vero, rimane immobile e terribile sulle ruine degli

sulle ruine degli ideali e dei sogni caduti. Agli

severi studii della realtà e della esperienza, e in

realtà e della esperienza, e in questo radioso e

e in questo radioso e divino sole di Toscana

di Toscana, Galileo trova e numera le macchie. L

ci sono più entusiasmi e tutta una generazione di

pedante, pur tuttavia verde e vitale. Persino gli ultimi

vitale. Persino gli ultimi e più cinerei tempi della

i tempi furono maturi e compiuti. ¶ Ed ora, rinnovata

nella vita sociale, politica e letteraria, ecco di nuovo

forma di lettura, ringiovanita e rinnovata, si ripresenta ai

delle gloriose loro tradizioni. E così, uscita dal pelago

volge all'acqua perigliosa e guata il passato e

e guata il passato e si propone di dipingervi

del Papato, della lingua e dell'arte. Eccola, sotto

il farle accoglienze oneste e liete ed assicurarle vita

signore, chiedendo la benevolenza e l'amor vostro che

che benevolmente mi accolsero e festeggiarono, mi è forza

accolsero e festeggiarono, mi è forza però far noto

cercheranno qualche cosa qui, e non la troveranno. O