Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici
«L'Asino» fu, in assoluto, una delle più notevoli pubblicazioni satiriche italiane. Solo una parte di esso, tuttavia, e neppure la più significativa, venne pubblicata a Milano, dal momento che il giornale nacque a Roma nel 1892 e continuò ad uscire nella capitale fino all'ottobre 1921. Dopo una breve sospensione di circa due mesi, esso uscì di nuovo a Milano, nel dicembre 1921, come organo semiufficiale del partito socialista e con un articolo che tracciava sommariamente la storia del giornale, facendo soprattutto un'autocritica dei propri aspetti più discutibili.
Negli anni compresi fra il 1892 e il 1901 «L'Asino» ricordò di aver distribuito largamente "calci", "morsi" e "ragli" in nome della giustizia e dell'egualitarismo. Successivamente, però, il giornale riconobbe di essersi dedicato alla satira del clero con una tale acredine lasciva da onnubilare l'originaria schiettezza.
Abbandonai il fatto sociale. Fui letto dai giovanetti erotici, dai vecchi viziosi. Servii di eccitamento masturbatore. Non fui più istrumento di difesa e di offesa di un diritto, di un interesse, di un aspirazione. Lo spirito pornografico mi aveva tolto ogni slancio ribelle. Gli agi della beata vita grassa, della sensualità soddisfatta avevano affievolito il mio calcio e spento il mio raglio rivendicatore.
Anima del giornale furono, fin dai primi anni, il giornalista Guido Podrecca e l'illustratore Gabriele Galantara (Ratalanga), che si distingueva per le vignette dal tratto studiatamente eccessivo. Il sodalizio fra i due s'incrinò, tuttavia, a partire dall'impresa libica per trasformarsi col tempo in una vera e propria rottura. Quando «L'Asino» tornava a nascere nel capoluogo lombardo, infatti, in nome di una sobria combattività socialista, solo Galantara era tornato a dirigere la pubblicazione, mentre Podrecca era passato alla sponda fascista.
Nel periodo milanese, che ospitò anche la collaborazione di Giuseppe Scalarini, il giornale subì la sorte di molte altre pubblicazioni antifasciste di quel periodo, subendo malversazioni e sequestri, fino alla chiusura definitiva nel settembre del 1925.