Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici
Lo scopo di questo giornaletto, assai curato nella veste tipografica, era quello di mantenere viva la secolare tradizione della poesia "in istile bernesco", arguta e dissacratoria. Le pregiudiziali garanzie di costumatezza, tuttavia, gli impedirono di aderire liberamente allo spirito del poeta che aveva messo alla berlina il papa Adriano VI, come dimostra questa quartina più bacchettona che bernesca, dedicata a un poeta verista:
Perché, poeta, il tuo fecondo ingegno
Vai logorando nel cantar sozzure,
Che sì facili son quanto più impure,
E spregi altro subietto onesto e degno?
Nondimeno "Passatempi, chiacchiere, capricci, ghiribizzi, grilli, paradossi, favole, novelle, racconti, dialoghi, [...] bizzarrie, fantasticherie, [...] epigrammi, freddure, arguzie, aneddoti" furono mobilitati senza economia per strappare al lettore il proprio sorriso. Immancabile, come in moltissimi giornali umoristici di questo periodo, la parodia manzoniana del Cinque maggio, qui storpiata perfino nel titolo: Alle cinque... mangio! (echi gastronomici del Natale).
Tutt'ei provò. Un'anitra
un'ala di cappone,
la gelatina, il carpio,
la trota, il sabaione,
e quanti uccelli volano
dall'uno all'altro mar. [...]
E dalle stanche ceneri
del focolar deserto,
destata alfin un'ultima
scintilla, il cuoco esperto,
fece il caffè e una chichera
accanto a me, posò.
Le illustrazioni del «Berni» furono senz'altro fra le migliori che sia dato incontrare nella stampa umoristica coeva, nonostante - caso più unico che raro - fossero incise in legno. La tecnica xilografica, per la laboriosità dell'esecuzione, mal si presta infatti ad essere impiegata a scopi caricaturali, ma in questo caso lo fu, e con risultati ottimi. Merita di essere ricordata, per esempio, la rubrica Arte umoristica, nella quale la vena surreale degli illustratori (per quanto l'epoca permettesse) si manifestò col massimo garbo. Sottoposero la propria matita al bulino dell'incisore Vespasiano Bignami, G. Campi, Quinto Cenni, G. Crespi, Luca Pomari, V. Monti, F. Zennaro e altri. I testi dei cimenti berneschi furono invece, fra l'altro, di Angelica Maria Adamoli, Cletto Arrighi, Batacchio, Don Bartolo, Gustavo Frasca, Stefano Gicci, Carlo Guici, Ernesto Mottino, Stanislao Prato, G. Renieri, Leopoldo Vineis.