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Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici

199. IL GIORNALE DEL SOLDATO
Dal 1° novembre 1925 (a. XXVII, n. 44): IL GIORNALE DEL SOLDATO DI TERRA - DEL MARE -DEL CIELO.
luogo
Milano.
durata
5 novembre 1899 (a. I, n. 1) - 15 dicembre 1939 (a. 41, n. 35).
periodicità
Settimanale.
direttore
Capitano Giuseppe Lo Monaco-Aprile; poi: tenente colonnello; poi: colonnello; poi: brigadiere generale; poi: generale di brigata; poi: direttore responsabile; poi: generale.
gerente
Enrico Pietro Barni; poi: nessuno; poi: Giuseppe Lo Monaco-Aprile.
stampatore
Milano, Tipografia Capriolo e Massimino; poi: Società Lito-tipografica Lombarda di Bollini & Colombo; poi: Stabilimento tipografico Concordia; poi: Stabilimento tipografico Enrico Reggiani; poi: Sesto San Giovanni, Tipografia società editrice milanese; poi: Milano, Stabilimento tipografico Enrico Reggiani; poi: Unione tipografica; poi: Stabilimento grafico Reggiani; poi: Società tipografica italiana grandi edizioni STIGE.
pagine
Da 4 a 12.
formato
Da 29x22 cm a 60x42 cm.
prezzo
Da 5 centesimi a 30 centesimi.
abbonamento
Da 3 lire a 15 lire.

Il «Giornale del soldato» nacque nel 1899 "con un programma ispirato ai più caldi sensi di amor patrio, col proposito di bandire dall'animo dei giovani i germi letali del sovversivismo" e proseguì con questi intendimenti di edificazione e di propaganda per oltre quarant'anni, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Esso non meriterebbe di comparire in questa raccolta se durante gli anni della mobilitazione bellica e anche oltre, almeno fino al 1925, non avesse subito una sensibile metamorfosi che da sbiadito bollettino delle regie caserme lo trasformò in un mordace foglio umoristico. Nonostante tale conversione, come si può immaginare, la fedeltà agli impegni propagandistici non venne mai meno; essa acquistò piuttosto una tinta ora scherzosa ed ora sarcastica, atta sicuramente a tenere alto il morale in tempo di guerra, con inesauribili sberleffi al Tedesco, ma a salvaguardare anche da temibili tentazioni in tempo di pace, grazie ad altrettanto inesauribili boccacce al Bolscevico.
Il risultato di questa scelta fu una curiosa combinazione di obbedienza e ilarità, per cui non era difficile incontrare sulle pagine del giornale grevi motti del tipo "La virtù del soldato dove sta? Nell'obbedienza e nella fedeltà" affiancati a più digeribili ottonali quali:

Metallurgico è una cosa
che nel nostro bel paese
fa uno sciopero ogni mese
per amore del metal.


La caserma e la politica (ovvero la martellante propaganda antibolscevica) erano i temi preferiti dal «Giornale del soldato» che li trattava con una ricchezza davvero non comune, grazie anche al ricorso massiccio a vignette e illustrazioni di grande efficacia. Particolarmente gradevole, per esempio, fu la serie scritta e disegnata da Antonio Rubino sui segnali della caserma:

La caserma è un orologio
superiore ad ogni elogio.
Tutta quanta la giornata
vien divisa e regolata

da un plotone di segnali,
trombettieri originali.
In sul nascer del mattino
con veloci allegre note

il soldato Svegliarino
dei più pigri il sonno scuote.
Al sentir quel suon di festa
anche il sole si ridesta. [...]

Quando l'ombra della sera
si fa nera, si fa nera,
Il Silenzio sopra il tetto
del quartiere dice: a letto!

Con un'aria blanda blanda
Sembra dire: in branda! in branda!
Quando poi tutti son giù,
tace e nulla dice più.

La caserma è un orologio
superiore ad ogni elogio:
splenda il sole o il buio incomba
si fa tutto a suon di tromba.


Le illustrazioni, tutte di buona e talvolta di eccellente fattura, erano firmate da Bergerac, C. Bisi, Gulifan, S. Longo, Antonio Rubino, C. Santini, Filiberto Scarpelli, Yambo. Più difficile risalire agli autori dei testi; sicuramente si possono fare i nomi di Innocenzo Cappa, Michele Saponaro e soprattutto Nicola Taroni (capitan Mitraglia) che per molti anni firmò una sorta di "terza pagina" in versi, nella quale commentava il fatto del momento; nell'esempio che segue, il Futurismo:

Versi liberi senza poesia,
pittura nuova senza fondamento,
musica da suonar senza strumento
o, almeno, senza leggi d'armonia,
son cose vecchie, ormai: perché, sicuro,
può diventar passato anche il futuro. [...]

È futurista il rivoluzionario
che rinnega il passato a suo talento
e rimanda il fatidico momento
sempre più innanzi, fuor del calendario!
Qual futurismo ancor si può bandire
più futuro del sol dell'avvenire?


Fra il 5 gennaio 1919 e il 4 luglio 1920 uscì una edizione del «Giornale del soldato» diretta al pubblico civile: «II Giornale di tutti». La differenza fra le due testate stava unicamente nel sistema di diffusione: abbonamento nel primo caso, vendita in edicola nel secondo. Al «Giornale di tutti» fece seguito il «Caro lei!..», dal 4 luglio 1920 fino al 20-27 febbraio 1921. Anche in questa circostanza le differenze riguardavano unicamente la diffusione, sebbene vada segnalato che, per qualche settimana, il «Caro lei!..» uscì con articoli e vignette proprie.

raccolte
Biblioteca nazionale centrale - Firenze. Biblioteca nazionale Braidense - Milano.