Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici
Una strenua difesa del vitalismo sportivo, fatto soprattutto di vigore e di sudore, era il preciso intento di questo giornale. Gli argomenti via via toccati, però, furono ben più numerosi di quelli dichiarati nel programma, come dimostra assai bene la lunga retrospettiva in versi pubblicata al chiudersi del 1922 (25 dicembre):
E poi passiamo ai meriti diretti.
Il nostro che tra sette giornaletti
provinciali, che s'azzuffano a vicenda,
non bada a chi le dia e a chi le prenda
ma picchia sulla groppa a tutti quanti,
imparzialmente, sia pur con i guanti,
ha col Guerino in testa e col Travaso
e con cent'altri in coda persuaso
il Paese a pigliarsi allegramente
Pipismo, Socialismo intransigente,
Nittismo, Terzinternazionalismo,
dis-Factismo, Mass... animalismo.
Liberali pantofole ed ombrello
e Fascisti con purga e manganello.
Ferrovie che bruciano l'Erario
al posto del carbone ma l'Orario
non sanno cosa sia. Ferrovieri
spiombatori di vagoni. Forestieri
che calano a rubare indisturbati.
Guardie Regie che ruban. Peculati
e peggio d'ufficiali di Finanza.
Telefoni e Telegrafi in sfacelo.
Toscani pieni di stracci o bruno pelo.
Tassine, tasse, imposte, sopratasse
e sovrimposte e addizionali e casse
dei Regi uffici bollo svaligiate
e false banconote fabbricate
meglio di quelle buone. E accoppiamenti
misteriosi negli scompartimenti
dei diretti. E paesi devastati
dagli scoppi e non più rifabbricati
e onesti in gabbia e farabutti a spasso
e «matchs» di fottiball tra il «Como» e il «Chiasso»
e tutte le delizie che lo Stato
largisce al nostro popol rassegnato.
Regolarmente e ampiamente discussi nella rubrica La vita del Como FBC, gli argomenti sportivi, in realtà, erano affiancati da molti altri spunti umoristici, al punto che, paradossalmente, la cronaca sportiva era la cosa più seria di tutto giornale (se si escludono le copiose caricature di personaggi legati al mondo dello sport), mentre le cose spiritose stavano tutte negli argomenti accessori. Bisogna ricordare, per esempio, le gustose divagazioni sui paradossi della teoria relativistica (8 agosto 1922); oppure la feroce satira di un ottuso commissario della censura il quale, partendo dal sequestro di una scollacciata copertina di un libro di D'Annunzio, finisce poi, in un crescendo inarrestabile, per sequestrare addirittura la Bibbia (17 marzo 1923).
Le caricature erano firmate G. Ajroldi, Manlio, Pepin, Saib; i testi, perlopiù anonimi, recavano gli pseudonimi di Arambo, Frico, Sileno.