Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici
Il «Bortolì» aveva questo sintetico programma: "Unicuique suum; niente personalità; vita privata vita murata, e un po' di buon umore, se ci riesce". Benché alieno da astiosità, fu un giornale satirico di intonazione democratica e anticlericale, come dimostra questa "preghiera" serale di certo don Alessio (29 maggio 1909):
II danar sia benedetto
ch'ammassai nella giornata;
Or tranquillo vado a letto
dopo averti ancor baciata. (1)
In quest'ora di riposo
io di tutto son geloso.
Dico al ventre: tira via
la bollente anima mia.
Mentre suona lentamente
la campana della sera
penso al dolce mio far niente
che, vivendo, noi s'impera.
A quel suono il mondo tace
nel silenzio della pace
a domani in sacristia
ti rallegra o pancia mia!
Salve, o Mondo, tu sei pieno
di credenze a noi meschini,
che serbiamo qui nel seno
lieto ardor di far quattrini.
Noi, con tanto di sottana
confondiam la razza umana.
Stiamo in gaia compagnia,
tutti i santi e così sia!
(1) La Perpetua s'intende.
Polemizzò con l'altro giornale umoristico bergamasco, «Giopì» (n. 196), dal quale si era scisso, sottraendo collaboratori quali Teodoro Piazzoni e Benvenuto Trezzini.
L'orizzonte del giornale, come per molta stampa di provincia, era quasi totalmente cittadino; a tale norma non si sottraeva neppure la parte illustrativa che era costituita esclusivamente da pupazzetti caricaturali di personaggi bergamaschi.