Bibliografia dei giornali lombardi satirici e umoristici
Giornale democratico più incline allo sdegno che allo spirito. Dopo circa sette mesi di pubblicazioni e una interruzione durata quattro mesi dichiarò apertamente la propria sfiducia nell'umorismo e si designò esplicitamente "politico". Di fronte all'"agonia della libertà, della giustizia, d'ogni principio economico" dichiarava, occorrono "parole roventi" e non brevi storie, barzellette, poesie e piccole vignette incise in legno nelle quali, del resto, non aveva mai dato grandi prove di spirito.
Dell'invilita un di plebe brutale
La camorra mestiere era soltanto:
Freddamente giuocava di pugnale,
Spargendo duolo e pianto.
Crescendo Civiltà, civilizzossi.
La camorra pur anche, e calzò guanti
Gialli, camminò in occhio ed addobbossi
Con porporati manti. [...]
Questa è l'età di prosperi destini
Pell'ignorante, il ladro ed il lenone,
E in cui all'uom l'arte di far quattrini
Cresce riputazione. [...]
Abbasso quindi il senno e la morale
E dove v'han quattrini ognor si corra!...
Illusione è l'onor, cosa è reale
Soltanto la camorra!...
Un cenno a parte merita la commemorazione in versi della morte di Alessandro Manzoni (15 giugno 1873). Infinite volte la stampa umoristica si era impossessata delle odi manzoniane per stravolgerle a fini satirici. Non fu questo il caso del «Diavolo zoppo» che non rinunciò tuttavia, per la penna di A. Camurri, ad una parafrasi manzoniana su Manzoni stesso:
Ei non è più! Qual fulmine,
l'aspra novella, uscita,
Corse sui vanni rapidi
Nunzia d'infausta vita;
Tacque ciascuno, e, immemore
Di tutto, a Lui pensò. [...]
Io pur commosso, attonito,
Vinto d'immenso duolo,
Vidi la sua grand'anima
Al ciel disciolto il volo
Lasciando a noi la gelida
Spoglia che lo vestì.