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Libro IV ¶ Argomento ¶ Narra Argeo che fortuna ebbe rubella

sol già posta». ¶ D’Argeo Costante le parole intese

con gioconda ¶ faccia ad Argeo rivolto «O signor mio

ogni indugio aggrave. ¶ Dunque Argeo, che i suoi re

sol ciascuno intento, ¶ narrava Argeo de la sua donna

finge, ¶ con Seren, con Argeo talor ragiona, ¶ talor con

d’ogni altro era Argeo languido e smorto; ¶ quel

sostegno, ¶ e confortar volendo Argeo, nel core ¶ sentiasi aver

d’intorno». ¶ Rispose allora Argeo: «Sappi, o signore, ¶ che

in me tenute, disse: ¶ - Argeo, non posso far, sendo

te sempre, o caro Argeo, seguita -, ¶ e così detto

giunto, ¶ mandò a Zenobia Argeo correndo un messo, ¶ come

e perché al fido Argeo non sia nascosto ¶ l

in un momento, ¶ deliberossi Argeo d’accompagnarlo; ¶ così Vittoria

solo avean Ieron liberto; ¶ Argeo supplì fino a Palmira

dissegno: ¶ corse a Zenobia Argeo d’ogni altro inante

Comagene ¶ portava il fido Argeo pien di cordoglio. ¶ Un

scontraro. ¶ De l’essercito Argeo la terza parte ¶ per

Diomede, e coi fratelli Argeo, ¶ Phasi, Acheloo, Thermodoonte, Eveno