Alessandro Manzoni, Adelchi, 1822

Santa Giulia, in Brescia: Ansberga, o Anselperga, figlia di

ERMENGARDA, figlia di Desiderio ¶ ANSBERGA, figlia di Desiderio, badessa

sostenuta da due DONZELLE, ANSBERGA ¶ ERMENGARDA ¶ Qui sotto il

Dio sacrata madre, ¶ Pietosa Ansberga! ¶ (le porge la mano

le Donzelle si ritirano: Ansberga siede) ¶ - Di tue cure

Ei qui mi tenga? ¶ ANSBERGA ¶ Cara infelice, non temer

mente suprema. Al padre, Ansberga, ¶ Ed al fratel, quando

mia gente nemico approssimarsi... ¶ ANSBERGA ¶ Carlo! ¶ ERMENGARDA ¶ Tu l

gli perdono. - Lo farai? ¶ ANSBERGA ¶ L'estreme ¶ Parole mie

Dee la morte attestarlo. ¶ ANSBERGA ¶ Oh! da te lunge

ERMENGARDA ¶ Che mi proponi, Ansberga? ¶ Ch'io mentisca al

d'altri io sono. ¶ ANSBERGA ¶ Oh mai ¶ Stata nol

tomba real? - Gli estinti, Ansberga, ¶ Talor de' vivi son

son più forti assai. ¶ ANSBERGA ¶ Oh! nol farà. ¶ ERMENGARDA

lo fece, il torto? ¶ ANSBERGA ¶ No, sventurata, ei nol

Come? perché nol puote? ¶ ANSBERGA ¶ O mia diletta, ¶ Non

questo dubbio non mandarmi. ¶ ANSBERGA ¶ Oh! l'empio ¶ il

delitto consumò. ¶ ERMENGARDA ¶ Prosegui! ¶ ANSBERGA ¶ Scaccialo al tutto dal

Ecco le luci ¶ Apre. ¶ ANSBERGA ¶ Oh che sguardo! Ciel

la mano al re? ¶ ANSBERGA ¶ Svegliati: oh Dio! ¶ Non

sue braccia!... io muoio!... ¶ ANSBERGA ¶ Oh! mi farai ¶ Teco

getta nell'obblio. ¶ (ricade) ¶ ANSBERGA ¶ Tranquilla ¶ Ella moria! ¶ ERMENGARDA

rampognasse! ¶ (ricade in letargo) ¶ ANSBERGA ¶ O Donna ¶ Del ciel

man più non trabalza. ¶ ANSBERGA ¶ O suora! ¶ Ermengarda! Ermengarda

Oh! Chi mi chiama? ¶ ANSBERGA ¶ Guardami; io sono Ansberga

ANSBERGA ¶ Guardami; io sono Ansberga: a te d'intorno

sogno ¶ Io mi risveglio. ¶ ANSBERGA ¶ Misera! travaglio ¶ Più che