Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

ultimo Oriente, ¶ il fier Batù, di Gengiscan nipote, ¶ impetuoso

ritornar voglio ¶ ed a Batù, che al cavalier d

gli nascose. ¶ Piacque a Batù del cavaliero errante ¶ il

il guardo fisse. ¶ Vide Batù la passion novella ¶ di

in riva al Volga ¶ Batù trovò con moltitudin strania

Papa un lungo breve. ¶ Batù si degna di guardarlo

ma un diavolo. ¶ Ma Batù, con ischerno diabolico, ¶ ridea

gestisce come un energumeno. ¶ Batù, che del buon frate

del roman nunzio apostolico. ¶ Batù richiese se regali avea

malgrado qualunque rimostranza, ¶ volle Batù che il pontificio messo

una staffetta ¶ ed a Batù, con affannata lena, ¶ «Signor

Gengiscan fìglio primiero, ¶ di Batù genitor, più non vivea

più non vivea, ¶ onde Batù del trono e dell

porsi in marcia alfin Batù comanda, ¶ e verso l

tratto ¶ ed aiutante di Batù fu fatto. ¶ Giunto il

già Turachina impera ¶ quando Batù fa in Mogollia ritorno

della corte allora ¶ quando Batù, dopo una lunga assenza

mogolle e le calmucche. ¶ Batù, che di persona era

imperiali ¶ il treno di Batù seguito avea ¶ con numeroso

che fare. ¶ Quel dì Batù con altri primi eroi

fino al palagio ove Batù dimora, ¶ poiché come stranier

a corte il desinare, ¶ Batù tornato era agli alloggi

Tusco, suo figlio, che Batù ne cinse ¶ quando in

del prete Ianni. ¶ A Batù fe’ Tommaso un complimento

in grazia al marescial Batù. ¶ Sarà fra noi un

vigore, ¶ restò alfin da Batù doma e forzata ¶ ad

del Califfo e di Batù; ¶ anzi – che Dio ne

mio destin mi froda. ¶ Batù, di cui forse fidar

Europa stese, ¶ che di Batù tropp’era in Occidente

Mengo appartenne, egli a Batù. ¶ Poi di sorte il

Gengiscano, ¶ padre di quel Batù che hai conosciuto, ¶ morto

sotto il famoso general Batù, ¶ che di Zelmira allor

fosti prigionier poi di Batù. ¶ Or dimmi: avresti mai

cadde in mano di Batù, principe della famiglia di