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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

concordanze di «Cinto»

nautoretestoannoconcordanza
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guardato la gamba di Cinto quell’anno ch’era
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ben minuscola, un fazzoletto. Cinto mi zoppicava dietro e
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del Valino, o di Cinto. Come avessimo potuto cavarci
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ragazzo storpio. ¶ Chiesi a Cinto se i noccioli li
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piú scalzo? Per convincere Cinto che un tempo ero
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il grande fatto. ¶ Adesso Cinto mi veniva dietro interessato
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invitati fino al mattino. ¶ Cinto ascoltava a bocca aperta
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era un morto, – disse Cinto. ¶ Mi fermai. Chiesi che
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e a ogni colpo Cinto batteva le ciglia. ¶ – È
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dall’aia, che chiamava Cinto, voleva Cinto, malediceva Cinto
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che chiamava Cinto, voleva Cinto, malediceva Cinto, ci fece
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Cinto, voleva Cinto, malediceva Cinto, ci fece sorridere. Si
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di quand’era giovanotto. ¶ Cinto stava a sentirci, a
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salici e chiese a Cinto se era andato a
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a far l’erba. Cinto, scostandosi, guardava a terra
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salice a frustata e Cinto saltò via e il
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incespicò e si drizzò. Cinto, in fondo alla riva
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venuto a giocare con Cinto, e che il vecchio
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con me. Io e Cinto ci guardammo ridendo, senza
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vigna è cosí. ¶ Con Cinto parlavamo dei giocatori di
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in mezzo alle gaggíe. Cinto aveva già visto un
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figlio del Maurino, – disse Cinto, – è un bastardo. ¶ – C
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dicono, s’arrabbia, – disse Cinto. ¶ – Non devi dirglielo. Che
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sbucati dalla riva e Cinto, trottandomi avanti, s’era
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per i conigli? – dissi. ¶ Cinto mi disse che ci
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sovente e capitava che Cinto mi aspettava sul sentiero
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erba per i conigli. Cinto si trovava sovente al
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i falò? – chiesi a Cinto. – Noi li facevamo sempre
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e svelto. Avevo visto Cinto corrergli dietro nel Belbo
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si fanno questi fuochi. ¶ Cinto stava a sentire. – Ai
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bene alle campagne, – disse Cinto. – Le ingrassa. ¶ Mi sembrò
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o del Morone, e Cinto si tirava su, diceva
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fame. ¶ Io dissi che Cinto avrebbe dovuto imparare un
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Allora gli dissi che Cinto era sveglio e che
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e si parlava… Adesso Cinto è un bambino, ma
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non ci crede neanche Cinto. ¶ Eppure, disse lui, non
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Il fatto è che Cinto – come me da ragazzo
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bestie, e frustava anche Cinto – non era il vino
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sa se anche per Cinto Canelli sarebbe stata la
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non ero piú come Cinto, il mondo mi aveva
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che faceva adesso quel Cinto. Suo padre gli era
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occhi. Le donne correvano, Cinto scappava. La sera poi
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di andare a dormire – Cinto cenava rosicchiando per le
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attenta, sempre tesa, di Cinto quando lo trovavo sulla
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si mise a urlare «Cinto Cinto», come se la
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mise a urlare «Cinto Cinto», come se la scannassero
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se piangesse anche lei. Cinto non venne. ¶ Uscirono invece
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le canne, sbucò fuori Cinto col fagotto d’erba
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le volte che incontravo Cinto io pensavo di regalargli
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hai trovata la vipera? ¶ Cinto ghignò e disse: – Se
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tempi e dissi a Cinto: – Se passi domenica dall
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col fermaglio. ¶ – Sí? – disse Cinto, con gli occhi aperti
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faccio insegnare qualche mestiere. ¶ Cinto alzò le spalle. – Per
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primo giorno di mercato Cinto venne all’Angelo a
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prende. Dove lo nascondi? ¶ Cinto rideva, con quegli occhi
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con gli occhi di Cinto, ricominciare in Gaminella come
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Mentre capivo ch’era Cinto, fu tra noi, mi
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bruciato la casa, – ripeteva Cinto. – Voleva ammazzarmi… Si è
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dissi. ¶ – No no, – gridò Cinto, – ha ammazzato Rosina e
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è impiccato nella vigna… ¶ Cinto ansava, mugolava, era tutto
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Rosina e la nonna? ¶ Cinto tremava e non poteva
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andiamo a vedere? ¶ Allora Cinto si buttò sulle mie
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strattone al braccio di Cinto, che incespicò. Andammo avanti
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puzzolente scendeva sulla strada. ¶ Cinto non fece resistenza, venne
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po’ di vino a Cinto. Lui chiedeva dov’era
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dicevano la loro; sedemmo Cinto nel prato e raccontò
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piangeva sul saccone. ¶ Lui Cinto stava sulla porta, pronto
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Rosina era morta, disse Cinto, era morta e perdeva
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era messo a chiamare Cinto. Cinto dice che si
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messo a chiamare Cinto. Cinto dice che si capiva
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e cercato di acchiapparlo. Cinto era di nuovo scappato
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il casotto bruciava e Cinto non poteva scendere nel
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una corda in mano. Cinto, sempre stringendo il coltello
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come di giorno. Quando Cinto non aveva piú sentito
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manzo e un crivello. Cinto cercava il suo coltello
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potuti riprendere. Noi portammo Cinto al Morone, era quasi
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dissi subito che a Cinto dovevamo pensar noi, che
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proprietà, che visto che Cinto era il solo vivo
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della famiglia, pretendeva che Cinto la risarcisse, pagasse, lo
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orecchie del cavallo. ¶ XXXI. ¶ Cinto se lo prese in
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dietro. Le dicemmo che Cinto era giudizioso. Ma io
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prima di traversare. ¶ Cosí Cinto trovò una casa da