Ermanno Rea, La comunista, 2012

sarei innamorata di te. ¶ Francesca era così: imprevedibile, tagliente

cupo. Nulla di più. ¶ Francesca morì suicida all’alba

non ammettono trasgressioni. Figuriamoci: Francesca era una disubbidiente nata

abnorme rassomiglianza. Non è Francesca, pensai, non può esserlo

il semplice fatto che Francesca è morta. ¶ Lei però

rammentavo benissimo, quell’impermeabile: Francesca lo indossa in una

quell’immagine giovanile di Francesca stretta nel suo impermeabile

assenza. Cinquant’anni dopo, Francesca. Mio Dio, che fai

altro che un muro. ¶ Francesca taceva, ma non aveva

il vizio della perfezione, Francesca mia). ¶ Fu proprio durante

quel distacco così imminente. Francesca, le dissi, in questa

la natura trasgressiva di Francesca non escludeva un suo

anche in quell’occasione. ¶ Francesca annuì facendo il gesto

accaniti frequentatori. ¶ Domandai a Francesca, indicandole il portone serrato

impegnato a parlare di Francesca, di questa donna bella

voce insinuante, pruriginosa, se Francesca era stata veramente una

non ho mai conosciuto Francesca. Lei però l’ha

male, a suo dire, Francesca ebbe a occuparsi anche

po’ anch’io di Francesca… ¶ Ma no! ¶ Già, perfino

raccontavo tutto questo a Francesca, sentii una vampata di

alla testa. Vacillai e Francesca disse: che fai? cadi

Parla chiaro, mi intimò Francesca. Aveva in volto la

mi aveva rivolto: ma Francesca fu davvero una donna

appello alla sua intelligenza. Francesca, devi capirmi, le dissi

rivolti certi ammonimenti. ¶ Ma Francesca aveva già riguadagnato la

insomma alla tua figura, Francesca. ¶ Perché era stato promosso

della coppia Renzo Lapiccirella-Francesca Spada, proclamarsi senza macchia

opportuniste. ¶ Dopo tanti anni, Francesca, devo confessarti che quel

persone reali. Ma vedi, Francesca, questa onorevole matrona partenopea

Una cara donna, commentò Francesca affettuosa. La rammentava benissimo

è troppo vento, ammise Francesca. Meglio tornare verso piazza

ma senza fermarmi. Pensavo: Francesca non c’è più

tutti morti, dissi a Francesca indicando la piazza inanimata

loro magnificenza… ¶ Spiegai a Francesca come fossimo tutti molto

in mezzo a noi. Francesca, non sto dicendo affatto

ne nacque un putiferio. ¶ Francesca emise alcuni colpi di

chi. ¶ Da me? domandò Francesca, raggiante: i suoi occhi

data la personalità di Francesca. Una credente? Questo non

cuore delle persone. Perché Francesca spese buona parte di

anni Cinquanta quando tu, Francesca, ti agghindavi per andare

dei tuoi sogni egualitari, Francesca, la più convinta di

Grande Speranza? ¶ Vedete, dissi, Francesca si uccise, ma voi

poesia. In quei giorni Francesca andava leggendo accanitamente i

anzi come un trionfo. ¶ Francesca volle imitare Alcesti? Fatto

pregiudizio di «colpevolezza». ¶ Vidi Francesca coprirsi il volto con

io questa storia di Francesca che muore, di Napoli

Oltre alle mie mani, Francesca, fissavo negli occhi un

bruscamente il problema a Francesca: è questa la strada

stringe la gola. Sì, Francesca mia, le parole «algebriche

come sarebbero piaciute a Francesca le parole che sono

dissi. ¶ Negli occhi di Francesca riconobbi la luce dei

impermeabile bianco che avvolgeva Francesca era diventato di uno

per me? chiesi a Francesca con voce allarmata. Scosse

alcuni. Maledetta la tolleranza! ¶ Francesca, a volte lo sconforto

impossibile! Protestai: ma io, Francesca, non ho più niente

d’una: come se Francesca si fosse sdoppiata, anzi

tutti tuoi fervidi ammiratori, Francesca… Ma sì! Fonderemo come

non c’erano più. Francesca se n’era andata