Giovan Battista Marino, La sampogna, 1620

La disputa amorosa ¶ Idillio 11 ¶ Laurino ¶ A dio tigre, a

Selvaggia m'appell'io. ¶ Laurino ¶ O Selvaggia, selvaggia ¶ più

da me spietatamente uccisa? ¶ Laurino ¶ Un cadavere essangue ¶ vedrai

si sconciaro nel parto? ¶ Laurino ¶ Tu motteggi e schernisci

lor, Bacco e Vertunno. ¶ Laurino ¶ Ancor scherzi; i tuoi

te medesmo il vero. ¶ Laurino ¶ Altro specchio non cheggio

morir ti fa beato? ¶ Laurino ¶ I tuoi begli occhi

fai) gli spirti ignudi? ¶ Laurino ¶ Gustan, ma tal qual

ombre? e prendon sonno? ¶ Laurino ¶ Anzi, et aman talora

tosto filosofo un pastore. ¶ Laurino ¶ E che diresti poi

dialetica saetta, ¶ amoroso Sofista. ¶ Laurino ¶ Altro non è il

l'anima ti tolse? ¶ Laurino ¶ Una crudel, ma bella

l'alma non togli? ¶ Laurino ¶ Oh me felice apieno

altri teco si mora? ¶ Laurino ¶ Se men superba e

proponi, ¶ in tue conclusioni. ¶ Laurino ¶ Io propongo e sostegno

petto tuo s'accese? ¶ Laurino ¶ Là nel giardin de

di non amar giamai. ¶ Laurino ¶ O bella ninfa e

ch'io m'innamori? ¶ Laurino ¶ Ad un gentile innamorato

la pena insieme vanno. ¶ Laurino ¶ Qualora alternamente ¶ passa di

pensieri, a che seguirmi? ¶ Laurino ¶ Tragge la calamita ¶ il

tu non m'ami. ¶ Laurino ¶ Pommi là tra le

e lasci di mirarmi. ¶ Laurino ¶ Amar ciò che 'l

me, vivo e beato. ¶ Laurino ¶ Vive più che 'n

voglia ¶ vuoi, pertinace, amarmi? ¶ Laurino ¶ Offesa dunque chiami ¶ amor

cagion, manca l'effetto. ¶ Laurino ¶ Se del'incendio mio

semplice ninfa assai migliori. ¶ Laurino ¶ Chiunque ama in altrui

altre) al vento foglia? ¶ Laurino ¶ Giuro per questo ciel

goduta, è poi negletta. ¶ Laurino ¶ Un fior non fa

d'abbracciamenti e baci. ¶ Laurino ¶ Senza il fin, per

essangue ¶ inaridisce e langue? ¶ Laurino ¶ Io per me più

è il verginale stato. ¶ Laurino ¶ Pregiata è senza dubbio

mariti ad un morto? ¶ Laurino ¶ Anzi no: se ciò

restati intanto in pace. ¶ Laurino ¶ Crudel, partirai dunque ¶ senza