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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Elda Lanza, La bambina che non sapeva piangere, 2016

concordanze di «Mi»

nautoretestoannoconcordanza
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ti devo dire? Non mi convinco». ¶ Si erano alzati
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Ecco che cosa non mi convince. C’è qualcos
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storia. Qualcosa che non mi torna… Spero che mi
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mi torna… Spero che mi porterai buone notizie». E
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Laura Licasi». ¶ «E lei mi chiami, avvocato. Lo sa
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Quale? No, aspetta… Quando mi hai tolto l’accappatoio
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cappellaccio in testa, e mi stavi invitando a pranzo
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guardandoti, ho capito che mi sarei inguaiato». ¶ «Pentito?» ¶ «Preoccupato
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no di certo, io mi sono sposata e me
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la baronessa. L’altra, mi si stringe il cuore
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sotto il mento. «Niente, mi capisce? Quindi ’sta figlia
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a lei. Pensavo che mi dicesse di bruciarlo; invece
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sera, quando sono ripartite, mi ha detto che finalmente
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sentito». ¶ «Stava dicendoci, e mi scuso per averla interrotta
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con sua figlia? Lei mi ha detto che se
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Lo sa che cosa mi ha detto? ‘Magari si
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separarsi da te?» ¶ «Non mi preoccuperei. Dormi, tesoro. Ho
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quartierino qui abbasso… che mi dice?» ¶ «Dimmelo tu». ¶ Alzò
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Abbiamo fatto qualche lavoro, mi ha aiutato Luciano. Con
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Paola?» ¶ «Certo, sì. Magari mi vesto un po’ meglio
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Ma adesso vai, altrimenti mi trovate ancora conciata così
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tu… Sono una scema, mi sono messa in testa
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quindicenne scema». ¶ «Bene, rinsavisci, mi piacevi di più come
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dici tu. Un po’ mi tremano le gambe». ¶ «Quando
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Aziz scosse la testa. «Mi faccia capire, avvocato. Uno
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e occhialoni neri…» ¶ «Credibile? Mi sembrava che la sua
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settimo piano e io mi riprendo il terzo». ¶ «Sì
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ti piace». ¶ «Molto, sì! Mi emoziona pensare di avere
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Anche se un po’ mi spaventa». ¶ «Risolveremo tutto, vedrai
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si ferma a Napoli?» ¶ «Mi piacerebbe, ma non posso
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baronessa, che l’avvocato mi ha detto di mettere
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avere?» ¶ «Una quarantina». ¶ «Sposata?» ¶ «Mi pare di no». Lo
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è una donna speciale. Mi ha disarmata. Non voglio
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Ma in questi giorni mi sono chiesta mille volte
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l’università, a Pisa. Mi piacerebbe, se lei è
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le chiese suo padre. ¶ «Mi piacerebbe, ma la mamma
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papà siete d’accordo, mi sembra giusto che veniate
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Carolina arricciò il naso. «Mi piacerà di sicuro» disse
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c’è la mamma, mi piacerà di sicuro». Tirò
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Carolina… Mamma, perché non mi rispondi? Sono io!» ¶ Olga
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non volevo piangere. Mamma mi metteva la mano sul
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mano sul cuore e mi diceva: è gonfio, avanti
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io piangevo e lei mi diceva di sì… Io
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pensato a mia figlia…» ¶ «Mi scusi se la interrompo
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ma non attraverso noi. Mi scusi se le sembro
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di colpo, confusa. «Scusate… mi dispiace». ¶ Max le mise
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sono brava. A casa mi seguiva la mamma». Carolina
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grosso, sono una potenza». ¶ «Mi sembra una storia assurda
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una faccenda strettamente personale. Mi piacerebbe che tu ti
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me. Io di te mi fido». ¶ «Va bene, scusa
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fido». ¶ «Va bene, scusa. Mi abituerò all’idea che
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sono anche con chi mi vive accanto. La mia
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Sono l’avvocato Gilardi, mi sto occupando della morte
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per l’aperitivo, e mi ha detto che quel
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figlia. Con la mano mi ha fatto segno: due
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ne sono andati e mi ha pagato il Campari
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ringrazio, generale. Quello che mi ha detto mi sarà
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che mi ha detto mi sarà utile». ¶ «Lo spero
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un po’, questi non mi stanno mai a sentire
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scusi?» ¶ «Qua non vogliono». ¶ «Mi dispiace, ma se è
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niente di quello che mi racconterà, posso registrare?» ¶ La
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O ha fretta?» ¶ «No, mi dica tutto come le
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dire una cosa. Allora mi alzo, vado fuori dalla
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la riconosco. Ma se mi mettete in fila cinque
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altro?» ¶ «Sì, ma qui mi fanno segno di tacere
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ho detto? E voi mi avete risposto che era
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lì». ¶ «E taci! Se mi deve chiedere una domanda
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indietro sui tacchi. «Magari mi prendono in tv come
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di rimborsarla? Perché lei mi è stata proprio utile
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più alla custode che mi ha detto l’ora
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baciandola sui capelli. «Amore, mi dispiace… vieni, usciamo». ¶ «No
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vuole passare da qui mi trova tutti i giorni
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Se posso… Quel barone mi era simpatico». Girò le
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e io che non mi sono accorta di niente
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stata davvero gentile, signora… Mi dispiace per il disturbo
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da zia Savina… lei mi chiama così, per dirle
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ho tutto quello che mi serve. Semmai ora… Ci
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studio con persone che mi stimano, che da me
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forse sono geloso. Che mi sembra insopportabile l’idea
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bene, ho capito. Non mi aspettavo il miracolo. Io
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Addio, amore mio. Io mi regalo questi ricordi… Tu
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regalo questi ricordi… Tu mi hai dato molto di
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nei pressi del parco. ¶ «Mi dispiace, ti ho fatto
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che io ho amato». ¶ «Mi è piaciuto, invece. Non
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ancora». ¶ «Che cosa?» ¶ «Non mi hai mai chiamato amore
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Gilardi. «A casa non mi sognerei mai di mangiare
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ma anche questa non mi sembra troppo allegra». ¶ «Non
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sua madre è innocente. Mi sono impegnato con lei
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no?» ¶ «Lei sa che mi sto occupando dell’omicidio
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ho conosciuto. Mio padre mi aveva raccontato la storia
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conto di questo direttore. Mi serve per conoscerlo meglio
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accidenti». ¶ «Bene, tu che mi conosci meglio, mi dai
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che mi conosci meglio, mi dai una mano? Io
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dodici agosto, la risposta mi è sembrata un po
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sprecare tempo e materiale. Mi puzza». ¶ «Lei che cosa
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moglie…» ¶ «Un momento. Lei mi sta dicendo che quella
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dovuto. Ma non basta… mi scusi, mi sto scaldando
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non basta… mi scusi, mi sto scaldando. Ma sono
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famiglia che mia madre mi ha lasciato in eredità
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Nuccio ho dato quanto mi ha chiesto per partire
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no, ma sinceramente nessuno mi ha parlato di lei
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sue poltrone. Ma io mi sono rotto la schiena
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era una di noi. Mi ha risposto di no
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anellino che mia moglie mi aveva chiesto di darle
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visitare l’azienda. Niente, mi ha salutato come se
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trasmissioni in televisione… non mi sembra che ci siano
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di fronte all’altro. «Mi dispiace, avvocato. Le ho
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ma dal suo studio mi avevano detto che lei
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avrò bisogno». ¶ «Una cosa… mi è difficile affrontare l
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per il tempo che mi ha dedicato». ¶ Scese i
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stava ridendo. ¶ «L’autista mi sta aspettando» disse. ¶ «E
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stava ridendo di lui. «Mi scusi» disse. «Sono Olga
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di tutto?» ¶ «Per forza, mi hanno mandata a Londra
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Insomma, da qui non mi posso schiodare, ho tutto
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mie spalle. Ma ormai mi ci sono rassegnata. E
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voluto fare altro. Sì, mi piace». ¶ «E mia cugina
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di cambiare i piatti. «Mi scusi, sa, oggi siamo
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le mani. Le sue mi ricordano quelle di una
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sa di questa storia?» ¶ «Mi informo. Giornali e tv
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odierei mio padre se mi avesse abbandonata a nove
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Quando?» ¶ «Due anni fa. Mi ha telefonato al centralino
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ha chiesto di me. Mi dice che è a
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bella. «Se poi non mi vuole vedere, forse ha
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prima che morisse. Non mi aveva detto niente, ma
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ripeté. ¶ «E ora?» ¶ «Ora mi ha telefonato la zia
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più in casa e mi ha chiesto di venirmelo
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grulle di sorelle che mi ritrovo». ¶ «Come stanno? Me
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che nessuno poteva prevedere. Mi dispiace. Possiamo parlare d
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un amore, mentre Gilla mi sembrò troppo magra, era
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era stata in ospedale… mi ha fatto una brutta
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fatto una brutta impressione. Mi ha detto che la
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lasciato il nonno, così mi ha detto». Staccò un
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è magro, possiamo rimediare. Mi hanno costruito la piscina
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non va?» ¶ «Di colpo mi è venuto in mente
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quel che sai, quando mi faranno vedere che tengono
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barba. ¶ «Non è esatto, mi dispiace» ribatté Gilardi. «Napoli
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davanti alla fronte. «Capito mi hai?» rise citando un
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serviti». ¶ «Un momento! Non mi vorrà paragonare Napoli a
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Poi, se il medico mi dice che con un
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fa così?» ¶ «Sì, certo… Mi pare che Olga abbia
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si avvicinò a Gilardi. «Mi dispiace per la cena
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vista». Le sorrise. «Altrimenti mi sarei fatto crescere barba
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sono sembrate decisioni improvvise. Mi sono arruolato nella polizia
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già preso. So che mi aspettano molti problemi. Ma
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stava chiudendo il portone. ¶ «Mi scusi, lei sa dove
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donna. Soprattutto a lei. Mi diceva che cosa aveva
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vero Iris? Se vincono mi danno un piccolo omaggio
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un piccolo omaggio, altrimenti mi danno qualcosa quando io
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anch’io, no? Lei mi regala un po’ di
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Sono il suo avvocato, mi scusi. Sto solo cercando
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sì. Quasi ogni giorno… Mi si stringe il cuore
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Non sono un medico, mi dispiace. Non parla e
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C’era un numero, mi pare il ventisette, che
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sono grato, signora. Lei mi ha confermato che Gilla
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un granché di nuovo. Mi viene un sospetto, te
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con questa ipotesi? Non mi pare». ¶ «No, infatti. Le
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farla finita?» ¶ «Sì, proverò. Mi pare strano ma non
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allontanò. ¶ «Grazie ancora, e mi scusi. Non volevo…» ¶ «Va
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lei». ¶ «Sì, certo. Nuccio… mi scusi, continuerò a chiamarlo
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mise a ridere: ‘Io mi sono divertito a smontarlo
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è un’idea che mi ero fatto anch’io
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me, forse ha capito… Mi ha guardata, e ha
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non facevano più male. ¶ «Mi scusi se la interrompo
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e quadri di famiglia? Mi avevano detto che non
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quadri, tappeti, argenteria. Nuccio mi diceva che era stato
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così, perché Alberto… sì, mi ricordo che si chiamava
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ninnoli, piatti, argenteria… Questo mi ha raccontato, ma senza
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fratello. L’ho interrotta, mi scusi. Stava dicendo che
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quello che so, che mi hanno detto. Non voleva
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figlia. Non so altro, mi dispiace». ¶ «Grazie, è molto
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altro vino nel bicchiere. «Mi stava dicendo che lei
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disegnava il mio corpo… mi scusi. Sono particolari soltanto
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sono rimasta incinta, lui mi ha detto di no
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l’unica cosa che mi è sembrata giusta per
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un giorno, e ancora mi chiedo la causa, John
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ne abbiamo più bisogno’, mi disse. ‘Non sa fare
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capelli rossi come lui». ¶ «Mi dicono che anche la
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lei e a me: mi odierebbe». ¶ «Temo che non
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i miei tessuti. Ora mi ha chiesto dei vetri
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giù il taxi che mi aspetta». ¶ L’accompagnò al
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appena sfiorandola. «Quando atterri mi fai uno squillo?» ¶ «Ma
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dai, perché?» ¶ «Tu fallo». ¶ «Mi dici perché?» ¶ «Non vorrei
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che la mando io, mi chiamo Clelia Sori. È
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di labbra. «Ma che mi dice, solo? Ci lavorano
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costruire villette… Siamo arrivati. Mi perdoni, ho chiacchierato troppo
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intelligenza è di famiglia, mi sembra». ¶ Lo prese per
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nel mondo. Per anni mi sono alzato con il
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gli esperti. Ma qui mi hanno sempre visto nei
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con scrosci violenti. «Chiudo, mi scusi. Peccato, non potrò
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perduto. Lei ogni volta mi firmava delle note private
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davo e che cosa mi avrebbe dato in cambio
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hanno stabilito che tutto mi era dovuto. Ma non
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a Milano per lavoro. Mi chiama l’avvocato e
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chiama l’avvocato e mi convoca d’urgenza a
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vuole dirmi niente, ma mi sollecita, sono cose importanti
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al telefono e io mi spavento. Arrivo a casa
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libro… Sparito. E allora mi spavento davvero… Lei che
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fatto?» Non attese risposta. «Mi sono vestita da città
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seta, tacchi e borsetta, mi sono messa pure il
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ho idea». ¶ «Mio marito mi stava imponendo il divorzio
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sono io che quando mi ci metto sono capacissima
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e le chiedo se mi offre un tè freddo
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piace a me. E mi ha detto di sì
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suono il campanello. Gilla mi viene ad aprire e
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fossi un fantasma. ¶ «Embe’? Mi fai entrare?» ¶ «Ma che
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testa e i tacchi?» ¶ Mi tolgo il cappello e
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tolgo il cappello e mi spettino. Mi tolgo anche
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cappello e mi spettino. Mi tolgo anche le scarpe
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anche le scarpe, perché mi fanno male i piedi
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succedendo?» ¶ «Niente, lascia perdere… mi hanno sfrattata». ¶ «Ma possono
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Certo, a fine agosto mi scade il contratto e
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che cosa farai?» ¶ Non mi va di essere compatita
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meglio così. ¶ E qui mi viene l’idea luminosa
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al balzo, porca miseria. Mi dice che la bambina
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basta? Mangiamo insieme, magari mi dai una mano in
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Sorride, ringrazia, ma non mi sembra felice. ¶ Disperata avrei
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felice della sistemazione e mi bacia. La casa è
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un tesoro. ¶ Avvocato, lei mi ha chiesto se Gilla
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perché non lo vedeva, mi rispondeva che era in
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anno… lei lavorava poco, mi aiuta in casa, fa
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che me ne vada» mi dice. E io le
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sono contenta. E non mi accorgo di niente. Una
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che bambina sia… Guardi, mi ci commuovo persino io
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senza un cane che mi prepari un brodo: lavoro
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comporta da persona civile. Mi dice che ha capito
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le cose che faceva. Mi dà una mano con
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e io riconosco che mi fa persino comodo. Gilla
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rianima. Io la evito, mi annoia. E qui è
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male: Carolina urla, io mi sveglio e chiamo l
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chiudere casa. ¶ «Adesso basta, mi dispiace, ma mi fa
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basta, mi dispiace, ma mi fa paura». ¶ Giancarlo mi
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mi fa paura». ¶ Giancarlo mi dà ragione, so che
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prima di sentirsi male. Mi stupisce che ci abbia
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Gilla è in ospedale, mi chiede come mai Gilla
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più. Si rende conto? Mi poteva dar fuoco alla
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la voglio più trovare. Mi ha distrutto una cantina
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sono astemia. ¶ E qui mi fermo. Da quel momento
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Giancarlo. Da quello che mi ha detto la polizia
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finirà?» ¶ «Non so risponderle, mi dispiace. Invece posso tornare
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una cosa che lei mi ha detto, una sua
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volte. Invece, guardi come mi ha lasciata, povera, zitella
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Io non lo farei, mi sembrava molto preoccupata per
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glielo dico e lei mi chiami domani a quest
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si è calmato, allora mi ha detto di sì
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casa era uno specchio. Mi sono vestita e preparata
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emozionato. Sa che cosa mi ha chiesto? Che voce
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tornata a casa, come mi aveva detto lui, alle
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Non sa che strilli! Mi sono spaventata, ho richiuso
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la portinaia. Poi non mi ricordo più niente, solo
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e lui… no, non mi ci faccia pensare, me
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timpani. Una scena così… Mi scusi». ¶ «Scusi lei, ma
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ma i suoi ricordi mi sono molto utili. Nessuno
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un trabocchetto. «No, ma mi sta a sentire? Lei
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La pistola? In terra, mi pare… l’hanno fatto
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correggere di quello che mi ha detto?» ¶ «La verità
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principessa?» ¶ «Quale? Non so…» ¶ «Mi hanno raccontato che in
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se lo ricorda». ¶ «Grazie, mi è stato di grande
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si rivolse a lui. «Mi scusi, a volte è
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banco. «Le piace?» ¶ «Sì, mi piace questo puzzle perché
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cambiato espressione. «Gilla… No, mi dica che non è
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cosa le sta capitando… Mi dica che non è
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li fece girare contemporaneamente. ¶ «Mi dispiace, caro: non siamo
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si sedette. «Ma ora mi dica di Gilla, per
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lo so, ma io mi impegnerò per farcela. E
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mai. Comunque, scusi, non mi sono neanche presentata. Mi
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mi sono neanche presentata. Mi chiamo Grazia Borghi. Sono
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della mia storia. Invece mi dica di Gilla». ¶ «No
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pagliuzze d’oro. Io mi vergognavo a guardarla, ma
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Gilla?» ¶ «Sì, Miss Lolotte mi permetteva di giocare con
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io ero grande e mi annoiavo. Io avevo quattro
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casa?» ¶ «Sì, Miss Lolotte mi invitava a fare merenda
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libri. In quella stanza mi sembrava triste. Era sola
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regali anche a me. Mi trattavano bene». ¶ «Poi Gilla
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è tornata a giocare mi ha detto che la
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si adoravano, per questo mi è suonata strana la
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che disegnava bene e mi insegnava. Gilla agli esami
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con gli occhi asciutti. Mi faceva impressione, pensi che
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morire! Ma lui non mi lascerà andare, vedrai». Fece
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per me, ma nessuno mi porterà via di qui
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io la stavo guardando, mi ha fatto ciao con
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si sa mai». ¶ «Se mi dice quanto le devo
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Lasci perdere. Lei oggi mi ha regalato una giornata
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la stessa sicurezza, ma mi impegnerò. Questo l’ho
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indirizzo e telefono. Io mi chiamo Grazia Borghi». ¶ «Grazie
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Chiarissimo, non si preoccupi. Mi dica». ¶ «Come ha conosciuto
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idee e tessuti, perché mi occupavo di arredamenti. Mio
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quando comincia a parlare mi chiama zia Savina, era
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Era giovane, accidenti. Ora mi dispiace di averla tanto
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e ora mi dispiace. Mi chiedo se fossi riuscita
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intorno alle finestre, lei mi ha detto che era
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padre era solo, allora mi hanno riportata da mia
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America, vive lì. Quando mi ha riportata da mia
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non ho mai pianto. Mi avevano insegnato a controllare
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allora io, chissà perché, mi sono scritta l’indirizzo
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lì in zona…» ¶ «Grazie, mi sembra interessante». ¶ «Suo padre
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per chiamare la polizia». ¶ «Mi scusi, aspetti un momento
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scusi, aspetti un momento. Mi sta dicendo che la
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polizia? È questo che mi ha detto?» ¶ «È quello
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C’è qualcosa che mi sfugge, mi dispiace. Non
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qualcosa che mi sfugge, mi dispiace. Non sono persuaso
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toccare un solo chiodo. Mi sono spiegato?» ¶ «Certo avvocato
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il bicchiere sul tavolo. «Mi scusi, la ringrazio». ¶ «Ma
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una cosa… L’ispettore mi diceva che lei ha
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sembra normale?» ¶ «Certo che mi sembra normale» gli rispose
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fotografi, gente… Io questo mi aspettavo. Arriva una della
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aspetto questa diva e mi arriva una… suona il
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ma l’annoio?» ¶ «No, mi interessa molto». ¶ «Ecco, le
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così credo io, così mi diceva la ragioniera della
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una bella casa, così mi ha detto la Pina
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anni avrà questa figlia?» ¶ «Mi faccia pensare… una ventina
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lo penso io». ¶ «Grazie, mi ha raccontato cose molto
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si rende conto?» ¶ «Sì, mi dispiace, dipende dalla polizia
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Va bene, allora vengo. Mi dica dove». ¶ «Non vuole
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a Como?» ¶ «No, così mi sgranchisco le gambe. Mi
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mi sgranchisco le gambe. Mi faccio accompagnare a Milano
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io qualche domanda, lei mi risponderà per quello che
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Certo che ho capito. Mi chieda quello che mi
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Mi chieda quello che mi deve chiedere». ¶ «Quando ha
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averle sentite, ma non mi interessavano. Lei mi chiama
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non mi interessavano. Lei mi chiama, io ero con
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con un’agenzia, e mi interroga su quello che
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si è fidata e mi ha preso. Stipendio buono
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ho detto di sì. Mi sono trasferita nel letto
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albergo, la borsa che mi piace. Stavo bene». ¶ «E
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Stavo bene». ¶ «E cosa mi dice della figlia?» ¶ «Quale
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di Gilla e lui mi ha strappato il giornale
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albergo, al mare, e mi chiamavano baronessa De Brusset
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baronessa De Brusset, io mi stimavo. Ma lo sa
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arrivava a casa e mi trovava con il suo
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suo programma del pomeriggio mi staccava la corrente. Fuori
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se voleva informarsi. Non mi dica balle, mi faccia
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Non mi dica balle, mi faccia il piacere». ¶ A
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a chiacchiere. Gli uomini! Mi diceva di stare calma
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momento, poi ci arriviamo. Mi dica della telefonata della
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la parte della scema: mi ero trovata quel posto
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sudato. Io speravo che mi sposasse, me l’aveva
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che era il solaio… Mi posso permettere, signor avvocato
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Non ti preoccupare». ¶ «Non mi preoccupo, no. Io non
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preoccupo, no. Io non mi preoccupo, se resto con
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Aurora. «Sono Gilardi» disse. ¶ «Mi dispiace, avrei dovuto telefonare
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ricordi?» ¶ «Temo di no, mi dispiace». ¶ «Sono di Roma
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me». ¶ «Bene, adesso che mi hai raccontato la tua
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raccontato la tua vita mi dici se questa è
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di Gilla Floris». ¶ «Sì, mi pare. Una diva della
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viaggi… Malgrado la situazione mi sento di poter dire
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famiglia, so chi sei… Mi è capitato di seguirti
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e che non conosco, mi sembra di aver capito
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hanno descritto e valutato mi sembra un caso con
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padre? Da quello che mi stai dicendo mi verrebbe
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che mi stai dicendo mi verrebbe da risponderti che
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parliamone un momento, così mi faccio un’idea. Tu
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l’hai mai conosciuto, mi pare». ¶ «No, mai… Ne
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tono era risentito. «Lui mi vuole bene. Mi porta
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Lui mi vuole bene. Mi porta in vacanza… Insomma
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sono d’accordo. Laura mi ha detto che hai
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Gilardi su questo caso mi vuole con sé. E
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So perché siete qui, mi dispiace. Ci hanno avvisate
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innocente?» ¶ «Da quello che mi ha raccontato Rinaldi il
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viveva, chi frequentava… Ora mi faccio fare biglietti e
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può entrare… Bene, buongiorno. Mi segua, prego». ¶ Attraversarono cortili
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cenno con il capo. «Mi scusa un momento?» ¶ Si
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mano. «La ringrazio, dottore». ¶ «Mi dispiace, io so poco
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caffè?» ¶ «Certamente. Intanto lei mi dice qualcosa di Gilla
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la prego». ¶ «Grazie, sa, mi sono alzata alle sei
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bene, erano anche amiche, mi pare. Martina Sereni, se
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Certo, la ringrazio. Lei mi ha molto aiutato». ¶ «Speriamo
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avvocato di Gilla Floris, mi hanno detto. Venga, sediamoci
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esserle d’aiuto?» ¶ «Tutto mi è utile. Mi trovo
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Tutto mi è utile. Mi trovo di fronte a
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commesso un simile gesto». ¶ «Mi chiede una cosa difficile
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sono passata all’amministrazione. Mi fermo qui, poi non
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di lei. Ogni tanto mi capitavano suoi contratti temporanei
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recenti, ma piccole cose… Mi dispiace, ma non saprei
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sono comunque grato. Tutti mi ripetono che fosse timida
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chiami?» ¶ «No, grazie. Se mi dice dov’è, magari
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che posso per aiutarla. Mi dica solo questo: è
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dicono?» ¶ «Non so risponderle, mi dispiace. Io devo partire
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la finestra. «Che cosa mi può raccontare di Gilla
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gliel’ho mai confidato. Mi bastava starle vicino. Me
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conosciuto?» ¶ «Sì. Una volta mi ha invitato a casa
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diverso? Non voglio pettegolezzi, mi sembra giusto così… Poi
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tutto in casa, così mi diceva. Quando è nata
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avanti. E qui io mi fermo. Qui entra in
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di vista, e ora mi dispiace. Mi chiedo se
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sarebbe scampo per nessuno. Mi pare invece che la
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le corna». ¶ La battuta mi sembrò volgare. «Lei ne
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tu. Come ti sembrano?» Mi stavo animando nella speranza
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è un buon padre». ¶ Mi pizzicò la guancia, facendomi
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del mondo. Per questo mi sei mancato tanto. Ti
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avevo. E anche dopo mi sei mancato. Un mito
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Alzai gli occhi e mi accorsi che stava sorridendo
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che ti somigliavo, come mi diceva mamma, mi ha
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come mi diceva mamma, mi ha aiutato tante volte
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ha aiutato tante volte. Mi dava coraggio pensare di
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aspettato». Con le dita mi accarezzò il dorso della
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della mano, quel contatto mi diede un brivido. «Mi
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mi diede un brivido. «Mi hai chiesto che cosa
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l’università? Zio Alberto mi ha detto che studiavi
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Perché zio Alberto non mi ha detto che eri
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all’estero, in viaggio, mi scriveva a un fermo
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le davo per te?» ¶ «Mi ha fatto studiare e
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ha fatto studiare e mi ha mantenuta. Poi ho
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ora dobbiamo andarcene». ¶ «Perché?» ¶ Mi premetti una mano sulla
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dissi del lavoro che mi mancava, della mia fatica
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avevo bevuto a casa mi bruciava lo stomaco e
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bruciava lo stomaco e mi dava una certa euforia
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bocca senza saliva. ¶ Mentre mi umiliavo davanti a lui
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sapesse. ¶ A un tratto mi interruppe. «Peccato…» mormorò tra
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non ho potuto rimpiazzarti, mi sei mancato. Io avevo
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di lontananza: perché non mi hai mai cercata? Ero
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l’ultima volta che mi hai vista: come hai
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tutta la mia vita!» ¶ Mi guardò attraverso gli occhiali
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scuri come se non mi riconoscesse. «Il dolore… Il
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forse?» ¶ La sua ironia mi ferì. Mi sentii abbandonata
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sua ironia mi ferì. Mi sentii abbandonata una seconda
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di lui. Un pensiero mi travolse. Come un fulmine
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travolse. Come un fulmine mi squarciò la mente e
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lucido, mentre lo stomaco mi si rivoltava: avevamo una
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soldi? Non ne ho, mi mantiene mio fratello… Che
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madre. Lei è morta, mi dispiace, ma non posso
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la mia vita, e mi sta bene così. Non
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mezzo a una strada». Mi inginocchiai davanti a lui
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Ti prego, se davvero mi hai voluto bene. Se
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Me la porteranno via. Mi porteranno via Carolina, dovrà
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tutta la mia vita». ¶ Mi accorsi con stupore che
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con le ginocchia. Non mi guardò, mentre diceva: «Avete
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accorgesse che stavo piangendo. ¶ Mi girò le spalle, andando
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ti voglio più vedere». ¶ Mi girò le spalle. ¶ «Io
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da un’estranea che mi vuole bene, che ha
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meno di me eppure mi cura, mi vuole bene
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me eppure mi cura, mi vuole bene. Mi ha
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cura, mi vuole bene. Mi ha sacrificato la sua
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e presenti. ¶ Mio padre mi avrebbe chiesto di tutti
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di quel ritorno: io mi preparavo a rispondere. Gli
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lo amavo e che mi era mancato da morire
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ero stata infelice perché mi era mancato. In quei
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pacco ancora chiuso che mi aveva dato zia Noemi
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di carta di giornale mi ritrovai tra le mani
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una. La soppesai e mi stupii che fosse leggera
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canna contro la pelle mi fece rabbrividire. Con un
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tolta, per nasconderla, ma mi tremavano le mani. Pensai
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cassonetto, lungo la strada. ¶ Mi girava leggermente la testa
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dodici minuti alle tre. Mi avviai. Lentamente. Non volevo
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a piedi. Ogni tanto mi fermavo per rendermi conto
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e io stavo sudando. Mi concentrai su mio padre
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concentrai su mio padre. Mi avrebbe guardato e avrebbe
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sempre, quando ero piccola. Mi guardava e rideva, abbracciandomi
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e rideva, abbracciandomi. ¶ Papà mi guardò, sulla soglia, aprendomi
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Per un tempo che mi sembrò lunghissimo non riuscimmo
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Con il cuore che mi batteva in gola, gli
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lo guardavo confusa. Non mi sembrava vecchio, non più
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baffi curatissimi, che ora mi sembravano antichi. ¶ In quella
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all’altra, in piedi. Mi stupì di trovarlo più
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Bada a me e mi tiene caldo». Papà rise
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rossa di nonna Angelica. Mi guardava, mai apertamente, quasi
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questi anni qualche volta. Mi ha detto che sei
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tono era diventato impertinente, mi accusava. ¶ «Non l’ho
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Ti curi?» ¶ «Sì, Pina mi cura». Rise imbarazzato. «Fin
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tazza sul tavolo e mi avvicinò il piatto dei
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Tua figlia come sta?» ¶ Mi guardò senza essere sorpreso
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sono tornato. Perché non mi hai mai cercato?» ¶ «Io
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a cercarti? Alla Scotti mi avevano detto che non
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un altro cognome non mi riconoscevi?» Avevo visto, in
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dieci anni: perché non mi hai mai cercata? Alla
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ho voluto trovarti? ¶ Ora mi sembrava di conoscere la
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me quel dolore che mi apparteneva, quasi mi fosse
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che mi apparteneva, quasi mi fosse necessario per vivere
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la mantiene». Sorrisi, ammiccando. «Mi secca ammetterlo, ma è
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ha detto zio Alberto. Mi ha chiamato per chiedermi
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biscotto, il tè caldo mi aveva calmata. «I nonni
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biscotti. Fu allora che mi accorsi che c’era
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Cercai di sorridere, e mi tremavano le labbra. «Papà
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ne è andata lei!» Mi trattenni, stavo nuovamente alzando
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è andata lei, non mi ha neppure lasciato parlare
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moglie. Tua madre non mi piaceva. Per lei non
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andata. Per tutta risposta mi ha sbattuto la porta
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di farmene una ragione, mi stava crollando addosso. ¶ «No
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come la stai descrivendo, mi dispiace». Frugai con le
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ma ti aveva perdonato». ¶ «Mi ha perdonato?» Rise, questa
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come un morso che mi strinse lo stomaco. «E
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suggerito quella Bianca?» ¶ «Laura, mi piacerebbe» ribatté Gilardi, «ma
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Ne terrò conto, certo. Mi sto preparando a difenderla
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Licasi scosse la testa. «Mi fa pena, ma quello
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fatt’i toi». ¶ «Non mi avevi detto niente…» ¶ «Invece
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dirlo a Brigida, altrimenti mi fa una testa tanta
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sentì subito agitata. ¶ «Avvocato, mi dispiace… lei ci aveva
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della questura di Milano…» ¶ «Mi scusi se la interrompo
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e dei loro incontri. Mi dispiace». ¶ «Giuseppina Resnati, certo
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dispiace». ¶ «Giuseppina Resnati, certo! Mi sembrava strano proprio da
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altri suggerimenti da darle, mi dispiace». ¶ «Be’, non è
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effetto. ¶ «Ma ora, signora, mi dovete imparare». ¶ «Con le
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Ma buoni davvero». ¶ «Non mi dici dove stai andando
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stata svegliata dal sonno. ¶ «Mi scusi, sono Massimo Gilardi
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un caffè». ¶ «Volentieri, sì. Mi hanno fatto mangiare come
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arrivata con il caffè. «Mi ha regalato gli scacchi
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era anche Giancarlo Rinaldi, mi piace». ¶ «Ho la stessa
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Stavano ridendo e abbracciandosi. «Mi raccomando, piccolina. Mai abbassare
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braccia. «Ciao. Al cellulare mi trovi sempre». ¶ «Me ne
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salutare i parenti, e mi portava con sé». ¶ «In
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Sicilia?» ¶ «Non quella che mi hai mostrato tu. Quella