Vittorio Alfieri, Maria Stuarda, 1788

PERSONAGGI ¶ MARIA ¶ ARRIGO ¶ BOTUELLO ¶ ORMONDO ¶ LAMORRE ¶ Scena, la Reggia

soglio. ¶ SCENA III ¶ MARIA, ORMONDO ¶ Ormondo ¶ Regina, a te

SCENA III ¶ MARIA, ORMONDO ¶ Ormondo ¶ Regina, a te raffermator

essa argomentar puoi quindi. ¶ Ormondo ¶ Perciò fidanza, e di

io... ¶ Maria ¶ Di che? ¶ Ormondo ¶ Sai, ch'Imenèo finora

avversa ¶ alle mie nozze? ¶ Ormondo ¶ Del tuo onor gelosa

giammai; né il so. ¶ Ormondo ¶ Né l'indiscreto sguardo

spero ¶ veder fra breve. ¶ Ormondo ¶ Ad ottener tal pace

proporti... ¶ Maria ¶ Ed è? ¶ Ormondo ¶ Non dubbio mezzo. Ella

diverso. ¶ SCENA IV ¶ MARIA, ORMONDO, BOTUELLO ¶ Maria ¶ Oh! vieni

a te ritorna Arrigo... ¶ Ormondo ¶ Oggi ei ritorna? ¶ Maria

Elisabetta ogni desir prevengo. ¶ Ormondo ¶ Mendace fama né ai

or, perché il chiede? Ormondo, anch'ei bramoso, ¶ veder

fine, ¶ un partito qualunque. — Ormondo chiede ¶ di favellarmi; ei

attendo. ¶ SCENA II ¶ ARRIGO, ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Ben venga Ormondo

ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Ben venga Ormondo alla novella corte, ¶ cui

cui niuna havvi simìle. ¶ Ormondo ¶ A noi son note

ma sempre ¶ deluso fui. ¶ Ormondo ¶ Pur, questo giorno a

oltre soffrir più niego. ¶ Ormondo ¶ Ma che? non credi

deggia, ¶ odo da lei. ¶ Ormondo ¶ S'ella t'inganna

prescelgo irmene in bando. ¶ Ormondo ¶ Che vuoi tu fare

non a me vergogna. ¶ Ormondo ¶ Ma, non sai tu

io son qui omai. ¶ Ormondo ¶ Ma, di privato i

fors'io qui sto? ¶ Ormondo ¶ Stai nel tuo regno

ancor la madre mia... ¶ Ormondo ¶ Nol vedi ¶ chiaro or

potrai. ¶ Arrigo ¶ Che parli? ¶ Ormondo ¶ Il ver: tu solo

pace... ¶ Arrigo ¶ Or, come?... ¶ Ormondo ¶ Servo ei s'educa

educarlo a senno mio?... ¶ Ormondo ¶ Ma tutto ¶ tutto otterresti

ei m'è tolto. ¶ Ormondo ¶ E quindi ¶ ritor tu

dei. ¶ Arrigo ¶ Veglian custodi. ¶ Ormondo ¶ E' puonsi ¶ deludere, comprare

abbia; ¶ poscia il serbarlo... ¶ Ormondo ¶ Io te lo serbo

gran trama è questa. ¶ Ormondo ¶ Spiaceti? ¶ Arrigo ¶ No; ma

No; ma scabra parmi. ¶ Ormondo ¶ Ardisci; ¶ lieve si fa

meditarvi a posta mia. ¶ Ormondo ¶ Fra poco ¶ dunque a

l puoi, non osservato. ¶ Ormondo ¶ Ai cenni ¶ tuoi ne

a noi non viene Ormondo; ¶ e a lungo pur

a male ite torcendo. Ormondo ¶ chiesta udienza ottenne: io

fuorché un iniquo è Ormondo; ¶ che a te si

t'inganno. Eran d'Ormondo note ¶ le fraudi già

fede? ¶ SCENA VI ¶ ARRIGO, ORMONDO ¶ Arrigo ¶ Oh! già ritorni

Arrigo ¶ Oh! già ritorni? ¶ Ormondo ¶ Un solo ¶ dubbio ancor

tu, vile, ¶ venirmi innanzi? ¶ Ormondo ¶ Or, che mai fu

a rimaner tua fraude? ¶ Ormondo ¶ Onde improvviso ¶ ti cangi

asilo, ¶ volessi io mai? ¶ Ormondo ¶ ... Se fabro io fui

dell'abborrito ¶ tuo ministero... ¶ Ormondo ¶ Della orribil corte, ¶ ov

ciel! qual prova?... ¶ Arrigo ¶ Ormondo ¶ perfido è, sì, ma

piena ¶ da me risposta Ormondo. Or sprezzeratti ¶ Elisabetta, che

ben dotti. ¶ Botuello e Ormondo in nobile vicenda ¶ spiar

ed esecrabil testa; ¶ d'Ormondo il bando immantinente. — A

Introdotto appo lui, tentollo Ormondo; ¶ pria lusinghe gli diè

Maria ¶ Che sento? ¶ a Ormondo?... ¶ Botuello ¶ Sì; perché il

da me disse ¶ indotto Ormondo a ordir la trama

pria sospetto. ¶ Corro ad Ormondo; e il debil cor

nell'arti delle corti Ormondo, ¶ pur tradito si crede

SCENA V ¶ MARIA, BOTUELLO, ORMONDO ¶ Maria ¶ Parla; e di

vero; ¶ che favellotti Arrigo? ¶ Ormondo ¶ Ei... si... dolea... ¶ del

tue promesse temerarie, narra. ¶ Ormondo ¶ ... È vero,... ei... mi

primo avrebbe Elisabetta, e Ormondo, ¶ e sé tradito: ma

tua ¶ bocca udir voglio... ¶ Ormondo ¶ A me doleasi Arrigo

E v'assentivi tu? ¶ Ormondo ¶ ... Con un rifiuto ¶ nol