Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

quel giorno. ¶ A Tommaso Siven contezza intera ¶ dà di

aver d’altrui, ¶ dimmi, Siven, chi è mai, perché

che ogn’anno» allor Siven ripiglia ¶ «Di questa corte

Perché stranier tu sei» Siven riprese ¶ «L’intempestiva timidezza

persuaso, ¶ con un urto Siven lo spinse avante. ¶ Catuna

che mostrò l’intenzioni. ¶ Siven, che tutto andar pel

peso, ¶ deh ti piaccia, Siven, della natura ¶ del governo

e certo». ¶ A cui Siven: «L’aspetto tuo, gli

o danna». ¶ «Ed io» Siven rispose «A te rispondo

desinare, ¶ van Tommaso e Siven pei più frequenti ¶ quartier

tutto ¶ vien pienamente da Siven istrutto. ¶ Or così favellando

l’arti?» ¶ A cui Siven rispose: «Allor che sorse

e di rapine. ¶ «Talor» Siven dicea «Catuna in questi

quegli un santo» allor Siven gli disse ¶ «È un

correr ragazzi. ¶ «Quelli» disse Siven «Che agli atti, ai

e n’hai ragion» Siven riprese ¶ «E di stupirti

risolto in fummo?» ¶ Cui Siven: «Né tal codice sussiste

e le cappelle». ¶ «Questi» Siven rispose «Alloggi sono ¶ di

galanteria s’appella, ¶ dimmi, Siven, è quivi in uso

in uso anch’ella?» ¶ Siven sorrise, e «Or io

fero entrambi; e alfin Siven riprese: ¶ «Su ciò finor

di cocchi?» ¶ A cui Siven rispose: «È colà presso

e barche. ¶ «Vedi» dicea Siven «La gran dogana: ¶ uso

tutto ¶ ti volessi spiegar» Siven riprese ¶ «Lungo sarebbe; onde

affar, eglin chi sono?» ¶ Siven guardolli con ciglia turbate

ti consumi ed arda? ¶ Siven, dopo tai detti, in

materia al ragionar promossero. ¶ Siven volle Tommaso accompagnare ¶ fino

ed ogni detto di Siven presente ¶ al memore pensier

accenti ¶ ed ora di Siven la profezia, ¶ a cui

l’ossequiosa nobiltà mogolla. ¶ Siven, ch’era cogli altri

Ben riconosco il mio Siven» diss’ei ¶ «Ed un

nobiltà mogolla. ¶ Ver Ponente Siven ponsi in viaggio, ¶ tolta

madre mostravalo alla figlia. ¶ Siven, che ivi era, aprir

parlare ¶ coi detti di Siven combina allora ¶ e in

dicea: ¶ «Dunque parti, o Siven! E lasciar vuoi ¶ me

gratitudin mia». ¶ A cui Siven: «Tu divenisti omai ¶ in

Siveno». ¶ Al nome di Siven Tommaso allora, ¶ d’un

caro amico! Oh mio Siven!» proruppe. ¶ E in fretta

pare ¶ che a lui Siven l’idea ne desse

era introdotto; ¶ onde, come Siven, fors’anche fue ¶ greco