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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Goldoni, Gl'innamorati, 1759

concordanze di «Sì»

nautoretestoannoconcordanza
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1759
perdita ora ch’Ella si è qui portata, perchè
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tre anni prima di gran bene partecipato. Vorrei
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scommetto che ieri sera si è più del solito
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Eugenia. E anch’egli si può compromettere dell’amor
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dunque, e lo trattate male? ¶ Eugenia. E che
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fatto delle finezze. ¶ Eugenia. Si tenga le sue finezze
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1759
da suo fratello. ¶ Eugenia. , va bene, ma che
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ne parlare. ¶ Eugenia. Oh , vi prometto di non
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per oggi almeno non si lasci vedere. ¶ Eugenia. Possibile
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far loro conoscere, che si amano tanto. ¶ Flamminia. Io
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lo faccia davvero? ¶ Eugenia. , fatelo, che mi farete
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a modo mio. ¶ Eugenia. , scrivete come vi pare
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è egli vero? ¶ Tognino. signora, giocano qualche volta
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Flamminia. No forse? ¶ Eugenia. . (con ironia caricata) ¶ Flamminia
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volete precipitare. ¶ Eugenia. Quando si tratta di quelle maladette
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Non istate a credere facilmente... ¶ Eugenia. Oh, io
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seco delle seccature. ¶ Flamminia. , chi sentirà lui, sarà
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tutte le cose, e si fa burlare da tutti
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per una casa non si dà la compagna. Non
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signora. ¶ Flamminia. Mio zio si diverte; non ho questi
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Eugenia? (a Fabrizio) ¶ Fabrizio. signore. M’è stata
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di che mi pregio, si è la sincerità e
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Apelle. Signor Conte, ella si diletterà di pitture. ¶ Roberto
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pagar per originali). ¶ Roberto. Si vede, che siete assai
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Picciole cosarelle da poveruomo. Si serva, favorisca di andare
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ma credo che non si dia un pazzo più
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di maccheroni? ¶ Succianespole. Gnor si. ¶ Fabrizio. Un fricandò alla
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alla francese? ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. Una zuppa coll
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coll’erbuccie? ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. Colle polpettine? ¶ Succianespole
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1759
Colle polpettine? ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. E coi fegatelli
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fegatelli arrostiti? ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. Hai danari per
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hai speso? ¶ Succianespole. Gnor si. ¶ Fabrizio. E il tuo
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hai speso? ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. E non hai
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Maladetto sia il gnor e il gnor no
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e il gnor no. Si sente altro da te
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da te, che gnor e gnor no? ¶ Succianespole
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trovar danari. ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. Quante posate ci
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Sei, mi pare. ¶ Fabrizio. , erano dodici. Sei le
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impegnamone due. ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. Va al monte
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1759
e spicciati. ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. E non mi
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quando torni. ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Fabrizio. C’è vino
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1759
tu sia maladetto. Gnor , che tu sia bastonato
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cento per uno. Che si impegni, e che si
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si impegni, e che si spenda; e poi? in
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amico per mezzo mio si licenzia dalla signora Eugenia
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è? ¶ Lisetta. Ella pure si è messa della partita
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di me. ¶ Lisetta. Eh , verrà a cercare di
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informata di nulla?) ¶ Ridolfo. (, qualche cosa le ho
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E di là che si veste. (Non gli dico
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1759
chiamatela. ¶ Lisetta. (Oh, questi si amano daddovero!) (parte) ¶ SCENA
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preme, andate pure. ¶ Ridolfo. , vado. Conosco benissimo, che
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cosa convien soffrire, quando si sa specialmente che una
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allegria) ¶ Fulgenzio. Quest’umilissima si poteva lasciar nella penna
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non andare a letto si presto. Voi avete fretta
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dico, ci conosciamo. ¶ Eugenia. , ci conosciamo, e ci
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lui, nè di me? (si dà un pugno nella
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lui, nè di me? (si batte il capo a
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Fulgenzio. Non posso più. (si abbandona sopra una sedia
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ogni menoma cosa subito si sdegna, va in bestia
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ad una donna le si deve donar qualche cosa
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da farsi amare! ¶ Fulgenzio. , avete ragione. (placato) ¶ Eugenia
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Basta così, che mi si spezza il core per
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ognora, ogni momento. ¶ Fulgenzio. Si, cara, ve ne vorrò
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Eugenia. Eccolo qui, non si può parlare. ¶ Fulgenzio. Ma
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1759
ore. Mi figuro che si saranno pacificati colla signora
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e da non dire. Si erano pacificati, e tutto
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a far questa vita? Si amano, o non si
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Si amano, o non si amano? ¶ Flamminia. Sono innamoratissimi
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intollerante, subitaneo. In somma si potrebbe fare sopra di
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andata nella sua camera, si è messa a piangere
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pure, che piange, che si dispera, e lo persuada
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che venga qui? ¶ Flamminia. ; ma vorrei che fosse
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è vero? ¶ Succianespole. Gnor . ¶ Flamminia. Andate a mutarvi
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veder quel cappone. Osservate. Si è mai veduto da
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1759
tanto obbligante, che non si può dire di no
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la salvietta, che non si veda). ¶ Succianespole. Gnor sì
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si veda). ¶ Succianespole. Gnor . (s’incammina adagio) ¶ Fabrizio
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a lavorare. ¶ Succianespole. Gnor . (s’incammina adagio) ¶ Fabrizio
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Fa presto. ¶ Succianespole. Gnor . (come sopra) ¶ Fabrizio. Ma
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Ma spicciati. ¶ Succianespole. Gnor . (come sopra, e parte
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andate a mutarvi? ¶ Fabrizio. , c’è tempo. Dov
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Fabrizio. Lo compatisco: non si può saziare. Andatelo a
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Lisetta. ¶ Roberto. Queste signore si sono annoiate di me
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piano a Ridolfo) ¶ Ridolfo. (, se me ne ricorderò
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Fabrizio. Vi aspetto. Non si dà in tavola senza
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non la termini amichevolmente. Si lasci servire dal signor
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Faccia a mio modo, si metta nelle di lui
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casa del signor Conte, si faccia informare, e si
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si faccia informare, e si faccia consegnar le scritture
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dire. ¶ Flamminia. (Andate, che si fa tardi). (a Ridolfo
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1759
Grand’uomo! grand’uomo! Si chiamerà contento di lui
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la salsa verde? ¶ Roberto. signore, mi piace. ¶ Fabrizio
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mi piace. ¶ Fabrizio. Bene, si farà la salsa verde
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Roberto. Anzi moltissimo. ¶ Fabrizio. Si farà lo stufato per
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mio padrone. ¶ Succianespole. Gnor . (parte) ¶ Fabrizio. Succianespole poi
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servitore come lui non si trova. Fidato, attento, sollecito
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per onore, per gloria. Si accomodino. Una sedia al
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sedie) Stiano in allegria, si divertano, ch’io anderò
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una fanciulla, e sono poco avvezzo a sperimentarla
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signor Fulgenzio, e non si possono prevedere i casi
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venuto? (ad Eugenia) ¶ Eugenia. . (come sopra) ¶ Roberto. Lode
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Ridolfo. (ad Eugenia) ¶ Eugenia. , l’ha veduto. È
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Roberto. (Fa invidia un bell’amore). (da sÈ
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vero? (a Roberto) ¶ Roberto. signora, come comanda. ¶ Fulgenzio
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ancora. (con serietà) ¶ Eugenia. Si fa sempre desiderare il
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è la pena che si prende, quando parto da
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venuta? (con serietà) ¶ Roberto. , mi consolo con voi
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Eugenia. Vi dispiace che si sappia, che noi ci
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non mi dispiacerebbe, se si dicesse la verità. ¶ Eugenia
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sia lo zucchero? ¶ Flamminia. signore; è sull’armadio
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signore... ¶ Fabrizio. Signor Conte, si contenta che si inviti
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Conte, si contenta che si inviti a pranzo con
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presto. Le bugie non si dicono a caso). ¶ Fabrizio
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galleria? (a Roberto) ¶ Roberto. signor, l’ho veduta
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in due ore non si può veder tutto. ¶ Fulgenzio
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Conte? (a Fabrizio) ¶ Fabrizio. certo, è venuto a
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quel punto! Questo non si chiama sottilizzare. Sono bugie
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quella povera signorina. ¶ Fulgenzio. (: vuol rimproverar me, perch
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consoli con un bel . ¶ Fulgenzio. Per far vedere
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Bestialità la chiamate? ¶ Eugenia. , vi par cosa propria
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nè men io. ¶ Eugenia. , piuttosto andrà con lei
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Farò bene?) ¶ Succianespole. (Gnor ). ¶ Fabrizio. (Va a lavorare
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a lavorare). ¶ Succianespole. (Gnor ). (parte) ¶ Fabrizio. Con licenza
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signor zio? ¶ Fabrizio. Succianespole si è scordato di comprare
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Signori miei, amore non si pasce di sdegno, ma
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chi v’impedisce una gran fortuna? ¶ Roberto. Io
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dei vostri amori. ¶ Fulgenzio. : è arrivato in questo
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Lasciatelo dire; lasciate che si diverta. ¶ Fulgenzio. Mi dicono
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è egli vero? ¶ Roberto. , certo, ed hanno una
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caldo oggi, mi pare. ( alza affettando indifferenza, ma
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alza affettando indifferenza, ma si vede che freme.) ¶ Flamminia
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per un poco). ¶ Roberto. (, è giusto, lasciamoli in
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a Flamminia) Signora Eugenia, si ricordi dei casi che
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Naviglio). (Ja sè) ¶ Fulgenzio. (Si vede chiaro, che è
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forte) ¶ Eugenia. Felice ritorno. (si volta) ¶ Fulgenzio. Vada, vada
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di casa? ¶ Fulgenzio. (Maladetta!) (si va sdegnando a poco
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restar qui? ¶ Fulgenzio. (Le si possano seccar le labbra
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il fazzoletto.) ¶ Eugenia. Ma si consoli, che dormirà i
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d’avvantaggio, datelo qui. (si accosta per averlo) ¶ Fulgenzio
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avete portato. ¶ Fulgenzio. Ah! (si lascia cadere il coltello
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che volermi bene? ¶ Fulgenzio. Si, voglio morire piuttosto che
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disingannare chi per avventura si lusingasse di me. La
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da amore. Vi tormento, , qualche volta, ma chi
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che mio non siate, , ve lo giuro, io
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Eugenia. Mi par di , domandatelo a lui. ¶ Fabrizio
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signore? (a Fulgenzio) ¶ Fulgenzio. , certo, mi è venuto
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piedi della nipote). ¶ Eugenia. (Si scusa per cagione della
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senza una violenza non si potevano sperar queste grazie
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la sera? ¶ Clorinda. Ah , una sera con mio
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Male, signor cognato; quando si ama, si dice tutto
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cognato; quando si ama, si dice tutto. ¶ Eugenia. Che
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è piuttosto gioviale. ¶ Eugenia. , non è accigliato, se
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Qui è dove gli si promove la malinconia. ¶ Fulgenzio
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Fulgenzio? (a Clorinda) ¶ Clorinda. , qualche volta. ¶ Eugenia. E
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e con suo cognato si amavano come fratelli. ¶ Lisetta
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menoma attenzione a qual si sia persona di questo
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da colui specialmente che si è dichiarato per lei
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là, da questa porta si può rilevar qualche cosa
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Tognino. Lasciale che senta. (si accosta alla porta) ¶ Lisetta
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via la salvietta, e si è partito di tavola
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Lasciatemi un po’ vedere. (si accosta alla porta) ¶ Lisetta
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accosta alla porta) ¶ Lisetta. , soddisfatevi. (si ritira dalla
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porta) ¶ Lisetta. Sì, soddisfatevi. (si ritira dalla porta) ¶ Tognino
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la mia padrona? ¶ Lisetta. Si asciuga gli occhi. (osserva
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il padrone? ¶ Lisetta. Non si move. (osserva) ¶ Tognino. E
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signora. (Lisetta e Tognino si spaventano) ¶ Eugenia. Andate via
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mai voluto. Nelle occasioni si conosce chi ama. Se
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perchè sono assai delicata. Si è pacificato più volte
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è pacificato più volte; si è umiliato; mi ha
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troverà un’altra amante; si mariterà. (a poco a
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a poco a poco si dispone a piangere) ¶ SCENA
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perchè il signor Fulgenzio si stanchi, e vi perda
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amore? ¶ Flamminia. Eh via. Si sa che vi preme
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ritirarmi dal mondo. ¶ Flamminia. , sì, dormiteci sopra, e
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dal mondo. ¶ Flamminia. Sì, , dormiteci sopra, e non
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Flamminia. Io so che si è doluta molto di
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perduto il rispetto. ¶ Eugenia. , ha ragione; pretende che
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ragione; pretende che non si parta da lei, che
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signora Clorinda. ¶ Eugenia. Eh ! se tornerà suo marito
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Flamminia. Son persuasa di . Sapete che non vi
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che ha di me. Si move per venirmi a
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1759
Ho piacere che vi si trovi la signora Flamminia
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come ora). ¶ Eugenia. (Che , che vuol fare il
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commesso un error grandissimo. Si sente morire d’averlo
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da poca ragione. ¶ Eugenia. , sono una pazza. Non
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consolata? (a Fulgenzio) ¶ Fulgenzio. , cara, vi chiedo scusa
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Fabrizio è sdegnato; non si lascia vedere; e poi
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casa degli sconcerti. ¶ Eugenia. , sì, avete ragione. Accompagnatela
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degli sconcerti. ¶ Eugenia. Sì, , avete ragione. Accompagnatela pure
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dovere. ¶ Eugenia. Adempitelo. ¶ Fulgenzio. , in ogni maniera l
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richiede. (a Fulgenzio) ¶ Fulgenzio. , andiamo. (smanioso e incerto
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Fulgenzio, accennando Eugenia) ¶ Fulgenzio. , vi dico; andiamo. (come
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e nelle lettere parimenti si è sempre segnalata la
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sua Famiglia, e ciò si sa comunemente de’ suoi
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di farlo, giacchè pubblico si rende il di lei
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lei contento per una preziosa unione; accresciuto si
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sì preziosa unione; accresciuto si è il di lei
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la Provvidenza ad una pia e sì religiosa
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una sì pia e religiosa Famiglia non può
200
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altri. Due persone che si amano fedelmente, perfettamente, dovrebbero
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il coltello, con cui si vuol ferire l’amante
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Voler che il balsamo si converta in veleno? Pazzie
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e non fate che si abbia a rider di
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1759
di Fulgenzio. ¶ La Scena si rappresenta in una stanza
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1759
innamorato di voi perdutamente; si vede, si conosce che
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1759
voi perdutamente; si vede, si conosce che spasima, che
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1759
lo farebbe per forza. Si vede chiaro, che non
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1759
Eugenia. Con me? ¶ Fabrizio. , con voi. Io sono
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1759
mondo. Non sa che si faccia, non sa che
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1759
faccia, non sa che si dica; non è buona
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Come? il signor Conte si degnerebbe di sposar mia
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1759
sposar mia nipote? ¶ Roberto. , certo, e mi chiamerei
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sente, signor Conte? Queste si chiamano donne. Questo è
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1759
quell’ingrato frema, e si disperi, e si penta
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1759
e si disperi, e si penta, quando mi avrà
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1759
Anselmo? (meno sostenuta) ¶ Fulgenzio. , è arrivato poc’anzi
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fate a me un gran torto. Pure se
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1759
Povera me! son morta. (si abbandona sopra una sedia
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1759
è questa? ¶ Eugenia. Ah si, Fulgenzio, maltrattatemi, disprezzatemi, che
220
1759
Oimè, mi sento morire, (si copre col fazzoletto e
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1759
vicina.) ¶ Fulgenzio. (Sentendo strepito si volta) Oimè; che è
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1759
Fulgenzio. Perchè ad altri si abbandonò per vendetta. ¶ Flamminia
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1759
a Fulgenzio) ¶ Fulgenzio. Ah , fortunatissimo Conte. ¶ Flamminia. Fortunato
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1759
per disperazione. Non è pazzo a volersi nutrire
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1759
dico. (a Fulgenzio) ¶ Eugenia. , insultatemi, che mi si
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Sì, insultatemi, che mi si conviene. Conosco l’amor
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1759
più, idolo mio. ¶ Eugenia. , perdonatemi. ¶ Flamminia. O che
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dote? (a Flamminia) ¶ Flamminia. , signore. ¶ Fabrizio. La prendete
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persuaso dalle mie ragioni, si contenterà che il signor
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1759
destra. (a Fabrizio) ¶ Fabrizio. , generoso nipote; eroe del
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tuttavia Innamorati? Oh quanti si saranno specchiati in noi
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Deh quelli almeno, che si trovassero nel caso nostro