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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'attenzione, 1965

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
1
1965
ti dia il regalo a tavola, in presenza di
2
1965
respiro di Baba erra a lungo, turbato e vorace
3
1965
un bacio filiale deposto a pari distanza tra la
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1965
ora dopo, eccoci seduti a tavola; Cora, Baba, Santoro
5
1965
pacifica che fa pensare a un pane rustico poco
6
1965
la testa e sorride a Baba e allora gli
7
1965
casa consumata e disinvolta. A tal punto che il
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1965
la quale è anche, a quanto sembra, un’ottima
9
1965
spumante con quattro bicchieri a calice e insiste affinché
10
1965
insiste affinché sia Cora a stapparla. Cora, dunque, prende
11
1965
io non posso fare a meno guardando alla mano
12
1965
al fiotto schiumoso che a scosse ripetute e successive
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1965
bicchieri; non posso fare a meno, dico di pensare
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1965
dico di pensare che a quello stesso modo, nella
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1965
il quale si ostini a mettere in scena una
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1965
dalle mani di Santoro a quelle di Cora che
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1965
niente e si limita a restituirlo alla figlia. ¶ In
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1965
Allora non posso fare a meno di pensare con
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1965
anni che Edipo passa a Tebe, tra i cittadini
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1965
conosciuto e amato Laio, a fianco di una donna
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1965
non si può fare a meno di pensare che
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1965
dire, che cosa sta a significare la vicenda incredibile
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1965
vittima, non viene mai a parlare con lei, durante
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1965
crimine? Che cosa sta a significare se non che
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1965
vanno dal suo arrivo a Tebe allo scoppio della
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1965
occhi; e, sia pure a prezzo di una completa
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1965
convenienza però, è ignota a Edipo; se non lo
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1965
costringe col suo oracolo a passare dalla disattenzione all
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1965
manifesta in Tiresia, Apollo, a ben guardare, è la
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1965
immaginare che venga inflitta a chi non volle vedere
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1965
non tanto nel soggiacere a certe passioni, quanto nell
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1965
Edipo arriva, nella tragedia, a conoscere la verità, mi
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1965
all’altezza dei piani. A pianterreno c’erano un
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1965
targa nera, si leggeva, a lettere corsive d’oro
35
1965
pianerottolo: una targa simile a quella del portone ma
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1965
nel salottino, prima porta a destra.” ¶ Il salottino delle
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1965
uno specchio da sarta a tre luci. Il tappeto
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1965
due comodini; un armadio a muro; tutto quanto di
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1965
della corruzione che consentiva a questo mestiere di prosperare
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1965
la camera da letto.” ¶ “A che ti serve?” ¶ “Qualche
41
1965
un’idea: sarei andato a fermarmi sulla Cassia, dove
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1965
così avrei fatto capire a Cora che io sapevo
43
1965
Ponte Milvio, ho preso a salire per la Via
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1965
strada e sono andato a mettermi con il muso
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1965
ho tirato il freno a mano, guardando di sotto
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1965
volendo farlo, dovevo rassegnarmi a interrogarla sulle cose che
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1965
un uomo vuol bene a una donna? Le vuol
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1965
volevo bene, è andata a finire com’è andata
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1965
pensavo di rinunziare definitivamente a tenere il diario e
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1965
il diario e dunque a ricavarne più tardi il
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1965
mia mente non riusciva a stringere dappresso i termini
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1965
negativo: la situazione familiare, a dir poco drammatica, mi
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1965
di qualsiasi intervento risolutivo. ¶ A questo punto sono stato
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1965
ti spaventa di rinunziare a scrivere uno dei soliti
55
1965
al tuo posto.” ¶ Strano a dirsi quest’appello del
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1965
e non potevo fare a meno di essere. ¶ È
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1965
drammatico, come la peste a Tebe nel dramma di
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1965
che per essere durati a lungo ed essere diventati
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1965
vittima principale della corruzione a dimostrarmi affettuoso con Cora
60
1965
significato; tutto avrebbe continuato a scorrere nel flusso indistinto
61
1965
E Cora avrebbe continuato a fare il suo mestiere
62
1965
mestiere; io avrei ripreso a viaggiare; Baba si sarebbe
63
1965
senza dubbio molto simile a Santoro. ¶ Certamente io avrei
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1965
E intanto, di fronte a fatti come quelli che
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1965
attenzione. Mi sono detto a questo punto che sarebbe
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1965
di essere finalmente riuscito a scoprire tra la vita
67
1965
Per il momento, no. A proposito...” ¶ “Che c’è
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1965
ormai, e come faccio a presentarti come mio marito
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1965
Baba.” ¶ “Allora oggi sei a colazione?” ¶ “Sì, sono a
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1965
a colazione?” ¶ “Sì, sono a colazione.” ¶ “Oggi c’è
71
1965
Va bene?” ¶ “Va benissimo.” ¶ A questo punto ci siamo
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1965
non ho potuto fare a meno di pensare, dell
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1965
di questi giorni vengo a trovarti in sartoria.” ¶ “Per
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1965
che?” ¶ “Per parlarti.” ¶ “Parlare a me?” ¶ “Non allarmarti. Niente
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1965
disattento della terra vai a scrivere L’attenzione!” E
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1965
non essere stata costretta a parlare di fatti della
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1965
che mi fossi accinto a ricavare il romanzo dal
78
1965
popolare, l’abbia aperto a caso e sia capitato
79
1965
notte e avendo ripensato a quanto era accaduto, mi
80
1965
solita inclinazione del romanziere a mettere a profitto i
81
1965
del romanziere a mettere a profitto i propri casi
82
1965
notte non ho esitato a ricorrere alla trovata del
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1965
narrativa, mi lascerò andare a simili cambiamenti e sostituzioni
84
1965
tu puoi sentirti giustificato a lasciare nel diario il
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1965
Più tardi, quando passerò a ricavare il romanzo dal
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1965
mia ipocrisia potrà servire a qualche cosa, sia denunziandola
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1965
nello studio e venendosi a mettere tra la scrivania
88
1965
mettere tra la scrivania a cui sto seduto e
89
1965
Comprendo, mi alzo, vado a baciarla, un po’ goffamente
90
1965
sforzo. Ho invitato Santoro a colazione, lui sa che
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1965
possibile.” ¶ “Ho capito.” ¶ “Santoro...” ¶ “A proposito...” ¶ “Che cosa?” ¶ “Perché
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1965
preoccuparti. Ho pensato io a tutto.” ¶ “Che vuol dire
93
1965
il regalo, e tu a tua volta lo darai
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1965
tua volta lo darai a me.” ¶ “Che regalo è
95
1965
da diecimila, lo do a Baba, la quale a
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1965
a Baba, la quale a sua volta mi dà
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1965
scrivendole qui nel diario, a mente fredda; ma in
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1965
ragazze che mi venivano a trovare a casa. Ma
99
1965
mi venivano a trovare a casa. Ma poi mi
100
1965
nulla che era intorno a me e dentro di
101
1965
allo stesso modo che a suo tempo avevo amato
102
1965
di me e intorno a me. Ma questo nulla
103
1965
non vuole avere niente a che fare con la
104
1965
Andrò via ma non a causa di Cora.” ¶ “E
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1965
la laurea e andrò a insegnare in un’altra
106
1965
perché ci tieni tanto a che io sia affettuoso
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1965
Mi stringeva quasi fino a farmi male, ho cercato
108
1965
fortuna, il mio soggiorno a Roma durerà poco.” ¶ “Quanto
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1965
L’ho vista rimettersi a sedere di profilo, raggomitolata
110
1965
Vuoi... vuoi che usciamo a cena insieme, stasera?” ¶ Prontamente
111
1965
amica.” ¶ “E dove andate?” ¶ “A cena, poi al cinema
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1965
libera.” ¶ “Va bene, domani. A proposito...” ¶ “Prego?” ¶ “A proposito
113
1965
domani. A proposito...” ¶ “Prego?” ¶ “A proposito non dire a
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1965
A proposito non dire a Cora che abbiamo parlato
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1965
Ah, già dimenticavo. Allora a domani sera.” ¶ “Ciao.” ¶ Sono
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1965
grandezza che pare aumentare a misura che la osservo
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1965
fini e aride, simili a due tagli, agli angoli
118
1965
mia figlia”; e allora, a queste parole, quasi formula
119
1965
Baba comincia ad allontanarsi, a rimpicciolire, facendosi sempre più
120
1965
Baba. Infatti di lì a poco la porta si
121
1965
cui però, non riesco a vedere il volto, perché
122
1965
lo nasconde nel seno a Cora. Questa si china
123
1965
di nuovo all’orecchio. A questo punto, per la
124
1965
forte, mi sono levato a sedere al buio e
125
1965
familiare. Ho preso allora a leggere l’intera scena
126
1965
scena dal principio. Giunto a: ¶ “...so fin troppo bene
127
1965
luce e ho continuato a piangere al buio e
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1965
fermava la somiglianza. Perché a Edipo era consentito di
129
1965
qualche cosa di positivo. A meno che... su questo
130
1965
meno che... su questo “a meno che” in cui
131
1965
ottobre ¶ Mi sono destato a giorno fatto, ma era
132
1965
che sono solito fare a Roma alla mattina, appena
133
1965
mio palazzo, guardando intorno a me. Ho riconosciuto gli
134
1965
diario del mio soggiorno a Roma e mi sono
135
1965
in cui mi accingevo a tenere il giornale di
136
1965
sigaretta e ho preso a riflettere, guardando al cielo
137
1965
guardando al cielo, davanti a me, attraverso i vetri
138
1965
melodrammatica, di quelle, appunto a cui ricorrono i romanzieri
139
1965
stesso tetto. In capo a dieci anni, viene a
140
1965
a dieci anni, viene a scoprire, attraverso una lettera
141
1965
non era affatto portata a inventare simili macchine, al
142
1965
che ero tenuto adesso a riportare nel mio diario
143
1965
diario e più tardi a trasferire nel romanzo, queste
144
1965
davvero quel mestiere; Baba a quattordici anni era stata
145
1965
tono era davvero irritante, a forza di placidità eccessiva
146
1965
Tutto questo senza dare a vedere alcuna sorpresa o
147
1965
Ma tu come fai a saperlo, da quando lo
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1965
casa per?...” ¶ “Per mettermi a disposizione dei suoi clienti
149
1965
sai niente? È avvenuto a te e non tanti
150
1965
fa.” ¶ “Non è avvenuto a me.” ¶ “Che cosa vuoi
151
1965
quale non ho niente a che fare.” ¶ “Ah, un
152
1965
una maestra che parli a un suo scolaro, altrettanto
153
1965
didattica: “La Baba che a quattordici anni è stata
154
1965
abbia una vita fatta a compartimenti stagni. In ogni
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1965
non lo ha fatto a me, ma ad un
156
1965
ci teneva dunque tanto a che Baba frequentasse la
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1965
Baba frequentasse la casa?” ¶ “A quanto pare, sì.” ¶ “Non
158
1965
Perché quasi niente?” ¶ “Perché, a quanto sembra, Baba non
159
1965
dall’esterno.” ¶ “Come sarebbe a dire dall’esterno?” ¶ “Beh
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1965
che tu hai provato a far l’amore con
161
1965
si stufavano.” ¶ “Come sarebbe a dire: si stufavano?” ¶ “Si
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1965
oppure uscivano e andavano a protestare da Cora.” ¶ “E
163
1965
cambiato idea.” ¶ “Come sarebbe a dire: ha cambiato idea
164
1965
Appunto. Cora ha detto a Baba che d’ora
165
1965
che Baba doveva mettersi a studiare.” ¶ “A studiare?” ¶ “Sì
166
1965
doveva mettersi a studiare.” ¶ “A studiare?” ¶ “Sì, a studiare
167
1965
studiare.” ¶ “A studiare?” ¶ “Sì, a studiare, e ha detto
168
1965
E lo ha detto a Cora.” ¶ “Che cosa le
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1965
Cora, che è successo a Baba?” ¶ “Oh, niente di
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1965
di speciale. È andata a scuola ed è stata
171
1965
Quello che poteva succedere a qualsiasi ragazza dell’età
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1965
sposeranno?” ¶ Si è messa a ridere: “In tutti i
173
1965
Dimmi, tu vuoi bene a Cora?” ¶ “Sì.” ¶ “Molto?” ¶ “Sì
174
1965
Ma perché?” ¶ “Come sarebbe a dire, perché?” ¶ “Perché le
175
1965
non lo ha fatto a me ma ad un
176
1965
che Cora credeva soltanto a quella cosa lì.” ¶ “Quella
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1965
mondi. Lo riconosce, però, a denti stretti.” ¶ “Come sarebbe
178
1965
denti stretti.” ¶ “Come sarebbe a dire?” ¶ “Lo riconosce soltanto
179
1965
stessa.” ¶ Siamo stati zitti, a questo punto, per un
180
1965
occhiali e ha ripreso a leggere, come se io
181
1965
coi fianchi, arrivando appena a terra con le robuste
182
1965
simile gioco ti aiuta a vivere. Ma questo è
183
1965
persona e in base a qualche informazione si fanno
184
1965
una di quelle frasi a chiave, di specie convenzionale
185
1965
dopo i preamboli, servono a introdurre l’argomento principale
186
1965
ma le pupille glauche a cui la miopia dava
187
1965
ha teso una mano a stringere la mia e
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1965
carnose che parevano inabili a piegarsi; e così la
189
1965
gesto della mano tesa a stringere la mia: era
190
1965
mia: era un invito a servirmi di lei e
191
1965
era che un oggetto a disposizione di chiunque voleva
192
1965
come si poteva credere a prima vista, ma qualche
193
1965
cose che possono accadere a chiunque in qualsiasi momento
194
1965
era un dramma, vale a dire una combinazione di
195
1965
peregrinazioni professionali. Viaggiavo, tornavo a Roma, ripartivo e ogni
196
1965
è fallito. Prova allora a vedere se ti riesce
197
1965
venne fatto di riflettere a questo punto che, dopo
198
1965
che non poteva succedere a chiunque e in qualsiasi
199
1965
brevi soggiorni che facevo a Roma tra un viaggio
200
1965
si rendeva necessario; come, a partire da un frantume
201
1965
Contavo di non avere a scrivere più di cinque
202
1965
da Abdan, mi fermai a visitare le rovine di
203
1965
di Persepoli. Quindi presi a Teheran un aeroplano che
204
1965
con il mio ritorno a Roma. ¶ L’attenzione ¶ DIARIO
205
1965
ottobre ¶ I miei ritorni a Roma avvengono sempre nello
206
1965
sono nell’appartamento, comincio a fare le stesse cose
207
1965
Sola differenza è che a Roma so di essere
208
1965
lettera era stata battuta a macchina su due facciate
209
1965
in mano, guardando davanti a me. Quindi ho riletto
210
1965
una inclinazione fangosa troppo a lungo repressa. ¶ Ho notato
211
1965
una vanità compiaciuta; poi, a sorpresa, un anticlimax repentino
212
1965
nella prima facciata, seguita, a contrasto, nella seconda, dalla
213
1965
di libri, e batteva a macchina la sua lettera
214
1965
uscito dalla stanza. Strano a dirsi, non mi era
215
1965
adottare: le due tende a grosse strisce verticali che
216
1965
nascondesse il disordine profondo, a me ancora sconosciuto, della
217
1965
trovato; ho camminato allora a tastoni, sul tappeto profondo
218
1965
ho tirato. Lentamente, come a malincuore, una luce calma
219
1965
e crinolina, stava seduta a braccia aperte e a
220
1965
a braccia aperte e a gambe larghe, sul capezzale
221
1965
era appoggiata, anch’essa a gambe larghe e a
222
1965
a gambe larghe e a braccia aperte, contro il
223
1965
sacra, una grande pittura a olio, di quelle che
224
1965
cespugli fioriti. ¶ Sono rimasto a lungo immobile, senza pensar
225
1965
il telefono ha preso a trillare, là, sul comodino
226
1965
udita soltanto dalla persona a cui si rivolgeva e
227
1965
che nell’appartamento, oltre a Cora, c’era anche
228
1965
da un grande armadio a muro, sugli sportelli erano
229
1965
sugli sportelli erano dipinti a colori chiari dei motivi
230
1965
ordine e di pulizia a questa stanza quasi vuota
231
1965
risposto, si è limitata a star ferma, voltata verso
232
1965
silenzio. Ho preso allora a camminare attraverso la stanza
233
1965
camminare attraverso la stanza, a piccoli passi insicuri, come
234
1965
alla scrivania. Baba continuava a guardarmi e a tacere
235
1965
continuava a guardarmi e a tacere; ne ho approfittato
236
1965
ho approfittato per guardare a mia volta. Mi ha
237
1965
venuto fatto di pensare, a questo punto, ciò che
238
1965
il diritto di parlare a Baba della lettera dell
239
1965
sei entrato per dire a me quello che volevi
240
1965
quello che volevi dire a Cora?” ¶ Il tono era
241
1965
pagine del mio passaporto. A questo punto forse qualcuno
242
1965
sapere come ero riuscito a diventare in così poco
243
1965
spiegato, per non stare a Roma con Cora; e
244
1965
pur non essendo bastata a farmi diventare il romanziere
245
1965
motivi che mi spingevano a viaggiare, cioè dal bisogno
246
1965
esperienza mi avrebbe ricondotto a me stesso, cioè al
247
1965
ha intenzione di fermarsi a lungo, forse è soltanto
248
1965
gli altri viaggiatori intorno a lui. In queste condizioni
249
1965
ma si deve dare a questo aggettivo non già
250
1965
paesi in astratto, riducendoli a schemi, a formule, a
251
1965
astratto, riducendoli a schemi, a formule, a concetti, senza
252
1965
a schemi, a formule, a concetti, senza impicciarmi, cioè
253
1965
impicciarmi, cioè, di andare a verificare se questi schemi
254
1965
miei articoli, da cima a fondo, servendomi di tutti
255
1965
articoli, poi, li scrivevo a Roma, al tavolino, con
256
1965
scorrevoli; in secondo luogo, a causa della mancanza di
257
1965
ebbero un notevole successo. A tal punto che molti
258
1965
viaggio, non li aspettava a casa, nella persona di
259
1965
altro e di tornare a Roma e di scrivere
260
1965
mi pareva tuttavia preferibile a quella della veglia; e
261
1965
facevo nulla per destarmi. ¶ A questo punto vorrei dire
262
1965
in cui mi trovavo a viaggiare, pian piano e
263
1965
la verifica, già fatta a Roma dopo il crollo
264
1965
lo desideravo. Allora presi a riflettere su questa mia
265
1965
era crollato da cima a fondo, travolgendo nella sua
266
1965
mie ragioni di vita. A questo crollo era seguito
267
1965
essere vissuto se non a patto di morire, ossia
268
1965
amore, quell’amore che a suo tempo avevo creduto
269
1965
era preferibile vivere casto. A qualcuno sembrerà strano che
270
1965
non si può fare a meno. Ma non è
271
1965
disamorato di Cora; adesso, a forza di farlo sempre
272
1965
non si credeva più a niente, e, come era
273
1965
di amare. ¶ Intanto continuavo a viaggiare per il giornale
274
1965
durante i miei soggiorni a Roma, fra un viaggio
275
1965
filava tra noi due a meraviglia, con una perfezione
276
1965
perfezione perfino eccessiva che, a chiunque non avesse avuto
277
1965
inquietante. ¶ Viaggiavo, poi tornavo a Roma per un mese
278
1965
il resto dell’appartamento a Cora e a sua
279
1965
appartamento a Cora e a sua figlia. Sapevo che
280
1965
salotto, servite dalla domestica a ore, la sera in
281
1965
mie carte, era chiuso a chiave e non c
282
1965
una porta e sedermi a tavola con Cora e
283
1965
particolare la mia aspirazione a scrivere, un giorno, un
284
1965
conto che la risposta a questa domanda stava nel
285
1965
risposta, appunto perché continuavo a coltivare l’ambizione di
286
1965
di arrivare un giorno a scrivere un romanzo, cioè
287
1965
io non aspiravo affatto a scrivere un capolavoro, bensì
288
1965
cose che avevo mirato a raccontare che dentro di
289
1965
e cominciai a battere a macchina. Ma non andai
290
1965
la macchina e presi a rileggere il libro. Lessi
291
1965
strutture contribuivano abbastanza naturalmente a formare un organismo complesso
292
1965
mondo era tuttavia lì a testimoniare che anche se
293
1965
Cora, nella stanza attigua, a testimoniare che pur essendo
294
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e i monticelli. Presi a stracciare il manoscritto sul
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i pezzi che volteggiavano a lungo nell’aria prima
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aria prima di andare a posarsi sul suolo. Ricordo
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più affatto alle cose a cui avevo finora creduto
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che non pensai affatto a separarmi da Cora, come
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invece Cora, la quale, a quanto pareva, non aveva
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sull’inautenticità dell’azione a provocare la rottura che
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Aprii gli occhi, balzai a sedere e infatti, ecco
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il silenzio che continuava a serbare benché, ormai, mi
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mi fossi svegliato e a mia volta la guardassi
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ad ascoltare dischi e a fumare? Il romanzo non
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come aggiungere altra falsità a quella che già esisteva
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grande mano bianca andò a stringermi il sesso pur
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non ti obbligo più a niente: né a dormire
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più a niente: né a dormire né a mangiare
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né a dormire né a mangiare con me, né
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mangiare con me, né a occuparti di me e
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il salotto per ricevere; a noi basta che ci
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che ci pensava. Disse a guisa di conclusione: “Insomma
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momento, stese la mano a farmi una lieve carezza
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numero del tuo telefono a Clara, che l’ha
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che l’ha dato a me. Allora che fai
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il nulla e che a me, ormai, nella mia
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restava appunto che precipitarmi a capofitto in questo nulla
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questo nulla. Risposi così a Gianna che venisse pure
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puntualmente e non sto a descriverla, forse non potrei
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regolarmente. Dapprima mi limitai a una visita alla settimana
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anno mi diedi così a questi amori, ossia praticai
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certa Gina già venuta a casa mia altre volte
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aria da padrona. Prendemmo a spogliarci presso il letto
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lì, immobile e stupefatto a guardarla. ¶ Davanti ai miei
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ossa. Le cosce simili a due bastoni attaccati ad
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hai, perché non vieni a letto?” ¶ Non dissi niente
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vivi e gonfi, simile a quella di un frutto
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è proprio questa magrezza a piacere? Dapprima rimangono stupiti
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E allora?” ¶ “Allora sta a significare che la morte
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che finalmente si presentava a me con la sua
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mentre lei si stringeva a me, avvinghiandomi i fianchi
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andò nel bagno, sedette a gambe larghe sulla tazza
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sulla tazza e orinò a lungo. L’osservai attraverso
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ci vuoi rifare, telefona a Gina e combina con
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anno; i miei soggiorni a Roma non duravano mai
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parte del mio tempo a scrivere gli articoli dell
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agli scrittori di mettere a profitto anche le briciole
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di materiale per servire a un romanzo da farsi
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era, dunque, in fondo a questa vergogna che mi
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naso, di avere soggiaciuto a una illusione, di essermi
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di essermi ingannato dietro a un miraggio. E la
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essersi messi in valore a sinistra, si vendono a
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a sinistra, si vendono a destra. Ma non era
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dal giornale di sinistra a quello conservatore non avrebbe
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dal giornale di sinistra a quello conservatore non aveva
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conservatore non aveva niente a che fare con il
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accendere la sigaretta mira a sfogare un’inclinazione morbosa
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dal giornale di sinistra a quello conservatore, io mi
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Prima, però, di rimandarlo a casa, il direttore del
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faresti una volta arrivato a Parigi?” ¶ “ Andrei con mia
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non dice come andasse a finire il povero pazzo
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dal giornale di sinistra a quello conservatore né per
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perché non volevo stare a Roma dove ero vissuto
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No, il mio passato a Roma aveva un nome
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passato, non riuscivo però a trovarci niente di vergognoso
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sotto lo stesso tetto. ¶ A questo punto penso che
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detto: mi ero trovato a nascere in una società
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dalla guerra, due catastrofi, a ben guardare, dell’inautenticità
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dopo averla lasciata, presi a camminare solo per le
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fondo, abbastanza normale. Continuai a vederla prima raramente e
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mi chiese di aiutarla a metter su in proprio
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il quale io passavo a Cora del denaro e
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come era adesso, io a casa mia, lei a
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a casa mia, lei a casa sua e l
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di piazza Mazzini. Andai a viverci con Cora e
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La mia intenzione, andando a vivere in questa casa
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fianco, non riuscivo più a darle un solo bacio
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mio corpo. Ma, strano a dirsi, non c’era
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che il passato cominciò a farmi l’effetto di
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e di stravaganza riguardata a mente sobria la mattina
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tuttavia non potevo fare a meno di odiarla come
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Mi avveniva di pensare a tavola mentre mangiavamo, oppure
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tavola mentre mangiavamo, oppure a letto mentre lei dormiva
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russa? Che ho io a che fare con questa
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bensì un nome letto a caso nell’elenco telefonico
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che non si rifiuta a nessuno: uno sguardo. Con
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cambiai il mio posto a tavola, e mi misi
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possibile, non riuscii che a dissimulare in parte il
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con un sollievo misto a qualche rimorso, che la
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e adesso mi apprestavo a riscriverlo, o meglio a
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a riscriverlo, o meglio a ricopiarlo e a correggerlo
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meglio a ricopiarlo e a correggerlo. L’avevo scritto
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ma almeno era servito a farmi scrivere il romanzo
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del romanzo e cominciai a battere a macchina. Ma
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che portava sottoterra (saliva a fatica, gradino per gradino
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e pallidi: occhi grossi, a palla; naso grosso, a
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a palla; naso grosso, a battocchio; bocca grossa, a
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a battocchio; bocca grossa, a ventosa; e poi alla
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indirizzo.” ¶ “E dove stava, a che interno?” ¶ “Piano terzo
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stava attenta, ci teneva a non dare nell’occhio
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Non ho mai avuto a lamentarmi di lei.” ¶ “Le
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su, facendo gli scalini a due a due. Non
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gli scalini a due a due. Non prendeva mai
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le faceva piacere andare a piedi.” ¶ “Per quanti anni
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Ma perché non va a cercare la signora Cora
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Cora. Fra l’altro, a quest’ora, dev’essere
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fretta alla prima porta a sinistra, che, secondo i
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tappezzate di una stoffa a fiori; c’era anche
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lenti e guardinghi, simili a dorsi di scarafaggi accecati
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della bambina, sono disceso a pianterreno, sono sbucato in
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casa e si dirigeva a piedi, di strada in
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Entrava nel portone, saliva a due a due gli
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portone, saliva a due a due gli scalini, apriva
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nella camera. Baba chiudeva a chiave l’uscio della
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Cora e Baba tornavano a casa, dove Baba ritrovava
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sua scrivania e riprendeva a studiare. Ora dimmi...” ¶ “Che
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altro che un automa a cui Cora aveva dato
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sua volontà e ubbidiva a Cora.” ¶ Mercoledì 18 novembre ¶ Tra
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quando te ne andrai a casa.” ¶ Mi ha sbirciato
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largo Tritone.” ¶ “Benissimo. Allora a più tardi. Intanto tieni
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niente, proprio per niente.” ¶ A questo punto alcuni spettatori
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alcuni spettatori hanno cominciato a zittire. Delia ha soffocato
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e giornaliera per approdare a qualche cosa di straordinario
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da una situazione che a prima vista poteva anche
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tutto alla pubblicità, poi a un documentario sulla Sardegna
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già visto per metà. A mezzanotte passata non ho
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maschili che mi giungevano a brani, tra gli sbuffi
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ha detto, scoppiando subito a ridere, mentre mi guardava
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è tornato di lì a poco portando un piatto
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è scoppiata di nuovo a ridere: “Ma lo sa
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vuoi andare?” ¶ “Mi accompagni a casa.” ¶ “Dove stai?” ¶ “A
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a casa.” ¶ “Dove stai?” ¶ “A San Giovanni. Ce l
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mentre guidavo, abbiamo cominciato a parlare. È stata Delia
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No, bene no.” ¶ “Ma a lei che impressione fa
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strana?” ¶ Si è messa a ridere di nuovo, irresistibilmente
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poi non glielo va a ridire, perché la signora
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No, non glielo vado a ridire.” ¶ “Voglio dire che
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manifesta questa ossessione?” ¶ “Stia a sentire, voglio farla ridere
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voglio farla ridere.” ¶ “Sto a sentire, coraggio.” ¶ “Dalla signora
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e sta lì immobile a guardare, con gli occhi
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testa le dico che a me perfino fa venire
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un solo dito va a toccare Marco proprio lì
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salotto ed è andata a telefonare.” ¶ “Dove?” ¶ “Nell’ingresso
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Riccardo, quindi ha cominciato a fargli fretta.” ¶ “Come sarebbe
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fargli fretta.” ¶ “Come sarebbe a dire?” ¶ “Gli ha detto
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di chi vuole concludere a tutti i costi un
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salotto e ha detto a Baba: ‘questo qui verrà
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per lei’ aveva alluso a lei. Ora quella frase
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quella frase era bastata a farla diventare come per
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sono tornate in macchina a casa.” ¶ “A casa cosa
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in macchina a casa.” ¶ “A casa cosa è successo
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una amica doveva venire a studiare con lei, quel
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allora?” ¶ “Lo ha detto a Cora.” ¶ “E Cora che
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mezzo.” ¶ “Di non fare a tempo a che cosa
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non fare a tempo a che cosa?” ¶ “A ripassare
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tempo a che cosa?” ¶ “A ripassare la lezione.” ¶ “E
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amica si è fermata a chiacchierare e così sono
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corridoio e ha detto a Baba qualche cosa di
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bene. Così sono discese a pianterreno e sono andate
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che andava in cucina a prepararsi un caffè ed
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e ha detto sottovoce a Baba: ‘andiamo, vieni, è
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E che è successo a questo punto?” ¶ “È successo
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che Cora ha detto a Baba che se ne
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Baba doveva tenere compagnia a quel signore. Con queste
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ad un’altra, non a me.” ¶ “Dunque, dove eravamo
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in piedi di fronte a Riccardo e Riccardo sta
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chiesto?” ¶ “Se Baba andava a scuola.” ¶ “Se andava a
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a scuola.” ¶ “Se andava a scuola?” ¶ “Sì, ha preso
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scuola?” ¶ “Sì, ha preso a Baba la mano che
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se si era macchiata a quel modo mentre studiava
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ha domandato se andava a scuola.” ¶ “E Baba che
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che modo parlava Riccardo a Baba?” ¶ “Come: ‘in che
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fine Riccardo ha chiesto a Baba di recitargli una
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Stava in piedi davanti a Riccardo, con la mano
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difficile dirlo. Forse perché a Baba premeva soprattutto essere
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cercava di far fare a Baba i gesti dell
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e Riccardo non riusciva a farla stare come voleva
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lui. Finalmente ha provato a spogliarla, ma siccome Baba
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Riccardo stava seduto davanti a lei, in maniche di
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cosa curiosa.” ¶ “Che cosa?” ¶ “A scuola, devi andare a
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A scuola, devi andare a scuola, a scuola, a
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devi andare a scuola, a scuola, a scuola, a
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a scuola, a scuola, a scuola, a scuola.” ¶ “Ha
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a scuola, a scuola, a scuola.” ¶ “Ha detto così
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ha detto che andava a telefonare ed è uscito
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allora, così stupida. Non a me che le racconto
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e la gente torna a casa per il pasto
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in fondo, il muraglione a sghembo del Vaticano. Sono
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ho aperto una porta a vetri e mi sono
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quanta voce avevo, aspirando a piene narici l’odore
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perché?” ¶ “Perché era Cora a raccomandarlo e Cora era
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sorpresa?” ¶ “No. Bisogna dire a questo punto che Baba
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uscito dicendo che andava a telefonare ma invece non
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uomo non era tornato a salutare lei come non
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come non era tornato a salutare la poltrona o
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rapporto, come da persona a persona. Sai che se
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l’uomo fosse tornato a salutarla, Baba, forse, avrebbe
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dalle persone, insomma.” ¶ “Torniamo a Baba che scopre sul
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il letto, ha rimesso a posto il tappeto, ha
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cestino. Quindi è passata a riordinare se stessa con
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e finalmente è andata a sedersi nella poltrona, ha
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da quel momento fino a due o tre mesi
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mesi dopo, cioè fino a quando Cora ha rinunziato
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Cora ha rinunziato definitivamente a vendere Baba, Baba non
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e Baba sono tornate a casa.” ¶ “E che hanno
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niente. È stata Cora a parlare.” ¶ “Davvero?” ¶ “Sì. Ha
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Davvero?” ¶ “Sì. Ha esposto a Baba la sua filosofia
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non l’ascoltava che a metà. Insomma, in sostanza
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salotto. Forse per dare a Baba l’impressione che
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libertà, che era lei a volere essere un oggetto