Pietro Giannone, Vita scritta da lui medesimo, 1741

proseguimmo il cammino fino a Gratz, città metropoli della

e di là fino a Vienna. ¶ Giunsi a Vienna

fino a Vienna. ¶ Giunsi a Vienna ne' princìpi di

passai indi ad albergarvi a gli otto di giugno

datone avviso alla persona a cui era raccomandato, ed

mio arrivo, questa venne a portarmele, con dirmi che

che me le portò a leggere. Ed in quelle

avea ordine di lasciarlo a chiunque trovava in casa

d'averlo di persona a me intimato, come assente

con sua corte essere a Laxemburg, villaggio dalla città

alla caccia degli aironi, a che di là, fra

dovea coll'Imperadrice portarsi a Praga, per essere incoronati

Vienna, fui dal medesimo a presentargli un esemplare della

della mia opera, ed a pregarlo che, avendo meco

alla maestà dell'Imperadore, a chi l'opera era

ce l'avrebbe presentato a Laxemburg. ¶ E dicendomi che

di quest'opera molto a me pregiudiziali, e che

fattele, gli risposi che a questo fine io l

fine io l'esponeva a gli occhi di tutti

occhi di tutti, pronto a dar conto di quanto

dar conto di quanto a torto mi s'imputava

quale non vedeva essere a Vienna capitato alcun essemplare

alcun essemplare; e che a uno, che procurai stradarne

procurai stradarne, la persona a cui fu mandato non

più essemplari per presentargli a' supremi ministri, e porgli

alla nostra religione ed a' buoni costumi; che io

avea composta per piacere a' preti ed a' monaci

piacere a' preti ed a' monaci ed alla corte

non doveano riputarsi inferiori a quelle, che i re

della maestà di Cesare, a chi io avea l

venne in mia casa a prendersi l'essemplare destinato

e seco lo condusse a Laxemburg, e lo presentò

Laxemburg, e lo presentò a Cesare. Il qual lo

nell'anno 1729, essendo io a Pettersdorf, il conte di

disse che avea veduto a Laxemburg i miei libri

ivi portati. ¶ Cominciai, dopo, a presentarne a lui, a

Cominciai, dopo, a presentarne a lui, a' cesarei ministri

a presentarne a lui, a' cesarei ministri e, trovandosi

stesso che avea scritto a difesa del regal editto

del regal editto intorno a' benefici del regno da

regno da doversi conferire a' nazionali, — fui dal medesimo

nazionali, — fui dal medesimo a presentarcene uno, ed a

a presentarcene uno, ed a pregarlo che l'esaminasse

esaminasse e rendesse testimonianza a gli altri del Consiglio

Imperadore, tornato da Laxemburg a Vienna, partì subito, né

opportunità di potermi inchinare a' suoi piedi. Ebbi però

necessaria la mia venuta a Vienna, poiché la sera

e maligne che, fingendosi a lor capriccio l'eresie

in parte alla negligenza a torto imputatagli, non cessava

ch'egli avea dato a riveder l'opera a

a riveder l'opera a persone dotte e che

opera non si era a lei cercata licenza, riputò

licenze non s'appartenesse a lui, ed egli avesse

emolumenti di quel tribunale, a presiedere nel medesimo, come

nel suo vescovado. Or a costui, stimulato da' suoi

che si credevano perduti a cagione che, quell'anno

non dover dar credenza a tali sciagurati ed infelici

e così aveano dato a credere alla semplice e

orecchie che colla ragione. A tutto ciò aggiungevan che

miracolo, togliendo con ciò a' Napolitani la sua protezione

poiché questi romori vennero a crescere verso la metà

ciò che dava indizio a' Napolitani di sciagure imminenti

che si sarebbe imputato a mia miscredenza, e datane

mia miscredenza, e datane a me la colpa; ed

io con ciò esposto a scempi crudeli e barbari

barbari, ad essere sbranato a pezzi e fattone mille

spezioso di maggior riverenza a' numi, le maggiori empietà

Documento che dovrebbe essere a' principi di non far

io, di persona, andassi a presentarcela, sicome a gli

andassi a presentarcela, sicome a gli altri principali ministri

quella corte; affinché, espostala a gli occhi ed esame

della real giurisdizione, cominciava a raffreddarsi; e quando prima

per esser il primo a mandarlo in Vienna all

temendo che, essendo precorsi a Vienna i romori per

in quest'anno 1723 veniva a cadere al primo dì

miglior modo che potei, a' miei interessi di casa

interessi di casa, lasciando a mio fratello ampia procura

mio viaggio da Napoli a Manfredonia fu d'uopo

Napoli partiti, furon pronti a domandarci se San Gennaio

e, giunto che fui a Manfredonia, scopertomi ad un

facilmente lo avrei trovato a Barletta, si spedì colà

padron di nave, venuto a caricar sale in quelle

pochi giorni far ritorno a Triesti; sicché, il seguente

ignoranza, si tacque. ¶ Giunto a Barletta, il vice–console

dalle lettere che, giunto a Vienna, trovai di mio

cominciava ad esser mostrato a dito, ed il giudice

ch'era napolitano, venne a visitarmi, e già altri

già altri si accingevano a far lo stesso. E

alquanti anni appresso, giunse a Vienna ad occupar la

subito alcuni zelanti vennero a dirgli che nella città

dieci giorni, per arrivare a prender porto a Triesti

arrivare a prender porto a Triesti. Portava io lettere

commendatizie del console Fiore a' giudici di questa città

proseguire il viaggio fino a Lubiana — poiché non erasi

monti dell'Istria. ¶ Giunto a Lubiana, città metropoli della

io era ivi, venne a visitarmi e, facendo egli

mi liberò di commetterla a' stampatori, i quali tenendo

secondo che si stampavano, a gli occhi de' più

io caricarmi e mandarcela. A tutto ciò si aggiunse

casa di campagna prossima a “Due Porte”, la stamperia

che meritavano esser proposte a gli altri per esempio

conteneva che fosse contrario a' buoni costumi, ma molto

di darne gli essemplari a que' ministri a' quali

essemplari a que' ministri a' quali si appartengono, sicome

fu prontamente eseguito. Venne a pubblicarsi l'opera in

col ritratto dell'Imperadore, a chi l'opera era

presentai, uno per uno, a tutti i reggenti del

reggenti del Collaterale ed a gli altri supremi ministri

gli altri supremi ministri a cui eran dovuti, i

essemplari, uno per uno, a tutti gli eletti della

doveano presentarsi al presidente, a' reggenti ed altri consiglieri

Spagna. Altri si presentarono a' miei amici, e molti

carta se ne mandarono a due librari della città

leggendosi questa mia opera a pezzi, quasi tutti si

quasi tutti si arrestavano a gli ultimi capitoli de

e degli avvocati, ed a' mezzi dotti ciò recò

con lividi occhi cominciarono a leggerla, attenti a notare

cominciarono a leggerla, attenti a notare solamente ciò che

di tanti anni, cominciarono a dire che io non

cose non mi giovarono a niente. Tanto è vero

Plinio il giovane scrisse a Capitone, nell'epistola 8 del

che l'istorico, ponendosi a scrivere cose nuove e

dell'ecclesiastica politia, cominciarono a malmenare alcuni miei detti

che gli era dato a credere, o mostrati alcuni

esser lecito; i pellegrinaggi a' santuari esser vani ed

de' loro ordini, sicome a' domenicani quella del rosario

domenicani quella del rosario, a' franciscani l'altra del

l'altra del cordone, a gli agostiniani quella della

quella della correggia, ed a' carmelitani l'altra degli

per ciò che riguarda a' Napolitani, non si poté

inventare calunnia più acconcia a' loro perversi fini, che

per ciò gli venissero a mancare gli emolumenti che

come tanti baccanti cominciarono a declamare nelle loro chiese

crescevano, di mandar ordine a' capi de' conventi di

di Napoli, che proibissero a' loro monaci di parlar

finché, rivocata l'opera a nuovo esame, non si

leggendo, venivano pian piano a dileguarsi le calunnie, che

i miei fatti, andava a' tribunali, trattava le cause

ne' divini uffici, ed a fare tutto ciò che

l'uno all'altro a dito, ed osservava che

volte mi avvenne stando a' tribunali, dove non potea

imposture si era dato a credere che io reputassi

peccaminosa. La qual dottrina a molti, i quali forse

di costoro, sedendo io a' tribunali, mi si accostò

per viceré. Si ebbero a questi tempi più fiere

passato sotto gli Spagnoli, a' soli esempi ed alle

più avanti, alle origini, a' canoni, alla dottrina de

Chiesa. Sicché si cominciavano a dimostrare con maggior evidenza

attentati e, per conseguenza, a più fortemente resistergli. Le

conoscenze e toccassi più a fondo le origini, onde

contese giurisdizionali provenissero, ed a che deboli ed arenosi

de' loro progressi bastava a rovesciarle. ¶ Conobbi, applicandomi a

a rovesciarle. ¶ Conobbi, applicandomi a questi studi di quanto

tanto più mi invogliai a proseguire l'intrapreso mio

molto tardi erasi dato a tali studi, i quali

di Vesti dove passò a far domicilio, in casa

dell'avvocazione, mi era a bastanza fatto noto ne

dovessero prestarle e condurle a loro spese fino a

a loro spese fino a' trappeti del vescovo. Que

gli alberi stessi, ed a sue spese far condurre

far condurre l'olive a' suoi trappeti. L'avvocato

sua erudizione ed entrare a disputar lungamente sopra la

periti, volle entrare anche a disputar sopra la durata

ciò occasione d'esaminar a fondo questa materia e

era applaudita e commendata, a volerci, con l'aiuto

derisione di molti. ¶ Parve a' vecchi ministri ed avvocati

assai più i giovani a' studi legali e che

Campochiaro fondava sue ragioni a' termini manufatti, che li

del Vinchiaturo, mi appoggiava a' termini naturali di un

mio temperamento, niente disposto a far tali ricerche, fece

fossi di pochi contento. ¶ A questo mio naturale si

accrescendo maggiori occupazioni forensi. A questo fine, per non

me propizia, che sarò a narrare, mutai luogo, trasferendo

narrare, mutai luogo, trasferendo a “Due Porte” le mie

figliuoli, i quali erano a lei premorti; e di

lasciati molti parenti poveri, a' quali, secondo la consuetudine

vigor della consuetudine, appartenersi a' congionti più prossimi del

dal quale eran passati a' figli, e da questi

della consuetudine si appartenevano a' congionti del marito, donde

la qual fu pure a mie spese data alle

rendite poste dentro Napoli; a' miei clienti alcune rendite

con un picciol podere a quelle congiunto, e gli

vindemmiali trasferiva ogni anno a “Due Porte” il mio

altre brigate d'amici a passare il tempo allegro

primo tomo, nulladimanco ebbi a questo riguardo la sofferenza

all'opera, mi animò a proseguirla. Ma non potei

provenisse, oltre dall'applicazione a' studi, dal vino, che

pane, onde si venne a tormi il vino, e

languidezza, che m'istigava a ripigliarlo, ma io, fermo

forse l'avrebbe condotta a peggior destino. Con lei

virtù; ché, costretto io a partir da Napoli per

anni e del lavoro a veder, se ben da

nazioni succedute in Italia a' Romani, e spezialmente al

di Napoli. ¶ Mi avea a ciò maggiormente spinto l

Napoli allor rarissimo ed a pochi noto, mi avea

cose, che dieder causa a tanti vari e multiplici

recitarsi nella nostra accademia, a volgere e rivolgere i

rivolgere i libri, che a questo fine io reputai

di Costantino Magno fino a Teodosio il giovane e

maggiore era che, discendendosi a' tempi ne' quali Italia

era già fatto corpo a parte, separato ed independente

cercava abbatterlo e sottoporlo a' suoi piedi. Così, ad

cangiamenti la necessità che a' dì nostri non poteva

speranza di poterne venire a capo. Avea cominciato il

delle arti liberali, applicò a riformare la università de

l'avrebbe sicuramente innalzato a' primi onori della toga

merito (per le fatiche a pro di lei impiegate

di lui esempio rese a me quasi perpetua la

estrema Spagna corse fin a Roma, sol per veder

avendogli quasi sempre innanzi a gli occhi, ne ritrassi

il nostro Argento, promosso a consigliere del Consiglio di

e da altri lasciati. A me rimase, dopo segata

indegni modi, estorquendo ed a viva forza involandogli. ¶ La

ciò inetta e mal a proposito, anzi avversa d

sua avvocazione avea cominciato a trattar da procuratore, e

egli stesso ne aveva a me appoggiata la difesa

di sé prole, ebbi a contrastar col fisco sopra

di farmi maggiormente noto a' tribunali, e di acquistar

parte, io poco profittassi a riguardo de' miei compagni

suoi dotti voti tiravan a sé le sentenze degli

E maggiormente si spingevano a ricorrer da me, perché

ad altri, ed anche a que' ch'eran stati

di Martiniz; e quelli a' quali non furon spediti

il privilegio, ma, come a gli altri, non già

l'incombenza di scrivere a pro di questi secondi

Argento, e si comunicò a' reggenti del Consiglio Collaterale

stesse sedi, con precedere a gli altri. E passata

cominciai ad essere noto a que' ministri, presso i

Daun, erasene già tornato a Vienna; onde il regno

del regio editto spedito a Barcellona, col quale si

quelli che non obbligavano a residenza, anzi fino le

si sia, se non a' nazionali di quello, esclusi

Si ebbe per ciò a dimostrare che l'editto

d'Europa, ma eziandio a' sacri canoni, alle costituzioni

sotto pena di scomunica a lui riserbata, e comandò

mosso, poi, l'Argento a studiare di proposito e

le cose ecclesiastiche, ed a conoscere le tante sorprese

e per l'avvenire a star cauto e vigile

Collaterale, sicome il Grimaldi a quello di consigliere di

Santa Chiara, e fu a lui appoggiata la delegazione

coll'età m'avanzava a questi studi, dapoi, per

conoscenza de' tempi meno a noi lontani, pervenni alla

più al primo che a quello secondo. ¶ Fra questi

sì grande, che arrivò a farmi itterico e soffrire

occasione che andava spesso a visitare Agnello di Napoli

salsi ed acetosi, cominciai a perdere quella stanchezza di

in moto, e finalmente a liberarmene affatto. Ciò che

entrati nel decimottavo. Ed a me, dopo scorsi sei

ne' quali avea atteso a questi studi, faceva mestieri

strada de' tribunali, ed a questo fine cercare un

errori de' prammatici. Ma, a lungo andare, scorgendo il

dottrina nell'avvocazione, era a questi tempi, ne' princìpi

ho poi veduti ascendere a' primi onori della toga

di molti di andarlo a sentire. Ond'io mi

de' cervelli africani. ¶ Proseguendo a calcar la via de

dotti, forti ed attissimi a persuadere. ¶ Nel mio arrivo

persuadere. ¶ Nel mio arrivo a Napoli avrei potuto conoscere

solitudine, per maggiormente attendere a' studi di filosofia ove

intesi più volte orare a difesa del fisco, nelle

che non dava luogo a gli altri di potervi

nuovamente esaminarla e porla a nuovo scrutinio. ¶ Né posso

forensi mi resero abile a poter cominciare di trattare

sempre pronta la materia a' miei piccoli lavori, che

lavori, che cominciava allora a tessere. ¶ In cotal guisa

da me trattate, cominciai a farmi noto; ed essendo

di Marano, si ebbe a disputare della di lei

medesima e, sopra tutto, a quella che intorno alla

importava servitù alcuna; onde a ragione da' nostri maggiori

qualche nome: poiché, occorrendo a gli avvocati di trattar

Cartesio, della quale era a fondo istrutto, cominciò a

a fondo istrutto, cominciò a farmi allontanare da alcune

filosofia niuno dee astringersi a militare sotto un particolar

ed esatto scrutinio, appigliarsi a quella dottrina, che troverà

notizia e m'invogliò a studiarlo. Compresi ciò che

che mi desse coraggio a pazientemente soffrirle, se non

miserabile umana condizione, sottoposta a varie vicende; le quali

semestre insegnava nel pubblico a' suoi discepoli il trattato

cagioni onde soventi venisse a mancare o a perdersi

venisse a mancare o a perdersi, e donde provenissero

qualche giorno per andarlo a sentire. Sicome, sempre che

con tal occasione venni a conoscere il famoso Gregorio

domandava di più cose a quella appartenenti e rivedeva

Così, avendogli sempre innanzi a gli occhi, ne' dì

per l'avvocazione, venne a tutti desiderio d'istituire

bramava di sottentrar egli a questo peso, purché mi

bassi, e continuarla fino a' dì nostri. L'impresa

Io, intanto, mi esposi a questo cimento perché i

l'avea sempre indrizzati a questo fine, riputando che

a chi era avvezzo a gli antichi Romani, certamente

Insigne documento ne lasciò a noi l'incomparabile Giacopo

il piacere di sopravvivere a questa immortale sua opera

e de' Romani; intendono a maraviglia le monete che

antichità; ma, avvicinandosi poi a' tempi bassi e meno

tempi bassi e meno a noi remoti, sono muti

tempi bassi dovrebbe essere a noi la più utile

poiché ha maggiore rapporto a' nostri ultimi tempi ed

costituzione di Europa ed a' nuovi domini in essa

il metodo prescrittomi, cominciai a mescolare a' studi legali

prescrittomi, cominciai a mescolare a' studi legali l'istoria

tanti popoli de' quali, a que' tempi, l'Italia

tal amore, cominciai attentamente a leggergli; e credendo che

potuto avergli, presi sollecitamente a trascrivere tutti i cinque

e nuove riflessioni, accomodate a gli usi de' feudi

discorsi compresi più verità a me fin allora ignote

non ne facevano corpo a parte, ma l'univano

de' loro dii, ed a' loro riti e celesti

origini, non dovea ricorrersi a' tempi molto lontani; anzi

lontani; anzi che venivano a cadere giustamente ne' tempi

e si diede origine a tanti altri strani e

dritto non faceva corpo a parte, ma dagli imperadori

men delle cose temporali a lei appartenenti, che delle

da Costantino Magno fino a' suoi tempi, il decimosesto

quale racchiude le costituzioni a questo diritto appartenenti. Molto

le tante sue Novelle a ciò riguardanti, le altre

nuove compilazioni di diritti, a gli antichi affatto ignoti

più rimaneva di travaglio a chi intendeva applicarsi a

a chi intendeva applicarsi a' studi de' tempi bassi

bassi ed oscuri, e a' secoli meno a noi

e a' secoli meno a noi remoti, pieni d

lo rapporto che aveano a' nostri ultimi tempi, per

da Costantino Magno fino a noi, avea recate mutazioni

istoria era impossibile venirne a capo, coll'occasione che

svolgere gl'istorici ecclesiastici, a' medesimi aggiunsi i civili

da me letti intorno a questa materia. Così, proseguendo

secoli men remoti ed a noi più prossimi e

di poter comprar libri a ciò necessari, e, per

che vi trovava, appartenenti a' miei intrapresi studi, ma

convento di San Giovanni a Carbonara ed impetrar da

che Gassendo esattamente avea a questo fine compilate. Le

religione, come quella che a lei non si opponeva

Laerzio ed altri libri a questi studi filosofici appartenenti

miei coetanei, filosofo gassendista. ¶ A confermarmi in questa dottrina

non in tutto arrivò a piacermi; ma ammirava solamente

popoli che le componevano a que' antichissimi tempi, e

nell'età avanzata, tornando a leggergli, mi sembraron nuovi

somma cura ed attenzione. A questi aggiunsi le prose

[Proemio] ¶ Prendo a scrivere la mia vita

io presuma di proporla a' lettori per esempio da

ignoranza da fuggire. ¶ Prendo a scriverla perché, trovandomi ritenuto

delle ree. Sono ancora a ciò spinto dal riflettere

quali non meno presero a malmenare i miei libri

i miei libri che a detrarre e malignare le

non si dia occasione a' maligni di oscurarle, o

potrebbero gli invidiosi, forse, a me ascrivere, manifesto qui

Ma sopra tutto prendo a scriverla perché sia a

a scriverla perché sia a gli altri di documento

di documento, e spezialmente a gli uomini probi ed

e de' malvagi, massimamente a chi avrà sortita la

le ultime prove; sicché a ragione, chi attentamente vi

nacqui da onesti parenti a' sette di maggio dell

Dauni chiamata Ischitella, prossima a' lidi del mare Adriatico

e religione, fui mandato a scuola ad apprender grammatica

mio padre fui mandato a' studi di filosofia sotto

solito conferirsi, se non a coloro i quali, dopo

patria, e quivi venne a dimorare. Questa occasione fu

ed argomenti tali che, a mio e lor credere

io avrei potuto impiegare a studi propri di quella

in Napoli, mi disposero a studi più sodi, i

si risolvettero di mandarmi a Napoli, col certo soccorso

dell'anno 1694, e que' a' quali io fui raccomandato

le ravvisava tutte mal a proposito allegate, guaste e

erudizione, e, sopra tutto, a fondo inteso non pur

Istituzioni di Giustiniano, insegnava a' giovani la giurisprudenza; ma

il quatriennio, si replicavano a' nuovi discepoli, che in

nulladimeno, con attenermi più a' quattro libri delle Istituzioni

di Giustiniano, al Perez, a Giulio Pacio e ad

sposizioni le illustravano, che a' scritti del maestro, avea

aiuto di que' spositori, a' quali volle che io

obligati trattenersi per risolvere a' scolari le difficoltà che

difficoltà che l'occorrono, a comunicarli i dubbi ed

comunicarli i dubbi ed a ricercarlo di quanto mi

in secco conducevami seco a sua casa ed io

di quell'Imperio fino a' tempi di Ottavio Augusto

que' principi, i quali a Costantino precedettero, le quali

Raccolte, che si erano a' nostri tempi compilate. A

a' nostri tempi compilate. A' quali, per ciò che

province romane, ed infino a tessere particolari vite di

qui travagliato intorno, infino a sazietà e noia; ed

pochi si eran applicati a' studi di quest'infima

somma gloria sarebbe riuscito a chi gli tentasse e

e procurasse di venirne a capo. ¶ Quanti scrittori, e

furon contenti di fermarsi a Costantino, sdegnando, secondo che

da Costantino Magno fino a Teodosio il giovane e

la lezione de' quali, a chi era avvezzo a

a questo fine offeriva a tutti per leggerla, facilmente

impudenti ingiurie, ed oltre a ciò ripiena di massime

famosi e cotanto ingiuriosi a' principi, e come i

il peso d'invigilare a supprimergli, si mostrassero cotanto

Napoli e mentr'era a Vienna continuò meco una

intervenirci, per non essere a parte della provvidenza che

Argento, o che, indotto a mandar questo suo nipote

Coscia era ivi mantenuto a spese della Camera apostolica

o l'aver sempre a' fianchi il padre Cillis

con attenzione e seriamente a leggergli. E trovato esser

con pubblico decreto interposto a' 13 d'aprile di quest

libelli famosi ed ingiuriosi a' principi, e severamente fu

e potestà regia, imponendosi a' trasgressori pena, a' nobili

imponendosi a' trasgressori pena, a' nobili di tre anni

relegazione, ed altri tanti a gl'ignobili di galera

della Città e Regno, a suon di tromba, e

da per tutto, perché a ciascun ne pervenisse notizia

sicome furon fatte perquisizioni a' librari, se avessero essemplari

pene minacciate, andarono spontaneamente a presentare gli essemplari che

Regno senza permissione, contravvenendosi a più prammatiche che proibiscono

viceré diedene distinta relazione a Cesare ed alla sua

che pur troppo sensibile a' deputati della Città, che

dal viceré, e dichiarare a Sua Eccellenza che l

e di essergli sempre a cuore i privilegi e

di solido, riducendosi tutta a vane ciarle, a calunnie

tutta a vane ciarle, a calunnie manifeste, a contumelie

ciarle, a calunnie manifeste, a contumelie e falsificazione di

Harrac in Napoli, tornando a Vienna, si fermò per

che si potessero scagliare a' più vili e sozzi

dovessi turbarmene, ma prenderle a riso e burlarmene; tanto

che non m'obbligavano a veruna risposta. ¶ Ma mentre

più nocumento ed infamia a coloro che l'avean

l'avean profferito, che a lui, non avendogli tocco

volume, che fu stampato a Parigi, promulgarono nel mondo

de' domenicani del rosario. ¶ A questa Professione di fede

che se l'imputasse a peccato, di poter malignare

passi, parole, e storcere a maligni sensi il concetto

e superbi. ¶ Secondo che a ciascheduno di questi dubbi

mostrai ad alcuni amici, a' quali piacque sopra modo

modo, e mi stimolavano a doverla dare alle stampe

sicome si fece, indrizzandola a lui, e per sicuro

copia si fece pervenire a' gesuiti napolitani e siciliani

ch'erano in Vienna, a' quali il padre Sanfelice

altra copia in Napoli a gli amici, e questa

di leggerla e rileggerla a gli altri, per l

città, né si ristette a questi limiti, che volò

eresia, che vi aggiungessero. A questa fine io feci

scrissi ed istantemente pregai a' miei amici, che facessero

con bolla pontificia, dando a sentire che, altrimenti, le

un sogghigno, mi animò a replicargli che veramente era

replicargli che veramente era a tutti nota e palese

l'affare verrebbe finalmente a cadere sopra le braccia

il quale si pose a regolar l'affare, secondo

che, sicome in Roma a' tempi di Tarquinio il

qual, letta da' pochi a' quali io l'avea

Bolla ruinosa e pregiudizialissima a quel tribunale, che potea

di Roma, come assuefatti a mangiar a due ganasce

come assuefatti a mangiar a due ganasce, ed ingrandire

frapponessero ostacolo ed impedimento a' loro propri vantaggi ed

del medesimo; nel quale, a' princìpi di maggio, io

la fine del medesimo, a Pettersdorf, nella solita villeggiatura

Consigli lo seguivano, passando a Laxemburg alla caccia d

Spagna, che non era a quelli inferiore: onde furon

di somministrare i quartieri a ciascuno de' consiglieri, reggenti

Medeling non era sufficiente a dar quartiere a tanti

sufficiente a dar quartiere a tanti, bisognò che gli

per trovarsi la mattina a Medeling, a tener Consiglio

la mattina a Medeling, a tener Consiglio. ¶ Il presidente

presidente defonto non avea a ciò pensato, poiché tenendo

abitare in tal tempo a que' villaggi conferisse alla

ne' seguenti anni, pensò a stabilirsi un più comodo

un'occasione che saremo a rapportare: il marchese Stella

chi volesse comprarlo, ed a prezzo sì caro quanto

trovar il danaro, ed a ciò fu dato presto

che si fece ascendere a più di quel che

l'Imperadore si tratteneva a Laxemburg, ma l'intiera

venivano spesso da Vienna a visitarlo, o per loro

villaggio di Prun, prossimo a Pettersdorf; sicché io, la

e sovente era invitato a rimanere ivi a pranzar

invitato a rimanere ivi a pranzar seco con altri

e quiete, da impiegare a' miei non isforzati, ma

la curiosità di venire a visitarmi. Ma tutta questa

d'escludermene), mi risolsi a volgere altrove gli uffici

l'apertura di propormi a Sua Maestà, e facilitar

la provvista. ¶ Pareva che a questi princìpi secondasse la

l'Harrac si trattenne a Vienna, procurai che in

mandò il suo secretario a ricordarglielo, e di mettermi

quest'anno 1728; e giunto a Napoli, cominciò il suo

maggiormente, che gli diedero a sentire che il papa

che non si guardò a risparmio; poiché un'opera

amici che si scrivono a vicenda, nelle quali è

né molto si bada a rispondervi, ma s'imperversa

e delle particolari divozioni a' santi di più ordini

librari, e per darne a tutti notizia, ne' pubblici

impacciavano) l'andavan mostrando a' nostri Italiani, e sotto

io avea, e che a questo fine offeriva a

Caritatevole verso i poveri, a' quali somministrava alcuni salutari

donne si applicano volentieri a tali lavori, non si

poi, non attesi che a' miei studi ed a

a' miei studi ed a procurare che non si

aggiato ed in mezzo a' Tedeschi, ciascuno crederà che

avanzata non era acconcia a poter ridurmi a fissarmi

acconcia a poter ridurmi a fissarmi ad una sì

ad apprenderla. Ed intorno a' libri, gli scrittori più

reso noto non meno a' personaggi illustri della corte

suo fratello, che dimorava a Vienna, mi richiese che

che dapoi fummi commessa, a difesa del duca di

nel fin d'aprile a Laxemburg, pensai, per più

agiatamente farlo, di passare a Pettersdorf con le genti

in città, se non a' princìpi di luglio. Dove

agitato e mosso, venisse a terminarsi amichevolmente e per

Quali fu facile trarli a sé: il primo, per

per ridurre il trattato a buon fine. ¶ Gli accorti

raggiri, tirarli non solo a ciò ch'essi desideravano

desideravano, ma di dargli a sentire che la conchiusion

svantaggio. ¶ Ed avendone persuaso a quel buono e semplice