parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Marone, La tristezza ha il sonno leggero, 2016

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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quelle giuste, forse cominceremmo a mettere in crisi l
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vedersi col rasta. Tornai a casa col morale sotto
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fine. Stavo per scoppiare a piangere quando Renata Ferrara
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era sintonizzata sul messaggio a reti Fininvest unificate di
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scritta di suo pugno a Berlusconi, «un eroe che
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del Cavaliere, fu costretto a festeggiare con tanto di
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lontana sera del ’94, eravamo a nostro modo contenti: mamma
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modo contenti: mamma, che a quasi cinquant’anni aveva
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le frustrazioni che continuavano a germogliare sotto il suo
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il padre e torna a guardare il piatto. Giovannino
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che non sto qui a spiegare, ma che Giovannino
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pensiero di cosa lascerò a ognuno di voi continua
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ognuno di voi continua a frullarmi per la testa
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che mi hanno spinto a prendere questa decisione. Il
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e dedica uno sguardo a ognuno di noi, «però
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la mezza devo stare a casa, inizia il torneo
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lavoro». ¶ «Che lavoro?» fa a questo punto Giovanni. ¶ «Il
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noi?» chiede Mario, abituato a non perdere la calma
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barba e Giovannino scoppia a ridere. ¶ «Cazzo c’hai
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È Mario, come sempre, a gettare acqua sul fuoco
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moglie si lasci andare a una sfuriata generale che
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l’ingegnere sei finito a fare!» ¶ «Non volevi fare
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il ragazzino che gioca a poker e rimorchia ragazze
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passeggino. La piccola scoppia a piangere e Pari chiude
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non si fosse alzata a placare la figlioletta. ¶ «Duecentomila
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valide ragioni per giocare a poker...» ribatte Valerio divertito
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invece un’occhiata spazientita a Giovanni e si rifugia
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rifugia nella stanza destinata a loro in caso di
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allora Valerio si rivolge a Giovanni e, con aria
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dice: «Allora, fratellino, veniamo a noi. Dicevamo del poker
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scolastico. I miei riuscirono a litigare anche sulla scelta
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lasciato che fosse lei a decidere, anche per una
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potevano lasciare lì fino a pomeriggio inoltrato), alle elementari
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la mia dieta malsana a casa Gargiulo da una
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continuo rimpinzarmi di giochi (a detta di mio padre
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avrebbe più data vinta a Raffaele Gargiulo. La mia
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medie pubbliche era stata, a suo dire, catastrofica: avevo
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sbellicare dalle risate, mandava a quel paese gli insegnanti
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lei se lo trovasse a casa per pranzo e
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più tamarro di tutti. A dodici anni si vantava
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liceo), aveva il buco a entrambi i lobi, un
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un occhio orbo che a stento teneva aperto. Non
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vide una sola volta a scuola. Fu l’unico
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scuola. Fu l’unico a non invitarci mai a
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a non invitarci mai a casa, per cui ancora
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non so dove abitasse. A volte diceva di vivere
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stanza affacciava su Capri. ¶ A ogni modo, Angelo, Pasquale
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ha dato sarei cascato a terra come un salame
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che si presta volentieri a sacrificare il futuro del
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non mi avrebbe obbligato a intraprendere una strada che
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di chi è pronto a tutto pur di non
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sera mi avesse obbligato a continuare a studiare ingegneria
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avesse obbligato a continuare a studiare ingegneria, lo avrei
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ingegneria, lo avrei mandato a quel paese e ora
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dare consigli. Si limitò a dirmi di pensarci bene
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ci vivevano davvero, che a una certa età una
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io non ero abituato a una vita di stenti
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mi vietava di continuare a disegnare per passione, come
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di anni dopo venni a sapere che l’idea
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prima cosa che direi a un figlio, una volta
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avrebbe dovuto dirmi Mario. ¶ A volte chi si preoccupa
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più danni di chi a stento si accorge della
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nel letto non riesco a star fermo un minuto
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star fermo un minuto, a volte sembra che mi
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sul cuscino e iniziare a russare mi servirebbe un
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voce ferma, «stavolta spetta a Clara decidere il nome
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tavolo, solo dopo riesce a imbastire un sorriso e
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nome hai pensato, cara?» ¶ A questo punto la scena
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la scena è identica a quella che si è
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non ti abbiamo insegnato a mangiare così. E poi
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chi ti sta accanto a sopportare tanta maleducazione». ¶ Sorrido
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signora Ferrara: è riuscita a criticare la compagna del
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proprio questa distanza culturale a salvarla. Valerio, però, sembra
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Amore, questo era destinato a te, una specie di
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Appunto» ribatte serafica Renata. ¶ «A me piace, è un
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è inutile stare qui a discuterne.» ¶ A questo punto
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stare qui a discuterne.» ¶ A questo punto Renata si
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andare, che avrebbe reagito a modo suo, con veemenza
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campane che la esortavano a commentare la nascente Seconda
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fumato due canne insieme a un amico di allora
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gonfiabile. ¶ Giulia aveva sguazzato a lungo nella piscina che
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una classe e assistetti a una chiassosa, noiosissima assemblea
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alla stanza, era intento a preparare una canna. Il
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e avrebbe dovuto essere a lezione di fisica generale
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studio è ormai noto a tutti. ¶ Stavo fumando e
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ne stetti in disparte, a rodermi il fegato mentre
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nessuno mi era venuto a spiegare che quaggiù è
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ci ha messo poco a spiegarmi che gli amori
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propria. Nonostante questo, riuscivo a strapparle un po’ di
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non mi avessero costretto a una rincorsa senza fine
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poteva amare una ragazza a vent’anni vent’anni
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perché dopo giorni riuscivo a incontrarla in quella certa
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ridere con le amiche a qualche metro di distanza
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nella speranza di tornare a far parte della sua
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illusione che fosse lei a chiedermi scusa. Insomma, io
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perché se ci imbattessimo a ogni occasione in quelle
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detto quando ho cominciato a parlare, ma ricordo il
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cui Giovanni, in braccio a mamma e con una
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di parenti attorno, iniziò a indicare Mario e a
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a indicare Mario e a storcere la bocca nel
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gesto mi lasciò, manco a dirlo, senza parole. A
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a dirlo, senza parole. A poco più di un
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certo talento per riuscire a vivere una vita intera
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per lo sfigato che a quarant’anni incolpa il
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dose di responsabilità. Quanto a emozioni lasciate alla deriva
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punto sono io. Grazie a me hanno potuto sfoggiare
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controllo emotivo così caro a entrambi. Certo, che l
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so come abbiano fatto a sposarsi e a mettere
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fatto a sposarsi e a mettere al mondo un
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caso il sostantivo calza a pennello. ¶ A quanto ne
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sostantivo calza a pennello. ¶ A quanto ne so, si
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ne so, si conobbero a una manifestazione. Lui era
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bruttino (parole di lei), a venticinque anni aveva già
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ridere, non la portava a prendere un gelato, come
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quale forse voleva somigliare. ¶ A questo punto mi preme
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speso i restanti cinquanta a cercare di dimenticarla, di
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farlo lei ha puntato a salire, lui a scendere
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puntato a salire, lui a scendere: lei con il
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era così orribile se a farne le spese fossero
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cosa accadde quando tornai a casa con la notizia
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Ricordo che spesso restavo a fissarlo, chiedendomi come facesse
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una persona così serena a trascorrere la vita con
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Mario si sedette accanto a me sul divano, mi
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un fotografo americano conosciuto a un rodeo durante un
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occhi prima ancora che a quelli dei ragazzini ingenui
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non incontrare Mario. ¶ Tornando a noi, anche Mario aveva
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come superare il momento, a cosa aggrapparmi, in che
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domanda. ¶ «Come hai fatto a passare tutti questi anni
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mia madre?» ¶ Lui scoppiò a ridere e disse: «Una
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domanda. ¶ «Come si fa a stare insieme tanto tempo
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ma non sono disposti a farsi sottrarre una porzione
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sul canale sbagliato. Grazie a loro ho capito che
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me. ¶ «Che faccio bene a fare ciò in cui
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e ti ho spinto a parlare con lui credendo
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che ti volesse incoraggiare a studiare davvero.» ¶ «Io non
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far girare il mondo a proprio piacimento. ¶ «Ho già
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mio: prima di tornare a casa mi ero fatto
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sì?» gridò in preda a una crisi isterica. «Allora
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vediamo se poi continui a fare il gradasso!» ¶ «Chiamo
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lunghe perifrasi per arrivare a dire che la colpa
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inettitudine era dell’altro. A ogni telefonata ripiombavo nel
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telefonata ripiombavo nel passato, a quando le stesse cattiverie
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se le dicevano faccia a faccia, con me nella
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mi sorprese. Non telefonò a mio padre, fece di
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sia riuscito Palle mosce a risolvere il problema. Forse
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dell’antibagno dovrebbe rientrare a pieno merito fra quelli
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appena seduta di fianco a me sul divano. ¶ «Va
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me sul divano. ¶ «Va’ a chiamare tuo fratello, la
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quasi pronta» sento dire a mia madre, rivolta a
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a mia madre, rivolta a Giovanni. ¶ «Davvero?» chiedo, ma
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dalla cucina, sempre rivolta a Giovanni, che adesso è
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è in piedi davanti a me. ¶ «Ma perché, Valerio
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sorrisetto che non riesco a decifrare. ¶ «A quest’ora
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non riesco a decifrare. ¶ «A quest’ora?» chiede Giovanni
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alza e risponde: «Accompagnami a cambiare Renata, così ti
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del lavandino e inizia a lavarla. ¶ «L’ho incontrata
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quando fa la madre a tempo pieno ha messo
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dispiace per Giovanni, costretto a sopportare un simile autodeclassamento
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Matilde ci mise poco a capire che la giovane
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e un pomeriggio cominciò a sondare il terreno. ¶ «Carina
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di nulla e continuai a fissare lo schermo del
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e stavolta fui costretto a rivolgerle la mia attenzione
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e se la presentassimo a Giovannino?» ¶ «A Giovannino?» ¶ «Eh
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la presentassimo a Giovannino?» ¶ «A Giovannino?» ¶ «Eh, magari la
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al Via, altre avanzano a tentoni, cercando invano di
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di dare un figlio a mia moglie per quasi
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collo aveva un ciondolo a forma di F. ¶ «Non
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quasi mi sarei messo a piangere se Arianna non
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E allora dov’è?» ¶ «A casa sua.» ¶ «Dove?» ¶ Riflettei
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si sono lasciati?» ¶ Annuii. A quel punto decise che
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rivolse più lo sguardo. ¶ A casa mamma mi abbracciò
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se m’ero divertito a giocare con sua figlia
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figlia. Risposi di sì a tutte e due le
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poi, come si faceva a odiare una persona? Non
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le ipotesi. Anche perché a me, in quel periodo
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e mi portava sempre a vedere cose nuove. ¶ Una
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e indicai il punto a mia madre. Mamma si
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sue gambe, quindi iniziò a fantasticare sulle tre rane
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Bleah» commentai inorridito. ¶ «Be’, a loro piacciono parecchio.» ¶ Dopo
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delle altre. «Quello.» ¶ Rimasi a fissarlo finché l’anfibio
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va?» chiesi preoccupato. ¶ «Forse a cacciare gli insetti per
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Così...» ¶ Lei mi mise a terra e mi fissò
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terra e mi fissò a lungo. Infine, con voce
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interviene Valerio, e scoppia a ridere guardando Tomoko che
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No, no» si affretta a rispondere Mario prima di
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con un sorriso imbarazzato. ¶ A quelle parole tutti si
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che è seduta accanto a me e ha appena
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secondo. Se si fosse a una gara automobilistica, Renata
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non si è imparato a parlare. Con l’età
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solo ultimamente ho imparato a dire la mia in
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nemmeno due anni, solo a quaranta sto incominciando a
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a quaranta sto incominciando a cacciar fuori le parole
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presentarmi così. ¶ Ho iniziato a sperare a cinque anni
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Ho iniziato a sperare a cinque anni, quando mi
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che mio padre tornasse a casa e mia madre
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Giulia non potesse fare a meno di me, che
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o poi sarei riuscito a fare il vignettista. ¶ Alla
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Sto» mi sono limitato a ribattere. Starci, esistere, in
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con le quali riesco a sviscerare le emozioni. ¶ «Già
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Matilde. ¶ «La bottiglia invece a che serve?» ho chiesto
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borsa di stoffa verde a fiori rosa e azzurri
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stick. Quindi è rimasta a fissarmi con un sorrisetto
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alcuni secondi per mettere a fuoco, poi ho spalancato
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annuito e ha ripreso a sorridere. ¶ «E di chi
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momento. Sei l’unico a saperlo, credevo che saresti
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che sei l’unico a saperlo.» ¶ «Ma davvero non
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crescerla? E tu, poi, a che età vorresti prenderti
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che dovessi essere io a prendermene cura, ho replicato
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tanto sei tutta matta». ¶ A quel punto Flor mi
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repressa, ché tanto Renata a stento te la fanno
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con la quale andare a zonzo, fare shopping...» ¶ «Già
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Già» mi sono limitato a ribattere, allora lei mi
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e lei è scoppiata a ridere mentre stappava la
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Sono rimasto sulla porta a guardarla saltellare fra la
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sono chiesto come faccia a essere sempre così allegra
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cosa importante, non dirla a me, parlane con Palle
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Ogni due giorni viene a comprare un paio di
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di volumi che vanno a ingrossare la sua nutrita
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potevo farlo, ero impegnato a contrastare la mia ex
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attimo prima che riesci a raggiungere la riva. ¶ In
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ciò, come si fa a girarsi dall’altra parte
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Matilde mi stava fissando. A un certo punto mi
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circostanze la palpebra inizia a darmi noie. Una volta
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si agitava e iniziava a contrarre i muscoli. «L
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di quella festa anonima a sorridere a persone delle
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festa anonima a sorridere a persone delle quali non
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ce l’hai fatta a coronare il tuo sogno
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che sei stata tu a farmi capire che era
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mi guardava, così rimasi a fissare la sua sagoma
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proprio il mio patrigno a insistere per farmi assumere
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si zittì, io tornai a guardarla. Nel vetro dietro
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unica cosa che riuscii a dire. ¶ «Non mi hai
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eravamo lì, in fumetteria, a parlare di noi, e
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e non sono riuscito a trattenermi. «Come fai a
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a trattenermi. «Come fai a stare con un vecchio
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lei si è messa a sfogliare un libro. ¶ «Ma
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non volevi un figlio a tutti i costi? Pensi
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secondo solo» ho sussurrato a Bracale, allontanando la cornetta
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è mosso dal banco, a meno di un metro
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farò.» ¶ Ero già impegnato a illustrare al cliente un
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la aggiorno. ¶ Clara inizia a imboccare la figlia, Giovanni
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sputa tutto sul tavolo. A quel punto succede il
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Toledo, eppure l’unico a seguirne le orme è
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i denti e prendono a morsi la vita, noi
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In pochi anni riuscì a farsi strada e a
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a farsi strada e a diventare una figura di
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Mani Pulite. Fu Tangentopoli a mettere fine alla gloriosa
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torti subiti. Alcuni riescono a bloccare la catena dell
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catena dell’odio grazie a un granello di amore
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maggioranza, purtroppo, continua inconsapevole a far girare l’ingranaggio
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contribuì per qualche settimana a picconare la robusta corazza
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scolastico del primogenito», ma a diciotto anni a stento
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ma a diciotto anni a stento sapevo dell’esistenza
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le mani sul volto a coprire la vergogna per
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prima mi aveva costretto a un’interrogazione improvvisata per
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indomani. «Bisogna essere preparati a ogni evenienza» amava ripetere
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l’episodio abbia contribuito a farla ricredere anche sul
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di collaboratori, e iniziai a mentire se qualcuno chiedeva
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al riguardo. ¶ Negli anni, a seconda delle mie risposte
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Nella realtà papà rimase a strappare biglietti e a
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a strappare biglietti e a fumare toscani fuori dal
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di grande insegnamento: grazie a lui ho capito che
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una confezione di sigari a portata di mano e
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fine Renata fu costretta a demordere e Raffaele andò
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col nome sono riuscito a dare una soddisfazione a
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a dare una soddisfazione a mio padre. ¶ Un’ultima
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chi non è riuscito a diventare fumettista. A ben
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riuscito a diventare fumettista. A ben vedere, già allora
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imbarazzanti minuti. Quando andai a recuperarla, era davanti allo
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perché non riuscivo più a sostenere gli sguardi paralizzati
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La prossima volta toccherà a voi.» ¶ Mario fece un
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calici in mano, pronti a brindare al primo erede
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si festeggia?» ¶ Una volta a casa, Matilde mi raggiunse
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io, invece, avrei continuato a masturbarmi in giro per
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Mi girai e rimasi a fissarla. In cosa potevamo
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conosca segreti del sesso a me ignoti» risposi infastidito
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senza chiedere il permesso a un camice bianco e
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troppo prima di iniziare a provare ad avere un
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ora, però, perché, manco a farlo apposta, suona il
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sette anni. In realtà, a essere pignoli, Arianna non
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cugini e amichetti. Se a loro compravano al massimo
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cinque bustine di figurine, a me mamma comprava tutta
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scatola. Fui il primo a terminare l’album dei
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i capelli rossicci tagliati a carré. Non sorrideva, aveva
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e il cuore iniziò a battermi forte. ¶ Quando mamma
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barbuto sembravano divertirsi. Poi, a un certo punto, Arianna
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mi parlava mi mettevano a disagio, ma allo stesso
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al padre. «Possiamo andare a giocare io ed Erri
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fu mamma la prima a prendermi per mano e
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mano e ad accompagnarmi a letto. Papà rimase per
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del padre perfetto e, a dirla tutta, lo è
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stato io, un giorno, a decidere del mio futuro
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mai voluto sapere. ¶ Papà a un certo punto prese
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arte mio padre. ¶ Grazie a lui, ero anche l
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unico bambino della famiglia a non avere il cognome
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me e mi aiutava a fare i compiti non
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miei fratelli. ¶ Fu Mario a dare la notizia a
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a dare la notizia a papà, nonostante mamma blaterasse
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che dovevo essere io a dirglielo, che ero grande
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frequentazione erano comunque bastati a mamma per conoscere a
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a mamma per conoscere a fondo Raffaele Gargiulo, che
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sorella Flor iniziò davanti a me la sua personale
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io voglio essere uguale a mio fratello». ¶ Quella frase
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ricevevo esigue attenzioni, davanti a mio padre non avevo
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la sua battaglia, stringerla a me, incoraggiarla, dare del
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incoraggiarla, dare del cretino a nostro padre, invece restai
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le parole di Rosalinda a sostegno della tesi del
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fece sentire piccino piccino. A quindici anni non si
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poi tanto grandi, anzi, a quindici anni si ha
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esempio lo avevo davanti a me ogni giorno; era
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al tavolo della cucina a sorseggiare il succo di
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amaro stampato sul volto. A quasi settant’anni è
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che la moglie inizia a sbraitare contro la povera
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dalla stanza, mamma torna a rivolgermi la parola: «Se
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succo alla pesca». ¶ Resto a guardarle la schiena nuda
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allontana verso il salone a passo svelto e non
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quello che è spettato a Valerio, fare le scarpe
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Valerio, fare le scarpe a mio fratello, insomma. Ora
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presente che mi aiuterebbe a mandare giù il senso
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dopo sono già pronto a baciare la guancia di
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per loro, così va a finire che sembro finto
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mangiare» dice Clara rivolta a mia madre, e ci
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rimarrei volentieri sul divano a guardare la tv, solo
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smorfia di disappunto. Vai a sapere se è per
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tempo non è bastato a nostra madre per sostituire
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ordine decrescente, da me a Giovannino. Da allora mamma
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era l’unica, infatti, a rispondere a tono a
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unica, infatti, a rispondere a tono a mia madre
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a rispondere a tono a mia madre, l’unica
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mia madre, l’unica a sopportare i suoi ordini
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suoi ordini, l’unica a volerle bene davvero. E
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può certo dar torto a quelle venute dopo se
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una filippina che resistette a lungo prima di scoppiare
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di notte. Subito dietro, a tallonarla, doveva esserci l
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per terra e mandò a quel paese la signora
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alle spalle. Devo chiedere a mio fratello dove si
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A mio figlio. ¶ Non smetterò
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Hai voglia ad andare a cercare cos’è stato
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cercare cos’è stato a farti diventare come sei
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è l’avvenimento che a un certo punto ti
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lo tsunami fu devastante. A papà toccò il divano
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papà toccò il divano, a me, invece, la scelta
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dei due farmi portare a letto, ma a chi
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portare a letto, ma a chi dei due voltare
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poteva essere così; se a cinque anni ti trovi
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cinque anni ti trovi a dover scegliere fra tua
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non può essere tutto a posto. ¶ In quel momento
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uno dei due venisse a recuperarmi, mentre lo stomaco
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puntato in aria, come a chiedere un istante ancora
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di pazienza, solo che a lei il gesto non
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mi sarei lasciato andare a un urlo di sorpresa
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ancora mi perseguita, ancora, a distanza di un anno
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mestolo disegnava parabole destinate a infrangersi sul mio avambraccio
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sul mio avambraccio proteso a proteggermi. Solo che io
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o nel vuoto, accrescendo a dismisura il livello di
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suo sguardo. Per fortuna, a un certo punto io
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Comunque, gli anni trascorsi a fuggire dall’ira inconsulta
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come faceva mamma. Rimase a fissarmi da lontano. Quando
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Come sempre. ¶ Fu lei a parlare. «Almeno adesso mi
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Almeno adesso mi starai a sentire.» ¶ Mi accarezzai la
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suoi incisivi e tornai a guardarla. Aveva ottenuto la
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interrogativi idioti ero riuscito a zittire tutti quelli intelligenti
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di entrambi. In sostanza, a decidere quando dovevamo «scopare
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ginecologo, che si divertiva a trovare gli orari e
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ovulazione e per arrivare a Napoli mancavano ancora quattro
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ufficio e io correvo a casa, mi allentavo la
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pantaloni e mi avvicinavo a lei che il più
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fedele servitore. ¶ Ma torniamo a quella sera. Restammo a
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a quella sera. Restammo a guardarci per un tempo
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e rimase nuda davanti a me. Ero così inebetito
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che fosse qualcun altro a decidere della mia vita
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senso di disagio inizia a stringermi il petto. ¶ Lei
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e mi lascio andare a una smorfia di disappunto
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disappunto, anzi, di delusione. A quarant’anni il mio
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abitudine di produrre dolore a causa di flashback inaspettati
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nostra madre continua imperterrita a comprare una bottiglia di
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frase: Spese la vita a combattere gli zuccheri. In
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di banane, oggi solo a sentirne l’odore mi
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ma che le compri a fare che non le
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moglie assomiglia un po’ a mia madre. Valerio (l
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non mi fossero bastati a capire che di tutto
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piedi su una sedia, a guardare la domestica che
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la domestica che continua a impilare i piatti per
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genere sono i padri a essere omaggiati in questo
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spuntavano come funghi attorno a noi fosse solo la
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un vino «robusto». ¶ Purtroppo a metà della seconda ci
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era corsa in bagno a rimettere e io un
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piangevo. Altro che gravidanza, a noi quel vino avrebbe
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pozione magica che aiutava a concepire, Matilde e io
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saremmo mai diventati genitori. ¶ A ogni modo, dicevo dell
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gustavamo un cornetto, iniziammo a fantasticare su quale sarebbe
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probabilità non sarebbe somigliato a noi in nulla e
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estero. ¶ Andammo di nuovo a festeggiare e di lì
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festeggiare e di lì a poco scegliemmo un ente
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decisione non spettava solo a me, che ero un
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un codardo, quindi iniziò a piangere e mi pregò
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arrendermi. ¶ «Non posso continuare a rovinarmi la vita nell
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vita nell’attesa. Andrà a finire che l’odierò
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e se ne andò a letto. ¶ La mattina dopo
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tanto ero stato io a prendere una decisione e
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prendere una decisione e a indirizzare la vita di
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responsabilità di porre fine a un circolo vizioso. Mi
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stomaco. Finalmente saremmo tornati a pensare di più a
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a pensare di più a noi, a fare l
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di più a noi, a fare l’amore quando
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amore quando ci andava, a riprendere le briglie della
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briglie della vita che a quarant’anni ci stava
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non era rimasto niente (a parte il barattolo con
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garbate, mi ero limitato a ciabattare dalla cucina alla
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mi pregasse di tornare a casa. ¶ «Devi reagire, te
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forza interiore serviva solo a spingere un po’ più
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ribolliva dentro. ¶ Così, andò a finire che mentre parlava
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del gesto, e restò a guardarmi senza sapere più
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Era bastata una carezza a far vacillare anni e
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Visti i suoi risultati, a me non restava che
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e allegra, e che a fare un po’ la
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e stavo per mandarlo a quel paese, lui e
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Ho paura di tornare a vivere.» ¶ Un sorriso spuntò
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Bravo, Erri. Deve tornare a vivere... prima di dimenticare
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si fa.» ¶ Dovevo tornare a vivere. Matilde non mi
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impiegato mesi per tornare a una pseudo normalità, e
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una pseudo normalità, e a ogni passo avanti seguiva
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Trascorsi una nottata intera a spulciare fra amicizie e
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Mi presentai al ristorante a metà pomeriggio. Papà era
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In effetti, ero andato a trovarlo poche volte e
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poche volte e mai a quell’ora insolita. ¶ «Ti
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po’, il tempo necessario a trovare una strada alternativa
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le ultime nottate passate a guardare il soffitto, mi
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una mossa e inizi a costruire fondamenta più solide
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vita l’avrei data, a costo di fare il
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il suo slancio. Tuttavia, a lei, credo per la
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per la scarsa abitudine a ricevere gesti d’affetto
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con l’altro, e a tutti ricordava il suo
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anni. Non avrebbe permesso a un «buffone abbronzato» di
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su Canale 21 per iniziare a inveire contro Berlusconi, un
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settimane mamma si ritrovò a condurre un talk show
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papà ha voluto legarci a forza» commenta Arianna. ¶ «In
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vanno in parti uguali a Valerio e Giovanni. Lo
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trovare un accordo.» ¶ «Sarebbe a dire che avevate paura
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me ne starò qui a discutere di come ci
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mi fissano. È Valerio a formulare la domanda che
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di una «cosa bella», a nessuno viene in mente
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sorriso, ed è Clara a rompere il silenzio. ¶ «Ma
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ragione» interviene Mario, «vado a prendere un’altra bottiglia
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maschio non ti azzardare a chiamarlo come tuo padre
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che avrei fatto bene a prendere riguarda il lavoro
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amante. Mi ero preparato a comportamenti animaleschi e sguardi
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carichi di odio, atti a difendere il mio territorio
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territorio, invece mi ritrovai a ingurgitare la rabbia poco
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rimasta solo la nausea a farmi compagnia. ¶ La sera
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farmi compagnia. ¶ La sera, a casa, Matilde non c
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le lacrime che iniziavano a bagnarmi il viso. Gliela
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far capire un domani a nostro figlio quanto lo
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agenda di Matilde lasciata a metà ¶ Pensavo a quando
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lasciata a metà ¶ Pensavo a quando un domani ti
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un domani ti innamorerai. A chi porterai a casa
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innamorerai. A chi porterai a casa. In fondo siamo
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ti scoprirai di fianco a chi non conosci, pensa
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vita. ¶ Il primo no a Matilde ¶ Per giorni, Matilde
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l’ora di tornare a quella che un tempo
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mettere le mani addosso a Gambino, un collega giovane
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l’avevo sempre tenuto a debita distanza (a volte
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tenuto a debita distanza (a volte, in verità, anche
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mia misera investigazione. Rimasi a fissare lo schermo del
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Non posso più fare a meno di te.» ¶ Corsi
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acqua fredda. Quindi rimasi a fissarmi allo specchio e
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Del Gaudio mi invitò a prendermi una pausa per
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poteva costringere la figlia a non presentarsi al lavoro
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al lavoro, era costretto a chiedermi di allontanarmi per
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di chiudere la porta, a precisare: «Erri, non so
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ciò che ho detto a lei: prima di buttare
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di crisi può capitare a tutti». ¶ Non replicai, mi
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la forza di raccontare a mio suocero la verità
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avevo detto di no a mia moglie. ¶ La volta
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rapporto, rifiutando un invito a cena e uno al
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uno al cinema. ¶ Tornati a casa, ci aspettavano una
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questo mese, domattina andiamo a presentare la domanda.» Già
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Già da un po’, a dire il vero, l
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tu sei sempre lì a dirti che sarà la
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fosse un’infinita partita a carte tra te e
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dichiarò: «Comunque domani vado a riprendermi Ernesto. Con te
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giorno dopo fu Flor a chiamarci. Erano le sei
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non è che... verresti a prenderci?» ¶ «A chi?» ¶ «A
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che... verresti a prenderci?» ¶ «A chi?» ¶ «A me e
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a prenderci?» ¶ «A chi?» ¶ «A me e a Ernesto
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chi?» ¶ «A me e a Ernesto.» ¶ «Dove siete?» ¶ «A
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a Ernesto.» ¶ «Dove siete?» ¶ «A Licola.» ¶ «Che è successo
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morti. ¶ Sorrideva e tratteneva a fatica Ernesto, che abbaiava
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cazzo ti sei andata a nascondere?» chiesi quando fu
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e ci siamo messi a scopare» disse poi. ¶ Avrei
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lei e si mise a ridere. ¶ La accompagnammo a
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a ridere. ¶ La accompagnammo a casa e Rosalinda ci
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le scale in lacrime. A quel punto Raffaele Gargiulo
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Raffaele Gargiulo fu costretto a rimangiarsi la parola e
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rimangiarsi la parola e a darla vinta a quella
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e a darla vinta a quella strana figlia che
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quella strana figlia che, a differenza di me, aveva
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di me, aveva imparato a scalciare pur di ricordargli
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resto della vita accanto a Giacomo (l’altro cane
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cane di casa Gargiulo), a mio padre e a