parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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1949
segno di sfida come a dire: “Te lo faccio
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1949
un fianco e andò a spiare dallo specchietto ciò
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1949
t’ha fatto niente, a te!» E riunite a
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1949
a te!» E riunite a mazzetto le dieci dita
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1949
i gomiti e cadde a sedere su di una
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1949
vicoli di sotto fino a Toledo; e risali nella
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1949
erbivendolo che, riavutosi, continuava a fissare in piedi il
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1949
piedi il vuoto davanti a sé. ¶ Mentre la macchina
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1949
signorina con quel richiamo a Zazà, ma solo attrarre
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1949
incautamente attraversavano la strada. A Nannina salì alla gola
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1949
neppure immaginarsi sulla strada a guardare la povera ragazza
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1949
che se ne va a perdizione accanto ad un
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1949
palmizi e una tenda a fasce rosse d’un
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1949
giocavano ad avvilupparsi ed a sciogliersi. Così, per guardar
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chiese Nannina: «Come, pure a voi della polisse è
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1949
e si voltò indietro a guardarlo. Era sprofondato giù
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1949
terrazzi e dalle logge a giardini si sporgevano infatti
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1949
americano fece un sorriso a mezza bocca, tirò fuori
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1949
il parafango e cominciò a cantare una canzonetta che
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1949
dal disprezzo. Troppo simpatico a Nannina egli non era
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se facesse una grazia a guardare quell’incanto di
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1949
parola! Poi si dice a che serve l’istruzione
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1949
si arrestò sgomenta. “Vediamo a che va a finire
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Vediamo a che va a finire”, si disse poi
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1949
fondo, il sergente comincio a rallentare. ¶ «You want to
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con un salto fu a terra. ¶ Mentre l’americano
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1949
in pendio, Nannina andava a nascondersi dietro un albero
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1949
vergogna, ma fu costretta a ridere anch’essa per
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1949
alcune bottiglie di whisky (a lei parve vino) due
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1949
che non si limitassero a comprare quelle scatolette, ma
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1949
si divertiva un mondo a vederla trangugiare quelle gamelle
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erano bastati pochi sorsi a farne un’altra. Chi
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che non vedeva intorno a sé. ¶ Coi sandwich e
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1949
distanza. Nannina si avvicinò a lui cauta, in ginocchio
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puntini neri della barba. A riparo degli occhi egli
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1949
i pantaloni. Tremando, cominciò a frugare con una mano
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1949
una mano fredda indosso a lei e non era
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1949
sua lingua, adesso, quantunque a lei più straniera in
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1949
gola; si fermarono, cominciarono a stringersi ad anello intorno
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1949
nessuno che era intorno a lei capiva la ragione
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1949
occhiate da vico Berio a Taverna Penta, e non
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1949
guardavano in faccia come a teatro. Ora Elvira sembrava
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1949
trovava sempre in mezzo a qualunque disgrazia della Speranzella
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1949
della Cafettèra, ma nessuno a quell’epoca avrebbe sospettato
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1949
riprendeva: «E come, torni a salire; Scendi, zoccolona…». ¶ Per
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rivolti verso l’interno a guardare chi sa in
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guai degli altri, pronta a distribuire al minuto la
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1949
Pizzicatella gridava: “e guai a chi tocca il re
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io sto ancora così.» ¶ A quel richiamo l’intera
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riferire le voci che a quelle vincite erano state
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suscitare neppure soperchia invidia. A chi le chiedeva un
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chi me lo dà a me lu numero.» Era
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lu numero.» Era nata a Solopaca la vecchia, e
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la sua parlata cafona. ¶ A chi le diceva invece
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casa. Don Luigi beato a lui forse dorme ancora
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se uno si va a iscrivere…» Lasciò cadere la
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1949
che ti dispiace. Dispiace a tutti che ci vuoi
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alla strada che cominciava a tingersi di gatti e
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ombra, che si limita a seguire o a precedere
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limita a seguire o a precedere il corpo senza
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cosa.”» ¶ «Che m’importa a me» cominciò a piagnucolare
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1949
importa a me» cominciò a piagnucolare Pascalotto. «Mi ha
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Pascalotto. «Mi ha lasciato a me solo, per colpa
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1949
diceva ogni tanto; ma a caffè a caffè si
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1949
tanto; ma a caffè a caffè si fecero le
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che si fermò più a lungo di tutti; ma
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1949
magari ne potessi fare a meno… Ma l’offesa
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che vi siete messo a fare;» ¶ «Elví lavoro con
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ricordi la mia villa?». ¶ «A Villanova? Come non me
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1949
Elví, quella deve tornare a casa.» ¶ «Perché, dove se
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queste cinquemila lire anche a lei. Si fa un
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1949
Chi ci pensa più a quella cosa, Elví!» ¶ «Si
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1949
l’immaginate. Vi pare a voi una bella cosa
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1949
re si deva assoggettare a quello che vogliono questi
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1949
armistizio, e lo costringono a fare la faccia di
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dice: chi mi dà a mangià lo chiamo papà
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1949
ritrovavano. Il re, e a chi faceva male? Forse
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1949
mettere i manifesti?» ¶ «Ma a una che conoscete da
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1949
e da Totonno Scognamiglio a Portacapuana, che deve accompagnarla
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1949
un sacrificio, signor Me’. A seconda della forza si
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1949
E deve proprio ringraziare a te,…il re soldato
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occhi al cielo cominciò a gridare: ¶ «Ma allora è
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1949
fatto venire i soldi a voi e ho trovato
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1949
filo che la lega a lei. Un filo magnetico
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1949
Ma nello spazio prossimo a quello prima occupato c
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1949
suoi fianchi spostarsi ora a destra ora a sinistra
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1949
ora a destra ora a sinistra, assecondando il moto
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1949
perché mi faceva lavare a quel modo? Perché allora
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1949
Nannina non riusciva più a trattenere i suoi fianchi
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1949
petto. Qualcuno si volta a guardarla, e prima mai
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1949
e le svuota che a lei par di svenire
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1949
nei gomiti e invoglia a gettarsi giù, sul primo
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1949
Nannina e si mise a ridere nel grembo, sedendosi
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1949
gengive. ¶ «Uèh» si udì a questo punto risuonare alle
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1949
in una faticosa manovra a marcia indietro: «Uèh, Zazà
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1949
erbivendolo faceva un gesto a lui noto con gli
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1949
stata proprio donn’Elvira a mandarmi con questa imbasciata
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1949
non può venire perché a quest’ora è piena
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la sua testa rossiccia a pentola di rame e
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1949
di rame e cominciò a palpare ora il monte
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1949
attratto da un’effigie a cui l’indovino volgeva
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1949
irriverente. Così l’occhio a fatica ravvisò nell’incrocio
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1949
di Savoia. Quegli stivaloni a pennellata non potevano essere
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1949
non basta una mano a nascondere. L’uniforme che
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1949
vedrà. E da Luogotenente a Re non ci vuol
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1949
io e te andassimo a passeggio! Neh, ma dimmi
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1949
al voi. «Ecco» riprese a dire poi, fisso lo
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1949
cose nobili. Potreste aspirare a grosse soddisfazioni artistiche e
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1949
che mese siete nata?» ¶ «A ottobre» disse Nannina. ¶ «A
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1949
A ottobre» disse Nannina. ¶ «A ottobre avete detto?» disse
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1949
nuovo la sua testa a pentola di rame su
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1949
un libro che cominciò a sfogliare. Poi disse: «Ottobre
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1949
si alzò, e andò a collocarsi alle spalle della
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mani che Nannina continuava a tenere davanti agli occhi
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1949
tu. «Di’ proprio così a donn’Elvira: “beata chi
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1949
che poi, poi passerò a prendermi il caffè.» ¶ Le
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1949
detto quella notte intorno a lei, Nannina se lo
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1949
Manca solo la parola a quella spalla che emerge
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1949
nel basso di Elvira a spiare il sonno di
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1949
ogni tanto si metteva a guardare la strada ove
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1949
nome – vico Be’, tu a me non m’atterri
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1949
romperò io le ossa a te! – pensava Elvira per
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1949
timore di dover interrompere a metà la sua opera
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1949
caffè?» subito s’affrettava a dire: «L’ultima; proprio
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1949
una riscaldatina, ben bollente a me, mi raccomando. Ed
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1949
intrecciate sulla fronte forse a difendere gli occhi dalla
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luce, avevano un moto a fior di pelle come
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segno con due dita a pizzico, come reggendo una
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1949
ve l’ho mandato a dire? Ora dipende da
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1949
ventiquattr’ore all’oscuro.» A questo punto ritornato al
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1949
alla luce e cominciate a fissarlo senza mai staccare
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fesso e presuntuoso, comincerà a sfidarvi. Si mette le
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1949
è dell’idea contraria?» ¶ «A seconda» aveva risposto il
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re re re frattaria a qualunque trattamento.» ¶ «Forse non
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1949
chiromante Elvira aveva ripreso a ciabattare tra il fornello
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sotto quella sinistra. ¶ Michele a quel rumore si riprese
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proprio qui doveva venire a finire?» ¶ «E che ci
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altra avete sbagliato palazzo.» ¶ A questo punto Elvira gridò
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era stata costretta sempre a spendere. ¶ «E quando vi
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non aveva mai chiesto a Michele dove mai ne
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fu capace d’impedire a suo figlio di riprendersi
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che ogni mattina veniva a prendere i fondi per
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Neh Pascalò, su bello a mamma, alzati. Mena, Nanninè
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le sette.. Ora comincia a venire gente e io
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la Cafettèra, che ora a sentirsi la sua mano
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e la donna sdegnosa a sbattergli la porta in
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quella bianca gloria andasse a collocarsi Nannina che non
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guardinga, e avrebbe esitato a lungo davanti al pensiero
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appresso e renderlo utile a qualche cosa. Perciò Elvira
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aveva già un tiro a dodici, tutti asinelli uguali
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si fermavano ogni giorno a Santa Brigida per la
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balcone rifletteva il tiro a dodici fino a piedi
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tiro a dodici fino a piedi del letto… Una
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e fagli la cioccolattina, a chi aspetti; Ma io
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vicoli. ¶ «E allora, senti a me» continuò Elvira «mettiti
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pensieri per la testa a vederti tutta quella carne
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spiovuto, ma dai vicoli a monte scorrevano ancora tumultuosi
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superflue verso i vicoli a valle che inondavano Lungo
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di nuovo verso Toledo a vendere a comperare a
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verso Toledo a vendere a comperare a promettere a
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a vendere a comperare a promettere a darsi. Quante
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a comperare a promettere a darsi. Quante della sua
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aggiustava radio, mestiere appreso a furia di aggiustarsi la
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la sua radio e a furia di frequentare Mastrovincenzo
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e che ci vuole a smontare e a rimontare
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vuole a smontare e a rimontare? ¶ «Tornerà il tempo
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amico sempre dorme… Ringraziando a Ruscvelte… Che ci vuoi
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dove te ne vai a quest’ora?» ¶ «Dal…» cominciò
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quest’ora?» ¶ «Dal…» cominciò a dire Nannina e s
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carezza, che pareva impossibile a quelle mani nere tanto
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Si voltò di scatto a quella voce, era il
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ancora?» chiese il vecchietto a Nannina. ¶ «No, l’ha
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Gabriele: «E perché poi a voi si deve capire
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perduto un figlio, Nanninè, a Corfù, a Cefalonia, va
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figlio, Nanninè, a Corfù, a Cefalonia, va’ capisci! Chi
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va’ capisci! Chi dice a Corfù e chi a
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a Corfù e chi a Cefalonia, disperso, ucciso, massacrato
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massacrato, e che è. A voi il professore che
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tornerà.» ¶ «Embè? Dovete credere a quello che vi ha
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di fumo del lume a petrolio male acceso. ¶ «Ermenegilda
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acceso. ¶ «Ermenegilda, state attenta a quei broccoli» disse la
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trasmissione del pensiero. ¶ «Anche a me il professore ha
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sì?» disse Nannina pensando a suo cognato. ¶ «Anche in
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e che vuoi fare a uno che fa il
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non sapevano dove andarsi a nascondere e se li
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Giosuè «e se vai a domandare sono tutti amici
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ragazzo?» ¶ Il dialogo, masticato a chewing gum, filava tra
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sprigionandosi dalla lente andò a spiaccicarsi sui sandali di
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cercavano di sporgersi come a prendere aria dalla scollatura
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il mago s’affrettò a coprire stringendo i petti
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poi sedendosi «siedi. Veniamo a noi. Come vi chiamate
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comare che l’aveva a lui indirizzata non aveva
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alle previsioni del mago. A lei non rimaneva che
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sommariamente controllata l’esattezza a confronto con la realtà
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confronto con la realtà. ¶ A vedersi quindi comparire davanti
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e risfogliasse, non riusciva a trovare la pagina con
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Che significato bisognava attribuire a quella venuta improvvisa? Se
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Nannina e tornò subito a vagare con lo sguardo
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spingeva fino alla parrocchia a fare una visitina alle
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che questo futuro appartiene a Nostro Signore ed è
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Dio è di Satana…” A questo punto Elvira tornava
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santo; e ci lasciasse, a noi disgraziati che non
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non si capiva se a cercarvi o a nascondervi
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1949
se a cercarvi o a nascondervi qualche cosa. ¶ «Dunque
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se non mi state a sentire, che cosa vi
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1949
pioggia che aveva ripreso a cadere più insistente. ¶ «Stavi
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successo?» ¶ «Niente» si precipitò a rispondere Nannina spaventata dalla
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di casa. Elvira continuava a guardar di fuori come
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che ci dà sangue a quella creatura?» ¶ «Gliel’ho
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1949
acquieta solo quando suga.» A questo punto il timore
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1949
portò dentro e ricominciò a frugare nel libro del
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un po’ sbiadita, risaliva a quindici giorni prima. Il
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soldato – Un viaggio”. Sta a vedere che la ragazza
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tranquillità, fanno diventar belli a tutti quanti.» ¶ «È vero
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forse avete ragione» ammise a malincuore Nannina sentendosi ancora
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non ne parliamo» afferrò a volo Elvira «diventano peggio
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Lo dicono tutti. Domanda a chi ci ha avuto
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chi ci ha avuto a che fare.» ¶ «E perché
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tanto?» domandò Nannina. ¶ «Vai a capirli! Ma… Che ce
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Che ce ne importa a noi? Dunque, veniamo al
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1949
faccio in quella casa a portarci un americano?» ¶ «E
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1949
è mai mancata. Grazie a Dio ci ho tutto
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1949
che potevo pure piacere a qualcuno. Ma ho sempre
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1949
notte e giorno e a casa non ci sta
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Mai sia, Ciccillo venisse a sapere una cosa che
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ad un’altra cosa.» ¶ «A che cosa?» ¶ «Be’, che
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1949
c’è Michele, che a momenti ci ha l
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1949
ha l’età tua.» ¶ «A me i guaglioni non
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1949
Michele è un giovanotto a momenti, Nannì» disse risentita
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1949
come me ti andrai a buttare dal ponte della
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1949
che aveva lasciato fino a quel momento vagabondare per
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1949
speranza e soggiunse: «Guarda a me. Ero femmina io
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finita? Con un Ciccillo a fianco che non vale
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1949
consolarla. ¶ «E guardami adesso a che son ridotta. Una
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o virtù, e comincia a stringere i denti che
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1949
il suo sguardo cominciò a dividere lo spazio con
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posto qui. Michele dorme a piedi su quello strapuntino
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tu quando Ciccillo rimane a casa. E Michele lo
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impermeabile bianco che portava a guisa di mantello, lo
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dato un caffè riscaldato a voi? Ditelo, se avete
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che andavano da lui a consultarsi nei mesi che
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1949
repubblicani erano contenti egualmente. A loro importava togliersi dai
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1949
firma angolosa sulla parete a cui volgeva le spalle
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1949
addirittura: «E si sbrigassero a venire» ma appagati gli
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1949
il sospetto, le perquisizioni. A questo amore mancato i
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due enormi pennelli disinfettanti. A destra e a manca
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1949
disinfettanti. A destra e a manca, a destra e
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1949
destra e a manca, a destra e a manca
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1949
manca, a destra e a manca; e si formava
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1949
formava il vuoto intorno a loro. ¶ Passati i due
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1949
Laundry. Che pieghe perfette a quei pantaloni, zoppicanti come
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1949
c’erano facili paradisi a portata di mano: il
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1949
sulla bocca di tutti. A sentirli venivano tutti dal
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1949
vuoti, per non ridere a crepapelle. Che pericolo poteva
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1949
coscienza dei suoi clienti, a cui i bocconi non
256
1949
Made in U.S.A. Only for U.S
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sono le sigarette, eppure…» ¶ «A chi lo dite…» faceva
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quinti piani servisse solo a procurare un lucro passando
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con la sorella appena a casa; ma la sorella
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1949
vuo’, che vuo’?» gridò a Nannina. «Che ti sei
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1949
di fare la scema a salire e a scendere
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scema a salire e a scendere dieci volte al
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come ‘na vrenzolosa.» ¶ «Ringrazia a Dio, ringrazia! Che ci
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1949
disgraziato che è andato a finir dentro per darti
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piccolo, e ci pensò a lungo. Infine per paura
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1949
quei complimenti: non tardò a capire che con la
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1949
guardia. Tuttavia non riusciva a rendersi conto esattamente, nel
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1949
venduta voi la roba, a chi, se non c
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delle scarpe che portava a guisa di ciabatte e
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1949
sorella. Carmilina dovè limitarsi a pensare un “tornerà” torbido
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intera esistenza mentre esitava a rimettere fra le labbra
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1949
frenare stringendosi le mani a croce sul petto, ma
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ma il brivido continuò a trapassarle il corpo come
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ignuda: la vesticciola fatta a quindici anni, una sottoveste
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e correre, correre fino a sentirsi rintronare il calcagno
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mani al petto come a difendere il suo segreto
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polsi e la costrinse a stendere le braccia lungo
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si volsero di scatto a guardare la bambina cenciosa
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perché non ti lasciano a te?» replicò il ragazzo
280
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si sentiva come inchiodata a quel posto. ¶ Intanto gli
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come siamo capitati!» ¶ «Uh, a chi lo dite.» ¶ L
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e se la stoffa a contatto con il reagente
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Ya» sembrò di udire a Nannina. E nel pronunciare
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da lei sarebbe andata a chiedere protezione. ¶ Così si
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queste parole: ¶ Vigo Speransella a Toleto 27, vicino Teatro nuovo
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sguardo si ravvivava solo a tratti, per tornare subito
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e assopito sulla strada a frugare fra la gente
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La vita non riusciva a coglierla mai di sorpresa
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dello sguardo, sempre pronto a disfarsi ad un nuovo
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disobbedienti ai suoi ordini. A quella domanda, generale e
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tinta e dolce riesce a fargli ritrovare il sapore
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don Luigi non bastano a sciogliere. Ecco la vita
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sotto carica, un claxon a sirena da rimontare, il
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Il cavallo vecchio va a morire nella stalla del
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vita se non riusciva a comperare; doppiamente tradito se
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tradito se qualcuno riusciva a convincerlo a vendere. Tutto
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qualcuno riusciva a convincerlo a vendere. Tutto ciò che
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e rivendute ai forestieri a pochi passi da qui
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che le corrono intorno a spina di pesce è
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Resuscita l’appetito addomesticato a razioni settimanali, si rinvengono
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il letto di ottone a due piazze, e la
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e di sigarette lasciati a far le pulci da
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che si era fatte a quindici; pareva una nana
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sangue e lo lascia a battere a martello. ¶ Nannina
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lo lascia a battere a martello. ¶ Nannina, scorgendo il
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amlire, atteggia la bocca a cuorfedele e poi lo
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poi mollando uno scapaccione a Pascalotto. Sceglie quindi un
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avvicina la sua immagine a quella riflessa di Nannina
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porta in giro quasi a metterla a repentaglio appena
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giro quasi a metterla a repentaglio appena può nei
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facchini. Ama dire: “Salute a noi”. “Felice sera.” “Buonanotte
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alla cortesia dice: ¶ «Salute a voi signor Me’ e
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il vapore della espressi a intenerire lo sguardo di
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Quel ragazzo che stava a Corni, che non se
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vivo quando lui riuscì a fuggire…» ¶ «E per questo
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prigioniero o è morto.» ¶ «A lui naturalmente il professore
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Ti sei andata perfino a interessare.» ¶ «E stata una
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di soldi soggiunge: «Vai a prendermi dieci nazionali… Poi
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si rivolge di nuovo a Nannina e: ¶ «Che ti
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curvano le spalle come a precipitarsi sulle loro ombre
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in modo da togliere a Cicalio ogni voglia di
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rende inquieto, troppo sazio a volte e troppo affamato
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sabato, prima di andare a leggere la mano agli
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dal polso, si aprono a raggiera verso le dita
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Queste stesse parole, fino a poco tempo fa, Nannina
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la ragazza fissava più a lungo il volto d
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che Nannina si esercitò a leggere; e fu su
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cartoncino ch’essa imparò a distinguere un volto serio
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dalla corrente magnetica, stentasse a fissarsi sulle sue labbra
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al fronte, allorché riusciva a prevedere sulle trincee del
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cappottone grigio-verde venne a visitarlo. Sarebbe passato anche
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col suo semplice sorriso a lucerna se il soldato
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mano sulla fronte come a denunciare una febbre da
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disse il Re rivolto a qualcuno del seguito; e
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sarete per poco. Vivrete a lungo ma Re sarà
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di quei vichi continuò a chiamarlo Professore. ¶ Lonegro non
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di un vecchio fanale a gas accecato. La vernice
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Luigi che ha imparato a non trasalire a quell
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imparato a non trasalire a quell’ombra che si
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agita in lontananza, quando a notte alta scende dai
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con lasciva lentezza come a far capire che si
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dell’O.R.T.A. e scompare. Mastrovincenzo riprende
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e scompare. Mastrovincenzo riprende a sonnecchiare sulla sedia dalla
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spalliera di vimini. Dorme a sciacquabarile, ora serrando l
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ora il sinistro, quasi a contare le ore lente
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logge. ¶ «Mastrovincenzo buongiorno.» ¶ «Salute a voi don Lui.» ¶ «Che
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Gli piace quel vocabolo a cui è rimasto fedele
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quando voi vi deciderete a buttar via la mortadella
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indovinate dove mi va a far male?… Qua! Pensate
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Eppure fa un anno, a momenti, che me l
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in meno che continua a dolere dopo l’amputazione
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i civili), gli portò a vedere la sua gamba
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un crollo quasi, allorché a sentirsi parlare di gamba
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Fatemela vedere» disse allora a Ciccillo. «Mi ha fatto
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la gamba malata accanto a quella sana gli parve
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essa americana, e riprese a dire: «Un funerale come
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la sua gamba continuava a dolergli. E, pure malata
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linea uno stabile distrutto; a riparare le valvole esterne
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raggiungeranno per distruggerla, mentre a lui continuerà a dolere
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mentre a lui continuerà a dolere. ¶ «Acqua passata» dice
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passata» dice don Luigi a quel racconto. «Fate conto
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capito?» ¶ Don Luigi vuole a tutti i costi allontanare
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trecento lire che deste a Ciccillo?» ¶ «No, quelle no
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Sergente Maggiore si sporge a prendere un po’ di
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se l’è andato a rivendere in fretta e
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io me ne vado a dormire e speriamo che
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che non si mettono a cantare o a battere
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mettono a cantare o a battere tappeti.» ¶ «Buon sonno
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don Lui.» ¶ «Buona giornata a voi… Cammina!» Il cane
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al polmonaio, che continua a battere il coltello contro
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poco la Speranzella comincia a vivere. ¶ II ¶ Passa di
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in piedi; e appena a terra, agita il sacco
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porta sempre sulla macchina a ridosso del sedile e
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del sedile e va a collocarlo davanti alla ruota
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quattro o cinque avventori a riempirlo, che l’ultimo
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le sigle U.S.A.-ARMY. Occorre mandarlo via
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i sorbetti, una espressi a quattro becchi, una radio
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quattro becchi, una radio a forma di littorina, una
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è vero deve collegarsi a quei traffici il ricovero
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Made in U.S.A. per accogliere ferri chirurgici
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fluorescenti fabbricate per illuminare a giorno corsie d’ospedali
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fra i due specchi a tingere di un verde
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addietro e diceva sì a tutti i fedeli. Ciccillo
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essa la spinge fino a dare un tono meccanico
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il re.» ¶ «Per portarle a via Medina?» ¶ «Che via
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ma era turbato: «Elví, a via Medina ci sono
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tu come hai fatto a vedermi?» ¶ «Con gli occhi
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fronte con le dita a grappolo aveva ripetuto: «Qua
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Qua dentro qua.» ¶ «Allora a te non ti si
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ora spesso mi viene a trovare…» ¶ «Parlate chiaro signor
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col colonnello e santanotte a donn’Elvira, per chi
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i soldi… No, questo a me, signor Me’, non
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proprio che si ragiona a metà… Sai che c
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pare… Se ti trovi a dire che quei soldi
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Solo ti avverto: bada a come li spendi perché
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con gli occhi addosso, a cominciare dai più vicini
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vicini, dagli intimi…» ¶ «E a me lo dite? Sapeste
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re che ci paga a noi, e noi invece
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monarchica… Mi dovevano uccidere a me, prima di vedere
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mani!» ¶ «Ma il vestito a Nanninella, almeno quello, glielo
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che neppure le scarpe a Pascalotto gli hai comprato
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Non lo voglio abituare a troppi lussi, che domani
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sono, da chi vado a bussare? Glielo farò a
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a bussare? Glielo farò a Nannina, il vestito, come
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come pure le scarpe a Pascalotto, ma quando sarà
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saperlo?» ¶ «Ve lo manderò a dire per imbasciata… Quando
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il tempo era stata a comprare il pepe senza
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spalla robusta un dito a far segno di no
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di Vico Berio, perché a tutti piace di uscire
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ad avvicinare quel giorno a questa cronaca facendosi incontrare
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delle miracolose immagini, pronta a riconoscere la sua debolezza
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penso! – ma non disposta a riconoscere l’errore, giacché
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certi peccati più gravi a’ Vescovi”. ¶ Nell’attesa – e
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dovuto essercitarsi in segreto a quel linguaggio; che tuttavia
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naturale alle sue labbra a spicchio d’arancio sanguigno
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la balaustra, nell’angolo a sinistra, mentre le sue
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occhi della Cafettèra abituati a fuggire per la strada
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come ad un timone a cui doveva seguir dietro
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il suo lungo corpo a barca bianca e nera
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che ti pungi solo a guardarle e rose pelose
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Voi mi avete capito: a buon intenditor…» e sul
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Cristo; però allora, appresso a quel fraticello veniva un
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re…». ¶ La Cafettèra tornava a casa rasserenata. E se
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tornava però in tumulto a salirle alla gola, stimolata
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un pezzo doveva stare a casa. Che ore sono
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era andato alla Questura a chiedere un permesso; là
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se si era comportata a dovere oppure no, giacché
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sempre dare ad intendere a Nannina che essa era
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non voleva far ricorso a qualche surrogato doveva lasciar
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come per esempio tornarle a casa con la pancia
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sapere perché ti stai a lavare tanto?». Le pareva
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ne possa star lì a «darsi pizzichi sulla pancia
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stanchezza. ¶ «Vi pare niente a voi, correre da San
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correre da San Martino a Capodimonte, appresso a Nannina
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Martino a Capodimonte, appresso a Nannina; che bisogna guidare
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Cafettèra se li lavorava a dovere nei suoi rapimenti
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altro!…» gridava la Cafettèra. «A uno alla volta se
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meglio vescovi so’ andati a palazzo reale, e che
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mi avete capito dove. A buon intenditore…» ¶ Il mago
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loro partito per esortarli a tenersi estranei ad ogni
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suo fervore si limitava a scrollare il capo come
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scrollare il capo come a dire: ¶ «Vedete un po
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che ci tocca fare a noialtri!» ¶ «Professò mi sto
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donn’Elvira. «Però voi a me non mi tenete
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la clientela si limitava a ripetere, sia che parlasse
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infine si era limitato a scendere cautamente i gradini
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manda fuori ogni giorno, a chili, flusso magnetico di
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ma come si fa a sa sa sapere se
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sua allieva, o rassegnarsi a farsi battere da una
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parte mia, non riesco a fa fa fare.» ¶ Col
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diradandosi. Il caffè cominciava a trovarsi un po’ dappertutto
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fortunato di trovarvi Nannina a far le veci della
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veci della Cafettèra, impegnata a trasmettere il suo pensiero
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trasmettere il suo pensiero a varie “personalità” dal gabinetto
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Air Mail. ¶ «E andata a mettere un chiodo nella
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automobile, più una villa a mare, e ci potrebbe
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americani come si fa a vivere bene in Europa
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io esco per venirmi a trovare?» ¶ «Ci ho molto
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quel sacco appresso? Male a noi che andiamo a
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a noi che andiamo a piedi e con le
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aveva mostrato le mani a palme aperte. ¶ «Che c
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mestiere… Questo stavo dicendo a Nannina. Sono milioni quelli
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lui arrivava, sempre disposto a comperare, i prezzi dei
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migliori vivande arrivavano ridotte a colla, per la ricca
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voi per il re?» ¶ «A proposito? Che ne hai
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E me li davi a me! A quest’ora
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li davi a me! A quest’ora te li
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fatti fruttare al doppio». ¶ «A voi? Nemmeno uno spillo
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darei più, in mano a voi.» ¶ «Ah, ah, che
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So quello che dico.» A voce più bassa: «Io
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Io vi ho visto». ¶ «A me, mi hai visto
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hai visto?» ¶ «Sissignore, proprio a voi… Nanninè, va a
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a voi… Nanninè, va a comprare un po’ di
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delle sue gambe. ¶ «Si, a voi, proprio a voi
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Si, a voi, proprio a voi, vi ho visto
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ho visto» aveva ripreso a dire la Cafettèra. ¶ «E
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la Cafettèra. ¶ «E dove?» ¶ «A salire e a scendere
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dove?» ¶ «A salire e a scendere le scale di
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tenere.» ¶ «Mi date seriamente a pensare.» La Cafettèra aveva
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centomila lire le affidavi a me, io te le
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rintracciato quattro magnifici cuscinetti a sfera che Mastro Vincenzo
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sfera che Mastro Vincenzo a malincuore gli aveva ceduto
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e persino un claxon a pulsante. ¶ Era abbastanza per
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far mangiare le mani a mezza Speranzella. Costruito il
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agisce sulle ruote. ¶ Ma a che doveva servire il
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ripide discese da Cariati a Toledo, in una corsa
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di fagioli dalla Concordia a Taverna Penta, un bottiglione
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un bottiglione da Montecalvario a vico Teatro Nuovo, una
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pane imbottito, Pascalotto andava a sedersi sul predellino di
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di una macchina accanto a Michele. Gli operai in
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due passi da qui a Luigino Cantiniere; e non
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incomprensibile; ma si leva a malincuore, posa il pane
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grappolo d’uva nera a forma di “T”, da
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e mezzo, tieni bene a mente; sul secondo cartellone
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vede un grosso grappolo a forma di “M” per
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c’è un grappolo a forma di “G” per
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sul predellino e riprendeva a mangiare; ma il pane
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al filo spinato continuavano a cantare finché il giorno
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più, farsi estraneo, fino a tenergli un segreto: lo
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con un tipo che a lui non piaceva. Pascalotto