Matilde Serao, Addio, amore!, 1890

suo tutore si presentava, a braccetto di Luigi Caracciolo

e che convincere Anna a sposare Luigi Caracciolo era

contro il sentimento, prendeva a prestito dal suo tutore

che lo faceva obbedendo a un senso interno di

debolezza con le persone a cui si vuol bene

ma poteva anche sembrare, a volte, una vivace antipatia

e che, senza darlo a divedere, sorvegliava la coppia

aveva voltato le spalle a Caracciolo, in un concerto

senso che contenevano. ¶ - Pare a me - disse lui, recisamente

atroce. Laura, che seguitava a dormire nella stanza di

ogni tanto, si voltava a Cesare Dias come se

sua cortesia, ne chiese a Dias trionfalmente: ¶ - Va bene

di dolcezza per piacere a lui, Cesare Dias, e

sviluppò in poco tempo. A farlo apposta - non era

così taciturna ed estranea a tutte le vicende umane

che Dias ne seguitava a parlare con gravità. E

sopportando specialmente che Dias, a lei proprio, proprio lui

proprio sul serio? - chiese a Dias. ¶ - Chi? Caracciolo? ¶ - Già

avverto che ho ancora, a vostra disposizione, una quantità

non vedendolo, ingenuamente, mandò a chiedere sue notizie. Cesare

prima scaramuccia con Anna a favore di Luigi Caracciolo

andava dileguando. Ma andate a giuocare di finezza, con

ed egli arrivò persino a dubitare, che ella fosse

una simile intenzione? Fino a che aveva potuto, per

mentalmente, si umiliava innanzi a lui, gli domandava quel

e che niente viene a calmare, poichè tutte le

che la faceva trasalire a ogni rumore di campanello

ogni rumore di campanello, a ogni vettura che si

amava, ove forse andava a passare le ore di

poichè egli voleva maritarla a Luigi Caracciolo? Ingrata, lei

ella che suggerì candidamente a Stella Martini, che mandasse

che mandasse da Dias a chiedere notizie: e la

Laura preferiva, spesso, restare a casa, leggendo un libro

un libro, o lavorando a una bellissima tovaglia di

quasi fosse stata presa, a un tratto, da una

di febbraio, incontrarono Dias, a piedi, per il marciapiede

e si fermò, decisa a non lasciarlo passare avanti

buona strada. Verrò domani a trovarvi. ¶ E con la

Non parlavano, ma giunte a Mergellina, tornarono indietro, pian

no, che voleva ritornare a casa. Lo aveva visto

promessa che sarebbe andato a casa Acquaviva il giorno

Anna se ne andava a casa, contenta quasi che

sua parola, sedendo presso a lui, interrogarlo, rispondergli, purchè

egli venisse ogni giorno, a quella tale ora ed

ed ella potesse fingere a se stessa, che quell

messo nulla di suo, a passeggiare per via Caracciolo

parlava; ma ella rispondeva a monosillabi, sorridendo, chinando il

chinando il capo, simile a colui che si porta

lui, come se parlasse a se stessa, chinando il

motto magico? Anna chiedeva a sè tutte queste cose

sua vita alla patria, a una nobile causa, aspetta

avvolgeranno? Pensare, giudicare, riflettere, a che? Ella era giovane

quel tempo, seduta accanto a lui, parendo dover così

battaglia cercandovi la morte. A un tratto, la musica

carrozza? - domandò Cesare Dias a Stella Martini. ¶ - Sì, per

Se mi aspettate, vado a prendere il soprabito. ¶ Le

prima Stella Martini, cortesemente, a mettere il mantello, poi

di cigno, fioccosa, alitante a ogni mossa, e sul

si fermò un momento a guardarle, quasi fosse un

correttamente, offriva il braccio a Stella Martini. Che pazza

sulle spalle; in carrozza, a casa, lo troverà insopportabile

l'amore, amanti gelosi a cui un marito è

andare, resta sulla scala, a prendere lo sguardo smorto

si poteva anche attribuire a stanchezza: solo chi amava

corretto sempre, egli aiutò a salire, Stella Martini, poi

loro, che si mise a baciare, nell'ombra, il

di affidare ad altri, a chi ne avesse più

ne avesse più diritto, a chi potesse esercitarla molto

molto meglio, di cedere a un marito, infine, la

cuore di bronzo, avvezzarla a tutte le asprezze, a

a tutte le asprezze, a tutte le delusioni, elevare

di sentirla vibrare unisonamente a quanto le diceva, Cesare

sospetto: e si metteva a chiedere a se stesso

si metteva a chiedere a se stesso, se la

non fingesse da mattina a sera, chi sa perchè

di cui egli dubitava, a tratti, quale causa segreta

aveva indotto Anna Acquaviva a piegare il suo temperamento

temperamento, il suo carattere, a vincere l'entusiasmo, a

a vincere l'entusiasmo, a velare il tono della

il tono della voce, a frenare le lagrime che

lagrime che volevano sgorgare, a dir di sì, sempre

libro del passato, fino a che ella niente più

in cui era fuggita a Pompei? ¶ Ah no, no

quando le incontrava, passeggiando a piedi, alla Villa, dov

che non si prestava a pettegolezzi. E d'altronde

brillanti di gioia, stando a sentire quello che ei

nel loro principio, vale a dire in una forma

amano: e in fondo a tutto, poi, vi era

morte. ¶ E di fatti a certi pallori che improvvisamente

sulla faccia di Anna, a certe intonazioni di voce

di voce mentre parlava, a certe parole che, pronunziate

che non potesse reggere a un'impressione troppo forte

Dias che faceva allusione a un amore, a una

allusione a un amore, a una delusione, al crollo

talvolta, aveva lealmente chiesto a Dias di che si

sempre, veniva in mente a Luigi di chiederle del

sbadatamente, talvolta, si girava a dare un'occhiata alla

si levarono e uscirono. A un tratto, tutte le

visitatori, andando essi stessi a far da visitatori altrove

che il sole scompare. A un tratto, sempre parendo

gittare così una notizia, a chi voleva o non

sul bordo del palco, a colpetti brevi e leggeri

suggestione di tornare innanzi a vedere che succedesse nel

d'Alemagna. ¶ - Assai: e a voi? ¶ - A me, immensamente

Assai: e a voi? ¶ - A me, immensamente. ¶ - Temo - soggiunse

soffro - mormorò ella, parlando a sè - o meglio, amo

così. ¶ - Abbiamo fatto male a venire - disse Stella, crollando

secondo posto, di fronte a Laura. Costei aveva continuato

Laura. Costei aveva continuato a guardare la sala co

il suo posto, accanto a Laura, adesso. ¶ - No, no

familiare, restava; insediato, deciso a non muoversi: restava chi

che ella non riesciva a celare. Per due minuti

di arrossire, impallidiva. E a malgrado la nebbia, in

le appariva la folla, a malgrado che i suoi

aria disinvolta, si fermava a considerare la gente estranea

considerare la gente estranea, a lei indifferente, il sottil

nome adorato, dandosi solo a un sorriso che aveva

morenti di dolcezza, fremendo a ogni frase larga e

Invero, quella gran sera, a S. Carlo, era un

lei, molti avviantisi così a una tragedia imminente e

molle della incipiente passione. ¶ A un tratto, volgendosi, mentre

dalla bocca fresca, simile a un fiore mai schiuso

di umiltà terrena innanzi a sua sorella, che non

guardava nessuno, non pensava a nessuno, fissava il palcoscenico

trovò: ¶ - Abbiamo fatto male a venire, Anna - le mormorò

Luigi Caracciolo dirimpetto, accanto a Laura. La conversazione, leggera

Anna. ¶ E si rivolse a lei, con quel lieve

è finito: tutto viene a tempo. Buona sera, buona

dare la mano che a Dias, il quale si

penombra, mentre dirimpetto, accanto a Laura, vi era Stella

dare le spalle assolutamente a Cesare Dias, e perchè

per non obbligare Cesare a raccoglierlo. Ogni tanto, cautamente

Cesare Dias era andato a visitare, prima di venire

e che egli seguitava a guardare talvolta? Non erano

fanciulle, spose sorridenti, donne a cui la piena maturità

mentre si è bruna a una sola maniera? E

finiva di rovinarla. Giurava a se stessa che si

disse Cesare Dias, chinandosi a raccoglierlo. ¶ E glielo porse

per aver meno caldo. A quel movimento di ala

vicino ad Anna, che a lei pareva di udire

sorriso, fiorito così, forse a caso. Ella provò la

egli era intento, pari a tutti, alla scena. E

sue ginocchia, lo scongiurava a non partire, Anna sentiva

lei, come se rispondesse a lui, come se parlasse

imposto il suo tutore, a quanto le avrebbe consigliato

pareva, lentissimamente, di rinascere a una nuova esistenza, quieta

un biglietto da scrivere a un'amica che chiedeva

che ella si rincorava a vederlo, come i deboli

volta, egli si metteva a burlare il mondo e

che eleva le apparenze a idoli, tutto questo frivolo

e austero, si adattava a un ambiente che gli

ammettendo che tutti transigono a questo mondo: quando egli

sentimento che si oppongono a tali corrotte teorie degli

in un'altra stanza, a leggere; o riceveva qualche

bronzo, e non tremante a tutti i soffi dell

il cuore in preda a tutte le passioni. Talvolta

giorno di aprile, ritornando a casa da una passeggiata

Quando le vide ritornare a casa, Laura bianca e

dovevano essere state dirette a un uomo; egli riconobbe

andate in società? - provò a scherzare, lei. ¶ - ... non sono

consenso Anna avesse rinunziato a qualche cara parte dell

esagerate, che vi date a questi sfoghi di rettorica

che la vita passi a dire alla gente, alle

in un bacio? Sapete, a che conduce questo regime

regime? Voi lo sapete, a che conduce... ¶ - Risparmiatemi, ve

nobili bisogna esser morali a una certa maniera, e

si deve esser morali a un'altra maniera... ¶ Egli

mormorava Anna, quasi parlasse a se stessa. ¶ - Anna, quello

colui che aveva bevuto a tutte le coppe, era

provava una infinita malinconia a non dover spasimare più

Ella era in fondo a un precipizio, fra pietre

per la stanza, tornò a sedersi; ma non rispose

luce divampante delle fiammelle a gas, era un formicolio

di gente che arrivava a piedi, col bavero del

il cappello di seta a soffietto, la faccia rasa

della camicia, col cappello a soffietto inclinato sull'orecchio

buttati giù sulle spalle, a onde crespe, sogguardavano obliquamente

erasi fatto forte, cadde a un tratto, nel rispettoso

contenta di esser giunta a tempo, ma non volendosi

palco si schiudeva. ¶ Adesso, a ogni rumore più forte

perle: tutti si rivolsero a lei. L'opera cominciava

al numero quattro, dirimpetto a loro, era apparso Cesare

anni e dalla esistenza a oltranza, e di contegno

che la folla profondeva a Roberto Stagno, artista squisito

insistente, poichè si voltò a guardare: ma non sorrise

un breve momento: quasi a ingannare se stessa, prima

si addensava intorno e a cui si abbandonava, senza

lasciava andare. Erano, intorno a lei, dei veli leggeri

impenetrabile: ondeggiava, sì, intorno a lei, la nuvola luminosa

liberazione, tremando di gioia a quella cattività. ¶ - Quello è

Laura Acquaviva, quasi rispondesse a un'interrogazione. ¶ - Chi? - domandò

Apollo deve sorgere ancora a dar fiamma di forza

poichè tutto era finito! A tentoni, andò a buttarsi

finito! A tentoni, andò a buttarsi sopra una poltroncina

lei medesima e intorno a sè. Finito, tutto. Uno

posava sulla fronte, quasi a temperarne il calore. Ella

la sua veemenza. Vale a dire che il sangue

venuto sotto la pelle, a macularla. Al sesto giorno

di Gesù, stillassero sangue. A goccia a goccia, dagli

stillassero sangue. A goccia a goccia, dagli occhi chiusi

sul capo; ella seguitava a lamentarsi pian piano, ma

esterrefatte, altre due volte, a intervalli di dieci minuti

fantasma, oggetto di pietà a coloro che lo amavano

dal cuore agli occhi, a guisa di onda quieta

che sgorga sempre, fino a che non si inaridisca

pie assistenti si chinavano a tergere le lacrime: e

le lacrime: e obbedendo a lei stessa, al gran

ultimo e profondo tributo a una cosa morta, come

votiva che in segreto, a occhi bassi, a passi

segreto, a occhi bassi, a passi cauti, si va

passi cauti, si va a deporre sopra una tomba

ignota agli indifferenti, nota a chi ha amato e

palazzo in piazza Gerolomini, a vedere come stava Anna

abbruciata la sua esistenza a tutte le fiamme mondane

vegliando su loro, tenendole a distanza, non parlando mai

desideroso di liberarsene, costretto a una quantità di occupazioni

e non sentendosi affatto a suo agio con quelle

venire in mente che a quel pazzerellone di Francesco

da tutte le sentimentalità, a ogni scoppio del buon

rettitudine, il tutore oppose a tutte le ingenue domande

rettorica. Pensava che messo a posto dalla sua glaciale

stupefatto: ed ebbe innanzi a sè la visione di

si trovava di fronte a una crisi morale e

la vita della fanciulla a lui affidata! Per la

verso chi è esposto a tutti i colpi della

in carrozza da Napoli a Pompei, dopo aver rassicurato

salvamento, e che andava a riprenderla, soggiungendole che bisognava

pavimento, fermandosi ogni tanto a sorvegliare il torpore affannoso

piedi, nel salottino innanzi a lui, era Laura Acquaviva

dove aveva pranzato, andava a una partita di bèzigue

partita di bèzigue, o a una prima rappresentazione. Egli

una lampada accesa innanzi a una immagine della Madonna

sollevarsi sul cuscino; attrasse a sè la sorella: ¶ - Tu

e di contrizione innanzi a Cesare Dias, a Laura

innanzi a Cesare Dias, a Laura, crebbe, fu la

amarissimo. Si sentiva, innanzi a loro, che eran sani

quando paragonava se stessa a quei due, così larghi

così larghi di perdono a un'anima traviata come

sguardo da Cesare Dias a Laura Acquaviva: ¶ - Voi siete

era un'obbedienza assoluta a quanto le avrebbe imposto

parola! ¶ Egli titubò: ella, a un tratto, s'infiammò

gli occhi in viso a Giustino, vide che costui

hai, me ne torno a Napoli, Giustino! - gridò ella

andare, si sedette innanzi a lui e gli disse

amore? ¶ - Niente mi lega, a nessuno. ¶ - Nemmeno una promessa

e oggi stesso, innanzi a te che sei tutta

è parso di trovarmi a una oscura catastrofe. Anna

Anna, oggi non perdono a me stesso, domani tu

ho potuto imporre prima a te, poi a me

prima a te, poi a me, tale peccato, tale

udiva, stupefatta, arrestandosi dinanzi a quella rettitudine, a quella

dinanzi a quella rettitudine, a quella virtù più forte

tu ti davi tutta a questo amore, e che

che io doveva impedirtelo a tempo... ¶ - Parole, parole: l

la padrona, comanda. ¶ Innanzi a lei era la crudele

campagna pompeiana e innanzi a sè la viottola che

quando era sola, accanto a Giustino, ella possedeva intero

mani, irrigidito dalla fatalità: a un tratto, si trovò

spalle, che lo forzava a levar la testa, che

quel tumulto di parole, a quell'impeto disperato e

amor di Dio, pensa a quello che fai, rinnegando

il nostro amore... pensa a due esistenze infrante, poichè

stesso non puoi sopravvivere a tale catastrofe... Giustino, io

gelò dallo spavento innanzi a un avvenire d'infelicità

che fuggendo, hai obbedito a un movimento generoso del

ciò? ¶ - Io. ¶ - Quando? ¶ - Stamane. ¶ - A chi l'hai detto

chi l'hai detto? ¶ - A tua sorella, al tuo

Cesare Dias sarebbe giunto a prenderti. ¶ - È un bellissimo

subito dai miei parenti a scolparti, ad accusarmi: li

benissimo. Tutto è combinato a meraviglia: io torno a

a meraviglia: io torno a casa, con Cesare Dias

da Torre Annunziata viene a Pompei, quasi aspettasse qualcuno

recarsi alla stazione, andarsene a piedi per la via

dolente ed oppressa, ferita a morte, sparente nella via

ancora, quell'ombra, fino a che non la distinse

tutta, adesso, in preda a una febbre furiosa, con

sangue. E in mezzo a quella confusione di dolore

dolore dove ella volta a volta si lamentava come

lamentava come un fanciulletto a cui hanno commessa una

il suo amore dato a uno sconoscente, in mezzo

uno sconoscente, in mezzo a tutto ciò una frase

La ripetette, involontariamente, anche a voce alta e le

frase, l'ultimo saluto a tutto il passato, a

a tutto il passato, a tutto l'avvenire, il

partito; si può andare a Torre Annunziata, in carrozza

fronte che si arrossiva a striature, bizzarramente. ¶ - Non so

bizzarramente. ¶ - Non so... verranno a prendermi... credo - mormorò, voltando

lasciò sola nel salotto. A malgrado il paralume, la

un cenno di pietà a sua sorella. Nell'alba

dovevo; lo avevo promesso a te, amore, a me

promesso a te, amore, a me stessa, e la

mi era insopportabile, accanto a mia sorella che possedeva

in cui ho, volta a volta, tentato di pregare

nostro colloquio, ha continuato a esser no, sempre no

era suo dovere opporsi a tale traviamento. Oh quanto

il mio spirito innanzi a quell'uomo che ragionava

occhi, e sono giunta a minacciare di fare uno

Quali mani si stenderanno a richiamarmi? Quelle di nessuno

casa, come se andassi a passeggiare, senza bagaglio, senza

precisa pomeridiana e arriva a Pompei alle due. Io

villa di Diomede, dinanzi a quella tomba di Nevoleia

finiti, ebbene, lavoreremo fino a che io abbia ventun

alla stazione ed arrivare a Pompei senza farmi scoprire

in Napoli ci esporrebbe a un grave rischio. Soli

questa debole creatura esposta a tutte le miserie umane

di fuggire, di venire a te, di non separarmi

come se ne imparasse a mente le parole. Era

Stella Martini, eran sedute a metà della chiesa, cogli

che finiscono per rassomigliare a bambole vecchie, imbottite di

accorse; ella pregava fervidamente. A un certo punto, la

capo e si mise a recitare fra sè il

di sapere: ella esitava a dare spiegazioni: udiva le

molto brutto venire lì a burlarsi della fede, quando

padre Verginista si piegò a vederne il viso e

levar gli occhi, seguitava a pregare fervorosamente, aspettando che

quando fu in fondo a quella nicchia oscura, trabalzata

ella rispose, sussultando simile a una sonnambula che si

fare un sussulto innanzi a un'oscura ma opprimente

di carezze, di baci, a un freddo terrore di

finire mai. E dentro a lei la voce diceva

una scelta malaugurata, andando a Pompei, la città dell

ammirazione e di malinconia a chi la visita, avesse

ella si mise dietro a una famiglia di tedeschi

stesso sentiero che conduce a Pompei; sui campicelli di

mai, si era messa a desiderare profondamente la presenza

si era avviato innanzi a lei, per farle spiegazione

giovinetta che si reggeva a stento, in un grande

abbiano una nebbia innanzi a sè. Due volte, la

voltò indietro più volte, a vedere che faceva. Ella

vedeva più nulla intorno a sè; ogni nozione, di

ogni cosa, era sparita. A un tratto innanzi alle

capo, e vide innanzi a sè Giustino, che la

Andavano, andavano, ella stretta a lui, così immensamente felice

l'abbandono più ingenuo a tutta la felicità di

prego, andiamo. ¶ Egli, rassegnato a una passiva obbedienza, obbedì

il suo braccio attaccato a quello di Giustino. Ed

bruciandole la carne, aumentando a dismisura le pulsazioni delle

quella fiamma, non arrivava a vincere il tumultuoso irrompere

mosse da sonnambula, fremendo a ogni stridore del suo

sgomenta, ella si levò a sedere e poi scivolò

l'altra brancolava innanzi a sè, poichè nel salottino

aperti gli occhi, innanzi a sè, camminando piano. Battè

empiamente sì, ma raccomandandosi, a Dio! Il colpo dato

cielo nero. Corse, giunse a un muretto divisorio poco

prendendolo per mano, attirandolo a sè, lo invocò di

Cara, cara, cara - seguitava a mormorar lui, con una

tanto bene - disse Giustino, a voce bassa, semplicemente. ¶ - Ripeti

più alta per corrispondere a quella commozione. Un vento

seguitò lei, quasi parlasse a se stessa. - Io non

ella si ergeva innanzi a lui, vestita di bianco

che nessun miracolo arriverà a riunirle. Tu mi accusi

e pure ti consiglio a dimenticare questa folle ebbrezza

affetto, tu non sarai a lungo infelice; va, la

invernale fosse ormai giunto a vincere la vampa dell

mi amassi - cominciò ella a dire, pianamente, tenendo sempre

chiamarmi; tutta questa tenerezza a che serve? essa è

di dovere, di dignità a chi ti adora, a

a chi ti adora, a chi non vede altro

che ti rendo ribelle a Cesare Dias, a tua

ribelle a Cesare Dias, a tua sorella Laura, alla

sonno, che t'induco a mille pericoli... pensa se

sgomento, di tenerezza, innanzi a quel drammatico amore che

pareva di trovarsi innanzi a un sentimento troppo di

da una morale incapacità a misurarlo tutto, a contenerlo

incapacità a misurarlo tutto, a contenerlo tutto, a esprimerlo

tutto, a contenerlo tutto, a esprimerlo tutto. ¶ - Se mi

tempo da patire, fino a che io possa avere

parenti: e tu pensi a te? Io avrei potuto

pensi alla speculazione, pensi a quello che dirà il

aveva tentato di protestare a nessuna delle frasi violente

suo sogno, e intorno a sè egli non vedeva

ella fu la prima a spezzare quel tragico minuto

via. Tu hai parlato a Cesare Dias, gli hai

mente esaltata, mentre lui, a me, fa pietà, come

l'amore. Pure... parlerò a Cesare Dias. La verità

Preferisco mille volte parlare a lui: egli si deve

di esser sorpresa, morta a tutte le sensazioni. Ma

tutte le forze, gittandola a un tremore invincibile: dalla

tranquilla come era Laura, a un certo punto si

costretta ad arrossire innanzi a sua sorella! Un po

sorella era sparita, andando a mettere nelle mani di

stanza, stendendo le braccia a sua sorella, piangendo, singhiozzando

dell'amore non giungesse a macchiare la candida stola

il suo pianto arrivasse a strappare un cenno di

dava una forma artificiale a un sentimento sincero. Si

riconoscesse. ¶ - Sola - mormorò, poi, a se stessa. ¶ - Che avete

che ella si compiacesse a quella conversazione. ¶ - Ma siete

senza guardarlo, quasi rispondesse a una vaga voce della

sempre dando il braccio a Laura, che era bellissima

sicuro che saresti tornato a farle compagnia: sei tanto

Cesare dando il braccio a Laura. ¶ - A ogni modo

il braccio a Laura. ¶ - A ogni modo, non sarebbe

con lui, di portarselo a casa. Egli aveva l

aiutarono le due signore a salire in vettura, e

Caracciolo aspettando per licenziarsi. A un tratto, Cesare chiuse

ritto sul prato: ¶ - Va a casa. ¶ - Tu non vieni

vieni con noi? - domandò a bassa voce Anna. ¶ - No

di Giulio Carafa. Arriveremo a Napoli più presto: gli

Caracciolo, stendendo la mano a stringere quella delle due

tramonto. ¶ - Non mi aspettate a pranzo; vado a pranzo

aspettate a pranzo; vado a pranzo dalla contessa d

disse al cocchiere: ¶ - Andiamo a casa. ¶ Le due sorelle

una parola. Erano abituate a rispettarsi, nelle loro ore

occhi di tutti, anche a quelli che si erano

S. Ferdinando, Anna disse a Laura: ¶ - Vuoi fare ancora

la fanciulla seccamente - torniamo a casa. ¶ Quando giunsero in

ottone: ella si fermava a ogni scalino quasi le

ad aspettarla. ¶ - Ci vediamo a pranzo - mormorò Laura, nell

lacrime. Dal piccolo tavolino, a capo letto, nel suo

ne accorgesse; erano venuti a chiederle se volesse dei

Cesare Dias aveva portato a casa un grande buon

persino fatto i complimenti a sua moglie, per una

indifferenza. ¶ - Finge, Anna - continuò a scherzare Laura. ¶ - Finge, finge

riposo, di raso nero a bottoni gialli cui soleva

suoi, che scintillavano, simili a quelli di Beatrice, nella

appoggiava la bruna testa, a cui i nerissimi capelli

vado: buona sera - disse a un tratto. ¶ - Perchè te

per questo: mi aiuterai a sopportare le visite. ¶ - Oh

bellissima Minerva. - Eppoi... vengono a trovar te, mia cara

bizzarramente. Ma non lesse a lungo. Due o tre

circoli, dove si tiene a non esser troppo gravi

dell'appartamento illuminate, saliva a passar mezz'ora presso

amato Cesare Dias sino a volerne morire, tutti sapevano

quella sera - ella disse, a un tratto immalinconita. ¶ - Quanto

chi sa dove... e a me, umile mortale senza

Egli parlava, seduto dirimpetto a lei, guardandola negli occhi

scuoteva sorridendo vagamente, come a una musica che si

passare la vita presso a voi, è vero? E

udito, da mezz'ora a questa parte? ¶ - Oh nulla

confortato. ¶ E si mise a fumare, fissando una delle

o l'altro ripenserete a quello che vi ho

si vedono nei crepuscoli, a Venezia... Siete mai stata

passando, dei grandi saluti a Cesare Dias, e la

che impallidiva e arrossiva a un suo sguardo, che

e quella risposta equivalsero a una di quelle lunghe

suo, la sua generosità. A che quella debole e

passò, guidando un tandem, a cui erano legati due

e rapido che ondeggiava a ogni passo. Malgrado che

due cavalli, passando accanto a Dias, egli salutò, con

sorriso che aveva diretto a Luigi Caracciolo. ¶ - Che bel

vera ammirazione da mondano a mondano. ¶ - Assai elegante - soggiunse

non sia mai andato a genio ad Anna - soggiunse

tolta dalle rose offerte a sua sorella da Cesare

poetica strada che portava a Poggioreale, al Camposanto. La

e sentimentali, disse anche a lei, mentre si avviava

lei, mentre si avviava a quel ritrovo di piacere

Alemagna che si apprestava a scendere, anche salutò, facendo

ad Anna Dias e a Laura Acquaviva. ¶ Debolmente, Anna

la terza corsa; vado a scommettere: a rivederci. ¶ E

corsa; vado a scommettere: a rivederci. ¶ E se ne

si piegava sulla ringhiera a guardare se scorgesse suo

saliva alla tribuna, fermandosi a chiacchierare ora con un

lo spirito tranquillo. Eppure, a un fine osservatore che

un punto di arrivo, a cui tendeva pazientemente. Difatti

ad Anna Dias e a Laura Acquaviva. ¶ - Cesare vi

al recinto del peso. A un tratto, disse: ¶ - Ecco

zaffiri orientali. E accanto a tal fiore di bellezza

nostre signore fanno male a vestirsi per le corse

corse come se andassero a ballare, di estate, in

E scherzando, si mise a carezzare il pomo di

Anna, che era appoggiato a una sedia. Lentamente la

i nervi della donna a cui parlava. Poi, lesse

lui. - Difatti tutto accade a chi sa aspettare... ¶ - Ah

levò neppure la testa a guardare la tribuna: ed

ma egli già applicava a lei le sue formole

la vita stessa arrivavano a lei come un'eco

prendere un interesse grandissimo a quanto avveniva sulla pista

ella forniva, distrattamente, macchinalmente. A un tratto, si trovò

piace - ella rispose. ¶ - E a te, Laura? ¶ - Oh moltissimo

quella freddamente. ¶ - Vuoi venire a vedere il recinto del

morale. Pure, in fondo a quella immensa confusione dolorosa

capiva anche di appartenere a una categoria di donne

non giungeva ad ispirare a Cesare l'odio, il

tutto questo, in preda a un'amarezza senza confine

rideva, e che intorno a lei, essendosi ritrovati, quasi

si cercavano, tutti chiacchieravano a bassa voce, ad alta

contemplazioni, che nulla arrivava a schiudere al sorriso; essa

Che era dunque venuta a far lì, fra tutta

casa, nella sua stanza a pregare il Signore che

Eccovi sola - disse, accanto a lei, la voce di

lungo e triste accanto a me. Pensateci, pensateci! Pensate

me. Pensateci, pensateci! Pensate a questa vecchiaia, a questa

Pensate a questa vecchiaia, a questa illusione vostra che

che deve necessariamente sfiorire, a questa disunione immensa, a

a questa disunione immensa, a questo mutuo sacrificio. Anna

agitato, mentre era solito a dominare qualunque proprio turbamento

cosa di smarrito. E a lei parve, in quell

umano, ma più rassomigliante a tutte le infinite creature

se io debbo acconsentire a quello che voi desiderate

Ma perchè... - chiese lentamente a bassa voce - perchè voi

ella, devotamente, si chinò a baciare il muretto del

appoggiata, parlandogli: si chinò a baciare la spalliera della

nei parati, nei mobili, a quel chiarore argenteo, diventò

infranto; ella si fermò a ogni mobile dove, certo

madre si era seduta a leggere, a scrivere, a

era seduta a leggere, a scrivere, a pensare; e

a leggere, a scrivere, a pensare; e nascosta la

bocca le si schiudeva a un sorriso profondo, intimo

un sorriso profondo, intimo. A un tratto, innanzi a

A un tratto, innanzi a sè, sul bianco capezzale