parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «a»

nautoretestoannoconcordanza
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dopo, quando aveva iniziato a passarlo sui cerchioni delle
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ruote accese poteva arrivare a Roma in un solo
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nuovo straccio nelle mani a fissare suo padre che
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Mi fai lavorare solo a me? Devi asciugare!” ¶ Così
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padre aveva già iniziato a strofinare. E mentre cercava
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Lui si era messo a strofinare con forza. “Tu
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viso si vedeva solo a tratti. ¶ Pietro si voltò
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il bracciolo destro. Respirò a fondo per pochi secondi
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signorina scomparve. Ora, davanti a lui c’erano una
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nascosto. Domani glielo dico a Nino che è morto
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lui non lo dice a nessuno. Gesù Bambino, ti
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camera da letto e a quella del ripostiglio. Non
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erano solo legno. Andò a quella del bagno e
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che era normale. Cominciò a saltare e a saltare
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Cominciò a saltare e a saltare ma dentro c
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aveva visto Nino appoggiarsi a un tronco e sbucciarsi
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madre lo stava stringendo a sé. ¶ “Quando è andato
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non l’ha detto a me che andava in
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gli uomini del cancello, a lei non importava. Pietro
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conoscere tutte le parole a memoria. Era la canzone
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ogni ladro. ¶ Gli occhi a topo di Toni lo
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lo fissavano stanchi. ¶ “È a posto. Andiamo,” disse. ¶ Per
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alla porta della cucina a guardarli. Schiacciata allo stipite
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eleganti, con il mento a punta e le guance
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bianca e tirata. Ma a Pietro piaceva, per la
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amiche se avessero continuato a vedersi. Purtroppo da quando
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non era più andata a trovare la sua. ¶ Scesero
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via. Vieni! Vieni!” esclamò a bassa voce. ¶ Pietro camminò
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quelli che si usano a tavola. ¶ Pietro rimise via
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mio si è messo a ridere e ha bestemmiato
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e le dita cominciarono a sudare. Non poteva fare
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bisogno di niente. ¶ Continuava a guardare quel braccio fermo
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Mancava un piccolo lembo a sinistra. Giusto quei millimetri
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spalla. ¶ Pietro non riuscì a dir nulla che subito
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Luigi. ¶ “Fa’ vedere anche a me!” scattò Pietro in
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non c’erano scritte a penna. Solo un nome
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Solo un nome scritto a macchina e una frase
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era Nino, fermo davanti a una delle macchine parcheggiate
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come al solito. Arrivò a ridosso della ringhiera, allungando
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non era mai riuscito a fare. ¶ “Ciao, Nino!” esclamò
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che non vi vedo, a voi due.” ¶ “Da un
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detto Pietro?” fece Nino a Luigi. ¶ “Perché non mi
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fuori.” ¶ “Come hai fatto a sapere che oggi eravamo
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avanzò, si chinò davanti a Pietro e con una
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occhi, non si azzardarono a cadere e a farsi
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azzardarono a cadere e a farsi vedere. Fu lui
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proprio che devo venire a prenderne qualcuna io di
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rimase come paralizzato, continuando a guardare in fondo alla
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sangue”. ¶ Nino aveva appoggiato a terra le forbici per
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Poi le tenaglie ricominciarono a lavorare. ¶ “Io non lo
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padre,” disse Nino continuando a tagliare. “Ascolta, Pietro… il
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già smettere di andare a scuola,” continuò. ¶ Pietro abbassò
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plastica vuoto si muoveva a terra, scosso dal vento
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subito. Appoggiò la cartella a terra, tra le gambe
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ti ho insegnato bene a tagliarle!” ¶ Pietro annuì e
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era alzato. Era andato a prendere un piatto coperto
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di carta, sul tavolino a fianco del divano con
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la sedia di fianco a quella del figlio e
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Poi avvicinò la sedia a quella di suo padre
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piace molto…” ¶ Pietro cominciò a leggere: “Il giorno fu
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Mi piacciono i lampi a me.” ¶ “Davvero? Quando ero
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Davvero? Quando ero bambino, a me i lampi e
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Nino dietro la porta a farmi le voci strane
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tutto bianco che strisciava a terra e il velo
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Carmine. Domani ci vai, a papà?” ¶ Pietro guardò la
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aspettare che lui andasse a vedere. Subito dopo fece
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nelle cantine. Fu Luigi a richiudere la porta dietro
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in nylon era rimasta a casa. Perché fuori, questa
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e camminava veloce, raschiando a tratti la voce impastata
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stanze numerate che sfilavano a destra e a sinistra
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sfilavano a destra e a sinistra. C’erano bottiglie
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lentamente, bagnandosi le labbra a ogni parola. Sembrava che
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buco nero che scopriva a tratti i denti gialli
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Riapparve soddisfatto. ¶ “È salito a casa!” ¶ Pietro si voltò
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polvere e intonaco crollato a terra. E poi, spostata
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terra. E poi, spostata a destra della stanza, una
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La busta era esattamente a metà. Schiacciata sotto il
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passata dalle sue mani a quelle perfette di Carmine
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ali della busta iniziarono a separarsi, millimetro dopo millimetro
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afferrò, costringendo l’amico a spostarsi. ¶ “Fa’ vedere anche
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Poi quattro banconote piegate a metà. ¶ Una cadde. Finì
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metà. ¶ Una cadde. Finì a terra, ai piedi della
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un attimo Pietro restò a guardare il foglietto che
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all’angolo in alto a sinistra: lì, due parole
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lì, due parole, scritte a macchina. Pietro le lesse
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Augusto Mitiello”. ¶ In fondo, a destra, un’altra scritta
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benedica sempre”. Anch’essa a macchina. ¶ Pietro girò il
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ripeté le stesse parole a voce più alta. ¶ “C
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i soldi li va a prendere a casa sua
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li va a prendere a casa sua.” ¶ Luigi non
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i soldi vanno piegati a metà. Così…” ¶ Quando tutto
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legno. ¶ Pietro si scansò a lato del mobile. ¶ “Non
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e spesso era passato a prendere Nino alla piccola
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Luigi lo era andato a trovare un giorno solo
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solo, quando era venuto a fare i compiti da
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trasportato da solo fino a lì, fino al vecchio
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si piazzò di fronte a Pietro, a gambe larghe
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di fronte a Pietro, a gambe larghe. “È un
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Uscirono. ¶ Pietro si schiacciò a Luigi fin quando il
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sottovoce. ¶ “Andiamo in cucina a fare merenda… c’è
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anche la sala subito a fianco. Per quella volta
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non si erano fermati a guardare la televisione o
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guardare la televisione o a far suonare uno dei
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nel corridoio, passando davanti a tutte quelle porte, fin
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colpi secchi dell’orologio a pendolo erano diventati nitidi
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un fascio che andava a colpire il viso giallastro
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peloso con i piedi a forma di cane. In
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da scrivere le erano a lato e luccicavano quando
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invitava il telefono nero a ballare e che giocava
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accovacciò. Scostò la sedia a ruote che finiva sotto
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intarsiato copriva le gambe a chiunque si sedesse. Guardò
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terzo, il quarto: chiusi a chiave. ¶ “È qui dentro
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di suo padre andavano a infilarsi quando era seduto
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lo studio. Pietro iniziò a sentire caldo. Il respiro
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di suo padre andava a sbattere contro il pannello
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giù. Le loro gambe a tratti erano vicine e
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nascondiglio. Pietro, ora, riusciva a vedere il viso paonazzo
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uno dei più bravi a scuola.” ¶ “È un bambino
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intelligente e educato. Anche a mio marito piace.” ¶ “Con
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un marito come quello a casa non ci rimanevo
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loro testa tutto iniziò a vibrare. ¶ Luigi si mosse
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e aveva camminato fino a casa. ¶ Uno schiocco violento
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e un altro ancora. A raffica, vide i libri
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rovesciarsi, una cornice finire a terra. ¶ Le gambe di
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ogni muro e continuavano a infilarsi nella sua testa
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guancia. Lo abbracciò fino a sentirne il cuore. ¶ Nessuno
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parole. ¶ Sua madre provava a parlare, ma ogni parola
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signora! …Oh, Dio… Vado a chiamare qualcuno…” ¶ “No, no
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subito, vide lei, rannicchiata a terra. I sussulti nella
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Il vestito alzato fino a metà gamba. ¶ “Mi dispiace
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sbatterono contro i libri a terra. ¶ Pietro girò la
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Illuminava la cartella poggiata a terra vicino all’armadio
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mamma di Luigi venivano a mangiare sempre da noi
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viaggio e sta sempre a casa. ¶ Gesù Bambino, fa
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lucertola che era riuscito a bloccare era anche la
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Era rimasto incredulo davanti a quel fondoschiena che usciva
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della tuta verde. E a quella barba, strisciata contro
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Aveva guardato Nino accovacciarsi a terra, mentre bestemmiava e
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guardare meglio. ¶ Nino incominciò a corrergli attorno, cantando e
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di carne. “Vieni, andiamo a casa.” ¶ Pietro sorrise. ¶ La
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alto. ¶ Lui si aggrappò a quel collo ruvido, stando
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non ci ha visti… A proposito, dov’è tuo
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dispiace tanto…” disse Nino a bassa voce. Poi si
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per tagliare, Pietro sussurrò: “A volte fanno vedere il
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uomini del cancello, seduti a fumare in macchina. ¶ Pietro
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braccio e lo costrinse a guardarlo. ¶ Ripensò all’ultima
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da Carmine. Non rispose a Luigi, percorse gli ultimi
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un fulmine. ¶ Erano uno a fianco dell’altro. La
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Luigi buttando la palla a terra. ¶ “No, s’arrabbia
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catena scorreva e continuava a sbattere regolare. E poi
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nessuno, ma loro sapevano a chi si riferiva. Si
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tubi paralleli, ognuno fuso a un tubo più grosso
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con il cappello blu a punta e le guance
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quello era buono solo a fare i cannoli. E
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da stiro che iniziò a far strisciare con forza
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era in macchina, andando a scuola. Per un attimo
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Per un attimo tornò a quelle mattine, con sua
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lei. E quando torno a casa mi metto davanti
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che ti fa tutto a casa?” ¶ “No.” ¶ “Già, è
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le fa le cose a casa. Camerieri, cuochi. E
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gnomi dal cappello blu a punta. ¶ “Solo la macchina
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Non so come fa a tenerlo ancora lì con
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troppo corta. Si avvicinò a Pietro e quando gli
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gli entrarono tutti dentro. A Pietro venne da tossire
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avanti e si allargavano a mostrare i denti lucidi
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parlare e li fotte a tut­ti quanti. Un
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aprì un piccolo armadietto a fianco del frigorifero. ¶ Pietro
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girò la sedia davanti a quello corto. ¶ Tenne lo
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sopra il frigorifero. Riusciva a vederne solo una piccola
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di cosa, si chiese. ¶ “A proposito, come stanno i
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Sì.” ¶ “E si capisce. A nessuno ci piacerebbe uscire
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che ce l’hai a casa tuo padre. Perché
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avrebbe dato da portare a suo padre. Magari un
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mani qualcosa che faticò a estrarre. La cartella rotolò
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estrarre. La cartella rotolò a terra. Pietro appoggiò un
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sarebbe riuscito meglio. Cominciò a sfogliare il sussidiario, facendolo
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che spaccava il libro a trequarti. La sfilò. Bianca
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Passò dalle sue mani a quelle di Carmine. Pietro
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E che tutto andrà a posto.” Piegò la busta
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spegnendo la sigaretta ancora a metà. Afferrò la ciotola
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ragione! Visto?” esclamò stupito a bassa voce. ¶ Sopra di
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Togli il dito!” ¶ “Più a destra, taglia più a
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a destra, taglia più a destra!” ¶ La lucertola corse
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lucertola che era riuscita a tenersi la coda. ¶ “Guarda
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Nino?”. ¶ “L’ho aiutato a raccogliere i rami. Mi
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insegnato come si fa a tagliarli. Devi fare così
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ti ha detto?” ¶ “Che a Carmine gli devo dire
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volava da una gamba a un’altra. Si appoggiava
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Ma non lo viene a sapere!” ¶ “Sono il suo
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noi non lo diciamo a nessuno!” ¶ “Se lo sa
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ginocchio, la sedia ritornò a terra. “Presa!” La mosca
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mise in bocca. Provò a farlo fischiare due volte
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occhi che si vedevano a malapena. Si vestivano di
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E guarda quello, quello a destra. Quello l’ho
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fa. Abbiamo mangiato insieme a Roma al ristorante. Ancora
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migliore dei ristoranti, ma a cucinare è molto meglio
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luce che pulsava davanti a loro. Un bagliore che
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signorina della televisione ricominciava a parlare. Poi alzò il
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il volume e ritornò a sedere. ¶ Sullo schermo le
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fresca. ¶ “Ladri.” Quella parola a mezza voce fu l
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si impara. Più che a scuola. Lo capisci? Lo
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era stato il solo a risvegliarsi: anche la cosa
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mossa impazzita. ¶ Pietro respirava a fatica. L’aria non
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freddo. ¶ Suo padre ritornò a sedere. ¶ Sullo schermo comparvero
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di quel signore steso a terra che aveva anche
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una scarpa. Pietro continuò a vederlo anche quando entrò
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braccio alzato e urlava a squarciagola agli altri due
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l’indiano era riuscito a far scomparire il sangue
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la schiena. ¶ Si mise a pancia in giù e
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mise subito la luce a illuminare ogni cosa. ¶ Poi
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l’altra e iniziò a sussurrare. ¶ Quando il sole
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felice io sarò fino a quando lo vorrò. Fino
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quando lo vorrò. Fino a quando lo vorrò, lo
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vorrò, lo vorrò, fino a quando lo vorrò. ¶ Ti
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addosso. Restò così, imprigionato, a sobbalzare per ogni buca
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Lei abbassò il finestrino a metà, girando due volte
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scuola, il ponte, poi a destra fino in fondo
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fondo alla via. Conosceva a memoria il percorso. ¶ “Pronti
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memoria il percorso. ¶ “Pronti a scendere,” disse deciso l
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se lo aggiustò. ¶ “Vengo a prenderti stasera, prima di
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piedi, accostò il dito a fianco della scritta sbavata
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Nino stendeva in terra a primavera. ¶ Pietro si tappò
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qualche metro. Poi girò a sinistra, verso la palazzina
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sinistra, verso la palazzina A. Il portone di vetri
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e suo padre andavano a comprare i cannoli il
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per due volte provò a far scattare il lucchetto
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arrivarono in alto, fino a quando si udì una
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scale strette e sporche a fianco del condominio. Il
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puzzo insopportabile lo costrinse a mettersi una mano sul
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un nodo che pendeva a lato. Erano a righe
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pendeva a lato. Erano a righe viola e bianche
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era di fronte. Sia a destra che a sinistra
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Sia a destra che a sinistra rivide quelle piccole
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ad attraversare l’alveare. A metà strada la cartella
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laccio. Pietro la tirò a sé, Luigi non la
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Pietro fu il primo a superare l’ostacolo. Luigi
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La palla… Piano… Guai a voi se… Alla fine
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il naso di Luigi. A ogni raccomandazione il dito
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Toni parlò ancora: “Io a casa torno. Le chiavi
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dei due parlava. Guardavano a tratti oltre le case
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Qualche domestico ogni tanto, a pulire e a controllare
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tanto, a pulire e a controllare. Ma c’era
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strapparlo e lo tirò a sé con tutta la
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strinse ancora. Poi iniziò a indietreggiare. Passo dopo passo
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per volta. Era bravissimo a fare andare su e
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giù i tergicristalli o a curvare tenendo d’occhio
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automobile che tutti invidiavano a suo padre. ¶ Gli piaceva
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innaturale. Le gambe tese, a sfiorare i tre pedali
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i tre pedali che a malapena riusciva a vedere
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che a malapena riusciva a vedere. E le due
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lo appoggiò sul sedile a fianco e si arrotolò
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mise la prima. Schiacciò a turno i tre pedali
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pulito. Ruotò il volante a destra e a sinistra
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volante a destra e a sinistra. Sulla plancia tutte
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sedile. Inclinò il volante a sinistra e la Bianca
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volante. Strizzò l’occhio a Nino e Nino si
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di casa. Loro rimasero a bocca aperta davanti alla
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solo Luigi. Stavano andando a prenderlo e poi insieme
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c’era più nessuno a salutarlo. Non c’erano
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il coltello sul sedile a fianco. ¶ “Ce l’hai
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abitacolo vibrò. ¶ “Dobbiamo ubbidirgli a tuo padre.” Il braccio
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Non mi importa! Io a casa tua ci voglio
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tua ci voglio venire!” ¶ “A me sì. Mi ha
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sui pedali e ricominciò a guidare. Premette ogni pulsante
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pulsante, tirò il freno a mano e urlò: “Attenzione
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Poi inclinò il volante a destra e a sinistra
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volante a destra e a sinistra. Lo fece per
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per molte volte, fino a quando Nino disse: “Portami
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si era abbassato mangiando a morsi l’ombra nel
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Pietro e Nino rimasero a osservare il sole contro
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volo. “Se mi capita a me io vado subito
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mano il volante, pronto a partire. ¶ La Bianca si
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alla Bianca, di fronte a loro. Prese fiato, le
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verso il sole, legato a quel palmo e a
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a quel palmo e a quelle dita sottili che
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sportello, l’altra che a fatica reggeva l’asse
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detto oggi papà. “Niente a mamma e niente a
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a mamma e niente a Nino, capito? Ricordati bene
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andare. ¶ Mamma e Nino a volte lo sanno questo
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2005
Io non lo dico a papà che Carmine è
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mano scendeva giù fino a stringere le gambe di
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le leggi, si trova a Roma. Ripeti: il Parlamento
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fu­mo. “Un giorno, a te e a tua
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giorno, a te e a tua madre vi ci
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e Luigi. E poi a Roma, insieme tutti e
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morsa. Il fumo continuava a entrargli dentro i polmoni
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il capo. È lui a decidere. Si vede, guarda
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ladri. Provava ogni tanto a immaginarseli. Altissimi, con gli
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bianca delle Olimpiadi. ¶ Passò a Luigi il necessario per
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indietro, con gli occhi a scrutare ogni angolo della
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Luigi fu il primo a vederne una. Si avvicinò
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picchiavano contro la grondaia a fargli vedere la lucertola
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e gli fu subito a fianco. “Fammi vedere!” ¶ Luigi
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non fece in tempo a cadere, perché lui la
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perché lui la fermò a mezz’aria. ¶ “Bravo!” gridò
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stese sul legno, proprio a fianco dell’altra coda
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il braccio. ¶ Da laggiù a Luigi mancava solo la
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e senza paura rimase a bocca spalancata. E con
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era immobile e sospeso a respirare, un altro era
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ramo, poi sarebbe toccato a lui. ¶ Si chinò, tastò
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Studiò il grande albero. A metà tronco c’era
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si poteva aggrappare. ¶ Riuscì a infilare quattro dita in
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gli occhi. E cominciò a salire. ¶ Si fermò subito
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Pietro restò così, sospeso a metà. Accostò la guancia
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d’erba bruciati davanti a lui. C’erano una
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Luigi era accovacciato accanto a lui e gli teneva
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prossima volta provi tu a salire per primo.” ¶ Pietro
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non rispose, l’indice a pochi centimetri dal graffio
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tanto male?” disse Luigi a bassa voce, e subito
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guardava e lui iniziò a singhiozzare, sempre più forte
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accarezzò piano. ¶ “Ora andiamo a casa e ci mettiamo
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Questa volta fu Luigi a non parlare. Si mise
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che lo devi dire a tuo papà,” aggiunse Pietro
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lo stesse rilasciando poco a poco. ¶ “Brucia?” ripeté Luigi
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un braccio Luigi. ¶ Iniziarono a correre, uno dietro l
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là. In piedi, fermo a fumare, davanti alle scalinate
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dei pantaloni scuri. ¶ Ripresero a camminare, stavolta senza correre
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del giardino. Contarono fino a cinque e scattarono al
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Pietro rimase di fronte a loro. ¶ “Tuo padre è
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le fa venire anche a me. Gesù, prima sono
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quando papà è tornato a casa e c’era
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svegli per guardare e a volte si riposano e
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appoggiò sulla tavola, davanti a Pietro. Poi con un
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colore nel vaso vuoto a fianco del frigorifero. Dalla
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volta sola e riprese a insaponarle, voltandosi verso Pietro
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allegro. Qualche schizzo gocciolava a terra e subito spariva
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si guardò in giro. A fianco del lavello c
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di legno. Lo andò a prendere e lo girò
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spostavano dal centro fino a morire contro le pareti
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cerchi. Era nero, camminava a pelo d’acqua. Era
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largo. Scomparve e assieme a lui tutto, nel secchio
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da matrimonio. Lo fissò a lungo, poi indietreggiò, colpendo
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bicchiere rotolò e finì a terra in mille pezzi
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e rallentò di fronte a un muro bianco e
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su se stesso. ¶ Respirò a fondo. Prese la rincorsa
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si ritirava e tornava a sbattere contro le mattonelle
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questa storia ¶ Come faccio a far capire a mia
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faccio a far capire a mia moglie che anche
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felice io sarò fino a quando lo vorrò. ¶ Fino
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quando lo vorrò. ¶ Fino a quando lo vorrò, lo
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vorrò, lo vorrò, ¶ fino a quando lo vorrò. ¶ 2. ¶ Pietro
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che era diventata sua, a quanto fosse grossa. A
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a quanto fosse grossa. A quando l’avrebbe sistemata
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ancora e ancora. Iniziò a piangere, non per il
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densa e opaca. Provò a non fissarla, ma quella
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tra le gengive fino a tacere in quelle gole
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la schiena. E rimase a fissare il piatto. ¶ Si
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con le guance gonfie a guardare quegli occhi azzurri
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lo fissavano seri. E a fianco altri occhi, tristi
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volte. Non riuscì più a trattenersi, scaricò l’acido
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prima ancora di riuscire a respirare, prima ancora di
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e mamma era triste. ¶ A papà piacciono molto i
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nere e i granchi. ¶ A me no, sembra che
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ci vai da Carmine, a papà?” Pietro si ripeté
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ci vai da Carmine, a papà?”. ¶ Pietro serrò gli
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la luce abbagliava fino a stordire. Si affacciò sul
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si accovacciò e cominciò a frugare tra l’erba
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gli uomini del cancello a sbagliare. Forse non erano
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della piccola casa. Provò a spingere la porta chiusa
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il naso si avvicinò a Nino, il giardiniere: la
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di nero. ¶ Gli fu a fianco, poi quasi di
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scostò passando da pianta a pianta. ¶ “Fammi finire di
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voltò appena e continuò a correre. ¶ “Vieni qui!” disse
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le sono prese!” ¶ “Ascolta a me, nessuno si è
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si è preso nulla. A tuo padre però ieri
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Anche i fiori vanno a dormire, con il sole
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attaccato alla schiena, quasi a spingerlo. Quasi senza respiro
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e poi scoppiava dentro, a calmare la ferocia nello
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rilievo sul vetro. Uguale a quello che Aderita usava
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ballava meno, quella nera a capotavola, si sedette e
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grande avvolta nella tela a quadretti bianchi e rossi
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Pietro si incantò davanti a quei gesti lenti. ¶ Anche
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che il giardiniere rimettesse a posto il fiasco nel
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ci vai da Carmine, a papà?’.” ¶ Mi pizzica la
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ci vai da Carmine, a papà?”. ¶ Allora io ubbidisco
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Ma allora come faceva a essere più intelligente di
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poi alzando il tono. A voce alta il problema
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Luigi tirò il libro a sé. Lo chiuse di
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in piccolo, Pietro Sezione A. ¶ Pietro si grattò le
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Le gambe immobili, quasi a toccarsi. Ogni tanto lo
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dove il sole continuava a restare alto. Perché, là
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Avevano chiuso la porta a chiave e si erano
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per un attimo davanti a tutti quei colori. Dalla
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baule sotto la finestra a dare la carica ai
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torni?” sussurrò nell’orecchio a Nino. ¶ “Quando le vacanze
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Così la cartella ricominciò a sbattere contro le sue
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Gesù, io ho riferito a papà ma lui non
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era sempre rimasta chiusa a chiave. Quello che era
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così, non era servito a nulla perché tanto lui
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felice io sarò fino a quando lo vorrò. ¶ Fino
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quando lo vorrò. ¶ Fino a quando lo vorrò, lo
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vorrò, lo vorrò, ¶ fino a quando lo vorrò. ¶ 18. ¶ Toni
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si raschiava la gola a ogni passo. ¶ Pietro lo
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loro, il cuore ricominciò a battere di una furiosa
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Anche la polvere iniziava a essergli familiare. I muri
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strumento. ¶ Luigi l’aiutò a sfilarsi la cartella di
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rimase di poco dietro, a guardare mentre Pietro apriva
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di poco. Restarono uno a fianco all’altro. Pietro
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all’altro. Pietro sbuffò: “A me… Dallo a me
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sbuffò: “A me… Dallo a me”. ¶ “È difficile… Forse
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Luigi appoggiò la cartella a terra e prese il
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erano delle banconote piegate a metà. Spiegò la prima
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e la seconda. Poi, a voce bassa, lui e
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e quella frase rimasero a pochi centimetri da loro
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non si mosse. Continuava a tenere il foglio davanti
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increspata. Si era incantato a guardare un ragno che
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che Pietro teneva stretto a mezz’aria. Luigi premette
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girava nella serratura arrugginita a fine lavoro. ¶ Pietro indietreggiò
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mani in faccia come a strapparsi gli occhi. ¶ Toni
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che Pietro non riuscì a capire. Luigi cercava di
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il muro. Gemette. Cadde a terra, tra l’intonaco
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veloce che poté davanti a quegli occhi incendiati e
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dentro. Poi, quelle parole: “A te ci pensa tuo
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la porta di legno, a Pietro sembrò quasi di
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macchina da scrivere cominciò a battere. A loro non
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scrivere cominciò a battere. A loro non fu possibile
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quella nuova busta. ¶ “Dalla a tuo padre…” disse. E
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con quella che tornò a casa. L’altra, aperta
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ripeté troppo piano. ¶ Pensava a suo padre che lo
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lo voleva più. Pensava a quei nomi, alla piccola
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le lacrime che continuavano a scendere lente. ¶ La sentì
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sulla fronte, poi rimase a guardarla mentre usciva dalla
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usciva dalla stanza. Solo a quel punto si tirò
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gli occhi. ¶ Rimase rannicchiato, a cullarsi mentre il cuore
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mentre il cuore continuava a urlargli dentro come un
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impazzito. ¶ Scese dal letto a fatica. Era passata una
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cercò il barattolo. Pieno a tre quarti, con il
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le sue dita provavano a infilare l’ultimo centimetro
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dopo. ¶ Fu sua madre a finire il lavoro. Si
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è una sorpresa. Vado a prendere Luigi. Vado ora
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È stato tuo padre a dirlo.” Così fate i
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schiena di Pietro cominciò a pulsare di un dolore
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in gola, ma riuscì a fermarlo solo per qualche
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un sottile taglio. Abbandonò a terra ogni cosa. E
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quando gli fu seduto a fianco, abbozzando un sorriso
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gamba di Pietro ricominciò a vibrare. “Lui lo sa
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l’unico libro davanti a loro. Lo aprì, iniziando
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loro. Lo aprì, iniziando a leggere a voce alta
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aprì, iniziando a leggere a voce alta. ¶ Anche Pietro
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sugli scalini d’entrata a guardare l’erba che
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no, tutto era uguale a prima. ¶ Puntò lo sguardo
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un giardiniere. O forse a loro non importava. Perché
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finestra. ¶ “Ciao, io vado a casa. C’è tua
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fondo al corridoio. Assieme a tutte le risposte che
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fu sicuro, si schiacciò a terra. Sentì il marmo
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come una lucertola, iniziò a strisciare. Mentre il nero
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di essere ancora accanto a suo padre. Di fronte
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con sopra una spilla a forma di cane che
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foglio sopra il tavolo. A un certo punto era
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dalla sua porta fino a dopo la metà del
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nord si erano messi a saltare e avevano rincorso
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con due dita continuava a schiacciare la lucertola a
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a schiacciare la lucertola a terra. ¶ “Pensaci…” fece l
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l’uomo. Gli camminò a fianco, con le tenaglie
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terra e la sollevò a mezz’aria. Era sporca
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poco, il sole cominciò a scendere. Scomparve quando lui
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lui era già seduto a tavola. E in quella
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e non disse grazie a nessuno. Aprì appena le
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posto vuoto, di fronte a sé. Gli parve di
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dalla sua stanza. Solo a quel punto, quando suo
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dal piatto. ¶ Poi ritornò a mangiare. ¶ Aderita appoggiò sul
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male, mamma?” ¶ Lei sorrise a fatica. “Ascolta tuo padre
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stanca.” ¶ Quando Pietro ritornò a tavola la minestra era
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la bocca rumorosa continuava a masticare davanti a lui
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continuava a masticare davanti a lui. ¶ 23. ¶ Nino ¶ La signorina
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pensavano gli indiani arrabbiati a vegliare su di lui
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c’era nessun altro a vederli. La porta lei
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li strisciava ancora, e a ogni respiro il profumo
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Glieli baciò. Poi iniziò a cullarsi e a cullare
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iniziò a cullarsi e a cullare lui, piano. E
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cullare lui, piano. E a sussurrare la canzone, con
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la fronte e provava a entrargli dentro. Era un
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e allora i soldi a cosa servivano?” le lacrime
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di poco la porta a fianco. E uscì. ¶ Camminava
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mentre le lacrime ritornavano a scendere calde e decise
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vecchio che si univa a quello debole di colonia
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quel letto. Pietro continuò a guardarlo fin quando non
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varcò la porta. Solo a quel punto Pietro si
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tornato nella sua stanza a guardare il barattolo con
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suoi occhi e iniziavano a correre, poi restavano ferme
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correre, poi restavano ferme a guardarlo. Alcune erano lucertole
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vista prima di mettersi a letto. Era apparsa dal
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e si era messa a camminare a mezz’aria
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era messa a camminare a mezz’aria. Dopo di
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lo schiacciavano. Lo facevano a pezzi, mentre le labbra
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Di scatto, si sedette a terra. Poi si mise
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terra. Poi si mise a quattro zampe. Non si
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sul pavimento e iniziò a strisciare. Strisciava perché la
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tutte quante era andata a infilarsi sotto la cassapanca
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corridoio. Lui ora andava a prenderla e per farlo
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le arrivò vicino, attento a non farsi sentire. Si
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che le era quasi a fianco e come un
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parete e la tagliò a metà. Poi fu il
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scaglie di muro crollarono a terra, scrostate dal suo
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dal suo coltello. Assieme a esse, cadde anche la
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una notte, era andata a trovarlo e dalla bocca
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Pietro sapeva dove andarla a prendere. Era nella stanza
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non fece in tempo a mostrarle. Un tonfo che
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manciata di secondi continuò a dimenarsi nervoso contro il
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E lo trovò schiacciato a terra, al lato del