Egisto Roggero, L'eredità del genio, 1898

sua mèta: sarebbe andato al mare. Prese una breve

luccicar misterioso delle onde al lontano barlume delle stelle

idealista appassionato che sacrificava al soffio supremo della sua

che ora, lì, dinanzi al mare bruno e sussurrante

alla sua memoria e al suo cuore. ¶ La voce

povera, che avea posto al suo fianco, luminoso di

padre: a lui rivolte, al figlio, a l'unico

l'unico rimasto fedele al vecchio artista infelice! ¶ - Difenditi

Tu hai già assistito al compirsi in parte della

balaustra di marmo, davanti al mare che venia a

la mano un saluto al mare amico, e s

lo aveva voluto sempre al suo fianco: ne' suoi

egli, il figliuolo, promesso al padre, al suo letto

figliuolo, promesso al padre, al suo letto di morte

Marino. ¶ Ritto in mezzo al grande fascio di luce

corsero accora una volta al quadro del padre. ¶ Com

fronte il refrigerio.... Sorridevo al mare in collera, ma

a morire in mezzo al verde e l'azzurro

piccola stazione, in fondo al viale delle palme, pieno

pieno di sole, davanti al mare azzurro. Quando la

sentii un gran colpo al cuore. Era lei - lei

empieva la camera davanti al mare. L'ultimo sorriso

e se le strinse al cuore, unite. Poi alzò

sentii dare un tuffo al sangue. Sedici anni!.... Ella

ignara mi amava, preparandosi al giorno per lei tanto

Quando mi fermai dinanzi al cancello della villa ov

punto apparire in fondo al viale la nota carrozza

la serrava feroce, sino al collo. ¶ Quale capriccio?.... ¶ Una

dal collo si volse al banchiere: ¶ - A voi, Darvia

candidissima battista. ¶ In mezzo al potente fremito sensuale ella