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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pietro Aretino, Angelica, 1535

concordanze di «al»

nautoretestoannoconcordanza
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1535
uno intitola i versi al sopraumano consorte vostro; l
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bello intaglio di Citerea al merito del rettor de
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donna e non dea. ¶ AL GRAN MARCHESE DEL VASTO
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i caldi prieghi miei ¶ al chiaro Alfonso, per sue
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idol sei, ¶ sí come al mondo face alzar le
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cor le cinse ¶ ch'al giogo marital sotto umil
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umil tetto, ¶ qual piacque al ciel, seco s'offerse
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vide il cierchio ch'al braccio essa tenea. ¶ 14 ¶ Onde
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grido ascolta, ¶ in preda al duol qual l'inesperto
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ogni noia in oblio ¶ al suon d'un chiaro
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a posarsi ogniun ch'al bosco arriva ¶ e par
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degno et errante cavaliero ¶ al bel boschetto verdeggiante e
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lieto li rispose -, ¶ che al mondo ho da far
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Angelica per l'atto al mondo espresso ¶ e per
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dir, che mi impose al partire ¶ che dove fosse
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il bel ritratto e al mondo lo divolga ¶ e
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ripone e poscia inchina ¶ al cavaliere e in Francia
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d'arme, ¶ non che al Catai (poco lontana parte
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sole; ¶ ond'ei, rivolto al suon ch'empie ogni
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non già, ch'or al Catai men vado ¶ perché
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ritornato, ¶ tenea le luci al cielo attente e ferme
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faretra che mi pende al fianco; ¶ del numer son
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Amor duolsi, il re al guerrier crudo: ¶ - È indegno
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e senza scudo, ¶ né al fianco avendo pur cinta
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circasso ¶ con gli sproni al caval veloce il passo
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velen gli è giunto al fianco, ¶ con quel furor
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non replicando altra parola al vero, ¶ sua ritrosa ira
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ora ¶ l'ha cosí al vivo e trafitto et
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è nulla. Andando ora al Catai ¶ Ferraú, che fra
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ei porse ¶ umana aita al real corpo essangue, ¶ poi
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braccio un forte scudo, ¶ al feroce uom che facea
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giunti a quella porta, ¶ al valor d'Agrican già
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dir prima -. ¶ 74 ¶ Poi, trapassati al campo, Medor mira ¶ i
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ancor, ma disarmato tutto ¶ al fonte di Merlin sol
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suo velo, ¶ che, invece al marmo, lo ricuopre il
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e lascivo ¶ e giunti al fonte del mago Merlino
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ogni stagione. ¶ 88 ¶ Non manca al luogo, che a lor
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d'ogni altro sito al sito ch'ivi nacque
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piú volte il lume al sole. ¶ 96 ¶ Quegli occhi affige
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a i quali fino al ciel di Giove ¶ toglie
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con strania lascivia pose al collo ¶ le belle braccia
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collo ¶ le belle braccia al suo terreno Apollo. ¶ 102 ¶ Poscia
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spirto è intento, ¶ perch'al sommo diletto par che
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lei, e la saluta al fine ¶ con volto basso
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tacita estima, ¶ per fare al regno suo presto ritorno
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l'uccise ". ¶ 11 ¶ Perché piacque al buon Carlo, in un
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de la gran corte al suo valor sovrano ¶ dar
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da lei partendo, ¶ ch'al mondo fessi noto che
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incensi e i voti al tuo nome offerendo, ¶ al
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al tuo nome offerendo, ¶ al mondo il dico, s
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intento ¶ a porger prieghi al re del paradiso, ¶ e
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il vidi e trappassommi al core ¶ sua dolce vista
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Né soffrir possendo io al core in mezzo ¶ l
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la tomba venne, ¶ inanzi al mio dio empio mi
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penne ¶ mi scosse intorno al cor, perché la fiamma
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fratello ¶ su gli occhi al padre, e la madre
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la madre infelice ¶ dinanzi al figlio, e passò d
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mesi è già condutto al fine, ¶ già il duol
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il ferro immerse, ¶ ch'al cor passomme quando in
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a lo spirtel, ch'al ciel s'offerse ¶ prima
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Amor, che in mezzo al mio desio si misse
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incolpo. ¶ 48 ¶ Io aveva ritratto al naturale ¶ di serica opra
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sen fuggir via ¶ quando al collo sentir la spada
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ha pièta alcuna, ¶ anzi al suon de l'oneste
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sé fece venire, ¶ poscia al busto d'un albero
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dritto venia ¶ per darmi al cor, di quel ferir
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da me cader lontano. ¶ 59 ¶ Al fine elesse una superba
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da i venti, fanno ¶ al mortal cader mio vivo
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sospir le braccie porse ¶ al collo a me con
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mi si schianta ¶ pensando al caso non piú inteso
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Ei, che pur ora al duro core avea ¶ piú
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tremare il veggio e al ciel comporre il ciglio
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figliuolo. ¶ 71 ¶ Innocente mi vede al laccio appesa ¶ e gli
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perché il ferro, ministro al crudo effetto, ¶ si sente
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braccia cadde e ratto al core ¶ si ristrinser gli