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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «al»

nautoretestoannoconcordanza
1
1796
suoi domini ottenne ¶ che al di fuori egualmente anche
2
1796
pacifico Impero esponer volle ¶ al dubbio evento delle ardite
3
1796
e armeno, ¶ anche arringare al popolo e al senato
4
1796
arringare al popolo e al senato ¶ e sui principî
5
1796
allor di rumorosa laude ¶ al coronato attor la turba
6
1796
di censor noioso! ¶ Siedasi al focolar la vecchia madre
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1796
appar sdegno o scontento ¶ al geloso amator, cui della
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1796
torni il marito ignaro al patrio tetto, ¶ che per
9
1796
folto ¶ correr dietro or al tale or alla tale
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1796
e del finto avversario al ferro ignudo ¶ in concertate
11
1796
e profonda, ¶ e instrutto al par di lui nessun
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1796
gloria sempre e ovunque al ver si dia ¶ ed
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1796
prestar l’orecchio ¶ docile al consiglier sensato e vecchio
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1796
pubblico s’espose ¶ e al domestico infin pettegolezzo. ¶ D
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1796
e noto il rese al mondo, e in guisa
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1796
scuole d’alta scienza, al di cui lume ¶ giunger
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1796
se tarda il riparo al mal estremo, ¶ neppur Bagdad
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1796
potenza musulmana ¶ a sottrarsi al Califfo alfin pervenne, ¶ titol
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1796
sol di cerimonia ¶ prestossi al Gran Calif di Babilonia
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1796
e bee. ¶ Vecchio lascivo, al termin di sua vita
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1796
volea per non esporsi ¶ al paragon col Nunzio saracino
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1796
un tratto dall’alto al basso cade, ¶ questi dal
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1796
mulenga un calcio ammolla ¶ al messo babilonico e colpillo
24
1796
l’ugna, ¶ con cui al rival facea un tristo
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1796
fama: ¶ l’onda, che al suo poter la sottomise
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1796
prence non sorse, ¶ né al suddito più caro e
27
1796
cose ¶ e le cagioni al mondo ignaro ascose. ¶ E
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1796
osò alterar il vero al di lui sguardo. ¶ E
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1796
ed all’oppresso e al misero sovvenne ¶ e de
30
1796
all’util pubblico e al riposo ¶ del popol suo
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1796
età prima ¶ se stesso al sommo di virtù sublima
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1796
forzato apparve e inferiore ¶ al grande original l’imitatore
33
1796
sorge e s’affaccia ¶ al lucido balcon dell’Oriente
34
1796
Inni intanto di lode al sol nascente ¶ il mondo
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1796
e folto; ¶ lo scherzevole al serio unir sapea ¶ di
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1796
vedean le liete danze ¶ al suono di barbarici stromenti
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1796
il briganton portogli, ¶ onde al suolo il garzon stendendo
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1796
nonché impunito e inulto. ¶ Al fiero caso, alla crudel
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1796
gente vider colà seduta al gioco. ¶ Il libero clamor
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1796
Orenzeb il guardo gira ¶ al maggior desco, e a
41
1796
e alle maniere ¶ ed al contegno disinvolto e franco
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1796
cavaliere ¶ colla gemmata scimitarra al fianco, ¶ egli è un
43
1796
che tu gli vedi al destro lato. ¶ Or se
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1796
battezzati, signore, ¶ e rendi al Papa il tuo domin
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1796
ei, per un ambasciatore ¶ al neofito figlio allor premesso
46
1796
conoscenza antica ¶ quei che al fianco ti stanno amendue
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1796
bianco vel dalla chioma al piè discende ¶ ed il
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1796
ed il serico manto al fianco stringe ¶ gemmata fascia
49
1796
le piaghe ¶ abbiamo, grazie al cielo, ancora noi, ¶ e
50
1796
lor perdono, ¶ ma ammesse al grande onor non vengon
51
1796
de’ più divoti, ¶ che al gran Fo per prestar
52
1796
del gran Fo stansi al servizio; ¶ ma nell’interior
53
1796
lontan la scorge, ¶ prosteso al suol la venera e
54
1796
il corvo scrittural, che al grand’Elia ¶ ogni dì
55
1796
quel fratesco ¶ ospizio avvezzi al dì presente ancora, ¶ in
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1796
venti mila. ¶ Mentre Catuna al liminar s’accosta, ¶ siccome
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1796
il general acclamator saluto. ¶ Al terribil fragore, ai sconci
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1796
all’augusta pellegrina. ¶ Giunta al terzo cancel l’eccelsa
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1796
o figlia del ciel, al ciel diletta: ¶ delle ancelle
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1796
nelle venerate auguste porte ¶ al basso volgo entrar non
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1796
pellegrinaggio: ¶ così ella compimento al voto dette ¶ per cui
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1796
alle gazzette. ¶ Dopo aver al gran Fo prestato omaggio
63
1796
ogni acqua corre – ¶ portossi al più vicino circuito. ¶ Qui
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1796
in Europa il gallico al presente; ¶ e niun stato
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1796
ciò Catuna ¶ non ebbe al par di Tolomeo fortuna
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1796
sì contraria ¶ erale riuscita al suo disegno, ¶ giurò di
67
1796
è assai: t’arresta ¶ al primo alloggio, e sia
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1796
della persona. ¶ Stringesi sotto al collo e sopra al
69
1796
al collo e sopra al petto ¶ e sui fianchi
70
1796
zona; ¶ ampio allor sino al piè cade e all
71
1796
del vinto Can dare al mogollo ¶ infante il nome
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1796
camera ove Gengis venne al mondo ¶ ella era tutta
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1796
ingegno ¶ più s’avvicina al punto e coglie il
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1796
fe’ del pubblico archivio, al consueto ¶ munito pria del
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1796
qui sì bisogna ¶ applaudire al magnanimo rifiuto: ¶ se sì
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1796
applaudiste alla menzogna, ¶ perché al ver non prestar qualche
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1796
alcuna ¶ consegna il foglio al preside, che il prende
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1796
che tanto poi piacque al dottor angelico, ¶ costui, quando
79
1796
asini che il villano al campo mena ¶ soglion gli
80
1796
e complimento ¶ che fe’ al senato e al popolo
81
1796
fe’ al senato e al popolo mogollo ¶ gradì il
82
1796
sua rimase ¶ per opporsi al partito di Caiucco, ¶ speme
83
1796
o a crocchio o al giuoco, ¶ e facil lascia
84
1796
punti poi non fu al di sotto. ¶ Certi suoi
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1796
erario, esaurì lo Stato. ¶ Al giurista e all’economo
86
1796
monete ¶ e che communicasselo al Sultano, ¶ che fin d
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1796
fenomeni sembrano un mistero ¶ al volgo ammirator, che ne
88
1796
de’ suoi ricordi ¶ e al collo ognor portavane il
89
1796
ciel non lo destina al grande, ¶ le inutil cure
90
1796
guardia o in riva al fosso. ¶ Ma più l
91
1796
ponendogli intanto il laccio al collo ¶ con gran rispetto
92
1796
una gazza ¶ ed intorno al mogol Sardanapalo ¶ dal proposto
93
1796
brucia tanto ¶ e grazie al ciel se gli può
94
1796
gli è forza ed al Mogollo e al Saracino
95
1796
ed al Mogollo e al Saracino ¶ aver riguardi e
96
1796
di prudenza, ¶ fe’ manifesta al mondo tutto in faccia
97
1796
al fine, ¶ Casgar, che al regno di Casgar dà
98
1796
che nome avea Siveno». ¶ Al nome di Siven Tommaso
99
1796
a proprie spese ¶ fatto al Sommo Pontefice rimettere ¶ quant
100
1796
avea disposto ¶ quei che al governo universal presiede ¶ che
101
1796
in viso ¶ ed estatico al ciel tenendo il guardo
102
1796
gli occhi ¶ han fissi al confalon, che non trabocchi
103
1796
contegno tenne, ¶ franco simulator al par d’ogn’altro
104
1796
vano. ¶ Anzi, in mezzo al furor di quel tumulto
105
1796
di Turachina è vago ¶ al collo, al braccio, al
106
1796
è vago ¶ al collo, al braccio, al petto aver
107
1796
al collo, al braccio, al petto aver l’immago
108
1796
di Faustina in braccio al drudo. ¶ Catuna il seppe
109
1796
all’Amore ¶ la pinse al bivio, qual si pinge
110
1796
tenea volume aperto. ¶ Omaggio al favorito giovinetto ¶ il popol
111
1796
il popol presta e al Merito che giace ¶ non
112
1796
evviva ¶ e di pifferi al suon tripudia e danza
113
1796
si spande, ¶ standosi ella al timon del vasto Impero
114
1796
ammirande ¶ fa che materia al gazzettier non manchi, ¶ né
115
1796
moglie, essa adottolla, ¶ perché al suo gusto confacente assai
116
1796
confacente assai ¶ e propria al suo carattere trovolla, ¶ che
117
1796
parte ¶ s’era appellata al tribunal di Marte. ¶ Catuna
118
1796
Cublai ¶ pose fin, soggettando al suo domino, ¶ dopo domato
119
1796
inginocchioni e colla fune al collo, ¶ né il tutto
120
1796
due ambasciador straordinari ¶ presentarsi al concilio lionese, ¶ incaricati de
121
1796
istesse. ¶ CANTO VIII ¶ ARGOMENTO ¶ Al cominciar della stagion novella
122
1796
stagion novella ¶ va Catuna al gran Fo per sciorre
123
1796
ben noto. ¶ Titol nuovo al ritorno a lei vien
124
1796
implorar contro Turcan fortuna ¶ al vecchio duce Apua, come
125
1796
suoi pensieri ¶ a prepararsi al gran pellegrinaggio ¶ e destinò
126
1796
Fo soglie beate ¶ e al cospetto divin vi ravvicina
127
1796
richiama, ¶ torna, capron osceno, al tuo pastore, ¶ o che
128
1796
a fronte: ¶ non è al travaglio e non in
129
1796
che le peccata conosceane al polso, ¶ risparmiandone a lei
130
1796
lungh’aste, ¶ le sciable al fianco e un ramo
131
1796
fianco e un ramo al crin d’alloro; ¶ certe
132
1796
rimaste ¶ portavano ad offrir al Nume loro. ¶ Poi genti
133
1796
mogolla, ¶ di Turachina appresso al carro e intorno ¶ con
134
1796
sciorre il voto iva al Gran Lama ¶ tutta zelo
135
1796
piede in fallo ¶ guai al cavallo o al cavalier
136
1796
guai al cavallo o al cavalier che cade. ¶ Fra
137
1796
onor comparte. ¶ A lato al monte, sovra rupe alpestre
138
1796
dalle spalle ¶ sventolando discendono al tallone, ¶ gialli e rotondi
139
1796
le cintole che stringonsi al giubbone; ¶ gialle le tante
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1796
corone, ¶ ch’essi tengono al braccio e al collo
141
1796
tengono al braccio e al collo appese; ¶ e l
142
1796
calor fantastico ¶ che sempre al portentoso i petti accese
143
1796
lati, ma più alquanto al basso, ¶ son due folti
144
1796
di quell’immortal Lama al culto addette, ¶ ne’ venerati
145
1796
dei mezzi necessari. ¶ Circa al tesor che, confidato a
146
1796
villani e i contadini ¶ al servigio arrolar della marina
147
1796
invan si tentò freno al disordine. ¶ Capo si fe
148
1796
molti. ¶ S’uniron tosto al tartaro ribelle ¶ quei che
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1796
nulla omai resister deggia ¶ al feroce Turcan che s
150
1796
ai disgustati Grandi e al Song s’unia, ¶ Catuna
151
1796
potea fiducia averse, ¶ onde al periglio esposta e mal
152
1796
poiché ripugna ¶ altri esporsi al cimento; ecco la spada
153
1796
garetta. ¶ Ha lunga scimitarra al lato manco; ¶ dal collo
154
1796
e la sua vanità al punto pose, ¶ ond’ei
155
1796
a renderne le grazie al Fo vivente ¶ e a
156
1796
ebbe più pronta e al genio suo conforme; ¶ ciascun
157
1796
a’ fieri, spaventevoli mostacci, ¶ al rabbuffato crin, all’irta
158
1796
corona ¶ ceder alfin debba al rival villano. ¶ Astrea torse
159
1796
capo e collo ¶ che al suol lo stramazzò, morto
160
1796
in man, la sciabla al lato ¶ e appesa al
161
1796
al lato ¶ e appesa al pome una gran scure
162
1796
scocca ¶ contro Tisbin e al gorgozzul lo fere. ¶ Quei
163
1796
copia il sangue e al suol trabocca ¶ e muore
164
1796
vede, ¶ insolita pietà risente al core; ¶ ma tosto l
165
1796
sforzi che fea sotto al destriero ¶ schizzan fuor l
166
1796
destrier sulla groppa e al suol lo stese. ¶ Corser
167
1796
mogol, quinci il rubello ¶ al feroce destrier lentando il
168
1796
il disio di sottrarsi al giogo austero, ¶ il timor
169
1796
guardia sua ¶ consegnaron Turcano al duce Apua. ¶ Allor costui
170
1796
Siccome l’esca presso al foco, Apua ¶ s’accese
171
1796
fergli il processo, ¶ fu al patibol condotto; e la
172
1796
bontade e natural clemenza ¶ al reo Catuna avea ’l
173
1796
Poiché li primi capi al mondo in faccia ¶ pubblicamente
174
1796
e nell’ambascia ¶ e al balenar d’un’asta
175
1796
Quindi ognun, per sottrarsi al fier periglio ¶ ed al
176
1796
al fier periglio ¶ ed al morbo di sé propagatore
177
1796
d’abbandonar chi langue al suo malore. ¶ Fugge dall
178
1796
in sulle vie, e al misero che geme ¶ non
179
1796
aurati rostri in faccia al sole ¶ e ondeggian le
180
1796
e le fe’ note al mondo; ¶ e allor la
181
1796
di spiegar le vele al vento, ¶ dispensaronsi birre ed
182
1796
onde: ¶ or par che al ciel voglian alzarsi, e
183
1796
interiori, ¶ la spiaggia abbandonando al mar vicina; ¶ e sparsero
184
1796
flotta. ¶ Il danar destinato al necessario ¶ tutto in feste
185
1796
incerte adotta e gode ¶ al romoroso strepito di cose
186
1796
in marocchin legati, ¶ onde al di fuor si mostri
187
1796
prestar sempre adulator linguaggio ¶ al folle orgoglio e all
188
1796
ogn’anima gentile ¶ sensibile al piacer dell’armonia ¶ e
189
1796
gli erano accaduti ¶ dacché al campo mogol s’eran
190
1796
insomma a ogn’istante al passaggero, ¶ tutto il cammin
191
1796
stento e come ¶ piacque al ciel, a Casgar pervenni
192
1796
ciel, a Casgar pervenni al fine, ¶ Casgar, che al
193
1796
alle cose ¶ e innanzi al sol fuggendo Aurora bella
194
1796
osservò strano mescuglio ¶ che al suo apparir gli fanno
195
1796
inchino, ¶ come le spiche al cominciar di luglio ¶ flettonsi
196
1796
fosti favola e scherno al campo tutto. ¶ V’erano
197
1796
caso, ¶ e sol quando al minor Noian fu accanto
198
1796
l’arruffa. ¶ Tutti applaudendo al gentil estro, al vezzo
199
1796
applaudendo al gentil estro, al vezzo, ¶ lodar lo spirto
200
1796
ingiuria e danno, ¶ né al trono avendo facili gli
201
1796
propose ¶ scuoterne il giogo al disparer primiero, ¶ e il
202
1796
indi seguillo. ¶ Con Turachina, al giunger di que’ dui
203
1796
in poi d’attorno al soglio, ¶ e che cagion
204
1796
del zodiaco saranno». ¶ Gloria al genio immortal di Turachina
205
1796
e i più dediti al lusso ed a’ piaceri
206
1796
ai labbri appressa, ¶ tutti, al rumor di tartari strumenti
207
1796
che ciò ben vedea, ¶ al desinar diè fine e
208
1796
l’amico ¶ Catuna aggiunse al don titoli e onori
209
1796
facean passaggio, ¶ pascol cercando al patrio armento, al gregge
210
1796
cercando al patrio armento, al gregge, ¶ sola ricchezza, unico
211
1796
divenne di tribù ¶ e al voler suo l’altrui
212
1796
e se ampio Stato al suo poter soggetto ¶ avea
213
1796
il patrocinio ¶ il collo al giogo accostumò cogli anni
214
1796
la frenesia ¶ di farsi al gran macedone compagno; ¶ ella
215
1796
d’oro. ¶ Ma siccome al Mogol negò natura ¶ gentil
216
1796
attentamente l’occhio, ¶ sempre al di fuor l’anima
217
1796
feroce leon si ricoperse ¶ al suo primo apparir pecore
218
1796
impaurì e disperse, ¶ ma al ragghio, ai lunghi orecchi
219
1796
ragghio, ai lunghi orecchi, al cor imbelle ¶ per asino
220
1796
fronte viene ¶ d’armi al primo fragor fugge e
221
1796
ognor fansi all’onesto, al giusto, al vero; ¶ quindi
222
1796
all’onesto, al giusto, al vero; ¶ quindi contro le
223
1796
reggia e in faccia al trono istesso, ¶ fra gli
224
1796
e di se stessa al paragon qualunque ¶ eterogenea nobiltà
225
1796
è ben dover che al punto mio rivenga. ¶ Tommaso
226
1796
medico di corte: ¶ Osmida, al cui saper serve il
227
1796
e se lo strinse al seno. ¶ Osmida, all’amichevole
228
1796
necessariamente ¶ differir la partenza al dì seguente. ¶ Ma di
229
1796
steso se lo appese al collo ¶ che legger lo
230
1796
ogni mogollo. ¶ Del favorito al rispettabil nome ¶ più che
231
1796
e le grand’ali al tergo e il guardo
232
1796
le grandi formidabili vendette. ¶ Al gran fragor dell’ampie
233
1796
fragor dell’ampie ruote, al fiero ¶ scontro della volante
234
1796
Popolosa e possente oltre al Catai, ¶ alquanto inverso Borea
235
1796
cor bastante ¶ d’opporsi al potentissimo avversario, ¶ perch’egli
236
1796
a leggerlo si rende ¶ al ministro dell’estere faccende
237
1796
te eseguir si debbe». ¶ Al pover Tiribara estremamente ¶ l
238
1796
Cutsai, sconnesso e storto, ¶ al pensier suo, benché opportuno
239
1796
egli il seppe e al vivo gliene increbbe, ¶ poiché
240
1796
tartara Reina ¶ fidi custodi al fianco ognor sedete ¶ e
241
1796
e intrigo ¶ – perdonabili colpe al debil sesso – ¶ ignude a
242
1796
e più volgare ¶ bagaglion al più eccelso barbassoro, ¶ si
243
1796
lagni tuoi. ¶ Di dogane, al dir lor, non son
244
1796
di buon cuor entro al mio interno ¶ quando gli
245
1796
tratto viene ¶ dal campo al mare e dalla zappa
246
1796
mare e dalla zappa al remo, ¶ e in su
247
1796
denti in bocca; ¶ e al dir di chi conosce
248
1796
assai, ¶ chi per ire al teatro e chi al
249
1796
al teatro e chi al passeggio, ¶ ch’era Catuna
250
1796
scossero ¶ e altra materia al ragionar promossero. ¶ Siven volle
251
1796
volle Tommaso accompagnare ¶ fino al palagio ove Batù dimora
252
1796
detto di Siven presente ¶ al memore pensier frattanto avea
253
1796
e con superbo fiocco. ¶ Al prete Ianni già quello
254
1796
momento. ¶ Giunto che fu al palazzo imperiale, ¶ ov’era
255
1796
l’alloggiamento, ¶ e disse al camerier: «Io sono il
256
1796
ho chiesto in grazia al marescial Batù. ¶ Sarà fra
257
1796
tal dolcezza vedea, pensava al greco. ¶ «E ciò» fra
258
1796
d’accese faci, e al cor discende ¶ sensazion soave
259
1796
previsti eventi. ¶ Giunto intanto al quartier della Sovrana, ¶ l
260
1796
immortal Toleicona ¶ fida compagna al fianco ognor si tiene
261
1796
e positure, ¶ e davano al desir caldi incentivi ¶ voluttuose
262
1796
campo ¶ pusillanime e imbelle al par di lui: ¶ d
263
1796
d’un acciar bellicoso al primo lampo ¶ nel veloce
264
1796
diero ¶ dispacci per recarli al ministero. ¶ Contento ei fu
265
1796
tosto ei pascolo porge al nuovo ardore; ¶ pronto alimento
266
1796
talor col ministero ¶ cercò al capriccio passegger compenso, ¶ ma
267
1796
in città. ¶ In quanto al precessor di Scardassale, ¶ divenuto
268
1796
avean restar negletti. ¶ Promossi al grado fur di generale
269
1796
un grand’anello; ¶ ed al riflesso lor, lucido e
270
1796
Asia lo scettro e al di cui cenno ¶ mille
271
1796
liberi e felici. ¶ Così al debole il forte insulta
272
1796
principi presenti: ¶ quei – grazie al ciel! – cui serve il
273
1796
abbiamo mille documenti. ¶ Ma al tempo di Catuna, a
274
1796
apparirebbero! ¶ In questo mentre al suo quartier privato ¶ Catuna
275
1796
segreta ¶ mensa s’assise al nuovo Adone allato. ¶ Della
276
1796
un cor molle e al piacer proclive: ¶ cor che
277
1796
ritiene, ¶ non perché ponga al mal norma o rimedio
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osa ¶ e ancor esaminando al ver non giunge; ¶ stupisce
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e l’esito felice ¶ al suddito ne impone e
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il nome acquista presso al mondo intero. ¶ La voce
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lice; ¶ s’avvezza intanto al giogo mio l’Impero
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e all’amore e al piacer tutta mi dono
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1796
tutto il suo core ¶ al novello amator facea palese
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spettator gli evviva ¶ e al lieto grido il bruno
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sé tenne alla mensa, al gioco ¶ pubblicamente il nuovo
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piango or rido. ¶ Tu al tuo stato primier volgiti
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farli cristiani e assoggettarli al Papa. ¶ CANTO V ¶ ARGOMENTO
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che lo ritarda e al suo partir s’oppone
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del volto, alle maniere, ¶ al parlar dubbio, al non
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maniere, ¶ al parlar dubbio, al non conforme accento ¶ parveli
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fisonomia ¶ non fanno abbaglio al ver, io crederei ¶ che
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color che stansi intorno al trono?» ¶ Quei più si
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e pettoruto è presso al soglio ¶ e occhi ha
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pospose, ¶ cesse il campo al rival, né se gli
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adulator non è conforme ¶ al cor fallace, alla nequizia
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o venali, e anche al presente ¶ nella rozzezza lor
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viltà mista all’orgoglio, al fasto». ¶ Così dicea l
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fu colui? ¶ Pur stassi al fianco di Catuna anch
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s’abbiglia ¶ di luce al nascer suo. Stupide e
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a quello, ¶ volgonsi tutti al luminar novello. ¶ Lo insipido
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destino: ¶ del periodo usato al termin giunto, ¶ sta sull
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per badalucco ¶ perché rassomigliava al prence Atima, ¶ che già
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Catuna scendea dal trono al basso ¶ giù pei gradini
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vivande ¶ furon da entrambi al ragionar proposte, ¶ e l
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simpatia ¶ fer sì che al primo istante mi paresti
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promove appena, e opponsi al male ¶ la cabala; e
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del vizio insegna ¶ e al timido Pudor fa scherno
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d’ire, ¶ dell’armi al primo marzial fragore ¶ già
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e cultura? ¶ Passati poscia al marzial mestiere, ¶ quai sian
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estolle ¶ talor dall’imo al sommo e li riveste
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veggio che non reggendo al paragone ¶ sol coll’immensa
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talor sulla nemica ¶ oste al Mogollo e vincitor lo
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esempi e dieron leggi al mondo? ¶ Alme illustri, alme
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plebei, ¶ d’anime avvezze al giogo ed al servaggio
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avvezze al giogo ed al servaggio ¶ usi e pratiche
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di virtute ¶ non penetra al Mogollo oltre la cute
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di Mogollia: ¶ dirai che al Perso e all’Arabo
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la massa intera, ¶ abbandonata al suo natio costume ¶ e
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bestie due ¶ il capitano al cocchio suo non mette
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a filosofica famiglia ¶ che, al suon di quelle insipide
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ai magnifici annunzi e al grand’oggetto ¶ corrispondente mai
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mira, ¶ forza è che al ver la prima idea
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mano con smorfie divote ¶ al sucido arruffato sacerdote. ¶ Il
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petto. ¶ Era là esposto al culto popolare; ¶ e ardean
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e ardean lampadi accese al suo cospetto, ¶ e pareva
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per le spalle insino al podice, ¶ sappi che sono
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quella sinagoga ¶ per assistere al codice, son quelli ¶ deputati
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orde lor rappresentano ed al cenno ¶ or convennero qui
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apparato ¶ si rendan note al mondo e strepitose. ¶ Questo
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ogni oggetto; ¶ di Turachina al zibaldone informe ¶ dassi nome
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lascia e tai balocchi ¶ al volgo, ai putti; ma
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autografo e talora ¶ gelosamente al forestier lo mostra, ¶ sarete
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e pulitezza ¶ e fanno al paragon più ingrate ancora
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perciò all’intento e al bel desir di lei
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che il viril, quantunque al tartaresco ¶ costume sia fin
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manifesta ¶ e men ritrosa al forastier si presta. ¶ Vedrai
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fatto è prigion, che al Gran Calif l’invia
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Zelmira in Circassia ¶ e al campo tratto vien di
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caduto sotto, ¶ fu prigioniero al Cairo condotto. ¶ Melech, per
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storia – ¶ mandò in dono al Calif di Babilonia ¶ dodici
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a quel del Dairo al Giappone. ¶ Era ei già
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dire. ¶ Costui, come sapete, al-Mostanser ¶ fu nomato, o
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d’agrume, ¶ ove venir al fresco in sulla sera
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una sera. ¶ E siccome al Soldan la fantasia ¶ prendea
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mar s’immerse, ¶ inosservatamente al giardin venne ¶ e la
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del vecchio padron piace al bel sesso, ¶ che merito
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mio: ¶ va, ti prepara al fortunato taglio ¶ per empir
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E anch’ella, sospirando al tristo caso, ¶ contro il
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e vezzo ¶ mi vendero al Califfo a caro prezzo
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acciò con tre corsieri al fiume scenda ¶ e a
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occaso, ¶ ponsi il turbante al saracin costume ¶ e abito
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lui, scendendo in riva al fiume, ¶ con scale e
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circonda e chiude ¶ calasi al basso ed i custodi
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di sei parasanghe oltre al confino. ¶ Or frattanto il
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anche Zelmira, ¶ e disserlo al Soldan, che persuaso ¶ fu
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che dal mar Nero al Caspio mar s’avanza
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veder se vi fosse al fiero pasto ¶ qualche pezzo
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del Volga?» ¶ Or mentre al declinar della giornata ¶ calavano
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calavano color dal monte al piano, ¶ una banda incontrar
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da lungi prendere. ¶ Poiché al gran Gengiscan suddite fersi
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dai gioghi Altai infino al mar chinese, ¶ il tartaro
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ed a Batù, che al cavalier d’Irlanda ¶ chi
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franchezza il prigioniero ¶ liberamente al tartaro rispose. ¶ Tutto per
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ma tacque e cesse al suo destin rubello: ¶ ch
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il canto mio ritorno. ¶ Al campo giunse allor di
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farsi far cristiano ¶ e al popolo fedel non far
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sua Santità nomollo ¶ ambasciador al general mogollo. ¶ Pria però
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Tanai, e in riva al Volga ¶ Batù trovò con
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ch’esser dei meglio al fatto, ¶ di grazia, senti
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a espor sua istanza ¶ al ministero ed al Gran
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istanza ¶ al ministero ed al Gran Cane istesso. ¶ Partir
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costanza ¶ fu d’uopo al frate; e Scardassal con
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Scardassal con esso, ¶ mentre al campo mogol quei si
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fumanti, ¶ onde d’Asia al domin la via s
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frattanto ogni andamento ¶ piacque al duce mogol, che in
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di color che stansi al trono intorno; ¶ poscia a
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io sol m’appiglio ¶ al puro fatto che, dopo
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prono, ¶ fibra sempre sensibile al piacere; ¶ e secondo dicevano
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cedendo poscia il posto al successore, ¶ restarsi oscuro e
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gli guarda appena ¶ o al più, se alcun lo
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armi e dello Stato; ¶ al merto e alla virtù
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e ritorta gli pendeva al lato ¶ coll’elsa e
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grazia divina ¶ di Gengiscan al trono eletta fu ¶ e
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a un tal che al vestimento, ¶ alli tratti del
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spettator attonito non osa ¶ al libero desio disciorre il
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s’accorse ¶ e inquietezza al cor ne sentì forse
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aria indifferente ¶ qualche soggetto al ragionar proporre. ¶ In questo
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ove s’asside ¶ Catuna al giuoco in mezzo ai
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vedean gli espone ¶ e al di lui savio interrogar
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gruppo d’amorini. ¶ Vedi al basso Arion che dolce
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sul Cidno offria ¶ quando al giovin Ottavio incontro gia
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per darsene piacer cenno al piloto ¶ fe’ che spieghi
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e piega. ¶ Tutto tremante al più vicin s’attacca
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quella scotta stacca!» ¶ grida al nocchier con pallido mostaccio
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pallido mostaccio. ¶ Quei, sedendo al timon, con faccia soda
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preziosi giorni tuoi; ¶ conservati al piacer dolce e giocondo
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Turachina ¶ e dassi tutta al libero piacere: ¶ quivi tutta
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sorge un tempietto sacro al dio degli orti, ¶ che
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stabilito ¶ fosse il contratto al dir di qualche autore
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qualche ragion fu differito ¶ al tempo di Cublai imperatore
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estremi danni. ¶ Or, siccome al magnanimo Orenzebbe, ¶ che la
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all’alto grado e al titolo, che estolle ¶ chiunque
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obblio sol degne e al mondo ignote ¶ presuntuose gerarchie
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altier venne la muffa al naso ¶ ed ingrato chiamollo
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lor nacque: ¶ tanto sempre al tiranno il ver dispiacque
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di Leao confino ¶ forma al Cataio e infin al
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al Cataio e infin al mar si stende; ¶ Pitù
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ma non sostenne e al vivo le rincrebbe ¶ della
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Lo sprezzo altero ¶ punse al vivo Tommaso e nol
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obbliar quanto ascoltasti, ¶ che al mio detto non manco
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smarrimento ¶ e diè luogo al desio della vendetta ¶ ed
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desio della vendetta ¶ ed al maligno natural talento ¶ stimoli
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può saper qual dentro al petto ei cova ¶ disegno
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e lunga ¶ serie, che al freddo cerchio s’avvicina
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domino ¶ dal golfo Perso al lido orientale, ¶ or mulettiere
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lumi e consiglio ¶ sovente al minister prestato avea, ¶ né
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mezzo all’armi ed al furor più ardente ¶ lagno
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dispregia il vinto e al vincitor dà lode. ¶ Titolo
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terribil nello sdegno, ¶ quando al naso montavagli la bile
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tirannia ¶ calcò sul collo al popol schiavo e zotico
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il gran Gengiscan tornasse al mondo ¶ e vedesse i
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incirca due dita sotto al naso. ¶ Dopo quel dì
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e fuor di senso al solito lo tenne. ¶ Iuca
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quei che han dritto al soglio ¶ v’è sempre
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come si vuol: successe ¶ al genitore il terzo figlio
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per disegnar il successore al trono. ¶ Perciò per successor
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Bozzon riprese «E ritorniamo al punto. ¶ Poiché, com’io
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dicea, per preferenza ¶ data al terzo figliuol del Can
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senza ¶ ostacolo verun fu al trono assunto, ¶ tosto, chiunque
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promosse. ¶ Quivi seppi addattarmi al clima, al loco, ¶ e
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seppi addattarmi al clima, al loco, ¶ e in guisa
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sparse in questo mare ¶ al Mogol vincitor contezza rese
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quando in quando ¶ tributo al Can di poche pelli
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stimar d’Asia unirsi al continente ¶ e da lontano
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omicida ¶ ponga in mano al carnefice spietato, ¶ che l
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e se lo strinse al seno. ¶ CANTO XII ¶ ARGOMENTO
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il principal potere ¶ gente al consiglio e al minister
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gente al consiglio e al minister non buona; ¶ che
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d’Ottai e successore al trono, ¶ e nondimen l
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esalta e il falso al vero aggiunge. ¶ Catuna, poiché
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taccia e il collo al giogo tenda, ¶ pur gli
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Poiché credette Goatulamano ¶ opportuno al disegno il tempo e
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sol, non isfuggir poteo. ¶ Al far del giorno per
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Quei tutti bastonar che al suol giacenti ¶ trovaro insiem
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dirian sulla Senna anche al dì d’oggi; ¶ e
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fresco venticel dall’Occidente ¶ al lido sospingea l’instabil
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son ch’ella risenta al core. ¶ Brame di gloria
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e di laude ¶ sempre al maraviglioso e al grande
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sempre al maraviglioso e al grande applaude. ¶ E se
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propon, ei risolve; e al giusto e al buono
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e al giusto e al buono ¶ la sua privata
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surroga. ¶ Impenetrabil fanno argine al trono ¶ pochi, e sempre
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sempre i peggior; e al merto oppresso ¶ e a
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quei che stansi intorno al soglio ¶ far di tal
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all’uom più che al formaggio il topo ¶ e
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ho udito ¶ tutt’affatto al rovescio andò la cosa
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di Dio». ¶ Così dicendo, al mar si volge e
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di colà lontana, ¶ che al circolo polar sta quasi
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pena mia, ¶ lasciami, amica, al mio crudel dolore». ¶ Tacque
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è pur che fremendo al suol trabocchi. ¶ Al lugubre
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fremendo al suol trabocchi. ¶ Al lugubre racconto, agli atti
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non rompere il sonno al castellano. ¶ Indi alla lor
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sperando esser eletta imperatrice ¶ al suo marito accelerò la
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espose e sue ragioni al soglio, ¶ e forse all
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e Cublai ¶ di Mengo al trono poi fu successore
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cammino ¶ Turachina e Turfana al lor destino. ¶ Misera Turachina
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vana e lasciva ¶ sempre al grande elevò l’alma
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e buono. ¶ Bozzon, che al giunger d’esse era
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in quel posto successe al genitore. ¶ Ma di rado
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core e lo conosco al naso». ¶ Tommaso, che alla
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due straniere, ¶ poscia che al noto suon della favella
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noto suon della favella, ¶ al tenor degli accenti, alle
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pietà di lei, pianse al suo pianto. ¶ Turfana entrò
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disperar non deve: ¶ tu al Cairo e a Bagdad
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Caracora, ¶ che si prepari al gran viaggio, e quando
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onore e gloria ¶ diè al figlio di Bozzon buona
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bollor dei vari affetti al core ¶ s’affolla il
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O voi, pietose donne, al tristo caso ¶ deh piangete
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affatto esanime lo mira, ¶ al rinchiuso dolor il fren
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e anch’ei ¶ intenerissi al giusto duol di lei
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volle che di Tommaso al funerale ¶ si rendesser gli
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e in corte ¶ solennemente al funeral l’invito. ¶ Quei
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girò due volte intorno al funerale, ¶ mentre la Dies
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contrabasso. ¶ Fama è che al funerale intervenisse, ¶ giunto colà
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Rubruchisse, ¶ spedito da Luigi al Can regnante ¶ acciò alle