Giacomo Leopardi, Canti, 1837

schiere ¶ De' corpi ch'alla Grecia eran devoti. ¶ Allor

feconde ¶ Venner le carte; alla stagion presente ¶ I polverosi

ora da ripor mano alla virtude ¶ Rugginosa dell'itala

viltade ¶ Siam fatti esempio alla futura etade. ¶ Bennato ingegno

condanni e sprezzi; ¶ Cresca alla patria, e gli alti

alma terra nativa. Ecco alla vaga ¶ Tua spoglia intorno

attendi, ¶ Magnanimo campion (s'alla veloce ¶ Piena degli anni

rimembrar delle passate imprese. ¶ Alla patria infelice, o buon

la memoria accoglia. ¶ VII ¶ ALLA PRIMAVERA ¶ O DELLE FAVOLE

i colli, ¶ Ciprigna luce, alla deserta notte ¶ Con gli

viator seguendo, ¶ Te compagna alla via, te de' mortali

che l'uman seme alla tiranna ¶ Possa de' morbi

vaga iri dipinse. ¶ Riede alla terra, e il crudo

o d'alto ¶ Fiume alla dubbia sponda ¶ Il suono

Infinita beltà parte nessuna ¶ Alla misera Saffo i numi

un perenne ragionar sepolto, ¶ Alla guardia seder del mio

torre antica, ¶ Passero solitario, alla campagna ¶ Cantando vai finché

giorno ch'omai cede alla sera, ¶ Festeggiar si costuma

in questa ¶ Rimota parte alla campagna uscendo, ¶ Ogni diletto

Premea le piume; ed alla tarda notte ¶ Un canto

stringeva il core. ¶ XIV ¶ ALLA LUNA ¶ O graziosa luna

le cadenti ¶ Stille saetta, alla capanna mia ¶ Dolcemente picchiando

sciagure e gli affanni, alla reina ¶ Felicità servi, o

nelle selve; e duolsi ¶ Alla mattina il cacciator, che

spaziosi campi ¶ M'apri alla vista. Ed ancor io

avanza. ¶ XVII ¶ CONSALVO ¶ Presso alla fin di sua dimora

morte il nodo antico ¶ Alla sua lingua. Poiché certi

quanto, Elvira, ¶ Quanto debbo alla morte! Ascoso innanzi ¶ Non

si cela ¶ Vero amore alla terra. Assai palese ¶ Agli

Poscia che quella bocca alla mia bocca ¶ Premer fu

fuggia dal guardo. ¶ XVIII ¶ ALLA SUA DONNA ¶ Cara beltà

al volto, agli atti, alla favella, ¶ Saria, così conforme

Primo, immortale amor, ¶ Ed alla mano offertami ¶ Candida ignuda

della tua voce, ¶ Ed alla man veloce ¶ Che percorrea

canto ¶ Della rana rimota alla campagna! ¶ E la lucciola

Sul conscio letto, dolorosamente ¶ Alla fioca lucerna poetando, ¶ Lamentai

mirar queste valli? ¶ Somiglia alla tua vita ¶ La vita

e fratte, ¶ Al vento, alla tempesta, e quando avvampa

si fa da parenti alla lor prole. ¶ Ma perché

Rompe là da ponente, alla montagna; ¶ Sgombrasi la campagna

romore: ¶ E intanto riede alla sua parca mensa, ¶ Fischiando

veglia ¶ Nella chiusa bottega alla lucerna, ¶ E s'affretta

chiaro, sereno, ¶ Che precorre alla festa di tua vita

per cui talvolta, ¶ Non alla gente stolta, al cor

rizzar le chiome, ¶ Osa alla tomba, alle funeree bende

del morir comprende. ¶ Tanto alla morte inclina ¶ D'amor

A disusati preghi, ¶ Chiudi alla luce omai ¶ Questi occhi

al volto ai costumi alla favella ¶ Pari alla donna

costumi alla favella ¶ Pari alla donna che il rapito

molto ¶ Prima che incontro alla festosa fronte ¶ I lùgubri

fu, la mia lingua alla beata ¶ Prole mortal, se

e sì beata sorte ¶ Alla prole vegnente il ciel

già vola. ¶ Cresci, cresci alla patria, o maschia certo

e sorger l'alba: ¶ Alla qual poscia seguitando il

insino al fine; ed alla notte ¶ Che l'altre

così paion come ¶ Essi alla terra, un punto ¶ Di

stima o cura ¶ Che alla formica: e se più

leva lo sguardo ¶ Sospettoso alla vetta ¶ Fatal, che nulla

tetto ¶ Dell'ostel villereccio, alla vagante ¶ Aura giacendo tutta

la cresta fumante, ¶ Che alla sparsa ruina ancor minaccia

adorni, ¶ Anche tu presto alla crudel possanza ¶ Soccomberai del

a volo ¶ Dal bosco alla campagna, ¶ Dalla valle mi

Dalla valle mi porta alla montagna. ¶ Seco perpetuamente ¶ Vo

Io me ne stava ¶ Alla finestra che risponde al

l'ale, ¶ E siccome alla culla ¶ Poco il rogo