Aldo Busi, Un cuore di troppo, 2001

desiderata da rivendicare prove alla mano, sì, ma artefatte

del culo negato… negato alla luce del sole, mascherine

rosso e i pantaloni alla zuava in orbace, uno

tale Fiorella, ha gridato alla barista, «Solo mezzo orzo

culo dopato col pizzetto alla Balbo come te. Per

individuare una preda, toccava alla preda farsi individuare. In

le quinte, mai venuti alla ribalta, sì, tutto quello

pregiudizi e di condensarle alla fine del tuo racconto

non ha profondità alcuna, alla fine della passeggiata principale

forzare la mia storia alla sincerità più sincera ho

siamo mandati affanculo fino alla fine della scampagnata, ma

uno come Menes, che alla terza sgrollata trova contronatura

per certe cose legate alla mia fondata mania di

col liscio, «pathos» è alla sua portata, sì, «pathos

mora di Belluno là alla quale, per come lui

su al pianoro chiuso alla vista da un tornante

fila di pini chiusi alla vista da una siepe

ore di meno rubate alla cosiddetta vita mi sembrano

sonni faccio una scopata alla grande come realtà comanderebbe

altro versante, quello nascosto alla tua… alla mia… visuale

quello nascosto alla tua… alla mia… visuale? ¶ Ma, a

più intima e segreta alla più pubblica e ufficiale

omissione? della casella mancante alla verità? dell’altro che

mezzo palmo di naso, alla Fiorella, è davvero da

rifletto e pongo mano alla penna… si divertiva a

perché si comanda anche alla ghiandola del muco pur

in ordine e presentabile alla scena del mondo dove

posa che dia autenticità alla recita con se stessi

che forse, proprio grazie alla mia, acerrima, questi qua

affetto, mai con sufficienza, alla quale è preferibile la

abbassare la tua eccellenza alla sua mediocrità, e per

e necessità oggettive, ricorrono alla cosiddetta mozione dei sentimenti

non mio, progetto o alla loro ambizione, si sono

rimproverati e umiliati e alla fine allontanati. Persistendo le

grazie a me quanto alla sua lungimiranza per la

grado della mia appartenenza alla realtà globale generata dal

capolavoro della propria firma, alla faccia del quarto pompiere

un libro e grazie alla cui propaganda rilascio autografi

in guardia, pronto sia alla difesa che all’attacco

in tuta da ginnastica alla terrazza del bar, con

fa «beee» viene inculato alla pecorina da tutti gli

del tutto a badare alla famiglia e non farle

prima mettono le bombe alla stazione centrale e poi

dal cantiere al varo alla navigazione in alto mare

che voglia essere preso alla lettera: se interpreti, ammattisci

badargli preferisce una inglesina alla pari che intanto le

gli occhi sull’inglesina alla pari e che tipo

e le tre pastine alla crema di zabaione, mi

miei stessi polmoni e alla regolarità del mio respiro

sangue gli è andato alla testa e io ne

sapeva dove mi trovavo, alla sala gioco del Belvedere

dice con voce roca, alla fin fine dopo quattro

due battute ma lei alla terza arriva al sodo

mi appoggia il telefonino alla tempia, ciao, amore, hai

lilla, e mi rivolgo alla sua schiena da gorillotto

nessuno se arrivo anche alla brioche, però sgobbo come

commerciali, tutta roba legata alla carne suina, imprese di

morire. Io ci tengo alla mia pelle. E poi

all’inizio né botto alla fine, quello che gioca

cerca gli svaghi proibiti alla portata di tutti i

lui. Menes è più alla mano. Non soffre dell

fronte con una mia alla sua di importanza sociale

importanza sociale, potrei arrivare alla percentuale che intasco sul

pesto ai funghi secchi «Alla carampana tartufata: prendi la

moderato ma genuino, superiore alla media di quegli altri

il principio, idealmente sottoscritto alla Camera di commercio e

Camera di commercio e alla Confindustria e sotto il

smercia non sia inferiore alla percentuale di morte sottaciuta

preferiva un’alcova conforme alla grande concessione e perciò

proprio lui a proporre alla fedifraga diabetica di combinare

l’ora di ritornare alla base e di vedere

d’Aosta al Piemonte alla Lombardia alla Liguria alla

al Piemonte alla Lombardia alla Liguria alla Calabria, tutto

alla Lombardia alla Liguria alla Calabria, tutto tracima, straripa

mio giardino e attorno alla mia casa splende il

tocca assistere quest’anno alla terza, la terza!, fioritura

preferisce la propria agonia alla valanga della mia vitalità

acqua e mi affaccio alla porta e tendendo la

tendendo la brocca chiedo alla signorina del fitness di

maschio era maschio anche alla radice delle unghie, per

lo sguardo lasciandolo tutto alla contemplazione degli astanti e

logorato e quindi accalappiato. Alla biglietteria del cinema vuole

Rossi, e lui grazie alla profe mora di Belluno

al minuto, e quanto alla ballerina con le perline

di fila «e poi alla mattina mi tira per

più divertente, più viva, alla lunga, di una che

dei ruoli da prendere alla lettera, no, neanche morto

che montano il latte alla grande, non indico mai

di mare immobile davanti alla bocca aperta, «Cosa?». ¶ «Sì

mano sola? E, poi, alla nostra età…» ¶ «Alla tua

poi, alla nostra età…» ¶ «Alla tua, prego.» ¶ «… va bene

tua, prego.» ¶ «… va bene, alla mia età, non è

amore per la scopata! Alla mia età vuoi tutto

ormai anche il tutto alla mia età è molto

così poco, un poco alla volta o per troppo

ben pensarci, a lei, alla moglie, facevo pure un

per amore di nessuno alla parola che mi sono

lui per poi dirmi, alla mia protesta perché mi

io posso amare qualcuno alla follia ma non amo

profe mora di Belluno alla fine aveva finito per

dover dare un bacio alla mia età e con

picchiatori magari in mezzo alla città, c’era furia

le mani lontane, strette alla rete della branda fino

crudele che si avvicinava alla donna… all’immagine della

al minuto, semmai accoppo alla grande e invece del

che fare dalla mattina alla sera e poi me

mora di Belluno, e alla fine del discorso mi

quel cappello da bamba alla tirolese, con tre piumette

qualche ora prima seguita alla sua visita in camera

staccare mai più fino alla fine dei miei giorni

Menes era già passato alla reception e aveva già

o lolite… da bambine alla fame o alla mano

bambine alla fame o alla mano per un guinzaglio

le ginocchia nei pantaloni alla zuava e riunendole risaliva

me… siamo saliti su alla terrazza del bar e

nevrotici di me riguardo alla loro vera, caduca, perseguibile

inveire contro di me, alla fine; quella rancorosa litania

nove del mattino vado alla finestra del primo piano

sprecato, me lo dimenticherei alla prima sosta nel bosco

l’impulso di mettermi alla pecorina invece di menarla

margine a tutto, anche alla speranza di essere stati

non so più attaccare alla d, un frantume via

per fare i piedini alla d e alla o

piedini alla d e alla o e il pancino

e il pancino bislungo alla l e sono così

questo segno infranto restaurato alla svelta pieno di vergogna

col puntino in cima alla fine e se c

il significato e arrivo alla conclusione della frase, che

per fare il callo alla sempre maggiore persecuzione e

sull’attenti come davanti alla salma di un eroe

o a Busi o alla sua immaginazione, e comunque

di essere creduto troppo alla lettera, e per non