Giovanni Verga, Nedda, 1874

antro affumicato per baciarvi alla maniera di Giuda. Non

lascerei un abito, abbandonando alla fiamma la cura di

perché la lucerna appesa alla cappa del focolare non

pentola, borbottando in mezzo alla schiuma che faceva sbuffare

quattrini li ho lasciati alla mamma. ¶ - E vivi della

in tuono severo. ¶ - Pensava alla mia povera mamma che

uomini e donne dormono alla rinfusa, come meglio possono

per negare il lavoro alla ragazza che, essendo prossima

conto della settimana, dinanzi alla tavola del fattore, tutta

del padrone che assisteva alla ricolta delle ulive. Non

ad una cappelletta, accanto alla porta di qualche fattoria

che ardeva in omaggio alla Santa e rischiarava la

quando egli tornava tardi alla sera. - Quel lumicino le

quaranta soldi. ¶ Passando dinanzi alla farmacia vide lo speziale

loro muli in mezzo alla strada, e si cavavano

trasognata quel sasso dinanzi alla soglia su cui la

sola la povera malata. ¶ Alla ragazza vennero le lagrime

tornò indietro e disse alla mamma: - C'è andato

più per le medicine alla Punta, ed a misura

due giornate di lavoro alla ricolta delle fave. ¶ - La

ove soleva coricarsi accanto alla sua mamma. ¶ E le

che se ne andava. ¶ Alla messa le ragazze del

petto, e sgusciò via alla lesta. Il giovane le

Vengo! gridò Janu; e alla Nedda: Verrò anch'io

e donne dovevano dormire alla rinfusa nell'unico casolare

e se Dio vuole alla messe un po' di

aveva bevuto le montasse alla testa, e tutto l

era andato a mietere alla Piana per raggruzzolare i

ella lo accompagnò sino alla strada maestra, e lo

la salutò per nome alla svolta della via. ¶ Tre

soldi raccolti in fondo alla calza se ne andarono

di fame. Ella diede alla luce una bambina rachitica

volle che la buttassero alla Ruota. ¶ - Povera bambina! che

perché non era snaturata. Alla povera bimba mancava il

mancava il latte, giacché alla madre scarseggiava il pane