Ugo Foscolo, Ricciarda, 1813

a raccorti morente. ¶ GUIDO ¶ Altri in quel luogo ¶ Perì

mio! ¶ RICCIARDA ¶ Qui teco altri era? ¶ GUIDO ¶ Occulto ¶ Venne

io fido: ¶ E quando altri la brami, io potrò

in mia reggia stavi; altri ti vide ¶ Dianzi avviarti

il mio volto ad altri il narra, e sai

uom ignoto... ¶ GUELFO ¶ Agli altri: ¶ A me, no - E

Vorrò dar pace ad altri, io che più averla

conforto... E se per altri il pianto ¶ Mai verserò

ma in regale aspetto, ¶ Altri che or giunge dovrà

resto. ¶ Né sarò d'altri mai - Odi tu, o

RICCIARDA ¶ Non morrò d'altri - Ad Averardo ¶ Dite che

di fraudi. Guido, ¶ Ch'altri non fu di voi

scorta. ¶ Mi seguan gli altri su le rocche, e

s'io t'ami. Altri, o Ricciarda, ¶ Altri t

ami. Altri, o Ricciarda, ¶ Altri t'abbia. Tu lieta

sarai ¶ In braccio ad altri: ma vivrai tu almeno

Perché tu viva. Ad altri basti il pianto ¶ E

Non può che d'altri io sia - ma l

castello ed il fosso: altri s'asconde ¶ Qui forse

dunque, ¶ Stranier, con gli altri a chi trionfa. Abbiate

tel die' Guido. Ad altri ¶ Concesso ei non avria

gli archi sotterra ond'altri ¶ Venir poteva o ritornar