Cesare Zavattini, Totò il buono, 1943

alto e grosso, l’altro mingherlino e piccolo. “Appendicite

le maniche. Allora l’altro chinò la testa balbettando

e Totò e l’altro dovettero seguire di corsa

corsa il feretro. L’altro ansimava. Disse a Totò

conosco,” protestavano, tra l’altro, vedendolo vestito maluccio. E

l’acrobata e un altro Achille che aveva inventato

ne fece costruire un altro, poi un altro ancora

un altro, poi un altro ancora poi un altro

altro ancora poi un altro ancora e i prati

un monumento a un altro cittadino di Bamba, morto

costruire verticalmente… ¶ In un altro angolo, un uomo dal

Carlit, ma di un altro. ¶ Era difficile esser ricevuti

dell’uno e dell’altro gareggiarono come sempre in

del loro male; un altro che gente, preceduta da

suoi occhi videro ben altro: sul muro, davanti a

e non si vedeva altro. Le ali degli angeli

progetto ne nasceva un altro e se ne accavallava

fare l’elemosina all’altro, tanto che finirono col

coda dell’occhio un altro Totò che volava verso

quaggiù c’era l’altro Totò, incontrato a mezza

i baracchesi. “Ci mancherebbe altro,” dicevano Bib ed Eleuterio

che volevano subito qualche altro dono. Li spronò alla

un milione, allora un altro disse due, un altro

altro disse due, un altro tre eccetera. Finirono per

essere meno ricco dell’altro, ciascuno voleva poco, ma

rimesso le costole o altro. ¶ Ceroboamo gli chiese in

essere più forte dell’altro. Totò li consigliò di

Gero che tra l’altro aveva appetito. Fu distribuito

spiegato, che tra l’altro non tutti i minuti

per questo. Tentò dell’altro perché le cattive azioni

non riesce a fare altro, Totò seguito dai compagni

sulla testa di un altro cittadino perciò svenuto e

un’ora usciva un altro manifesto: Il signor Ditirambis