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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Leon Battista Alberti, I libri della famiglia, 1440

concordanze di «amico»

nautoretestoannoconcordanza
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cosa, ogni fortuna coll'amico communicare, sofferire sconcio, fatica
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e merito inverso dello amico. E dicesi essere stato
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a' figliuoli d'un amico, parente buono amorevole, a
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buono parente né vero amico, anzi mi giudicaresti spiatato
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orfani, quel medesimo tuo amico, e quelle ultime parole
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tuo, quel parente e amico ti racomanda la più
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sia, non consiglio d'amico, non certo e vero
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satisfare al desiderio dell'amico più molto che nel
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comunicare e donare all'amico, privarne sé, cederne a
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vita e dignità dell'amico. Ma chi potrebbe racontare
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l'innamorato sopra l'amico meriti lodo e fama
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quante volte fussino dall'amico richiesti. In tanto numero
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non volere quanto l'amico e l'onestà richiede
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donasse come per l'amico solevano insieme coll'opere
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lietissimi come maestro ottimo, amico e fratello. E se
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quel Gaio Mazio antico amico di Gaio Cesare, el
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utile d'uno mio amico io salì'in Palagio
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a fare quanto allo amico mio bisognasse. Ora qui
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questo mondo. Quello mio amico, anche lui si sente
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pochissimi, anzi con niuno amico; imperoché quelli goditori leconi
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A noi non sarà amico colui il quale non
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acquistarne e servirne uno amico, o vero se pur
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patria, o aiutarne l'amico, o donarne al parente
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mai si vuole essere amico di chi racolga volentieri
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non udire, né riputare amico chi le domandi, né
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fosse prestata a qualche amico, tu subito vedendo il
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facile discernere chi sia amico, ove troviamo in la
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quale ti sia vero amico. Per questo a me
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conoscere chi vi fusse amico. ¶ GIANNOZZO ¶ Non l'insegnai
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no, chi mi fosse amico, però che, come tu
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se m'è vero amico o no. Ma io
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chi ella dovesse riputare amico. Dissili: "Non stimare, moglie
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alcuno mai essere nostro amico el quale tu vegga
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nostro inimico, ma riputa amico qualunque io in presenza
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caso venisse servirne all'amico, al parente, alla patria
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strano quanto con l'amico, con tutti chiaro e
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sai che con l'amico si vuole essere liberale
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poveri. ¶ LIONARDO ¶ Ma all'amico che posso io, domandandomi
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sarebbe disonesto domandare allo amico qualunque cosa. ¶ GIANNOZZO ¶ Se
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fare quanto chiedesse l'amico, perché devessi io più
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troppo danno, presti all'amico, in modo però che
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loderete, ma io all'amico sarei in ogni cosa
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LIONARDO ¶ Farebbelo sendo mio amico. Comunicarebbe così tutte le
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non vi sarà vero amico. Chiegga costui medesimo il
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tôrvi sarà non vero amico. ¶ ADOVARDO ¶ Così sta. Salutatori
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voi quale uno mio amico, uomo in l'altre
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pare grande, allora l'amico mio... Ma, tristo me
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uso di quello vostro amico, ché, per non rispondere
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imparare da quello vostro amico, per poterci valere contro
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volete? Dicovelo. Solea l'amico mio a questi trappolatori
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lo convinceano, allora l'amico per stracchezza dicea: "Io
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spesso ne ripresi l'amico mio, ma lui mi
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costa. E dicea l'amico mio: "Se io da
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avere a richiedere alcuno amico. Manco mi nocerebbe negare
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el quale richiederei l'amico quanto rarissimo potessi, e
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premesse, mai addurrei allo amico gravezza alcuna. ¶ ADOVARDO ¶ Dite
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ma io veggo l'amico mio per cui bisogna
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non voglio abandonare l'amico mio: sempre a me
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amicizia: essere adunque vero amico costui a chi qual
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di ciascuno a lui amico pecunioso e ricco. E
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sé principe benivolo e amico. ¶ GIANNOZZO ¶ Anzi e a
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conseguiva quanto lo sperasti amico, sarestivi credo con simile
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a farmegli noto e amico senza altro alcuno che
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arà persuaso che l'amico, come domandato Zenone rispuose
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poeta latino Ennio: l'amico certo si possa conoscere
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subito veduto dal suo amico lione Androdoro, da lui
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diceasi: "Ecco l'uomo amico del lione, e il
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o insieme col vizioso amico cadere in infamia, o
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duro, volle in familiare amico, quale e' dicea piacerli
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a te buon vecchio amico. ¶ Adunque per brevissimo assolvere
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e' quali per l'amico non ricusorono fatica, sé
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che facile potevi iudicarlo amico, quando in lui fusse
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ch'io potessi riputarti amico, né tu di me
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e ottimi. ¶ Né riputare amico chi già quanto in
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quanto fusse grato allo amico suo chi gli palesasse
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nulla potersi vero riputare amico? ¶ LIONARDO ¶ Che poi? ¶ ADOVARDO
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darà a vendicare l'amico suo da biasimo e
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forse da nollo volere amico, certo chi a noi
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suoi beni reputa l'amico supprema e a sé
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non dolga perdere uno amico? Per questo che diremo
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già egli principiò riputarlo amico. Confesserò qui però pure
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perfido nocendo allo antico amico, quanto chi altrove, per
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di chi t'era amico. Pertanto que' che dicono
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indegnato el suo antiquo amico. ¶ ADOVARDO ¶ Odiosi! e quanto
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che a' bisogni dello amico sia officio dell'amicizia
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offerse e donò allo amico quanto e più ancora
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che chi vero sia amico, costui perdonerà né a
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roba per benificare l'amico? ¶ LIONARDO ¶ A molti. ¶ ADOVARDO
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miseria per mantenere l'amico lieto e contento? ¶ LIONARDO
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sua per salvare l'amico? ¶ LIONARDO ¶ E quanto gravissimo
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così vuoi: se dallo amico per suo vizio a
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proverbio: "el vizio dello amico chi nol soffra el
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el vizio durar nell'amico, quasi tacendo fa quel
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dicono apo el volgo, "amico tuo col vizio suo
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affermava doversi né all'amico ceder di benivolenza, né
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e Senofonte oratore, Eschines amico di Socrate e Aristippo
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ad Antigone tiranno tanto amico che, riduttosi a mente
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chi a me sarà amico. Desidererà chi me ami
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incetto e laude. All'amico ancora piacerà vedermi e
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tristezza e lutto. L'amico meco ogni suo secreto
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officio e studio d'amico. E chi non odiasse
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offenda, dove conosciuto non amico, sarebbe meno dato fede
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men voglia esserti non amico. E chi dubita questa
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insieme, e acquistarti nuovo amico? ¶ LIONARDO ¶ E chi stimi
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inimico a sé rendere amico Lammaco e suo essercito
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ora gli sia fatto amico. E affermo io certo
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e per acquistarti uno amico, mi sarà sanza dignità
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possa mai vero essere amico. Ma parmi intenderti non
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che Cesare, invitato dall'amico, partendosi con troppa masserizia
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mi credea tanto esserti amico". Non rarissimo ancora in
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doversi reverenza a quello amico, quale se a te
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quale dicea: "El vero amico sarà quello che alla
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Chilon filosofo volea l'amico più pronto a comportar
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dica quanto dicea Blosio amico a Gracco, per servire
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servire a' desiderii dello amico doversi in cosa niuna
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maestro, sé amare l'amico, ma prima la verità
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onesto a me sia amico. All'amico che domandò
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me sia amico. All'amico che domandò dicesse falso
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quale per salute dello amico suo avea dato non