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Dante Alighieri, Divina Commedia, 1321

concordanze di «avea»

nautoretestoannoconcordanza
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quella valle ¶ che m'avea di paura il cor
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spira. ¶ E io ch'avea d'error la testa
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ntorno a li occhi avea di fiamme rote. ¶ Ma
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che per ascoltare, ¶ non avea pianto mai che di
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mostrocci le sanne; ¶ non avea membro che tenesse fermo
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giostra. ¶ E io, ch'avea lo cor quasi compunto
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segnor che lì m'avea menato, ¶ mi disse: «Non
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terra e le ciglia avea rase ¶ d'ogne baldanza
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che l'occhio m'avea tutto tratto ¶ ver' l
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guerra; ¶ e io, ch'avea di riguardar disio ¶ la
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tutto 'l vedrai». ¶ Io avea già il mio viso
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piano abbraccia, ¶ secondo ch'avea detto la mia scorta
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ma più al duolo avea la lingua sciolta. ¶ Sovra
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ch'i' non l'avea sì forte udito: ¶ «O
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di cui largito m'avëa il disio. ¶ «In mezzo
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l'orecchia offesa. ¶ Io avea una corda intorno cinta
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come 'l duca m'avea comandato, ¶ porsila a lui
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uom giusto, ¶ tanto benigna avea di fuor la pelle
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altro fusto; ¶ due branche avea pilose insin l'ascelle
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ambedue le coste ¶ dipinti avea di nodi e di
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pendea una tasca ¶ ch'avea certo colore e certo
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che d'un leone avea faccia e contegno. ¶ Poi
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azzurra e grossa ¶ segnato avea lo suo sacchetto bianco
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di poco star m'avea 'mmonito, ¶ torna'mi in
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la giovinetta ¶ che prima avea tutte l'altre ingannate
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per lo pantan ch'avea da tutte parti. ¶ Fer
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volta dienno; ¶ ma prima avea ciascun la lingua stretta
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per cenno; ¶ ed elli avea del cul fatto trombetta
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mi puose, ¶ che m'avea generato d'un ribaldo
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giuso!». ¶ Ond' ei, ch'avea lacciuoli a gran divizia
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abbia, ¶ quante bisce elli avea su per la groppa
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misero del suo n'avea due porti. ¶ Mentre che
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e la lingua, ch'avëa unita e presta ¶ prima
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le scalee ¶ che n'avea fatto iborni a scender
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l'altra già m'avea lasciata Setta. ¶ "O frati
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tanto ¶ quanto veduta non avëa alcuna. ¶ Noi ci allegrammo
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fu dritto, ¶ che l'avea temperato con sua lima
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quel guizzo ¶ che dato avea la lingua in lor
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latino». ¶ E io, ch'avea già pronta la risposta
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Un altro, che forata avea la gola ¶ e tronco
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le ciglia, ¶ e non avea mai ch'una orecchia
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ardito! ¶ E un ch'avea l'una e l
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volo"; ¶ e quei, ch'avea vaghezza e senno poco
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a tal che l'avea per figliuolo. ¶ Ma ne
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prendendo l'un ch'avea nome Learco, ¶ e rotollo
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passati ¶ sovra cu' io avea l'occhio tenuto, ¶ rivolsilo
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cavallo», ¶ rispuose quel ch'avëa infiata l'epa; ¶ «e
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lago che per gelo ¶ avea di vetro e non
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vinse. ¶ E un ch'avea perduti ambo li orecchi
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capo mi tomi». ¶ Io avea già i capelli in
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avvolti, ¶ e tratti glien' avea più d'una ciocca
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del capo ch'elli avea di retro guasto. ¶ Poi
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altrui si chiuda, ¶ m'avea mostrato per lo suo
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e con Lanfranchi ¶ s'avea messi dinanzi da la
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la testa ov' elli avea le zanche, ¶ e aggrappossi
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Lucifero com' io l'avea lasciato, ¶ e vidili le
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quel punto ch'io avea passato. ¶ «Lèvati sù», disse
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ma natural burella ¶ ch'avea mal suolo e di
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aura morta ¶ che m'avea contristati li occhi e
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giorno ¶ lo sol, ch'avea con le saette conte
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a la figura, ¶ ch'avëa in me de' suoi
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de' cigli un colpo avea diviso. ¶ Quand' io mi
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fé far, che m'avea in ira ¶ assai più
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nnanellata pria ¶ disposando m'avea con la sua gemma
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vinto il meno. ¶ Non avea pur natura ivi dipinto
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l Mantoan che ci avea vòlti, ¶ «tra color non
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con che sale, ¶ fatti avea due nel loco ov
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quand' io, che meco avea di quel d'Adamo
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e una spada nuda avëa in mano, ¶ che reflettëa
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volse la chiave; ¶ e avea in atto impressa esta
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dolce maestro, che m'avea ¶ da quella parte onde
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e qual più pazïenza avea ne li atti, ¶ piangendo
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a queste ¶ che dette avea colui cu' io seguiva
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Zeno di Verona.] ¶ Posto avea fine al suo ragionamento
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del mio carcar diposta avea la soma; ¶ per ch
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sovra le mie quistioni avea ricolta, ¶ stava com' om
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colorava. ¶ Poi ch'ell' avea 'l parlar così disciolto
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notte fila ¶ non li avea tratta ancora la conocchia
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l'angel che n'avea vòlti al sesto giro
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lor disiro ¶ detto n'avea beati, e le sue
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l'aspetto in sé avea conquiso. ¶ Questa favilla tutta
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L'aspetto suo m'avea la vista tolta; ¶ per
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storpio; ¶ ché 'l sole avëa il cerchio di merigge
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caccionne ¶ che di Venere avea sentito il tòsco». ¶ Indi
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Io, che due volte avea visto lor grato, ¶ incominciai
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altrui secondo ¶ che presso avea, disparve per lo foco
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le membra d'oro avea quant' era uccello, ¶ e
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una di lor ch'avea tre occhi in testa
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virtù che già m'avea trafitto ¶ prima ch'io
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fiamma'. ¶ Ma Virgilio n'avea lasciati scemi ¶ di sé
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la donna ch'io avea trovata sola ¶ sopra me
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Tiemmi, tiemmi!». ¶ Tratto m'avea nel fiume infin la
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al temo ch'elli avea tirato, ¶ trasselo al piè
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la pianta, ¶ che prima avea le ramora sì sole
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ad altro intender m'avea chiuso. ¶ Sola sedeasi in
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tempera e suggella. ¶ Fatto avea di là mane e
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di bella verità m'avea scoverto, ¶ provando e riprovando
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d'ira, ¶ che l'avea fatto ingiustamente fello; ¶ e
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che già nuove questioni avea davante; ¶ e sì come
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lumera ¶ che pria m'avea parlato; ond' ella fessi
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parlar mi face ¶ fatto avea prima e poi era
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ed essa ¶ fatti li avea di sé contenti e
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che promessa ¶ tanto s'avea, e «Deh, chi siete
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lumera ¶ che pria m'avea parlato, sorridendo ¶ incominciar, faccendosi
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sobria e pudica. ¶ Non avea catenella, non corona, ¶ non
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quindi la misura. ¶ Non avea case di famiglia vòte
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regger si vuole, e avea Galigaio ¶ dorata in casa
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fatto riposo, ¶ che non avea cagione onde piangesse. ¶ Con
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accertarsi ¶ di ciò ch'avëa incontro a sé udito
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che pria per me avea mutato sito. ¶ Per che
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stessa ¶ che pria m'avea parlato; e come volle
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l'alma che m'avea parlato ¶ qual era tra
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intorno ¶ col cielo insieme avea cresciuto l'arco, ¶ veggendo
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dentro a sé m'avea ricolto. ¶ Io vidi in
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tutto, ¶ e li occhi avea di letizia sì pieni
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Dio e nei costumi, ¶ avea sopra di noi l
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essaminando, già tratto m'avea, ¶ che a l'ultime
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al cui comando ¶ io avea detto: sì nel dir
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che paura ¶ tolta m'avea del sùbito abbarbaglio, ¶ di
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beato coro ¶ silenzio posto avea da ogne parte, ¶ quand
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l'ora ch'ïo avea guardato prima ¶ i' vidi
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l'uno; ¶ e quello avea la fiamma più sincera
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nel punto che m'avëa vinto. ¶ Poi cominciò: «Io
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la bontate ¶ che li avea fatti a tanto intender
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novella, ¶ viso e amore avea tutto ad un segno
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già tutta mïo sguardo avea compresa, ¶ in nulla parte
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altezza, ¶ che quantunque io avea visto davante, ¶ di tanta