Lorenzo Marone, Magari domani resto, 2017

allora, il quale mi aveva comunicato con un breve

seria e che perciò aveva bisogno di un po

faccia che nessuno gli aveva mai chiesto di essere

miserabile del miserabile che aveva appena fatto le valigie

appena prelevato dall’immondizia, aveva il pelo cotonato e

o quando il bastardo aveva iniziato a balbettare frasi

paura di niente”. ¶ “Non aveva paura di niente,” mi

nome comune. Invece lui aveva tutt’altri piani per

sul punto Pasquale non aveva affatto pazziato. Mi chiamavo

sotto casa. Lui mi aveva squadrata un attimo e

squadrata un attimo e aveva detto: “Luce, ma sì

capito. Ma lui non aveva capito un accidenti. “Cosa

di parlare, la cotoletta aveva smesso di fumare e

e Arminio Geronimo non aveva più saliva in bocca

parcheggio? Si parcheggia, no?” ¶ “Aveva parlato di un lavoro

disse di no, ché aveva già tanti collaboratori, poi

scollato. “Elegante ma sportiva,” aveva commentato mamma nell’accompagnarmi

schietta che, però, non aveva la forza di celare

mio atteggiamento scostante lo aveva colpito. In realtà non

simili a quelli che aveva anche la nonna Giuseppina

studia chimica da quando aveva tre mesi. Non credo

pezzo di merda mi aveva fatto seguire dai cumparielli

per giorni che lei aveva fatto tanto per proteggerci

capii dove mia madre aveva preso la storiella della

che quella vecchia donna aveva saputo donare. Di certo

a fare le fotografie!” ¶ Aveva una macchina fotografica professionale

ammaccato (sì, anche lui aveva una Vespa) e ci

paste papà non le aveva comprate, preferendo acquistare due

mamma, conoscendo il marito, aveva preparato un bel tiramisù

avevamo acquistato le trombette aveva una bancarella su via

A Roma.” ¶ “A Roma?” ¶ “Aveva una causa da discutere

all’inizio Arminio non aveva capito... altrimenti non avrebbe

disse che al concerto aveva conosciuto una belga con

meno male che Antonio aveva pregato me di parlare

di euforia che mi aveva presa all’inizio (e

inizio (e che mi aveva fatta sentire fiera di

don Vittorio una volta aveva un uccellino e che

perché, a suo dire, aveva appena fatto un affarone

invece, all’epoca già aveva due lavori: la mattina

correvo da Carmine, che aveva una specie di bar

sigaretta, quella ce l’aveva sempre, tanto che nonna

prendeva duemila lire e aveva pure il cavalluccio. Già

solo che da ragazzo aveva lavorato per due anni

ricordato del suo passato: aveva piazzato lo sgabello al

volte, quando nonna non aveva spiccioli, mi regalava una

nonna, che quando non aveva soldi mi afferrava la

profumo dolciastro e nauseabondo aveva annebbiato il salotto. Mamma

era fermato e nemmeno aveva provato a farsi accettare

e mamma sembrava felice, aveva uno sguardo strano che

ha raccontato del cane, aveva la voce che sembrava

so’ messa a chiagnere.” ¶ Aveva gli occhi lucidi. “Pecché

domanda già me l’aveva posta. ¶ “E come fai

d’acqua (come l’aveva chiamata papà) a spingere

vicolo di Napoli. Lei aveva capito prima di me

degli altri, ma non aveva idea di come aggiustare

un ragazzino che già aveva i suoi problemi, come

ammasso di cellule, probabilmente aveva anche iniziato a battere

la finta sicurezza mi aveva già abbandonata e si

strada, una che non aveva chissà quali alternative ed

che il destino le aveva confezionato.” ¶ Geronimo si prende

radioso’. Chissà dove l’aveva sentita quella parola, però

ma lei non ne aveva voglia. “Sai, Luce,” ha

difesa di Kevin mi aveva portato alla mente ancora

perché la cara Jessica aveva lo stesso linguaggio di

di una bambina (non aveva ancora fatto conoscenza con

fronte alla domanda, lei aveva sollevato la testa dalla

gli occhiali disorientata, e aveva infine replicato: “Luce, non

che ai miei occhi aveva una vita tranquilla proprio

quei due anni chi aveva saputo più nulla di

come proprio lui mi aveva insegnato. ¶ “Tuo padre...” balbettò

e che mamma mi aveva afferrato le braccia nel

cioccolato che papà mi aveva comprato nel pomeriggio, me

visto pescare, né mi aveva mai parlato di questa

meravigliosa famiglia che dio aveva voluto mandare a lei

meno di un metro, aveva la pelle piena di

denti di Antonio, che aveva preso la brutta abitudine

confessare lui, che lo aveva fatto per proteggere me

all’uomo che ci aveva fatto tutto quello.” ¶ “Perché

di bianco. In mano aveva un’audiocassetta con su

ascoltare il nastro; lui aveva le mascelle contratte sulle

Antonio. ¶ “Uè...” ¶ “Ciao, picceré.” Aveva un tono di voce

Ciro” tatuati sulle spalle, aveva deciso di liberarsi dell

massaggiava il collo e aveva gli occhi lucidi, ma

intatta. Sapevo chi gliel’aveva data, conoscevo i suoi

un bambino che mi aveva fatto venire la voglia

anfratti. ¶ “Nell’Ottocento Napoli aveva una spiaggia bellissima, con

che all’epoca non aveva nemmeno venti anni ed

un album che l’aveva rapita...” ¶ “È una bellissima

andata nella capitale perché aveva iniziato già a collaborare

architettura, che era felice, aveva stretto subito nuove amicizie

sarebbe venuta a Napoli, aveva deciso di raccontarle il

fecero a trovarla?” ¶ “Gisela aveva conservato il mio vecchio

sulla cappa. Ce l’aveva scattata in quei giorni

fratello e Gisela l’aveva conservata per tutto quel

per partire e non aveva avuto il coraggio di

la finisci?” ¶ In effetti, aveva ragione; è che l

a mano che mamma aveva tirato fuori per l

girata verso Antonio che aveva una smorfia di felicità

di risentimento che pure aveva fatto capolino dal mio