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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alberto Moravia, L'attenzione, 1965

concordanze di «avevo»

nautoretestoannoconcordanza
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1965
idee politiche non le avevo cambiate; mi ero limitato
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facilmente immaginarlo. Ora io avevo fatto un poco come
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d’altra parte io avevo bisogno di una parvenza
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non lavorare per vivere; avevo una moglie che amavo
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erano piaciute perché ci avevo ravvisato l’autenticità di
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l’autenticità di cui avevo così disperato bisogno, adesso
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di Cora, che sinora avevo considerato e trattato come
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adesso oltremodo incerto. Ne avevo scritto di getto una
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1965
e a correggerlo. L’avevo scritto con indubbia felicità
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se gli avvenimenti che avevo cercato di raccontare fossero
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avvenimenti io non li avevo inventati; li avevo ricavati
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li avevo inventati; li avevo ricavati dal mio passato
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le tante volte che avevo fatto l’amore con
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lei e come l’avevo fatto; sì, io avevo
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avevo fatto; sì, io avevo amato Cora, l’avevo
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avevo amato Cora, l’avevo sposata, ma queste azioni
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mia ambizione letteraria, io avevo liquidato tutta la mia
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alle cose a cui avevo finora creduto, né mi
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modo positivo, era che avevo trent’anni; ma questa
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in un altro, poiché avevo riconosciuto che agire voleva
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dissi niente. Era vero, avevo addotto come scusa per
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ma adesso, dopo che avevo stracciato il manoscritto, sentirmi
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Rimasi un momento incerto. Avevo capito benissimo di che
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di visita in visita. Avevo trovato senza volerlo il
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morbido, grasso, infantile che avevo immaginato; bensì uno scheletro
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1965
diversa da quella che avevo menato finora. Viaggiavo sei
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delle mie riflessioni. ¶ Io avevo amato Cora o per
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che a suo tempo avevo creduto di provare per
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più. Poiché anch’io avevo la stessa idea sui
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ripartivo. In casa mia avevo finito per occupare la
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1965
una volta che l’avevo scritto, anch’esso inautentico
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meglio, nelle cose che avevo cercato di raccontare; e
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la sola che non avevo il coraggio di darmi
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piuttosto nelle cose che avevo mirato a raccontare che
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intravedere questa causa. Io avevo cercato di narrare la
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vi si agiva. Io, avevo infatti riscontrato che nella
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passata dalle cose che avevo cercato di rappresentare, nelle
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preciso nel quale l’avevo lasciata magari un mese
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imprevista, dall’impegno che avevo preso con me stesso
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comportarmi come un pigionante. Avevo deciso di passare dalla
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alla disattenzione soltanto perché avevo ricevuto la lettera dell
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di mettere su casa, avevo creduto di dover adottare
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con occhi nuovi. Perché avevo arredato la casa in
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di stile Impero che avevo acquistato e collocato io
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radio portatile di cui avevo udito la musica passando
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primo momento: forse non avevo il diritto di parlare
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Che cosa potevo fare: avevo quattordici anni.” ¶ “Sì, è
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vivere con Cora, io avevo chiamato tra me e
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spesso, negli anni passati, avevo pensato che non avrei
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sua madre nella quale avevo amato tutte le cose
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che a suo tempo avevo amato Cora perché mi
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ed io, come Edipo, avevo interrogato i testimoni per
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di questa corruzione e avevo scoperto che il colpevole
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ancora possibile. ¶ Infatti: io avevo deciso di tenere il
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della mia vita che avevo immaginato privo di avvenimenti
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incredibile. Il romanzo che avevo sperato di scrivere nel
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avvenimenti reali. Io non avevo immaginato proprio niente, per
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quanto potesse sembrare incredibile. Avevo davvero ricevuto la lettera
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inautentico di quello che avevo gettato via dieci anni
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prima; dall’altra io avevo preso con me stesso
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romanzo senza dramma che avevo progettato; il progetto del
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scritto il diario, come avevo deciso originariamente; e ne
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fatti come quelli che avevo appreso il giorno prima
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cose. Perché, almeno provvisoriamente, avevo risolto il mio duplice
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contrario dell’atteggiamento che avevo tenuto nella vita durante
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mio arrivo dall’Iran, avevo immaginato di trovare sul
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1965
e separandomi da lei, avevo distrutto in lei ogni
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sistemazione familiare e l’avevo così sospinta verso la
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me ancora oscuro: perché avevo smesso di amare Cora
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Cora, o meglio perché avevo cominciato ad amarla. Soltanto
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romanzo.” ¶ “Questo romanzo l’avevo incominciato esattamente dieci anni
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un secondo fa che avevo bisogno di certe informazioni
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c’entro?” ¶ “Beh, io avevo allora certe idee, certi
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so quante volte come avevo cominciato, e perché, e
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rado e soltanto quando avevo davvero bisogno. Ma siccome
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Sì, forse era vero, avevo detto queste cose; ma
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quelle. Ho ammesso finalmente: “Avevo dimenticato di aver detto
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no, che non l’avevo dimenticato.” ¶ “Perché non l
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i due giovanotti che avevo accompagnato a fare il
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ero stata e ci avevo rubato. E io invece
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un po’ di tempo avevo fatto la puttana. Persino
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da cui anni addietro avevo portato qualche uomo, e
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una commedia, quello che avevo fatto per necessità; ma
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ero puttana, perché ti avevo fatto credere di essere
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amavi più perché io avevo cessato di esserlo, quel
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rivelandomi quello che non avevo ancora avuto il coraggio
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passando all’offesa. L’avevo messa bruscamente di fronte
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ultima volta che l’avevo guidata era stata alcuni
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alcuni giorni prima, quando avevo portato Cora sulla Via
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1965
risposto senza voltarsi: “Mia. Avevo fretta. Ho fatto un
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1965
stavano il giovanotto che avevo accompagnato poco prima e
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spalle; la donna l’avevo quasi di fronte. Era
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Una volta nella villa, avevo dimenticato Baba e non
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dimenticato Baba e non avevo più pensato che ai
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di assistere. Quello che avevo visto smentiva il senso
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aperto a tutti e avevo spiato qualche cosa di
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cosa che sinora non avevo mai notato: tra l
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1965
un anno fa. Poi avevo smesso. Stamane, non so
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sono accorto. ¶ Domenica 15 novembre ¶ Avevo appena finito di correggere
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essere caduto nella trappola. Avevo pregustato un’intera giornata
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su quello che le avevo detto; e improvvisamente ho
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detto: ‘peccato, ce l’avevo qui pronta per lei
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come: ‘chiacchierona, te l’avevo detto di tenerti pronta
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chiamato con quanta voce avevo, aspirando a piene narici
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Ma mi sbagliavo; non avevo calcolato esattamente la collocazione
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sola.” ¶ “Non te l’avevo detto perché non me
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maschera la ragazza che avevo intraveduto nella villa di
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ultima la ragazza che avevo intraveduto nella villa di
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pressi del cinema, dove avevo lasciato la macchina. Siamo
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chiama lei?” ¶ “Francesco.” ¶ “Io avevo un fidanzato, qualche anno
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tutte le volte che avevo bisogno.” ¶ “No, non glielo
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un vestito, e non avevo un soldo e allora
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costoso di quello che avevo pensato di farmi. Così
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buone le cose che avevo fatto nel mio passato
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ho riletto quello che avevo scritto, ho brevemente riflettuto
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o meglio, come l’avevo vista sulla spiaggia del
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lo so. Forse perché avevo un mito.” ¶ “Quale mito
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del fotografo, al quale avevo dato appuntamento alla borgata
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una buona figlia. Le avevo fatto capire che mi
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quelle dei ragazzi che avevo visto poco fa, nel
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lo può fare.” ¶ Intanto avevo riflettuto. La scusa della
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non fosse quella dove avevo abitato, bensì che la
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che la strada dove avevo abitato non ci fosse
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inviterò, vedrete che manicaretti.” ¶ “Avevo capito che era mannequin
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A suo tempo ti avevo scritto per dirti che
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tempo il romanzo che avevo scritto sul mio amore
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Mi dispiace. Te l’avevo detto che è un
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mi ha chiesto se avevo un amante o un
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Mi ha chiesto se avevo un fidanzato. E io
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cioè che non l’avevo.” ¶ Sabato 28 novembre ¶ Stanotte ho
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per Baba, io le avevo accettate e lei mi
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ho riportato nel diario. ¶ Avevo dunque inventato di sana
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tele di Popi, io avevo collocato nello studio la
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ho ricordato: ragazzo, io avevo osservato quella roba dove
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della nostra casa e avevo immaginato, appunto, che un
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genitori. In altri termini, avevo immaginato qualche cosa che
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sospeso nel vuoto. Infatti: avevo sposato Cora che credevo
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dimostrare che, dopo tutto, avevo avuto qualche buon motivo
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amante di mio fratello, avevo messo la roba dei
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la roba che io avevo immaginato accatastata nella stanza
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conviene che Cora muoia.” ¶ Avevo parlato, in fondo, leggermente
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e non sapevo se avevo fatto bene. Lo sai
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ho pensato che allora avevo anch’io qualche probabilità
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visto allora che, come avevo pensato, la scarpa di
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a suo tempo io avevo l’ambizione di scrivere
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come mai non lo avevo preveduto? ho visto al
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Ho pensato allora che avevo sempre temuto e insieme
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io e allora, come avevo previsto e desiderato e
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foglio bianco che ci avevo inserito, ho preso silenziosamente
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sono rimasto attonito: io avevo baciato Baba e avrei
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ho riletto quello che avevo scritto e allora ho
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modo con il quale avevo descritto il bacio di
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nel mio diario, non avevo descritto tanto il bacio
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ladra. E infatti appena avevo sposato Cora, avevo scoperto
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appena avevo sposato Cora, avevo scoperto che essa era
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verità del bacio, io avevo riportato nel diario la
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camminavo, che quello che avevo visto era qualche cosa
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e che quello che avevo veduto, poteva anche essere
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improvvisa illuminazione. Quello che avevo visto era veramente una
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dirti che devi abbandonarlo.” ¶ Avevo parlato con voce normale
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mio romanzo in cui avevo immaginato la sua morte
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che il giorno prima avevo visto attraversare la strada
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alla memoria un ricordo: avevo soggiornato, durante il mio
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una sera che non avevo niente da fare, avevo
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avevo niente da fare, avevo preso su un tavolo
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una sgangherata poltrona vittoriana, avevo sfogliato la rivista alla
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i tanti articoli, ne avevo allora letto uno che
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soluzione, poi, come allora avevo pensato e come pensavo
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aver letto l’articolo avevo passato un paio d
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mi era venuto sonno, avevo gettato via la rivista
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anche il diario che avevo deciso di tenere per
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pure il romanzo che avevo intenzione di ricavare dal
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un giornale italiano che avevo trovato a Teheran e
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riletto lentamente quello che avevo scritto; e mi sono
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posto la domanda: perché avevo attribuito l’assenza di
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da spiegare perché mai avevo immaginato che mi trovavo
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prima e dove non avevo per ora alcuna probabilità
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ho ricordato che li avevo scritti un po’ come
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quei fogli, io non avevo soltanto immaginato una possibile
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tuttavia il fatto che avevo immaginato in maniera particolareggiata
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particolareggiata il delitto e avevo anche formulato l’ipotesi
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che il delitto che avevo immaginato non fosse che
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ultima volta che l’avevo vista. Cora non era
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chissà perché; e invece avevo immaginato delitti e crudeltà
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sugli Stati Uniti che avevo comprato quel giorno e
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profonda meditazione. ¶ Intanto perché avevo scritto quell’avvertenza? Davvero
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accettare tutto ciò che avevo aggiunto nel diario allo
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anche toglierne ciò che avevo sovrapposto come una maschera
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animo. E infatti vi avevo riportato oltre ad alcuni
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al momento che li avevo inventati, a nascondere o
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cos’altro io l’avevo soppresso per costruire la
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diario.” ¶ Bisogna sapere che avevo parlato più volte a
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le cose che non avevo il coraggio di dire
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E questo perché l’avevo amata e tuttora l
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cioè nel 1952, io non avevo più alcun rapporto fisico
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altro ti direbbe: perché avevo accettato i suoi servizi
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Dal momento che li avevo accettati, non potevo poi
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oppure di dirle che avevo capito che era lei
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scappato. E così non avevo il coraggio di dirti
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sono sentito di fare. Avevo paura di me stesso
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sei anni prima non avevo avuto il coraggio di
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di Baba e non avevo fatto che pensare a
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prima di allora non avevo saputo nulla del secondo
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figlia e di cui avevo accettato di essere il
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alla sua casa, io avevo soggiaciuto egualmente ad un
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anni dopo che l’avevo ricevuta; la visita e
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funzionò con puntualità, come avevo previsto. Dopo una ventina
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capii che in fondo avevo sognato con le immagini
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tante invenzioni che non avevo potuto fare a meno
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realmente accaduto. Ora io avevo scritto la parte saggistica
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essendo accaduto niente, non avevo riportato nel diario i
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io il romanzo l’avevo già scritto. ¶ Questo romanzo
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erano accaduti affatto, che avevo sognato o inventato, anche
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ipotesi. ¶ Il romanzo che avevo progettato di ricavare dal
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di ricavare dal diario, avevo sempre pensato che dovesse
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perché io non vi avevo raccontato la mia storia
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Nel mio diario io avevo raccontato, in fondo come
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la sola lezione che avevo tratta della lettura del
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sapere perché vivevo. ¶ Io avevo scritto il mio diario
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e quale come l’avevo scritto, limitandomi a cambiare
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titolo del romanzo che avevo in mente di scrivere