Vittoria Colonna, [Rime], 1538

soave il foco, e caro il nodo! ¶ SONETTO VIII

XVII. ¶ Quand'io dal caro scoglio miro intorno ¶ La

ardente ¶ Può far quel caro tuo più acuto dardo

Quando morte disciolse il caro nodo ¶ Che il cielo

E se il mio caro ben morte m'asconde

e qui sempre più caro, ¶ Chè 'l bel morir

quel nodo forte e caro, ¶ Ch'ambo là giù

dovea ¶ Molt'anni in caro albergo, tal parea, ¶ Che

invola e toglie ¶ Il caro pegno, o mia dogliosa

il vede ognor più caro, ¶ Tolto ha di maggior

fedele il titol vero, ¶ Caro a me sopra ogn

Perciocchè fisso nel suo caro obietto ¶ Alla mente daria

man dell'invitto fratel caro ¶ A cui l'arme

vero accesa era sì caro. ¶ Ond'io tremando, ardendo

ed ardenti ¶ Aspetti il caro sposo e lieta e

van lavoro ¶ Esser più caro a quei che son

nodo ¶ Per man del caro figlio; e sì bel

umore ¶ Ti pasce il caro padre, ergi sovente ¶ La

pur crede ¶ Esser suo caro membro, anzi allor sente

lasciò di cader; ma caro in mano ¶ Sempre serbò

l'alto padre ¶ Col caro figlio a voi rendon

entrar nell'arca ¶ Col caro a Dio Noè, poi

tal desio per figlio caro, ¶ Quant'ei pregò per

bello e 'l morir caro. ¶ SONETTO CIII. ¶ Beati voi

discerno, e quanto sento caro. ¶ Non so se l

Glorie le scopre il caro eterno amante, ¶ Serbato sol

SONETTO CLIII. ¶ Sovente un caro figlio il sommo duce

Adamo; e tu, mio caro amante, ¶ Rendimi ognor più

tuo voler gli è caro! ¶ Dal dolce fonte tuo

sangue, e quel più caro ¶ Nodo è ristretto ch

Gesù col suo più caro stile ¶ I gran secreti