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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paolo Cognetti, Il ragazzo selvatico, 2013

concordanze di «casa»

nautoretestoannoconcordanza
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il bar davanti a casa e il letto, a
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senza lavorare. Cercai una casa che fosse lontana dai
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entrai nella mia nuova casa. ¶ Primavera ¶ Stagione della solitudine
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essere di nuovo a casa. Le domandai: è stato
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il fine di una casa è quello di essere
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reali: si abita una casa anche immaginandola, o prendendola
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La prima era una casa perduta: la dimora storica
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La seconda era una casa reale, quella dell’infanzia
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La terza era una casa della mente: chiuso nel
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La quarta era la casa che costruì davvero, e
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pace, vivere in una casa fatta con le proprie
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anni prima. Era una casa di due sole stanze
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ha piantato? Era una casa infestata dai fantasmi ma
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pezzo di muro. ¶ La casa in cui passavo le
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sono? Giravano intorno alla casa, esitavano vicino alla porta
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oltre la porta di casa e si allargava man
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me la mandava in casa. Benché io mi lavassi
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quelle parti. Restai in casa per tutto il giorno
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viavai mentre io, a casa, pensavo di essere tanto
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io a te. In casa stesi uno straccio sul
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il mio padrone di casa. Era venuto a vedere
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e il padrone di casa venne ad aprirci. Era
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scura all’ombra della casa, e lei impiegò qualche
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regola il loro: cambiavano casa per quattro mesi, trasferendo
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alpeggio significasse tornare a casa, forse ai luoghi della
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indisciplinate, le spingevano verso casa. Era uno spettacolo vederli
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ne andavamo a cena. ¶ Casa sua era una stanza
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lassù nel villaggio, ogni casa era abitata e operosa
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Con campi suoi, una casa, una stalla. ¶ Poi chiacchierando
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così: io salivo a casa sua verso le sette
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capriolo. Quando tornavo in casa la stufa era già
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muro per osservare la casa. Tu sì che vivi
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con la distanza da casa. Con la sofferenza del
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ghiacciaio mi sentivo a casa, fantasticavo di diventare guida
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chiodo, ogni pietra della casa, perché il lavoro fosse
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affitto. Meglio lasciare la casa stregata a qualcuno che
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ogni giorno intorno a casa, e mi parevano sordi
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poco per cacciarmi da casa sua, se non da
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al sole. Osservai la casa in cui ero stato
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cosa mi serviva una casa? Mi sarebbe piaciuto fare
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sul prato davanti a casa. Due bambini giocavano a
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tutti, state pure. ¶ In casa tirai giù lo zaino
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scappiamo quando scappiamo da casa? Addio, disse il ragazzo
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larice che usavo a casa mia. La stufa andava
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emigranti che tornavano a casa d’inverno. Stava a
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come un profumo di casa. ¶ Era facile perdere il
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solitudine assomigliava a una casa degli specchi: dovunque guardassi
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sentimenti simili per quella casa. Il teschio di stambecco
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accanto alla porta. In casa svuotai lo zaino nella
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adesso che ero a casa puzzavano terribilmente. Più tardi
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del bosco intorno a casa sua. Gli alberi dei
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è l’odore di casa e il fuoco del
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tre a sostenere una casa, e mi sembra il
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lavori, le parti della casa, le piante, gli animali
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quella a riportarlo a casa. Dove era arrivato e
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Lui però non diceva casa. Benché per le case
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abbia sentito dire: a casa mia. Mi chiedevo perché
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invece cominciavo a chiamare casa qualunque posto dopo un
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non si sentisse a casa da nessuna parte, o
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parte, o se una casa valesse l’altra perché
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l’altra perché tanto casa sua era la valle
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Brengatze, la Pelletzira, ogni casa un nome di cui
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tempi antichi, commissionando una casa non si disegnava la
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ce l’avete una casa? ¶ Remigio li fotografava. Questo
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divano letto, ospite in casa mia. Mio padre è
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un ospite nella mia casa, la sua mano a
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mi seguisse fino a casa. Allora Lucky latrava al
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brina sul prato di casa, quando uscivo la mattina
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andò alla porta di casa. Fissava la maniglia, guardava
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Lucky scappò zoppicando verso casa e Lupo si allontanò
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posarsi sulla soglia di casa e sulla legna accatastata
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illuminati dalle luci di casa. ¶ Un libro di Sylvain
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di ronzare. ¶ Tutta la casa è piombata nel buio
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oltre la porta di casa sono affondato fino al
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fin dall’inizio”. ¶ A casa ho pulito un po
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meno cinque gradi. In casa accendevo la stufa, preparavo
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avere un padrone di casa tollerante, e aveva preso
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sarebbe spostato nella sua casa d’inverno, anche se
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l’avrebbe mai chiamata casa; e io sarei tornato
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calare del buio. “In casa avevo tre sedie”, scriveva
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al balcone. Portai in casa la sega, la roncola
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invece mi cacciò di casa quando passai a salutarlo