parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Paola Capriolo, Mi ricordo, 2015

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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e serena in modo che lei, scrivendomi, non si
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con i miei problemi. Che m’importa, in realtà
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si affrettò a comunicarmi che il disprezzo di gente
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crede se le dico che fino a poco tempo
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di esserlo? Ossia, non che lo ignorassi, ma era
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una loro moda immutabile che qui produceva l’effetto
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accendeva il vetusto candelabro che chissà come avevamo ancora
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entrare, così affermava, nientemeno che il profeta Elia; ma
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mio aspetto. E comunque, che importanza ha? Anche se
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effetti cittadine del Reich, che cosa cambierebbe? Forse le
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le sembrerà ingenuo ciò che dico; ma allora mi
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inculcato come principio fondamentale che gli anziani andavano «stimolati
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nulla, della casa men che meno; forse neppure dei
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chini su una pagina che, sospettava Sonja, era sempre
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a scacchi.» ¶ «A scacchi? Che bella idea!» disse Sonja
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E perché mai? Ora che finalmente ho trovato un
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sbaglia paga, non ammetto che si correggano le mosse
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scacchiera?» ¶ «Domanda idiota. Certo che ce l’ho.» ¶ «Bene
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siciliana. ¶ «Ma come vuole che io capisca, signore, se
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volta una partita; e che sia quella.» ¶ «Mi scusi
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ma vedo con dispiacere che lei non ha la
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l’importante, capisce, è che nessuno sia in grado
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Non so, non credo che mi piaccia. Per me
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così fortunati, in quella che lei chiama realtà?» ¶ «E
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sempre una risposta) credo che non avrei potuto resistere
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o meglio, in quella che ormai, per usare le
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bene, Maestro, questa espressione, che sapore di spazio, di
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libertà, di ventosi orizzonti che si spalancano a perdita
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perdita d’occhio… Peccato che per me non sia
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giovinezza…». Care, belle parole, che mi hanno divertita e
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sperare, tutti i successi che merita, qui la nostra
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ridanciano donnone sulla trentina che avevamo assunto quando era
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spargendo intanto la voce che eravamo in cerca di
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chiama Lotte, ma Ruth… ¶ Che follia, Maestro! Lei ha
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dirmi, nella sua lettera, che la Germania rimane quel
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la Germania rimane quel che è sempre stata, la
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e della cultura, e che non bisogna far caso
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pomeriggio faceva così caldo che persino il vecchio soffriva
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portarlo in giardino, sperando che dal fiume, a quell
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tavolino di ferro battuto che non veniva più usato
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da tempo immemorabile, ma che si dimostrò ancora in
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di quei cani impazienti che tirano in continuazione il
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ribes, ora all’altalena che non era ancora stata
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principe. ¶ «Lo sapeva, Sonja, che nei tornei i giocatori
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alle mosse? Invece sembra che lei voglia studiarle all
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a terra, Sonja vide che il bicchiere del vecchio
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ben conto dell’accaduto. «Che sbadato,» disse poi in
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Pazienza, signore: sono cose che capitano. Ora vado a
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o inopportuno, ma bisogna che lui sappia di poter
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parte tua: sono certa che papà ne avrà un
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un po’; senza contare che faresti di me un
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scoppiai a ridere. So che non avrei dovuto, Maestro
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infatti mi pentii vedendo che lo studente, ossia il
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visti di buon occhio. Che espressione grottesca, tra l
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rispondermi subito, però ricordati che non abbiamo molto tempo
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sai, o dovresti sapere, che ciò che ti ho
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dovresti sapere, che ciò che ti ho proposto l
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mai avuto grandi speranze che tu acconsentissi…» ¶ «Mentre adesso
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è vero?» ¶ «Capisco: pensi che io voglia approfittarmi della
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in modo assoluto: sai che farei qualunque cosa…» ¶ «Sì
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sentito una tale vergogna che forse non avrei trovato
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non le sembra? So che tante lo fanno, ma
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di libri della biblioteca che Sonja non trovava il
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bene il nome. Non che fosse una grande celebrità
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odio confuso e veemente, che finiva col travolgerlo del
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madre. In tali occasioni (che si verificavano solo quando
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e insieme assoluto, quasi che di donne, in quei
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ne fosse mai esistita che una sola. «Credi che
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che una sola. «Credi che mi amasse, lei? Nossignore
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sempre. A chi credi che le abbia scritte, le
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con il pieno rispetto che intendeva a ogni costo
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nascita, solo quella: segno che, contrariamente alla speranzosa alternativa
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e l’oblio… Titoli che avevano affascinato, allora, la
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credula di Sonja, ma che adesso quasi la respingevano
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Quando aprì il libro che aveva scelto a caso
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Nulla…) la prima cosa che vide furono le sottolineature
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biasimata da suo padre, che si atteneva con più
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matita. Lei, invece… Sembrava che volesse gridare al mondo
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frase o il pensiero che vi era espresso. Nel
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era espresso. Nel libro che Sonja stava sfogliando, di
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esclamativi e le sottolineature che a volte, rendendole quasi
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i suoi versi, di che mai parlavano? Per quanto
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ermetica di quei versi, che sembravano destinati a essere
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rispondermi, aspettando (posso capirla) che io ritrovassi da sola
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po’ buffo di sempre, che a me ha sempre
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il momento. È vero che mio padre, secondo le
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assurde disposizioni. È vero che per me e per
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ex studente di medicina che viene a prendermi e
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un avvenimento straordinario: da che ho memoria, la famosa
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spensieratezza, quella musica spumeggiante che mi correva nelle vene
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questa nostalgia d’amore che si insinua a un
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gaiezza della festa… Credo che anche il dottorino ne
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un gran bello spettacolo, che ha saputo distrarmi per
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garbata sensualità. Peccato solo che nel palco d’onore
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aria poco simpatica e che dalla platea, al loro
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compagni di università. «Ma che ci fai con quell
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reggere lo stetoscopio e che a volte era così
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di ribellione e disgusto che l’assaliva sempre nel
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il vecchio è uno che non butta via nulla
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pietoso attaccamento a ciò che è stato consacrato dal
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le camicie, le giacche che portava, erano sempre costellate
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le tute da casa che Sonja doveva cambiare al
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una risposta, Sonja pensò che forse era stato un
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un rivolo d’acqua che scorre limpido, ma irresistibile
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insieme di una dolcezza che stringe il cuore: come
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volte, Maestro, ho pensato che forse la morte esiste
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rendere possibile la musica; che senza il velo interposto
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tra noi e ciò che amiamo dal passato, dalla
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da quel «mai più» che costella le nostre vite
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vorrei trattenere quelle ore che sono fuggite, vorrei ricondurle
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oggi ci credo davvero, che la bellezza salverà il
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mondo; o meglio, credo che in un certo senso
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già salvato da sempre. Che altro sarebbero la musica
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eternità di tutto ciò che è fragile e minacciato
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XV ¶ «Peccato però, signore, che il giardino sia ridotto
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il lembo della tenda che aveva sollevato per guardare
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dalle pendici delle colline che circondavano la città, e
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dire.» ¶ «No, Sonja, ora che ha cominciato si spieghi
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favore. Cosa c’è che non va, nel giardino
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a rotelle; e credevo che nemmeno lei amasse soggiornarvi
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quasi di corsa, sia che piova, sia che faccia
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sia che piova, sia che faccia bel tempo.» ¶ «Infatti
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in ordine, non credo che mi piacerebbe starci. Non
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per chi; ma ora che gli alberi, intorno alla
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il senso di profanazione che le aveva sempre suscitato
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d’aria non può che farle bene. È una
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D’accordo: se crede che possa farmi bene… Ma
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quelle lucide bacche violacee che, schiacciate contro il palato
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Gliel’avevo pur detto, che si sarebbe reso conto
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si figuri un po’, che è solo un gentile
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è stata sua. Immagino che anche quella bambina sull
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tutta frastornata.» ¶ «No. Credo che alla bambina piacesse, il
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fiume. Poi però…» ¶ «Poi, che cosa?» ¶ «Niente, signore.» ¶ Sonja
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Niente, signore.» ¶ Sonja pensò che il vecchio doveva aver
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anteriore; era un sollievo che fosse così, anche se
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Maestro, quando le scrivevo che in questa città le
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è veloce e, ciò che è peggio, imprevedibile. Rileggevo
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del nuovo premio letterario che lei ha vinto o
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supporre. In compenso sembra che importi parecchio alla gente
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mentre noi, per ragioni che mi sfuggono, non possiamo
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rapporti con l’università che tanto lo rallegravano sembra
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porta chiusa un’amarezza che reclamava solitudine, la mamma
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inarticolata sensazione di spaesamento che mi faceva apparire a
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gola. Raccolsi il libro, che mi era sfuggito di
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avrebbe sospettato mai più che fossi io. Scusi, Maestro
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così poco d’accordo che me li figuro tutti
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grazie all’avida esplorazione che ho compiuto negli scaffali
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opere. Va da sé che è una soluzione provvisoria
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settimana, e le confesso che da qualche tempo sto
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cercando di convincere papà, che pure non sa nulla
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preso dal suo giornale, che leggeva a voce alta
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lascia tranquillo. «Ma noi che c’entriamo, si può
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il piatto degli affettati che lei insisteva a porgergli
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convincerlo a mangiare qualcosa. «Che c’importa di quel
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c’importa di quel che hanno deciso a Norimberga
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di Norimberga, però credo che la mamma abbia ragione
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percorso il lungo viale che costeggia il fiume tra
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pensare, mi sono detta, che qui possa mai essere
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essere diverso da così? Che qualcosa possa incrinare questa
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assurdità. Il vero pericolo che ci minaccia è morire
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noia: glielo dice una che conosce fin troppo bene
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Qui l’unica cosa che scorre è il fiume
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se mi concede quello che credo si chiami un
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apprensioni di mio padre. Che Adela, dopotutto, sia davvero
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ragazza un po’ gelosa? Che inconsapevolmente abbia voluto scantonare
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scantonare da un soggetto che le riusciva spiacevole, cercando
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di attualità»? Sono certa che lei lo pensa, Maestro
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per volontà della mamma che è una fervente wagneriana
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strana domanda… Niente di che, semplicemente mi incuriosiva quel
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con sé quando…» ¶ «Quando, che cosa?» ¶ Sonja andò alla
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domanda strana. Dove crede che fossi? A scuola, in
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un’ottima scuola religiosa che purtroppo non esiste più
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quei bombardamenti quasi quotidiani che hanno finito col radere
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Non c’è di che, signore» rispose lei sforzandosi
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retorica: deve sapere infatti che la sua ninfa tiene
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dire pensandola e immaginando che lei possa ascoltarmi, un
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tra i miei preferiti, che sto già studiando da
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in omaggio alla luna che rincasando vidi specchiarsi nel
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tema di questo brano che Chopin (così mi ha
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in Polonia questo notturno che è come una lunga
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sempre secondo le informazioni che ho carpito alla maestra
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reminiscenza di una canzone che la sorella prediligeva. Desiderio
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esprimermi bene, ma spero che lei capisca lo stesso
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con la vibrante evidenza che è solo della musica
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servisse a molto, salvo che a tacitare la sua
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la porta accostata, dato che il vecchio non avrebbe
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debolissimo, i tenui rumori che provenivano da quella stanza
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uno di quei volumi, che un giorno aveva preso
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una scoperta strabiliante, tanto che la bambina, improvvisamente dimentica
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per non far capire che era stato spostato, e
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l’aveva sorpresa lì. ¶ «Che fai, Sonja? Non vai
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era resa perfettamente conto che pazienti, in quello studio
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le parole del padre, che a quei tempi, negli
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azzardare mille ipotesi senza che vi fosse più nessuno
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spirale perversa, una china che porta irresistibilmente in giù
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questo verde tappeto erboso che scende a precipizio nelle
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Dopo l’esplicita assicurazione che le avevo dato concludendo
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la mia scorsa lettera, che bisogno c’era di
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farle visita? Lo so che non è possibile, e
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quell’inadeguatezza della realtà, che nella sua risposta ha
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me stessa. So benissimo che, trovandomi al suo cospetto
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Ho mille piccole curiosità che la riguardano, futili, bizzarri
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riguardano, futili, bizzarri interrogativi che a volte mi assillano
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dolciastra. Ecco, vorrei sapere che odore c’è nel
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è nel suo studio. Che colore ha la tappezzeria
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di alberi da frutto, che mia madre cura personalmente
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il suo scroscio ostinato, che un po’ riesce a
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sono nata. ¶ E lei che rumori sente dalla sua
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tempo, ma per dimostrarle che ho ritrovato il buonumore
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bastava guardarlo per capire che era convinto di star
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un figurone. Meno male che ho lei, Maestro, con
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certe cose, altrimenti credo che mi sentirei soffocare in
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avermi neppure notata, dicono che io non sia del
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forse la seconda volta che venivo «immortalata» (per ripetere
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per ripetere un’espressione che il fotografo usava senza
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all’improvviso così ingombranti che non sapevo dove metterle
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di mano. La scena che ora rivedeva si era
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morbido vestito da casa che lasciava scorgere, come un
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tenerezza strana, commossa, tanto che corse ad abbracciarla. Sollevandosi
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quel contatto la madre, che forse non l’aveva
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di sangue. Sonja ricorda che, a quel gesto di
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occorsero alcuni minuti prima che si sentisse abbastanza padrona
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si affrettò a precisare che non aveva inteso rimproverarla
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rimproverarla. «È solo, vede, che ho una gran voglia
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mancherebbe. Anzi, devo dire che lei è molto sollecita
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almeno, diversamente dalle signore che l’hanno preceduta, non
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la mezza età, o che altro? Esce a fare
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godersi un po’ quel che c’è fuori. Mentre
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altro tempo. E già che c’è, quando torna
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suoi?» ¶ «Strana domanda… Certo che sono miei.» ¶ Sonja riprese
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così, dai precedenti proprietari, che devono aver lasciato la
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scientifici, libri di medicina, che ho donato immediatamente alla
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davanti a uno scaffale che conteneva, fittamente allineati, una
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già sentito, il nome che si ripeteva con ossessiva
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suo padre, le sopracciglia che si univano in modo
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la tazza vuota aspettando che lei venisse a togliergliela
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osavo sperarlo; ma so che lei non lo dice
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dal principio del mondo, che anche a me fa
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scrive «come non può che esserlo una ninfa.» Poi
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creatura afflitta e umiliata che cercasse nella contemplazione estetica
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la cena al vecchio, che tenne fede alla sua
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i pochi, sconclusionati ingredienti che il frigorifero le metteva
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indomani mattina, prima ancora che il vecchio si alzasse
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dal licenziamento della domestica, che Sonja aveva sopportato con
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infatti il vecchio dopo che ebbe vuotato con misurata
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operazioni della toilette serale, che ormai suscitavano in lei
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quel corpo fragile, smagrito, che reclamava per sé tutta
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troppo intorno in quella che aveva immediatamente riconosciuto come
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funzionale letto da ospedale che ora campeggiava solitario al
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giardino non si scorgevano che le sagome cupe e
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lei: somigliava alla donna che Sonja, nel tentativo di
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anni cinquanta; la vestaglia che indossava, di nailon azzurro
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appesa in bagno senza che nessuno osasse spostarla. Gli
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incerta, indefinibile, la stessa che lei aveva scrutato tante
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sempre ostinato a sostenere che quegli occhi erano verdi
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far desiderare a Sonja che durasse per sempre; ma
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Sonja si rese conto che nel sogno era bambina
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questa volta. Ma sì, che altro avrebbe potuto fare
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in incognito. E dire che nelle scorse settimane, mentre
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la mia richiesta e che lei avesse deciso di
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citando, come se supponesse che anch’io le conosca
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soltanto, per sentito dire, che è la più profonda
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stando a mio padre, che difatti non ha voluto
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entusiasta di tutto ciò che proviene dalla Germania, specie
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via di certe notizie che legge la mattina sul
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e io capiamo subito che sta leggendo le novità
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suoi elzeviri) e immagino che interessi poco anche a
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come il principe Myškin, che il mondo può salvarlo
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una rivoluzione o men che meno un nuovo regime
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sue parole, mi sembra che per «mondo» si debba
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così intimo e inafferrabile che ciascuno di noi porta
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io non dubito, Maestro, che sarà così, ammesso che
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che sarà così, ammesso che una salvezza sia possibile
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tutto quattro al giorno, che conducono alla capitale, dove
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Bello, perché so benissimo che non salirò mai su
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una cosa talmente stupida che non avrei dovuto nemmeno
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in pensiero: le prometto che non avrà mai la
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potuto credergli, quando raccontava che gli occhi della mamma
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materia di colori uno che, per rientrare a casa
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quanto l’improvvisa rovina che si era abbattuta su
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infanzia, la tappezzeria Jugendstil che adesso la circondava di
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posa di estenuato abbandono che le era consueta. Papà
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quella dolce, lenta carezza che aveva assaporato in sogno
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alto bracciale d’argento che portava sempre al polso
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illuminato della porta. ¶ Non che la madre fosse fredda
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ognuna delle rare immagini che ne serbava pareva coglierla
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elegantemente fragili e minacciate che schivano per istinto ogni
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istinto ogni contatto, e che è vano sforzarsi di
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e ancora, dove sembrava che la stanza finisse, il
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si figuri. È solo che sono un po’ stanca
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più avanti. Ammesso cioè che noi due si arrivi
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quindi le dico subito che lei è stata l
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cercare la voluminosa busta che aveva preparato. ¶ Il vecchio
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per chiederle chiarimenti. ¶ «Leggo che lei è nata qui
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ero fatto l’idea che venisse, come tante, da
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diventare ciarliera. «È vero che la mia famiglia materna
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Est, come dice lei, che allora era semplicemente una
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referenze, non c’è che dire, e le confesso
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dire, e le confesso che, valutazioni estetiche a parte
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donna matura come lei che a una delle solite
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per la testa. Credo che potremo metterci d’accordo
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attenzione l’annuncio, ricorderà che vi si parla di
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figli né parenti stretti che possano esercitare qui dentro
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adatta a una famiglia che alle esigenze di uno
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affari miei.» ¶ «Bene, vedo che su questo siamo d
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scritta su un foglio, che credo di aver lasciato
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quel tavolino…» ¶ «Sì, signore.» ¶ «Che fa, Sonja? Il foglio
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dire?» ¶ «Sarebbe a dire che accetto, se per lei
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ma lei deve ammettere che un atteggiamento simile è
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una principessa, però quello che lei mi offre mi
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interesse, devo pur dirle che altrove, forse, troverebbe condizioni
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ai vetri protesi, sfaccettati, che il bovindo azzardava verso
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possiamo concludere?» ¶ «Almeno lascerà che le mostri la sua
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o forse mi aspettavo, che la sua scrittura fosse
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il suo stile epistolare (che gradita sorpresa!) viene incontro
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nel timbro della voce che ebbi la ventura di
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fraintenda se le confesso che il tono appassionato della
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poter misurarla, la distanza che separa la sua esperienza
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inevitabili classici della letteratura che non mancano in nessuna
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nessuna casa borghese e che anche la biblioteca paterna
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affermato, e oso ripetere, che la nostra strada è
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una patria, l’unica che riconosco. Una patria lontana
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come quella Terra Promessa che da piccola udivo menzionare
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abito lì. ¶ Nel romanzo che sto leggendo, e che
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che sto leggendo, e che lei conosce senza dubbio
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punto il protagonista dice che la bellezza salverà il
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pronunciate in una lingua che non avevo mai udita
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A mano a mano che ascoltavo, io me ne
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lasciar traccia. Ricordo però che l’angelo a un
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con il vago luccichio che proveniva dai vetri. «Portami
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alba. ¶ V ¶ Era convinta che non avrebbe chiuso occhio
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immutata, la tappezzeria rosa, che bastava a restituirle l
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Doveva nascondere le lacrime, che premevano aspre come gocce
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tempo stesso si rallegrava che il nuovo proprietario, fosse
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di ciliegio in quello che era stato lo studio
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Fu un bene, comunque, che avesse così poco tempo
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rese conto di ciò che aveva letto. Solo le
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persona seria e referenziata» che in cambio di vitto
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così diffusa la convinzione che per qualcuno, anzi, per
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a se stessa; credevi che la casa avesse smesso
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smesso di esistere, o che non ci abitasse nessuno
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nessuno? Bene, adesso sai che ci abita un signore
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signore solo, molto anziano. Che cosa cambia per te
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niente. Niente, a meno che… ¶ Sonja non era una
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stretti erano i confini che la vita aveva provveduto
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morta di fame, piuttosto che accettare quel posto; sarebbe
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occasione insperata, persino incredibile, che ancora pochi istanti prima
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dodici, in una misura che normalmente non veniva richiesta
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possedendo la bellezza indiscutibile che, stando al ricordo che
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che, stando al ricordo che ne serbava e a
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della moglie di Lot che, voltandosi indietro, fu tramutata
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vari «illustre» ed «egregio» che mi venivano in mente
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sul fiume, ho temuto che le forze non mi
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è una delle frasi che mi sono sentita ripetere
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anni in poi), spero che lei non condividerà un
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sua pazienza con quello che deve apparirle un vuoto
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sbieco sui capelli castani, che l’ascoltava affascinata da
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delle letture e conferenze che si tengono ogni settimana
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Pensiero, insomma, di ciò che altrove è forse pane
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rigorosa, astratta, musicale necessità che collega le sillabe, per
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si potesse far altro che arrendersi. Erano nuovi, i
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a un certo punto, che la ragazza in terza
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di no, persino lei, che infatti se non sbaglio
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dico davanti a lei, che mi avrebbe capita, ma
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e a quel giovane che ora, al colmo dell
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uno studente di medicina che mio padre, medico a
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quel solido buon senso che, a quanto mi risulta
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mi sentissi bene, al che risposi, asciutta: «Al contrario
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con i suoi versi che continuavano a martellarmi in
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i profili delle case che orlavano la riva, e
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riva, e io pensavo che d’ora in avanti
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argento dei suoi versi che me lo avevano reso
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perfetto. Sì, Maestro, so che sarà così: sempre, sino
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un grazie sommesso, modesto, che viene a lei in
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Lo prenda per quello che è, tenendo nel conto
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è, tenendo nel conto che meritano le parole di
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il breve vialetto lastricato che attraversava il giardino e
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la vecchia, arrugginita altalena che ancora pendeva da un
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il prato, o ciò che ne restava, digradare sempre
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Risoluta, dominando il tremito che minacciava di paralizzarle le
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invece del gentile rintocco che, senza confessarselo, si era
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solo e molto anziano, che ora la fissava con
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Lineamenti severi, quasi arcigni, che sembravano intagliati con l
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stanza affacciata sul fiume, che una padrona di casa
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informare il suo padrone che ha perduto un cliente
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divisa, volevo dirle soltanto che di clienti come lei
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di clienti come lei, che si presentano in simile
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ora l’avrai capito, che tra noi non può
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amicizia.» ¶ «Ho capito solo che non possiamo più mostrarci
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porta ebbi l’impressione che fosse per tutti, per
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in una nebulosità indistinta che rendeva possibile le più
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effetti non faceva altro che sognare; e non capiva
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senso delle strane manovre che il fisioterapista veniva a
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di «stimolarlo» con mezzi che risultavano sempre più inefficaci
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pomeriggi, finché la luce che filtrava dall’alta finestra
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jour. Leggeva tutto ciò che le capitava sottomano, romanzi
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di curiosità e repulsione che la sua figura le
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per così dire, circostanza che agli occhi di Sonja
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Sonja appariva profondamente inquietante. Che cosa, in quei versi
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per prima cosa notò che la poesia era dedicata
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era viva e vegeta, che bisogno ci sarebbe stato
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un’altra circostanza curiosa: che cioè proprio quella poesia
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pensò Sonja; a meno che non si tratti invece
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particolarmente raffinata, di quelle che si studiano a scuola
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Dal testo della poesia, che lesse e rilesse con
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non dire… Eppure, senza che lei stessa ne comprendesse
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se esista ancora qualcuno che si ricorda di me
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non aveva scritto altro che la sua firma. Del
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ristorante, e capivamo entrambi che era meglio così. ¶ Da
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notizie e le confesso che a volte (non spesso
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sul fronte orientale. Credo che soffrirei molto se non
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sembra sempre più probabile che accada il contrario: che
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che accada il contrario: che al suo ritorno sia
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dimezzate razioni di viveri che quelli come noi possono
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atteggiamento aggressivo dei commessi che mi fa persino rimpiangere
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il programma delle conferenze che si tengono settimanalmente, come
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crederci: ho il dubbio che la sua lettera sia
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smarrita. O teme forse che la metterei in imbarazzo
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una felicità, con qualcosa che ormai non vale quasi
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miei occhi, un fardello che mi trascino appresso da
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dovrei dire nella certezza?) che i nostri brutali dominatori
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infine a sgravarmene. ¶ Sa che a volte (non spesso
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di nostalgia le acque che scorrono sotto le mie
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incendio, lo credo bene che sua sorella tremasse. Ma
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ballavamo intorno al fuoco.» ¶ «Che allegria» mormorò Sonja, mentre
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vetrina di Rosenberg, quella che è andata in pezzi
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devono essere. Sono certo che non li avesse con
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È giusto e naturale che lei pianga ancora per
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bambino di dieci anni che avesse assistito a una
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a casa: sono certa che alla fine è riuscito
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Sonja si rese conto che le gambe le tremavano
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un bambino, proprio lei che prima di arrivare a
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sforzandosi di capire di che mai si trattasse, e
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altro obliquo. Lo so che non è facile… Perché
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opposto della scacchiera: sembrava che nelle mosse e nella
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dovevo capirlo da me che questo gioco è troppo
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anche lei, signore? Scommetto che con sua sorella Lise
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astuccio.» ¶ «No, signore, certo che non doveva. Ma la
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attento: è importante, credo, che lei riesca a concentrare
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Lise… Io però credo che mia zia si chiami
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a Monopoli… e a che altro? Qual era il
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consentito. Lo vede, signore, che con un po’ di
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riprendiamo la partita: scommetto che vince lei, la sua
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da Adela, e temo che la sorpresa non le
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Ma il fatto è che, per quanto mi sforzi
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la parola, dell’amore che per anni ho nutrito
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mi trovo rinchiusa e che giorno dopo giorno va
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coltivare la precaria speranza che possa esistere ancora un
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le note di Chopin che vado suonando e risuonando
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era un legame segreto che ci univa, a dispetto
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profezia, quel suo verso che recita: Non toccar le
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le antiche ore… ¶ Eppure che altro mi resta, se
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estraneità rispetto a quello che un tempo era il
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era il nostro ambiente, che se sparissimo dall’oggi
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non il mio dottorino, che tornato in città per
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rivolse un sorriso faticoso, che io ricambiai con altrettanta
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con altrettanta fatica. ¶ «Kurt… Che bella sorpresa!» ¶ «Come stai
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non c’è dubbio che Kurt ci avrebbe raccontato
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l’amico più devoto, che ora indossava la divisa
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pensai, e sono certa che i miei genitori pensassero
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preoccupazioni la stanchezza mortale che gli segna il volto
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non trovammo di meglio che discorrere delle bizzarrie meteorologiche
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mesi, forse addirittura anni che nessuno di noi mette
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Mi creda, non è che io sottovaluti… la difficoltà
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al fronte, posso assicurarle che in queste poche ore
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è un piccolo progetto che ho coltivato a lungo
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quando ero laggiù e che, per quanto modesto, mi
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a giacca color pervinca che non è proprio nuovo
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di taglio elegante: peccato che l’effetto sia un
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cena, bravi, timorati cittadini che per un istante, incrociando
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E a ogni passante che incontravamo mi stringeva leggermente
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posizione: da tempo sapevo che, per salvarmi, dovevo vivere
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nell’ombra, ed ecco che questo incauto innamorato puntava
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rifugio immerso nel bosco che cresceva al margine della
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aspettava. ¶ Quando il maître, che ci venne incontro nel
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sgomenta di una persona che affoga. «Mi dispiace, signor
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adesso verrà il padrone, che è amico mio, e
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il maître ritornò dichiarando che il padrone era impegnato
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impegnato altrimenti e confermando che non c’erano tavoli
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Per un istante, temetti che il mio dottorino avrebbe
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forse perché non sappiamo che fine abbiano fatto, o
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alla tavola da pranzo, che a me è sempre
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l’hanno ancora confiscata) che tra una sonata di
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diventa sempre più chiaro che qui è impossibile continuare
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tempo rileggendo i libri che ho in casa: altri
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prima del Pipistrello. Sa che ci ripenso spesso? Fratellino
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lucidi di un ragazzo che ora è finito anche
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studenti dalle guance rosse che mi davano dell’«ebreuccia
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creda, Maestro, non faccio che ritornare su quelle poche
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Sonja si rendeva conto che la persona accanto alla
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successive non fossero state che un’inutile zavorra dalla
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un’archeologia della mente che faceva riaffiorare a poco
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molto simile a quello che lei stessa seguitava a
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nella soffitta. Ma ciò che malattia e senescenza avevano
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la cesta dei giocattoli, che per anni aveva occupato
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rame, quelle tre bambole che adesso avevano un aspetto
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erano parse così belle che quasi non aveva avuto
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del tutto sconosciuti, cose che non rammentava di aver
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sua breve infanzia e che dovevano risalire ad altre
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stagioni: prima, molto prima che lei nascesse, forse addirittura